la strada verso casa

Recensione: Lion. La strada verso casa di Saroo Brierley

Buoongiorno! Eccomi qui, forse forse ho ripreso il ritmo. O forse mi ci sono costretta. Staremo a vedere se stavolta dura. Il libro di cui vi parlo oggi è un libro entrato da poco in TBR ma che mi guardava ogni volta che aprivo Goodreads. E allora ho deciso di dargli una possibilità senza farlo stagionare come fanno puntualmente i libri che marchio come ‘Da leggere’ su quel sito malefico. Si tratta di Lion, la strada verso casa di Saroo Brierley.

lion cover
Titolo: Lion. La strada verso casa
Autore: Saroo Brierley
Editore: Rizzoli
Disponibile in italiano:
Goodreads

mmagina di avere cinque anni, di vivere in India, di conoscere a malapena il tuo nome e di non aver mai oltrepassato i confini del piccolo villaggio in cui vivi. Immagina di salire per sbaglio su un treno e che all’improvviso le porte si chiudano. Immagina di viaggiare per un tempo che sembra infinito e, alla fine del viaggio, di ritrovarti catapultato nella più povera, caotica e pericolosa metropoli del mondo, Calcutta. Questa è la vera storia di Saroo, resa ancora più straordinaria da ciò che accade venticinque anni più tardi, quando, cresciuto in Australia da una famiglia adottiva, decide di provare a rintracciare sua madre e i suoi fratelli. Nonostante non ricordi il nome del suo villaggio, con pazienza e determinazione infinite, trascorre il suo tempo a esaminare attraverso Google Earth ogni linea ferroviaria indiana, fino a trovare un luogo familiare. Ma per scoprire se quell’immagine sfocata è veramente casa sua c’è un solo modo. Andarci di persona.
Lion. La strada verso casa è una storia commovente e intensa che ha conquistato il mondo e ora è diventata un grande film prodotto dalla Weinstein Company e diretto da Garth Davis con Nicole Kidman, Rooney Mara, David Wenham e Dev Patel nei panni di Saroo Brierley.

Qualche tempo fa ho sentito parlare del film, e pure molto bene. Avevo sentito raccontare di fiumi di lacrime, di una storia molto bella e quindi l’avevo annotato nei film da vedere – a stagionare più o meno come i libri, per capirci -. Ma poi ho scoperto che era stato tratto da un libro, che quindi è da leggere prima della visione, per forza di cose. Il libro, come vi dicevo, se l’è vista meglio del film.

Si tratta di un’autobiografia di Saroo, un ragazzo indiano persosi a 5 anni e poi adottato da una famiglia australiana. Anni dopo decide, con l’aiuto di internet, di tentare l’impresa quasi impossibile di ritrovare la sua famiglia, o almeno il luogo in cui è nato.
Il racconto si Saroo ci permette di vedere e conoscere grazie a informazioni di prima mano la situazione in India alla fine degli anni ‘80. Sono aspetti visti dagli occhi di un bimbo di 5 anni, quindi con le paure magari ingigantite, ma raccontati con semplicità. E soprattutto con tutta la forza che possono avere i ricordi di qualcosa che ha cambiato la vita di questo bimbo per sempre.

Anche se i ricordi di Saroo a volte sono ‘bucati’ o un po’ confusi, la sua storia è in grado di prenderti, di portarti a fare il tifo per questo bimbo che, a 5 anni, si ritrova a Calcutta, una metropoli sovraffollata in cui ci sono più pericoli che angoli. Riesce ad evitare trafficanti di bambini, avvelenamenti e pericoli di ogni sorta, sopravvivendo col cibo caduto per strada e dormendo nei luoghi religiosi sperando nella protezione di qualcuno di più grande. Che fin da piccolo si ritrova a sbattere la testa contro la cattiveria della gente e allo stesso tempo scopre che esistono anche bontà e altruismo. Anche se spesso, purtroppo, non si riesce a riconoscerli da subito.

E poi entra in scena la famiglia Brierley, una famiglia australiana che, seppur cosciente che il loro non sia che un piccolissimo contributo alla situazione infantile disastrosa dell’India, decide di adottare un orfano. E quell’orfano è proprio Saroo. Nel libro viene raccontato il processo di adozione, molto differente rispetto a quello vigente oggi. Meno controllato, molto più rapido e forse in certi casi più utile e usabile, pur con tutti i problemi del caso.

