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That moment when tanti is meglio che one: Un giorno solo, tutta la vita #4

E siamo arrivate alla fine di questa avventura. È con gli occhi a cuoricino che vi dico che sono super felice per come è andata. Il tempo a nostra disposizione era poco, eppure l’unico ‘problema’ è stato quello di aver mandato le domande alle ragazze non proprio con troppo anticipo. Abbiamo comunque sempre concesso loro almeno 24 ore. 😉

Devo dire che è stato davvero emozionante condurre questa avventura, vedendo la voglia delle ragazze di partecipare, il loro entusiasmo nel prendere parte ad ogni nostra follia mettendoci un sacco di impegno e buona volontà nonostante, me ne rendo, gli impegni di ognuna.

Quando abbiamo chiesto alle ragazze se avevano voglia di una lettura di gruppo e Karen subito ha proposto il libro, eravamo spaventate ed emozionate allo stesso tempo. Nonostante avessimo appena finito un’esperienza simile leggendo ‘La ragazza del treno’, questa si è mostrata da subito più impegnativa. Prima di tutto più lunga. Gestire 4 settimane di lettura, mantenendo viva la condivisione e coinvolgendo sia le partecipanti che qualche esterno è tutt’altro che semplice. Eppure, se anche con qualche mancanza, credo proprio di poter considerare riuscita quest’impresa. Ci sono delle cose da migliorare, senza dubbio, ma mi ritengo assolutamente soddisfatta. Le idee che mi sembravano folli e senza speranza sono molto piaciute.

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Qui potete trovare quello che ci siamo inventate nelle settimane precedenti:
Settimana 1 (domande alle partecipanti + trama)
Settimana 2 (citazioni preferite + Terezin)
Settimana 3 (intervista a coppie – grazie Chiara per l’idea)

Posso solo aggiungere che non vedo l’ora di replicare. Con nuove idee e magari con qualche partecipante in più.

Prima di passare alla ‘puntata’ di oggi volevo ringraziare davvero di cuore Cristina, Karen, Rachele e Veronica, e naturalmente la mia Mon, per la loro entusiastica partecipazione e per avermi fatto compagnia in queste 4 settimane. Spero parteciperete anche alla prossima avventura. 

Per questa ultima settimana, avendo finito il libro, abbiamo chiesto alle ragazze di scrivere un piccolo pensiero sul libro e/o su questa lettura di gruppo, quello che passava loro per la testa e avevano voglia di condividere con il mondo. Ovviamente, in fondo trovate anche i nostri pensieri. Buona lettura!

Cristina
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“Un giorno solo, tutta la vita” è un libro di una delicatezza assurda. Incontri Lenka e la sua famiglia quando è ancora piccola. Scopri che è circondata d’amore, quello dei genitori, quello della sorella, della tata e delle amiche. Ed è grazie ad una delle sue due migliori amiche che lei, e noi, incontriamo Josef. E, come spesso accade, si innamorano. Vivono il loro primo amore in una Praga tormentata, divisa tra bellezza e paura del futuro. Entrambi ebrei e con la guerra ormai alle porte decidono di ufficializzare la loro storia. Sfortunatamente il matrimonio dura poco, Lenka e Josef sono costretti a separarsi. Ma con la promessa di ritrovarsi un giorno. La lontananza, e una burocrazia un pochino imprecisa, cercano di non far avverare il sogno dei due sposi. il destino invece tifa per loro.
Ho definito questo libro delicato per come tratta le scene più crude, più angoscianti e deprimenti. C’è sempre una sorta di poesia di fondo, una forza, che fa commuovere ma che spinge a sperare, a credere. Non ho pianto, lo ammetto, ma mi sono commossa innumerevoli volte. È uno di quei libri da leggere a casa, mentre fuori piove. Consigliatissimo.
Però adesso lasciatemi dire due cose:
1. Sono sicurissima che le informazioni fossero difficilmente reperibili, ma, poretti che sfiga! Si credono morti a vicenda! Non solo uno, tutti e due!
2. Si incontrano al matrimonio dei nipoti. Questo è proprio il destino che li vuole riunire, è evidente! Quante probabilità c’erano?!

