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Blog Tour: P.S. I like you di Kasie West ~ I luoghi del romanzo

Buongiorno!
Siamo arrivati alla terza tappa di questo blog tour e non potrei essere più contenta. PS I like you è un libro davvero carino e mi sono divertita molto leggendolo. Organizzare questo tour con le altre ragazze è stato davvero divertente e sono tutte splendide e disponibilissime. Un applauso particolare lo voglio dare a Clarissa di Words of books per la realizzazione del banner e del calendario che sono uno spettacolo.
Detto questo, vi lascio qui il calendario del tour, sotto le informazioni del libro (data di pubblicazione, editore, trama) e subito dopo troverete l’argomento di oggi, ovvero i luoghi del libro.


Titolo: P.S. I like you
Autore: Kasie West
Data di pubblicazione: 29 giugno 2017
Editore: Newton Compton Editori
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Il sogno di Lily è comporre canzoni. Scrive versi ovunque le capiti. Anche durante le lezioni che proprio non riesce a digerire, per esempio quelle di chimica. Almeno fino al giorno in cui l’insegnante, esasperato dalla sua disattenzione, fa sparire dal suo banco qualsiasi oggetto possa distrarla: tutto tranne un foglio e una penna per prendere appunti. Ma la passione è più forte di tutto. E così Lily inizia ad appuntare versi sul banco, sperando che nessuno se ne accorga. Qualcuno però la scopre. Qualcuno che legge e aggiunge parole alle sue, sul banco. A ogni lezione di chimica. Tre volte a settimana. Quella che nasce tra Lily e il suo misterioso interlocutore è una vera e propria corrispondenza, che la entusiasma, le dà energia e la spinge a trasformare quelle frasi in testi di canzoni. Quanto può durare la magia?

 

 

È difficile definire dei luoghi in un libro come questo. Non è come il libro di cui ha fatto la tappa Kia qualche giorno fa in cui i luoghi sono definiti, si può tracciare un percorso definito e si possono vivere le stesse cose che hanno vissuto i personaggi. Kasie West, a parte qualche piccolo dettaglio ha creato un romanzo in cui niente è definito e può essere immaginato in ogni parte del mondo. È stato questo il problema principale con questa tappa, ma ho pensato che, invece di mostrarvi città o paesi o altre cose che si potrebbero trovare in altri libri, avrei potuto mostrarvi luoghi e situazioni che per me hanno reso questo libro quello che è.

La stanza di Lily
Mentre leggevo mi immaginavo la metà della stanza di Lily, che la divide con sua sorella, come una sorta di rifugio in cui la protagonista può inseguire i suoi sogni e stare tranquilla, considerando che la sua famiglia è numerosa e piuttosto eccentrica. Durante la lettura, è capitato un paio di volte che la protagonista chieda alla madre di tenere i fratelli più piccoli lontani dalla sua camera, come a volerla proteggere a tutti i costi e tenerla solo per sé.

Entrai in camera mia… be’, a dir la verità, solo metà di quella camera era mia. Quella pulita e ordinata, con i campioni di stoffa e le palette di colori appese alle pareti.

Nella stanza, sotto il letto, c’è uno dei tesori di Lily, la sua chitarra. Guadagnata con difficoltà dopo mesi di lavoro come baby sitter, Lily suona appena riesce, perché la rilassa ed è il suo sogno quello di scrivere e suonare canzoni. Riesco ad immaginarla, mentre seduta sul letto immersa in sé stessa cerca le parole per la canzone che vuole creare.

Quella chitarra era esattamente come avevo sognato che fosse. La tonalità era perfetta. Quando la suonavo mi sentivo meno goffa del solito, era come se sapessi di essere fatta per qualcosa. Per questo. Tutto il resto del mondo spariva.

L’aula di chimica
È un romanzo ambientato durante gli anni di liceo, prima o poi un’aula o un pezzo di scuola doveva entrarci. Qui è prepotente la presenza dell’aula di chimica e soprattutto quella di un particolare banco su cui i protagonisti si scambiano frasi e poi lettere intere, iniziando ad essere amici di penna. Trovo che il banco sia un po’ l’oggetto intorno al quale ruota tutta la storia. Il banco raccoglie idee, segreti, desideri e permette ai protagonisti di essere completamente onesti e sé stessi senza mai avere paura di essere giudicati.