E per finire la vita in Australia, la vita di questo ragazzo che cresce sentendosi completamente australiano, ma provando comunque nostalgia delle sue radici, del fatto di non sapere nemmeno da dove arriva. Ci racconta la sua vita, le sue difficoltà, la sua forza e quella che gli viene data da chi gli sta intorno, da chi gli vuole bene e lo sostiene ogni giorno. Ci racconta dell’importanza di avere una famiglia, anche se non di sangue, che ti sta accanto e ti aiuta e rispetta ogni tua scelta anche se non è completamente d’accordo.
Ci racconta la sua fatica ad integrarsi con i ragazzi indiani all’Università, dovuta alla sua non-conoscenza dell’hindi, ma anche la sua gioia nel momento in cui riesce a farsi accettare nel gruppo e piano piano scopre qualcosa di più sulle sue orgini.
E la sua ricerca, sostenuta da tante voci – ognuna che dice la sua – e dai ricordi alterati dalla paura di quando si è perso.

Mi fermo altrimenti presa dall’entusiasmo vi racconto troppo.
Entusiasmo sì, perché ogni tanto ho bisogno di una storia vera, anche se spesso sono impegnative, e questa mi ha emozionata e mi lasciato un senso di completezza. Mi piace leggere di culture e situazioni lontanissime dalla mia vita. E poi cercare e informarmi e scoprire di più del mondo. I libri servono anche a questo no? Spesso vediamo la lettura come fuga dalla vita reale, dal presente e da ciò che ci circonda. A volte però serve anche per avvicinarci a qualcosa che crediamo più lontano di quanto non sia.

Quindi, leggete il libro. Del film ancora non vi so dire nulla di personale, ma ne ho sentito parlare bene. Vedete voi. Resta il fatto che la storia di Saroo merita. È un racconto commovente, un racconto che ha del surreale ma che ti fa credere nel potere del destino, dei sogni e delle coincidenze.

kiafirma

Recensione: La strada verso casa di Yimou Zhang

Buongiorno a voi!

Ormai anche settembre sta per finire e io mi avvicino sempre più al mio ventiduesimo compleanno (anche se in realtà mi sento ancora giovane e arzilla). Questa volta provo a scrivere la recensione da cellulare visto che il mio internet proprio stasera ha deciso di non funzionare. Ero molto indecisa come al solito su che film guardare, ma poi ho ritrovato questo film cinese che avevo scaricato tempo fa e di cui ne avevo sentito parlare bene.

la strada verso casa
Titolo: La strada verso casa
Titolo originale: Wo de fu qin mu qin
Regia: Yimou Zhang
Anno: 1999
Durata: 89 min
IMDB

Per la prima volta dopo molti anni, l’uomo d’affari Luo Yusheng si reca a Sanhetun, il villaggio nel nord della Cina dove è nato, perché suo padre è morto all’improvviso e Yusheng vuole stare vicino a sua madre. Nell’attesa del funerale di suo padre Yusheng rivive la tormentata storia d’amore dei suoi genitori, la costruzione della scuola dove suo padre lavorava come maestro.

 

Il film racconta di questo uomo che dopo molti anni torna al villaggio dove è nato per partecipare al funerale del padre. Qui incontra la madre che vuole per il defunto marito una cerimonia degna di lui. Il film ha una struttura ben definita: inizia raccontando del presente, tornando al passato per concludere di nuovo con il tempo attuale.

La cosa particolare e originale è che le immagini riguardanti il presente sono in bianco e nero, mentre i ricordi del passato sono a colori. Forse perché i ricordi del padre sono ancora vivi nel cuore della madre, mentre un presente in cui lui non c’è più è triste. Probabilmente non è questo il motivo, ma mi piace pensarla così.

Un narratore ci racconta come molti anni prima i genitori del protagonista si sono conosciuti. Lei era la ragazza più bella del villaggio e lui il nuovo maestro arrivato da Shangai, ma la loro non è stata certo una storia facile. Mi faceva sorridere come lei faceva di tutto per farsi notare, come cucinare qualcosa di buono durante i lavori di costruzione della scuola o farsi trovare “casualmente” lungo la strada per cui passava il maestro: effettivamente tutte noi ragazze almeno una volta abbiamo fatto qualcosa del genere per farci notare dal tipo che ci piaceva. Ma la cosa bella della loro storia è che si tratta di un amore delicato e genuino, ma allo stesso tempo forte e saldo. Mi è piaciuto che i lunghi anni prima che i due possano stare insieme non abbiano scalfito il loro amore.

Cosa colpisce del film non sono solo i colori, ma anche la musica tipica cinese che ti coccola e ti guida all’interno della storia. La strada verso casa è la strada che dalla loro casa porta alla scuola, dove tutta la storia ha avuto inizio e che per l’ultima volta la donna vuole percorrere insieme al marito. Una storia che probabilmente abbiamo già visto, ma che che sa coinvolgere ed emozionare lo spettatore grazie alle sue atmosfere tipicamente orientali.

  rating 3.5

anna firma