Karen
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The lost wife è un inno all’amore, alla speranza, alla vita. A Lenka e Josef è sufficiente un incontro, uno scambio di sguardi per capire di aver trovato quello che non sapevano ancora di star cercando.
“You hear in the person you’re destined to love the sound of those yet to be born.”
Lo scenario in cui sono costretti a vivere, però, va frantumandosi giorno dopo giorno, fino a quando sono posti di fronte ad una scelta straziante che segnerà il corso della loro vita.
E’ impossibile non sentirsi travolti dalla loro storia e dalle emozioni che emergono fin dalle prime pagine. Il tema è particolarmente delicato, la maggior parte degli eventi si svolgono durante la Seconda Guerra Mondiale, ma le parole diventano pura poesia nelle mani della Richman. Ci sono molti autori che hanno il talento di saper raccontare una storia, ma si contano quelli che riescono a comporre un’opera di così tanta bellezza.
“In my old age, I have come to believe that love is not a noun but a verb. An action. Like water, it flows to its own current, If you were to corner it in a dam, true love is so bountiful it would flow over. Even in separation, in death, it moves and changes. It lives within memory, in the haunting of a touch, the transience of a smell, or the nuance of a sigh. It seeks to leave a trace like a fossil in the sand, a leaf burned into baking asphalt.”

Rachele
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Quando Kia e Mon mi hanno chiesto di unirmi a loro nella lettura non sapevo se ce l’avrei mai fatta. I miei impegni sono tanti e il tempo poco, ma ho accettato. La lettura di gruppo mi piace molto e non volevo rinunciarci.
Il libro alla fine l’ho divorato, forse la seconda settimana è quella che mi è piaciuta di meno perché più descrittiva, di racconto. Invece a me piacciono i fatti, l’azione, l’ansia.
Comunque, i personaggi, sia principali che non, sono tutti fantastici, secondo me tutti rimangono nel cuore. Adoro Lenka, un po’ meno Josef, adoro la tata di Lenka, Rita e tutti quelli che sono comparsi nel libro. Anzi no, tutti no, i cattivoni delle SS non mi piacciono per nulla, mi chiedo sempre come cavolo facevano ad andare dormire tranquilli, o come facevano ad avere la coscienza pulita.
La storia è scorrevole e gli ultimi 15 capitoli ho pianto, non dico tutto il tempo, ma quasi. Questi libri a me piacciono, mi segnano e mi insegnano un sacco di cose, e sempre di più il rispetto per gli altri, l’essere gentili, avere un cuore grande. Il mondo è così difficile e duro che non dovrebbe esserci la malvagità, ma purtroppo mi rendo che c’è sempre stata e va solo a peggiorare.
Quindi quando leggo questi libri mi prometto sempre di leggerne di altri altrettanto belli, di consigliarli a tutti e sopratutto di non riempire la mia mente e cuore con cattiverie gratuite, malignità, ma essere sempre amorevole con tutti per riequilibrare un po’ il mondo e, almeno io, sentirmi in pace e serena con me stessa.
Il mio consiglio? Leggete questo libro!

Veronica
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Quando ho letto la trama del libro, credevo di leggere della storia d’amore di Lenka e Josef e del suo sopravvivere al tempo e gli orrori dell’Olocausto. Invece non è stato così, o almeno non solo. Quello che mi rimarrà a mente di questo libro sono due cose:la prima in assoluto è la voce che l’autrice ha dato ai milioni di ebrei imprigionati nel campo di Terezin con le loro storie drammatiche e strazianti; però allo stesso tempo non ha impedito loro di trovare un po’ di gioia grazie alla musica e al disegno. E proprio grazie al disegno, i prigionieri sono riusciti a documentare a costo della vita le ingiustizie e le misere condizioni umane degli abitanti di Terezin.
La seconda cosa è Lenka, che vive l’esperienza delle segregazione e della deportazione senza mai pentirsi della scelta che ha fatto, ma anzi cercando il calore e il conforto della sua famiglia fino alla fine.
Aggiungo solo una cosa: ma secondo voi, non era meglio lasciare il titolo originale? Spiega meglio tutto il libro no? Un giorno solo, tutta la vita che significa? The lost wife invece rende tutta la disperazione di Josef.

