Negli ultimi anni ho notato di essere soggetta ad un totale blocco da lettrice che si estende da metà gennaio alle prime settimane di febbraio. Non so perché succede e non ho assolutamente idea di come sistemare la cosa, ma questo 2015 è iniziato proprio con questa incapacità di leggere. Poi, all’improvviso spunta un libro che cambia le carte in tavola e mi fa ripartire come un treno e quest’anno è I’ll give you the sun.

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Titolo: I’ll give you the sun
Autore: Jandy Nelson
Editore: Dial Books
Disponibile in italiano: No
Goodreads

Jude and her twin brother, Noah, are incredibly close. At thirteen, isolated Noah draws constantly and is falling in love with the charismatic boy next door, while daredevil Jude cliff-dives and wears red-red lipstick and does the talking for both of them. But three years later, Jude and Noah are barely speaking. Something has happened to wreck the twins in different and dramatic ways . . . until Jude meets a cocky, broken, beautiful boy, as well as someone else—an even more unpredictable new force in her life. The early years are Noah’s story to tell. The later years are Jude’s. What the twins don’t realize is that they each have only half the story, and if they could just find their way back to one another, they’d have a chance to remake their world.

This radiant novel from the acclaimed, award-winning author of The Sky Is Everywhere will leave you breathless and teary and laughing—often all at once.

 

Vi è mai capitato di iniziare un libro e dopo poche pagine storcere il naso perché la storia non vi convince o perché i personaggi sono piatti e senza carattere, per poi arrivare ad una pagina che vi fa innamorare? A me è successo con questo romanzo.
Non avevo mai letto niente della Nelson e per una volta non avevo letto neanche una recensione (ho solo sbirciato la valutazione di alcune amiche giusto per farmi un’idea generale), quindi ho iniziato a leggere curiosa, ma senza grandi aspettative. Il libro è scritto attraverso due POV’s, quello di Noah e quello di Jude. Il ragazzo ci racconta fatti avvenuti qualche anno prima rispetto al presente, narrato invece dalla sorella. Non sono una fan del doppio punto di vista, ma in questo particolare libro la scelta è azzeccata, perché ci permette di capire i due protagonisti a fondo. Altra particolarità è il tipo di scrittura della Nelson che, soprattutto nei capitoli dedicati a Noah, usa metafore volte a farci comprendere il carattere del ragazzo.

She gives of light. I give off dark. (PORTRAIT, SELF-PORTRAIT: Twins: The Flashlight and the Flashdark)

Questo libro è come una galleria d’arte, un susseguirsi di quadri e statue che ci raccontano la loro vita. Noah e Jude sono due gemelli di tredici anni quando la storia ha inizio e non potrebbero essere più diversi. Jude è solare, circondata da amiche, mentre Noah è sempre da solo e preso di mira dai ragazzi più grandi. Ma i due hanno un rapporto speciale, fatti di giochi e regole che solo loro due possono capire. Si parlano telepaticamente e si sono divisi il mondo, di cui usano parti (alberi, fiori, l’oceano, il sole) per ottenere qualcosa dall’altro. Crescendo, però, cambia sempre qualcosa e la gelosia, la sensazione di non essere accettati, la paura per un futuro ancora sconosciuto, sono emozioni che i due non avevano ancora conosciuto. E sono queste nuove emozioni che portano entrambi a commettere errori che andranno a influenzare altre persone e, a volte, a creare danni irreparabili.
Non so dirvi chi mi ha fatta emozionare di più o chi proprio non mi è piaciuto, perché in questo libro tutti sono umani e quindi imperfetti. Ognuno dei personaggi ha commesso errori e ognuno ha creato meraviglie.

Jude, per esempio, iniziamo a conoscerla davvero solo quando è lei a raccontare. Prima la potevamo percepire solo attraverso gli occhi del fratello. La ragazza, ormai sedicenne, è superstiziosa e impaurita da ogni malattia. È una ragazza particolare, sotto la forte influenza dalla nonna, defunta da qualche anno. Parla con il fantasma della nonna e ha paura di quello di sua madre (lo giuro, non è un fantasy). Il molti la credono un po’ squilibrata, ma lei vive la vita a modo sua, tenendo una cipolla nella tasca o spandendo zucchero perché porta fortuna. Sa di aver commesso degli errori, soprattutto nei confronti del fratello e cercherà in ogni maniera di rimediare.

