Recensione: First Came You di Faith Andrews

Hola, ho deciso di nuovo di impegnarmi a sfornare recensioni. E, come se questo impegno non fosse sufficiente, mi sono pure letta un libriccino in inglese. 100 pagine, non pensiate che abbia fatto grossi sforzi, ma sono sempre super orgogliosa quando riesco a leggere in lingua senza perdermi d’animo e metterci 6 mesi per un libro. Quindi eccomi qui. Si tratta di una novella, prequel di una serie che ho scoperto grazie a XPresso Book Tours che aveva organizzato un blitz per il secondo libro. Amore sconfinato per le copertine di tutta la serie e quindi stavo aspettando l’input per iniziare. Il titolo del libro è First came you, la serie è Fate di Faith Andrews.
first came you cover
Titolo: First Came You (Fate #0.5)
Autore: Faith Andrews
Disponibile in italiano: No
Goodreads

First comes a nickel,
Then comes a shove,
Then comes loss only conquered by his love.
This is the story of my first true love. The story of how the boy next door protected me, became my best friend, stole my heart, and rescued me from my darkest despair.

 

Come già detto sono 100 pagine. 100 pagine in cui sono concentrati amore e disperazione, amicizia e crescita. Ovviamente non può essere tutto sviluppato in maniera ottimale in così poco spazio, ma devo dire che non mi è sembrato eccessivamente affrettato pur di concludere. È pur sempre un prequel che quindi deve essere un concentrato di avvenimenti.

Gabriella e Tommy diventano migliori amici all’età di otto anni (lei) e dieci (lui). Sei anni dopo si scoprono innamorati l’uno dell’altra – non vi sto spoilerando nulla, è nella trama! -. E il resto è storia. Non poteva andare tutto bene, ci deve essere la disgrazia e le lacrime a fiumi e la crescita di Gabriella. Con tutti gli errori che la disperazione e l’adolescenza insieme possono fare. Con tutta la bellezza che la crescita, la presa di coscienza e l’amore possono creare insieme.

Gabriella è una ragazzina normale, con una sorella – Gina – e una bella famiglia alle spalle. Di quelle da film, in cui si litiga quando ci sta la litigata ma altrimenti siamo a livello famiglia del Mulino Bianco. La sorella maggiore un po’ ribelle, il padre un po’ geloso delle figlie, ma tutto nella norma. Poi, la famiglia è italiana. Mamma di Napoli e papà siciliano. Mi sono spanciata a leggere le espressioni in italiano usate dai due, cliché dell’italiano secondo gli americani che letta dal nostro punto di vista fa decisamente sorridere.

Tommy ha una famiglia un po’ così, assente, che non approva le sue scelte e i suoi comportamenti nonostante le due cose più trasgressive che abbia fatto siano uscire con la vicina di casa che conosce da una vita e sostenere di voler andare a vivere per conto suo a vent’anni. Vabbè.

Dicevo Gabriella e Tommy sono l’amore. Due piccoli migliori amici che crescono praticamente come fratelli. Tommy che trova nella famiglia Rossi – cliché, dicevamo?? – un seconda famiglia, lì dove la sua manca. E ovviamente non poteva che nascere l’amore nell’istante in cui nei due ha iniziato a circolare dell’ormone.
Ma ci sta, non è stato forzato, nonostante la velocità, e tanto per cambiare io avevo i lacrimoni. Poi il disastro, ma non vi voglio anticipare nulla.