Fu allora che l’occhio mi cadde sul verso che avevo scritto sul banco il venerdì precedente. Vidi che sotto ce n’era un altro, scritto con una calligrafia squadrata.

Il concerto
Il concerto è l’unico luogo che ci aiuta a collocare il romanzo come minimo in America e più o meno vicino a Phoenix, dove ha luogo l’evento. Lily infatti ci va in macchina, quindi non può abitare troppo lontano, ma mi piace pensare che un locale con una band che suona lo si possa trovare un po’ ovunque e non serva per forza sapere dove. Il concerto ha un ruolo importante per la protagonista perché la aiuta a capire meglio i suoi sentimenti e io ero in piena fase fangirlante da qualche capitolo, quindi piano piano iniziamo a shippare sempre e sempre di più.

Adesso ce ne stavamo a pochi metri dal palco, troppo vicino alle casse per poter parlare normalmente.

Il prato di casa di Lily
Lo so, lo so, è un luogo strano, ma ragazzi è il luogo in cui per me la coppia che shippavo dalle prime pagine ha iniziato a essere possibile. E la vita è piena di speranza, quindi ho voluto includere il prato (e un coniglio) che ha aiutato ad avvicinare i protagonisti.

Adesso tutti e tre i bambini erano seduti sull’erba intorno a lui a coccolare il coniglio. Non era affatto la scena più tenera che avessi mai visto. Mi rifiutavo categoricamente di ammetterlo.

Il quaderno
Quest’ultimo è ancora più strano degli altri, lo ammetto, ma mi piaceva l’idea di includerlo come luogo destinato ai pensieri più intimi di Lily. È un quaderno che ha sempre in mano che contiene idee, disegni, parole che le piacciono e ispirazioni per le sue canzoni, oltre che ai testi per queste canzoni. È un posto in cui riversare tutta sé stessa senza che nessuno possa vederlo e lo vedo un po’ come il suo diario.

Ero seduta sui gradini davanti alla scuola con il quaderno in grembo e stavo disegnando. Aggiunsi qualche fiore allo schizzo di una gonna, poi tratteggiai i contorni delle calze con una matita verde.

Recensione: Principe azzurro per un giorno di Kasie West

Ciao! Dopo aver cominciato e mai finito le recensioni di un paio di libri ho deciso di riprovarci con questo: “Principe azzurro per un giorno” di Kasie West, ovvero la traduzione italiana di ‘The Fill-In Boyfriend’.

principe azzurro per un giorno
Titolo: Principe azzurro per un giorno
Titolo originale: The Fill-In Boyfriend
Autore: Kasie West
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
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La sera del ballo di fine anno, quando sta per entrare con il suo ragazzo e presentarlo finalmente ai suoi amici, Mia litiga con Bradley, che se ne va e la lascia sola nel parcheggio. La serata, però, è troppo importante per lei: è candidata a essere eletta reginetta della scuola, ma soprattutto deve dimostrare a tutti che Bradley esiste veramente. La sua amica Jules, infatti, la accusa di essere una bugiarda e di aver mentito sulla sua storia. Così Mia chiede a un ragazzo fermo in auto nel parcheggio di farle da cavaliere per la serata, fingendosi Bradley. L’esito di quella scelta avrà risvolti imprevedibili per Mia, che dovrà districarsi tra bugie e finti appuntamenti in un viaggio alla scoperta dell’amore e di se stessa.
Una storia dolce e passionale, che fa sognare e svela dove trovare l’amore: proprio qui davanti a te, se guardi gli altri con occhi diversi e ti fai conoscere per davvero.

Prima di tutto grazie a Chiara che me l’ha consigliato, ho davvero apprezzato. Unica pecca, nella traduzione italiana qualche congiuntivo è andato in vacanza. Ma ce la possiamo fare comunque.