We exhale together, then inhale together, exhale, inhale, in and out, out and in, until not even the trees remember what happened in the woods yesterday, until Mom’s and Dad’s voices turn from mad to music, until we’re not only one age, but one complete and whole person.

Noah vive in un mondo fatto di colori e immagini, che nascono e si dipingono da sole nella sua mente. A volte quei dipinti diventano realtà, a volte rimangono nel museo privato nella sua testa. È giovane e tutto nei capitoli a lui dedicati indica incertezza, innocenza, curiosità. Vede il mondo a modo suo e l’autrice riesce con metafore e descrizioni a farlo vedere anche a noi. Noah ha sempre vissuto nell’ombra, per paura di non essere accettato e perché nessuno riusciva ad andare oltre al suo silenzio o ai suoi disegni, tranne Jude, Brian, il ragazzo dei meteoriti e sua madre. Quando la madre comunica ad entrambi i figli che potranno provare le selezioni per accedere alla scuola d’arte della zona, Noah ha finalmente qualcosa che lo in accompagna attraverso le sue giornate: il desiderio di entrare in quella scuola e dimostrare di essere qualcuno, di farsi conoscere e apprezzare attraverso la sua arte.
L’adolescenza si sa, spinge le persone a commettere gesti non voluti e Noah non ne è immune. Commette scelte sbagliate ed errori che creeranno problemi e lo porteranno a cambiare totalmente sè stesso e forse anche a perdersi un po’.

And you used to make art and like boys and talk to horses and pull the moon through the window for my birthday present.

Nei capitoli narrati da Jude, mi si stringeva il cuore a vedere Noah così cambiato, così poco magico. Non c’erano più colori e dipinti assurdi, non c’erano ritratti e non c’era più quel ragazzo che vedeva l’anima delle persone e poi la disegnava. Una persona, però, non cambia mai veramente e il carattere che mi aveva incantata piano piano riemerge, in un’esplosione improvvisa di colori e immagini che lascia tutti sbalorditi e lo porta a rimediare agli errori del passato.

I personaggi secondari mi hanno piacevolmente colpita. A partire dalla madre che spinge i suoi figli a dare il meglio per entrare nella scuola ed è sempre attenta a cosa li turba o li rende felici. È più legata a Noah e si nota, soprattutto durante la prima parte del romanzo, come le risulti difficile relazionarsi con Jude. Non capisce i suoi comportamenti e non approva le sue scelte, ma cerca più volte di migliorare il rapporto con la figlia. Il padre appare poco, forse proprio perché nella parti raccontate da Noah, che è convinto di non piacere al padre, l’uomo praticamente non esiste. Eppure, con il passare del tempo, anche il loro rapporto migliora e cresce, fino ad arrivare al punto in cui Noah decide di mentire per salvaguardare la felicità del padre, che finalmente lo apprezza per come è veramente.
Brian arriva all’improvviso nella vita di Noah, spezzando la routine che scandiva le sue giornate. È un ragazzo particolare, appassionato di meteoriti, ma campione di baseball della sua scuola, fatto che manda Noah in confusione. Un ragazzo popolare, infatti, non lo avrebbe mai preso in considerazione come invece fa Brian. È lui che sconvolge completamente il mondo di Noah, facendogli provare emozioni nuove e fino a quel momento sconosciute e sarà sempre lui uno dei maggiori rimpianti del protagonista.
Guillermo e Oscar riempiono le pagine dei capitoli narrati da Jude di gioia, divertimento e domande. Jude si chiede chi sia la donna amata da Guillermo e perché lui pianga mentre dalle sue mani nascono nuove sculture, si domanda quale sia la storia del giovane inglese che giorno dopo giorno la fa innamorare e quando Noah tornerà ad essere sè stesso.

“I gave up practically the whole world for you,” I tell him, walking through the front door of my own love story. “The sun, stars, ocean, trees, everything, I gave it all up for you.”

I’ll give you the sun è una storia d’amore, tra due persone, tra due fratelli, tra un genitore e un figlio, ma è anche una storia di perdita. Mostra che al mondo esistono persone diverse, ma non per forza sbagliate, che per essere accettati bisogna accettare sè stessi prima e che va bene perdersi ogni tanto, perché prima o poi arriverà qualcuno in grado di riportarvi sulla retta via.
All’inizio non mi aveva convinta come storia, ma piano piano si è fatta strada dentro di me e mi ha incantato, come immagino mi avrebbero incantato i disegni di Noah o le donne di sabbia di Jude. Come ogni libro può piacere o non piacere, ma sono sicura che sia degno di una possibilità.


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