Non c’è molto altro da dire. La storia si fa cercare e apprezzare e si può leggere tranquillamente in lingua – raga, ci sono riscita anche io! – quindi non mi resta che consigliarvi questo libro. A breve, promesso, mi butterò anche sul primo libro vero e proprio della serie, Feel Again, anche se vi confesso che le sue quasi 300 pagine un po’ mi spaventano.

kiafirma

Teaser Tuesday #97

Buongiorno! Oggi vi lascio il teaser tratto da un libro che ho iniziato in vista di un’iniziativa molto carina che tra qualche giorno vi presenteremo. Se vi piacciono le storie d’amore, #StayTuned!
Si tratta di ‘Quello che c’è tra noi’ di Huntley Fitzpatrick. Il passaggio che vi lascio è un po’ lungo ma mi piaceva troppo!

teaser tuesday

D’un tratto sento uno strillo fortissimo, un gemito spettrale. Sussulto e sbarro gli occhi.
Jase indica l’interfono per bambini attaccato alla porta del garage. «George.» Si avvia verso casa e poi si volta per farmi cenno di seguirlo.
E così, dopo tutti questi anni, entro nella casa dei Garrett.
Grazie a Dio oggi la mamma lavora fino a tardi.
La prima cosa che noto sono i colori. La nostra cucina è tutta nei toni del bianco e del grigio argento: le pareti, i banconi di granito, il surgelatore, la lavastoviglie Bosch. Quella dei Garrett ha le pareti dipinte di giallo acceso e tende dello stesso colore, con un motivo di foglie verdi. Ma tutto il resto è un arcobaleno. Il frigo è tappezzato di disegni, e altri ancora sono appesi alle pareti con il nastro adesivo. Sui banconi di formica verde ci sono secchielli di plastilina, animali di peluche e scatole di cereali. Il lavello trabocca di piatti. C’è un tavolo grande abbastanza per ospitare tutti i Garrett, ma non abbastanza per le pile di riviste e giornali, calzini e incarti di merendine, occhialetti da nuoto, mele sbocconcellate e bucce di banana.
George ci viene incontro in cucina. Ha in mano un grande triceratopo di plastica e indossa solo una maglietta con il logo dell’Orto botanico di Brooklyn. E con “solo la maglietta”, voglio dire: niente pantaloni, niente biancheria intima.
«Ehi, che ti è successo?» Jase si china e punta il dito sulla metà inferiore del corpo del fratello.
George, che ha ancora le guance rigate di lacrime ma non strilla più, fa un respiro profondo. Anche lui ha i capelli castani e mossi, ma gli occhioni gonfi di lacrime sono azzurri. «Ho sognato i buchi neri.»
«Ah, ho capito. E il letto è tutto bagnato?» chiede Jase, rialzandosi.
George annuisce con aria colpevole, poi guarda me di sottecchi. «Chi è?»
«La vicina di casa. Si chiama Samantha. Scommetto che sa tutto sui buchi neri.»
George mi guarda sospettoso. «È vero?»
«Be’…» farfuglio «ehm… so che sono stelle che hanno esaurito il carburante e sono collassate verso l’interno, spinte dalla loro stessa gravità, e… che qualsiasi cosa precipiti al loro interno svanisce dall’universo visibile.»
George ricomincia a gridare.
Jase lo prende in braccio, incurante della nudità. «Ma sa anche che non ci sono buchi neri nelle vicinanze del Connecticut. Vero, Samantha?»
Mi sento orribilmente in colpa. «Neppure nella nostra galassia» mi affretto a chiarire, anche se sono quasi sicura che ce ne sia uno nella Via Lattea.
«Ce n’è uno nella Via Lattea!» piagnucola George.
«Ma è lontanissimo da Stony Bay.» Allungando un braccio per accarezzargli la schiena sfioro per sbaglio la mano di Jase, che sta facendo lo stesso gesto. Ritraggo subito la mia.
«Quindi sei perfettamente al sicuro, amico» lo rassicura lui.
Gli strilli di George si riducono a singhiozzi sommessi e poi si placano del tutto, con l’aiuto di un ghiacciolo al lime.
«Mi dispiace tanto» bisbiglio a Jase, rifiutando l’ultimo ghiacciolo della scatola, all’arancia. Qualcuno mangia mai quelli all’arancia?
«Come facevi a saperlo? E come facevo a immaginare che eri un’astrofisica?»
«C’è stato un periodo in cui osservavo spesso le stelle.» Arrossisco ripensando a tutte le sere che ho passato sul tetto a guardare le stelle… e i Garrett.
Lui mi guarda perplesso, come se non capisse cosa c’è di imbarazzante. Il problema di noi bionde è che arrossiamo in tutto il corpo: orecchie, collo, tutto. È una reazione impossibile da nascondere.
Sentiamo un altro grido dal piano di sopra.
«Sarà Patsy.» Jase si avvia verso le scale. «Aspetta qui.»
«Forse è meglio che torni a casa» dico, anche se non ho motivo di farlo.
«No, resta. Ci metto un secondo.»
Rimango sola con George, che succhia il ghiacciolo per qualche minuto con aria assorta e poi se ne esce con: «Lo sapevi che nello spazio fa freddissimo? E che non c’è ossigeno? E che se un astronauta cade da uno shuttle senza la tuta muore subito?»
Per fortuna sono una che impara in fretta! «Ma non succederebbe mai, perché gli astronauti ci stanno molto, molto attenti.»
George mi sorride: è lo stesso sorriso disarmante di suo fratello, benché con i denti verdi per via del ghiacciolo. «Potrei sposarti» mi confessa. «Vuoi molti figli?»
Mi viene un attacco di tosse. Sento una mano che mi dà dei colpetti sulla schiena.
«George, di solito è meglio affrontare questi argomenti con le mutande addosso.»

