Buon pomeriggio! Un po’ in ritardo, ma eccomi con il Teaser Tuesday di oggi. Sto leggendo – e adorando – E così, forse, sarai felice di Alessia Esse. È incredibile come questa scrittrice riesca in qualsiasi genere, la adoro. Qualche settimana fa la Mon vi aveva lasciato l’incipit. Se non vi siete convinti con quello, vi lascio un altro stralcio.
Allunga un braccio verso di me, mi mostra la mano. “Mi chiamo Augusto. Piacere.”
Osservo la sua mano, colpita dal suo gesto, e alla fine gliela stringo. “Augusto come l’imperatore?”
“Come mio nonno,” ribatte ridendo.
“Io sono Rebecca. Piacere.”
“Rebecca come il libro di Daphne du Maurier?”
“No,” dico, positivamente sorpresa che lui conosca il titolo. “Mia madre ha scelto di chiamare tutti i suoi figli con nomi che iniziano per R, per onorare suo padre.”
Augusto lascia la mia mano e indica il Don Pablo. “Ti va una birra?”
“Pensavo che il pub stesse chiudendo.”
“Sono io ad avere le chiavi. Volendo, potrei tenerlo aperto per un altro po’.”
Sorrido. “È tuo? Il pub, intendo: sei il proprietario?”
“No. Ci lavoro come barman nel fine settimana. Il titolare è andato via mezzora fa e mi ha lasciato le chiavi. Allora, ti va?”
“Dovrei dirti no,” rispondo sorridendo.
Lui sembra confuso. “Perché?”
“Perché se dico sì, penserai che lo faccio perché ho ancora voglia di sesso.”
“Allora dimmi no,” ribatte, incrociando le braccia sul petto.
“Non posso.”
“Perché?”
“Perché se dico no, allora dovrò tornare a casa. E non voglio tornare a casa in questo momento.”
La mia voce, finora spavalda e sicura, si incrina sulle ultime parole. Augusto se ne accorge, ma fa finta di nulla. Inizia a toccarsi la barba, guardandomi come se stesse pensando a chissà cosa.
“Facciamo così,” dice dopo qualche istante. “Io prometto di non fare altro che offrirti una birra. È tutto ciò che voglio, in fin dei conti. Giuro.”
“E io ti prometto che non proverò in alcun modo a fare sesso con te,” ribatto. “Mi sembra un buon accordo.”
“Un ottimo accordo,” dice lui, e mi porge di nuovo la mano.
Stavolta, quando gliela stringo, lo faccio per un attimo in più. Guardo i suoi occhi mentre ci tocchiamo, e capisco una cosa. Nei libri, a volte, i protagonisti avvertono una strana scarica elettrica durante un contatto fisico. Quella scarica elettrica porta con sé una scintilla piena di promesse relative ai sentimenti, al cuore e alla passione romantica.
La realtà è diversa dai libri. Quando stringo la mano di Augusto e guardo i suoi occhi scuri, infatti, non avverto una scarica di elettricità. L’unico pensiero che mi passa per la mente è: le promesse che ci siamo appena fatti sono delle enormi cazzate.Capitolo 2- E così, forse, sarai felice di Alessia Esse
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