Mon
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Sono mesi che non riesco a scrivere nulla di concreto su un libro, ma questa settimana tocca ai commenti e quindi ci provo.
Non sono un amante dei romanzi/libri/film ambientati durante il periodo nazista, un po’ perché è un argomento che mi turba tantissimo a livello emotivo e un po’ perché proprio non mi piace come periodo, ma quando Karen ha proposto questo romanzo, non ho saputo dire di no.
Sapevo che il romanzo avrebbe avuto una fine più o meno positiva, se non da “e vissero per sempre felici e contenti” e quindi mi sono buttata nella lettura con in mente l’idea di un lieto fine.
Sono contentissima di averlo letto perché un tema delicato come quello dei campi di concentramento e della guerra è stato trattato con una delicatezza sconcertante, pur non risparmiando descrizioni crude e avvenimenti poco felici. Mi ha fatto scoprire cose che non sapevo, come l’esistenza di disegni e poesie scritte dai bambini all’interno del campo o di cori veri e propri che cantavano opere per intrattenere un minimo le persone o semplicemente per provare a ribellarsi un po’.
I personaggi mi sono piaciuti tutti e ognuno di loro viveva nella mia mente mentre leggevo. Vedevo Lenka e Josef innamorarsi lentamente, vedevo la loro felicità il giorno del matrimonio e la paura nel momento in cui si sono dovuti separare. Ho vissuto con Lenka e la sua famiglia ogni passo verso il campo e ogni cosa sopportata all’interno di esso.
Sto cercando di non spoilerare nulla, ma è complicato perché ci sarebbe così tanto da dire su quello che accade ai protagonisti. La storia di Lenka è quella che turba di più forse, ma è Josef quello che fa riflettere di più. Il racconto della sua vita, la sua capacità di stare accanto ad una donna che, come lui, ha perso tutto nella vita, il suo amore incondizionato per figli e nipoti mi ha dato la sensazione di voler far riflettere il lettore sulla vita a tutti i costi. Ad un certo punto, mentre leggevo di Lenka, mi chiedevo come potessi io, a volte, lamentarmi della mia vita, quando ci sono persone che hanno vissuto orrori simili e sono riuscite, seppur con i fantasmi a tormentarli, ad andare avanti.
Insomma, una storia meravigliosa, ambientata in un periodo terribile che riesce però a regalare emozioni fortissime. Un libro decisamente da leggere e ricordare.

Kia
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Siamo arrivati in fondo, ed è ora che anche io esprima il mio pensiero su questo libro visto che finora vi ho detto solo cosa penso di questa fantastica esperienza di lettura di gruppo.
Che dire del libro? L’argomento, quello dello sterminio nazista e dei campi di concentramento, lo si vede ormai un po’ in tutte le salse. Questo può essere visto sia come un bene che come un male. Nel primo caso perché anche i romanzi aiutano a non dimenticare quello che è stato, perché se anche i fatti vengono romanzati i fatti storici rimangono quelli, qualcosa di vero c’è e sicuramente ci rimmarrà in testa. Il lato negativo è semplicemente che qualcuno si potrebbe anche stufare di sentire sempre la ‘stessa storia’, vedendo quello che è successo come qualcosa in un certo senso meno importante di quello che è realmente. Una specie di inflazione per intenderci. Per questo di solito tendo a selezionare con cura quali romanzi ambientati in questo periodo storico voglio leggere. Quando Karen ha proposto questo libro, già solamente leggendo la trama mi sono commossa. E quindi è stato un ‘Sì’ senza nessuna esitazione.
Fin dai primi capitoli ho amato un po’ tutti i personaggi, nel bene e nel male. Nella prima parte del libro ho trovato che Josef fosse meglio caratterizzato, probabilmente perché la sua storia, nei salti temporali del doppio POV, lo vede già più adulto, più maturo e con più vita sulle spalle. Le sue riflessioni mi hanno fatta pensare fin dalle prime pagine e ci sono stati del passaggi che ho davvero amato. Non a caso le citazioni un po’ di tutte vengono da sue riflessioni. Lenka all’inizio è più ragazzina, e la sua leggerezza viene forse resa maggiormente da questa differenza rispetto al marito. Lei ha vissuto meno, in un certo senso ha meno da trasmettere e raccontare, e per questo il suo personaggio non è così profondo. Verso la metà del libro, per ovvi motivi, cresce anche lei, diventando, soprattutto negli ultimi capitoli – almeno secondo me – molto simile a Josef ed Amalia.
Devo dire la verità, i personaggi mi sono piaciuti un po’ tutti. La mamma di Lenka per la sua forza fino in fondo, per l’affetto che dimostra non solo alla sua famiglia ma anche a Lucie e a sua figlia. La sorella di Lenka, che per quasi tutto il libro resta piuttosto in secondo piano, si riscatta dando esempio della sua tenacia verso la fine del libro. E ovviamente Josef e Lenka, il primo per il suo amore sconfinato. Non solo per Lenka ma per la vita. Per la sua forza, per il suo voler bene ad Amalia nonostante tutto, per il suo cercare di farla stare bene, per il suo amore per figli e nipoti. Lenka per la sua forza di volontà, che riesce a trasmettere a chi le sta intorno, per il suo amore per la famiglia che sormonta qualsiasi cosa. Per la sua fiducia nella vita, quella che la tiene in piedi fino all’ultimo, fino alla liberazione. Quella stessa fiducia che prova a trasmettere agli altri, aiutandoli fino al limite del possibile, mettendo in gioco tutta sè stessa.
Non ho pianto durante la lettura, ma più di una volta mi sono trovata con gli occhi lucidi. Il libro è tanto profondo quanto bello, duro e triste allo stesso tempo. L’ho adorato, così come ho adorato leggerlo con questo fantastico gruppo di ragazze potendolo commentare in ogni momento. E ve lo consiglio davvero.