CAPITOLO CINQUE – QUELLO CHE C’È TRA NOI di Huntley Fitzpatrick

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quello che c'è tra noi coverI Garrett sono l’esatto contrario dei Reed. Chiassosi, incasinati, espansivi. E non c’è giorno che, a insaputa di sua madre, Samantha Reed non passi a spiarli dal tetto di casa sua, desiderando di essere come loro… finché, in una calda sera d’estate, Jason Garrett scavalca la recinzione che separa le due proprietà e si arrampica sul pergolato per raggiungerla.
Da quel momento tutto cambia e, prima ancora di rendersene conto, Sam inizia a trascorrere ogni momento libero con il paziente e dolce Jase, a cui piace fare tutto quello “che richiede tempo e attenzione”, come dedicarsi agli animali, riparare oggetti rotti e soprattutto… provare a far breccia nel cuore della sua diffidente vicina. Perché non c’è nulla di più appagante che riuscire a strappare un sorriso alla ragazza della porta accanto.

kiafirma

Recensione: I nostri cuori chimici di Krystal Sutherland

Buondì!
Per iniziare al meglio la settimana ecco la recensione di un libro che mi è piaciuto abbastanza, anche se particolare. È un libro corto e si legge velocemente, ma non è la solita storiella d’amore al liceo, quindi mi ha catturata.

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Titolo: I nostri cuori chimici
Titolo originale: Our chemical hearts
Autore: Krystal Sutherland
Editore: Rizzoli
Disponibile in italiano:
Goodreads

Henry Page ha 17 anni e non si è mai innamorato. Paradossalmente, la colpa è del suo inguaribile romantici­smo: Henry è da sempre così aggrappa­ to al sogno del Grande Amore da non aver lasciato spazio alle cotte che da anni elettrizzano le vite dei suoi amici. Non è una scena da film nemmeno il primo incontro con Grace Town: Grace cammina con il bastone, porta vesti­ ti da ragazzo troppo grandi per lei, ha sempre lo sguardo basso. Complice il giornale della scuola, Henry se la ritro­ va vicina di scrivania, e presto preci­ pita nella rete gravitazionale di Grace, che più conosce, e più diventa un mi­ stero. Grace ha ovviamente qualcosa di spezzato e questo non fa che attira­ re Henry, convinto di poterle ridona­ re quel sorriso che fino a pochi mesi prima la accompagnava ovunque. Ma forse il Grande Amore è più amaro di quanto i romantici credano.