Partendo dal presupposto che è un romanzetto rosa tranquillo tranquillo, uno parte già senza grosse aspettative di insegnamenti, ma col semplice intento di godersi una storia dolce e non troppo impegnata per passare del tempo. E così è stato anche se, pensandoci, questa storia ha anche una sua profondità. Perché nel romanzo in questione troviamo davvero una crescita, una maturazione di un personaggio che inizialmente è insopportabile, ma che va incontro a una presa di coscienza seguita dal cambiamento.

Andando con ordine. Mia – che nella versione inglese si chiama Gia, ma va bene comunque – frequenta l’ultimo anno di liceo ed è la classica ragazzina snob e popolarissima che troviamo in buona parte dei film americani. Conosciuta da tutti, presidentessa del consiglio scolastico, carina e con un gruppo di amiche altrettanto carine. La sua vita è incentrata sui social-network, sente il bisogno di rendere nota lì ogni cosa che fa, prestando più attenzione a quelli che al mondo reale. La sua famiglia sembra perfetta, l’unico punto dolente è il fratello che quando torna a casa dal college prova a dire la sua e viene azzittito perché rovina la quiete della famiglia.

I problemi iniziano nel momento in cui – lo dice la trama, non vi sto rovinando nulla – Bradley, il fidanzato quasi-modello di Mia, decide di mollarla proprio la sera del ballo di fine anno, proprio quando doveva presentarlo alle sue amiche.
Troppo legata alle apparenze e disperata al pensiero di andare al ballo senza cavaliere, Mia trova un ragazzo che finge di essere Bradley e litighi con lei a fine serata.
Il finto Bradley si comporta come da copione e tutto fila liscio. Il giorno dopo, però, Mia si ritrova a pensare al finto Bradley – di cui non conosce il vero nome – invece che alla sua rottura con quello vero.

È qui che inizia la storia di crescita della nostra protagonista, che dopo quella prima bugia alle sue amiche si vede costretta a inventarne molte altre, per rivedere il finto Bradley – che chiaramente non può presentare alle amiche che sono convinte che lui sia un infame traditore – e per provare a salvare la sua immagine a scuola.

Tutto questo la porta a rendersi conto che forse effettivamente la sua famiglia non è così perfetta, vorrebbe esternare i suoi sentimenti ma nessuno le chiede come sta. Scopre che l’espressione ‘sto bene’ può racchiudere più bugie di molte altre parole. Scopre che forse l’apparire e i social non sono tutto e che le sue amiche non sono forse così strette come pensava. Si trova a legare con ragazze con cui fino a qualche giorno prima non avrebbe mai parlato e ad esternare i suoi sentimenti come mai aveva fatto prima. Ma soprattutto scopre che ha dei sentimenti e delle idee che qualche volta si ritrovano a cozzare con quelli dei suoi genitori e delle sue amiche, ma che non per questo sono sbagliati e bisogna nasconderli.

Una storia d’amore quindi, come ci si aspetta, dolce e anche simpatica. Ma anche una storia di crescita. Ho trovato i personaggi – anche quelli secondari – ben caratterizzati e con tanto da dire. Il percorso di ognuno è evidente, anche se talvolta non porta da nessuna parte.

Mi fece l’occhiolino. «A proposito, dove sono le tue meravigliose amiche, questa sera?»
«Mmm.» Indicai un punto in cui Claire, Laney e Jules ballavano con un gruppo di ragazzi.
«Sei diventata troppo grande per loro?»
«Credo siano loro a essere diventate troppo grandi per me.»
«Non sono d’accordo.»
Non so perché quelle parole mi fecero venire le lacrime agli occhi. Poi qualcuno mi prese da dietro, facendomi quasi urlare. Nello stesso momento, Bec mi comparve davanti, quindi dedussi che le braccia che avevo ancora attorno alla vita fossero di Hayden. Rovesciai la testa per guardarlo.

Ultima cosa, pur non essendo una fan dei finali aperti, a maggior ragione se COSÌ aperti, devo ammettere che questo ci può stare. Non è un finale da fiato sospeso, ma più qualcosa che ci lascia immaginare quello che vogliamo.

rating 4
kia firma