Ed eccoci arrivati proprio in fondo a questa esperienza, sperando di aver coinvolto, nel limite del possibile, anche voi lettori occasionali. E magari di avervi invogliati a partecipare alla prossima.

Teaser Tuesday #34

Buongiorno a tutti.
Il Teaser di oggi l’ho tratto da un libro appena iniziato stamattina e di cui, quindi, non so dirvi ancora nulla. L’ho iniziato perché riesco a inserirlo nella Reading Challenge 2015 ed è uno di quei libri che aspettano da tempo di essere letti. Si tratta de ‘L’allieva’ di Alessia Gazzola. Vi saprò dire se mi è piaciuto.

teaser tuesday

Arthur mi sembra così diverso da me. Veniamo da due mondi così distanti da sembrare paralleli e non appartenenti a un universo comune. Non guardavamo nemmeno gli stessi cartoni animati da bambini. Non parliamo la stessa lingua madre. Non abbiamo gli stessi interessi e forse nemmeno gli stessi obiettivi. Eppure, tra di noi si sta creando qualcosa di simile a un incanto.
Da un’autoradio si sente provenire la musica di Severi Seas of Rhye dei Queen. È quasi mezzanotte, l’aria di questa notte fredda pizzica le mie guance, la mia mano finisce col cercare quella di Arthur. Lui la stringe; la sua mano è calda, lievemente screpolata come spesso accade alle mani degli uomini in inverno.
Arthur esercita su di me un’attrazione incontrollabile e non so quanto dipenda dalla sua bellezza e dal suo fascino cosmopolita, e quanto dalla sua personalità un po’ eccentrica. In sua presenza molti sono i pensieri che mi sfuggono e le sensazioni che si mischiano e mi confondono. Rischio seriamente di innamorarmene.

Primo appuntamento – L’ALLIEVA di Alessia Gazzola

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l'allieva
Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un po’ distratta, spesso sbadata. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. Anche se l’istituto in cui lo svolge è un vero e proprio santuario delle umiliazioni. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere. Alice resiste a tutto, incoraggiata dall’affetto delle amiche, dalla carica vitale della sua coinquilina giapponese, Yukino, e dal rapporto di stima, spesso non ricambiata, che la lega a Claudio, suo collega e superiore (e forse qualcosa in più). Fino all’omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena del crimine è routine, un omicidio è parte del lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, la testa circondata da un’aureola di sangue, capisce che quello non sarà un caso come gli altri. Perché stavolta conosce la vittima.

kia firma

Recensione: Principe azzurro per un giorno di Kasie West

Ciao! Dopo aver cominciato e mai finito le recensioni di un paio di libri ho deciso di riprovarci con questo: “Principe azzurro per un giorno” di Kasie West, ovvero la traduzione italiana di ‘The Fill-In Boyfriend’.

principe azzurro per un giorno
Titolo: Principe azzurro per un giorno
Titolo originale: The Fill-In Boyfriend
Autore: Kasie West
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
Goodreads

La sera del ballo di fine anno, quando sta per entrare con il suo ragazzo e presentarlo finalmente ai suoi amici, Mia litiga con Bradley, che se ne va e la lascia sola nel parcheggio. La serata, però, è troppo importante per lei: è candidata a essere eletta reginetta della scuola, ma soprattutto deve dimostrare a tutti che Bradley esiste veramente. La sua amica Jules, infatti, la accusa di essere una bugiarda e di aver mentito sulla sua storia. Così Mia chiede a un ragazzo fermo in auto nel parcheggio di farle da cavaliere per la serata, fingendosi Bradley. L’esito di quella scelta avrà risvolti imprevedibili per Mia, che dovrà districarsi tra bugie e finti appuntamenti in un viaggio alla scoperta dell’amore e di se stessa.
Una storia dolce e passionale, che fa sognare e svela dove trovare l’amore: proprio qui davanti a te, se guardi gli altri con occhi diversi e ti fai conoscere per davvero.