 

Our Chemical Hearts è un libro con una copertina favolosa che attira immediatamente l’attenzione. La cover è il motivo per cui ho iniziato a leggerlo considerando che la trama non l’ho nemmeno considerata. Se l’avessi letta probabilmente avrei aspettato di più a leggerlo o non lo avrei nemmeno fatto, perché i personaggi hanno un’età parecchio diversa dalla mia e ultimamente faccio fatica a leggere di gente al liceo.

Il libro è relativamente corto e si legge davvero velocemente. L’ho letto in lingua originale e ho trovato che anche l’inglese non fosse particolarmente complesso, quindi se volete cimentarvi in una lettura in lingua, potrebbe fare al caso vostro.

La storia è narrata dal punto di vista di Henry ed è piacevole essere nella sua testa e vivere tutto insieme a lui. Siamo abituati a tanti romanzi raccontati dal punto di vista femminile e cambiare per una volta è stato piacevole. Henry è particolare come ragazzo e cade un po’ nella categoria di ragazzi un po’ sfigati, un po’ dolci, un po’ carini che ultimamente attirano molto l’attenzione della ragazze. Quando ero al liceo andavano di moda i “bad boy”, adesso vanno di moda i ragazzi nerd e un po’ sfigatini, ma sotto sotto affascinanti. Insomma, Henry non ha mai avuto una ragazza, il suo primo bacio lo ha dato alla sua amica che qualche settimana dopo ha fatto coming out, quindi le cose non vanno benissimo in senso di relazioni. Tutto cambia quando arriva Grace.

Henry ce lo dice subito che quella che ci vuole raccontare non è una storia d’amore convenzionale e ce ne accorgiamo praticamente subito. È particolare perché Grace è una ragazza stranissima. Si veste con vestiti maschili, è sempre cupa e chiusa in sè stessa, ma con Henry si apre e si lascia andare di più. Grace è una persona difficile da capire, schiva, che non lascia mai intendere molto di sè stessa. Non è facile starle intorno e ammiro Henry per ciò che riesce a fare.

Non posso dire molto della loro relazione perché vi rovinerei tutto, ma mi sono stupita di come questo libro riesca a far riflettere su molte cose. Su quanto sia breve e inaspettata la vita, su quanto il primo amore possa influenzarti e su come ci siano persone che ti segnano per sempre e da cui è difficile staccarsi.
Insomma un libro piacevole e diverso dal solito perché non si capisce fin dalle prime pagine dove l’autrice voglia andare a parare.

rating 3

mon firma

Recensione: Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol

Buongiorno!
Concludiamo la settimana con una recensione di un libro italiano, uscito lo scorso anno. È un libro che ti prende e non ti lascia andare finché non è finito e forse nemmeno allora. Qualcosa mi è rimasto dentro e spero di riuscire a convincervi a dargli una possibilità e un posto nelle vostre librerie.
Vi ricordo anche, giusto per metterci un po’ di pubblicità, che potete iscrivervi al Gruppo di Lettura che abbiamo organizzato insieme ad altri blog e che trovate qui.

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Titolo: Mio fratello rincorre i dinosauri
Autore: Giacomo Mazzariol
Editore: Einaudi
Disponibile in italiano:
Goodreads

