Buongiorno lettori! Oggi vi lascio un passaggio tratto dal libro che ho finito proprio stamattina: Prima di domani di Lauren Oliver. Nonostante il libro non mi abbia fatta impazzire, la storia di base non mi è dispiaciuta per nulla e quindi sono curiosa di vedere il film. Qualcuno di voi l’ha visto?
Fino a quel momento è una bella giornata, una delle migliori. Quasi perfetta, davvero, anche se non è successo niente di speciale. Probabilmente ne ho vissute tante come questa, ma non sono mai quelle che ricordi, chissà perché. Mi sembra sbagliato, adesso. Penso a quando, nel buio a casa di Ally, mi sono chiesta se mai avessi vissuto un giorno degno di ripetersi. Mi sembra che rivivere eternamente questo non sarebbe così male, e immagino che è ciò che farò: continuare così per sempre finché il tempo non si esaurirà del tutto, finché l’universo non si fermerà.
Poco prima del dessert, un nutrito gruppo di ragazze di prima e seconda della Jefferson invade il locale. Qualcuna indossa ancora la divisa della squadra juniores di nuoto. Forse sono reduci da una riunione a tarda ora. Sembrano così piccole, con i capelli tirati indietro in una coda, niente trucco: totalmente diverse da come si presentano alle nostre feste, quando sembra che abbiano appena passato un’ora e mezza a truccarsi. Una o due si accorgono che le osservo e abbassano lo sguardo.
– Gelato al tè verde e azuki –. La cameriera ci serve una grossa ciotola e quattro cucchiai. Izzy va matta per gli azuki.
Mio padre brontola qualcosa e si porta una mano sulla pancia. – Non so come facciate ad avere ancora fame.
– Devo crescere –. Izzy apre la bocca e mostra il gelato sciolto sulla lingua.
– Che schifo, Izzy –. Prendo il cucchiaio e assaggio il gelato al tè verde.
– Sykes! Ehi! Sykes!
Mi volto di scatto al suono quel nome. Una delle nuotatrici si è mezzo alzata sulla sedia e saluta. Osservo il ristorante in cerca di Juliet, ma sulla porta c’è un’altra ragazza. È pallida, magra e biondissima, e resta lì a scrollare la giacca per asciugarla. Mi ci vuole un po’ per riconoscerla, ma quando si volta a cercare le amiche, capisco: è il Cupido della lezione di matematica, l’angelo che mi ha consegnato la rosa di Kent.
Quando vede le compagne di squadra fa un breve cenno con la mano e si avvicina. Mentre passa davanti al nostro tavolo osservo con la coda dell’occhio la giacca azzurro fosforescente e arancione della squadra di nuoto, ed è come se ogni movimento si fermasse e restassero solo quelle cinque lettere, accese come un’insegna.
Sykes.
La sorella minore di Juliet.
– Terra chiama Sammy –. Izzy mi punzecchia con il manico del cucchiaio. – Ti si scioglie il gelato.
– Non ho più fame –. Poso il cucchiaio e mi allontano da tavola.
– Dove vai? –. Mia madre mi prende per un polso, ma quasi non mi accorgo della stretta.
– Cinque minuti –. E mi alzo per andare verso il tavolo della squadra di nuoto, senza staccare gli occhi dalla ragazza pallida con il viso a cuore. Non riesco a credere di non aver mai notato la somiglianza: hanno gli stessi occhi azzurri e distanti, la stessa pelle trasparente e le labbra pallide. Ma del resto, prima di oggi non ho mai guardato Juliet, malgrado l’abbia incrociata almeno diecimila volte.Capitolo 5 – PRIMA DI DOMANI di Lauren Oliver