Mi chiamo Giacomo Mazzariol, ho diciotto anni. Vivo in una cittadina del Veneto con i miei genitori, le mie sorelle Chiara e Alice e mio fratello Giovanni. Io sono il secondogenito, Giovanni è il più piccolo; ci togliamo sei anni. Ci sono alcune cose che dovete sapere, di Giovanni. Lui è uno che, se va a prendere il gelato e gli chiedono: “Cono o coppetta?”, risponde: “Cono!”, e se io gli faccio notare che poi il cono non lo mangia dice: “Be’, neanche la coppetta la mangio!” Giovanni è uno che paga, prende il resto e lo butta via con lo scontrino. È uno che ruba il cappello a un barbone e scappa. Che ama i dinosauri e il rosso. Che va al cinema con una compagna di classe, torna a casa e annuncia che si è sposato. Che balla in mezzo alla piazza, da solo, al suono della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Per lui il tempo è sempre venti minuti, mai più di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle, e se è inverno e non ne trova, porta loro foglie secche. Giovanni sa essere estenuante, logorante. Giovanni ha dodici anni e un sorriso più grande dei suoi occhiali. È molto meno bravo di me in matematica, però è più simpatico. Giovanni ha un cromosoma in più.

 

Mio fratello rincorre i dinosauri non è una storia che si legge ovunque. È un libro che mi è venuto spontaneo associare a Notti in bianco, baci a colazione (qui la mia recensione) perché ci regala una finestra sulla vita di persone reali, ci mostra momenti della loro quotidianità che ci incantano e ci fanno vedere la magia anche nelle cose più semplici.
Giacomo, l’autore, ha qualche anno meno di me e nella lettura si percepisce, ma trovo che la sua giovane età regali qualcosa in più al suo romanzo. Lo rende quasi più reale, più vero. Ad alcune persone ho visto che la cosa non è piaciuta perché pensano che l’età dell’autore “rovini” un bel racconto, ma cosa può esserci di più bello di un racconto scritto senza troppe revisioni e termini altisonanti, al punto da farlo sembrare quasi scritto di getto, senza revisioni?

Giacomo parla di un argomento che trovo non venga trattato molto, ma forse la colpa è mia che leggo libri di un certo genere in cui persone come Giovanni non vengono inserite. Ametto di non sapere molto della Sindrome di Down, ma ho trovato che la storia di questi due fratelli mi abbia fatto vedere qualcosa in più sul rapporto che c’è con queste persone così speciali. Ho sempre immaginato che la situazione in famiglia potesse a volte essere complicata, ma Giacomo ci regala una visione tutta diversa e personale sulla loro vita insieme. Raccontandoci la loro vita tramite vari momenti, a partire da prima della nascita di questo bimbo con poteri speciali fino ad arrivare all’adolescenza, ci mostra come ci voglia poco a capire che un cromosoma in più non rende Giovanni diverso, ma proprio speciale. È difficile scrivere questa recensione perché ho un po’ paura che ogni mia parola venga mal interpretata, ma quello che voglio dire è che dalle parole di Giacomo traspare questa
visione semplice e meravigliosa che ha suo fratello della vita.
Giovanni è giocherellone, divertente, pieno di gioia e di vita, ma soprattutto pieno di amore. Mi ha stupita come Giacomo abbia ammesso le sue difficoltà nel rapportarsi con il fratello e con gli altri a cui ha nascosto Giovanni per un bel po’ di tempo, ma mi è piaciuto seguirlo nella sua evoluzione e nella maturità che ha dimostrato andando avanti con gli anni e capendo che il suo fratellino non era motivo di vergogna, ma di orgoglio. La storia di questa famiglia ci fa capire che a volte si commettono degli sbagli nel trattare le persone, ma che basta dimostrare di essere sempre presenti e amare quelle persone per essere perdonati.

L’unica cosa che non mi ha entusiasmata è il fatto che a volte vengano messe in bocca a bambini parole che sembrano davvero troppo mature e strutturate, quasi che fossero forzate. Non so bene come spiegarlo, ma in tutto il libro ho avuto un paio di volte la sensazione che venissero fatte dire a bambini delle frasi per renderle più significative.

Insomma, un libro speciale, emozionante e pieno di amore che consiglio davvero a chiunque. Consiglio anche di andare a vedere il video che Giacomo menziona alla fine del volume e che pare sia il motivo per cui l’Italia ha imparato a conoscere questa famiglia incredibile.

rating 4

mon firma