Prima di tutto grazie a Chiara che me l’ha consigliato, ho davvero apprezzato. Unica pecca, nella traduzione italiana qualche congiuntivo è andato in vacanza. Ma ce la possiamo fare comunque.

Partendo dal presupposto che è un romanzetto rosa tranquillo tranquillo, uno parte già senza grosse aspettative di insegnamenti, ma col semplice intento di godersi una storia dolce e non troppo impegnata per passare del tempo. E così è stato anche se, pensandoci, questa storia ha anche una sua profondità. Perché nel romanzo in questione troviamo davvero una crescita, una maturazione di un personaggio che inizialmente è insopportabile, ma che va incontro a una presa di coscienza seguita dal cambiamento.

Andando con ordine. Mia – che nella versione inglese si chiama Gia, ma va bene comunque – frequenta l’ultimo anno di liceo ed è la classica ragazzina snob e popolarissima che troviamo in buona parte dei film americani. Conosciuta da tutti, presidentessa del consiglio scolastico, carina e con un gruppo di amiche altrettanto carine. La sua vita è incentrata sui social-network, sente il bisogno di rendere nota lì ogni cosa che fa, prestando più attenzione a quelli che al mondo reale. La sua famiglia sembra perfetta, l’unico punto dolente è il fratello che quando torna a casa dal college prova a dire la sua e viene azzittito perché rovina la quiete della famiglia.

I problemi iniziano nel momento in cui – lo dice la trama, non vi sto rovinando nulla – Bradley, il fidanzato quasi-modello di Mia, decide di mollarla proprio la sera del ballo di fine anno, proprio quando doveva presentarlo alle sue amiche.
Troppo legata alle apparenze e disperata al pensiero di andare al ballo senza cavaliere, Mia trova un ragazzo che finge di essere Bradley e litighi con lei a fine serata.
Il finto Bradley si comporta come da copione e tutto fila liscio. Il giorno dopo, però, Mia si ritrova a pensare al finto Bradley – di cui non conosce il vero nome – invece che alla sua rottura con quello vero.

È qui che inizia la storia di crescita della nostra protagonista, che dopo quella prima bugia alle sue amiche si vede costretta a inventarne molte altre, per rivedere il finto Bradley – che chiaramente non può presentare alle amiche che sono convinte che lui sia un infame traditore – e per provare a salvare la sua immagine a scuola.

Tutto questo la porta a rendersi conto che forse effettivamente la sua famiglia non è così perfetta, vorrebbe esternare i suoi sentimenti ma nessuno le chiede come sta. Scopre che l’espressione ‘sto bene’ può racchiudere più bugie di molte altre parole. Scopre che forse l’apparire e i social non sono tutto e che le sue amiche non sono forse così strette come pensava. Si trova a legare con ragazze con cui fino a qualche giorno prima non avrebbe mai parlato e ad esternare i suoi sentimenti come mai aveva fatto prima. Ma soprattutto scopre che ha dei sentimenti e delle idee che qualche volta si ritrovano a cozzare con quelli dei suoi genitori e delle sue amiche, ma che non per questo sono sbagliati e bisogna nasconderli.

Una storia d’amore quindi, come ci si aspetta, dolce e anche simpatica. Ma anche una storia di crescita. Ho trovato i personaggi – anche quelli secondari – ben caratterizzati e con tanto da dire. Il percorso di ognuno è evidente, anche se talvolta non porta da nessuna parte.

Mi fece l’occhiolino. «A proposito, dove sono le tue meravigliose amiche, questa sera?»
«Mmm.» Indicai un punto in cui Claire, Laney e Jules ballavano con un gruppo di ragazzi.
«Sei diventata troppo grande per loro?»
«Credo siano loro a essere diventate troppo grandi per me.»
«Non sono d’accordo.»
Non so perché quelle parole mi fecero venire le lacrime agli occhi. Poi qualcuno mi prese da dietro, facendomi quasi urlare. Nello stesso momento, Bec mi comparve davanti, quindi dedussi che le braccia che avevo ancora attorno alla vita fossero di Hayden. Rovesciai la testa per guardarlo.

Ultima cosa, pur non essendo una fan dei finali aperti, a maggior ragione se COSÌ aperti, devo ammettere che questo ci può stare. Non è un finale da fiato sospeso, ma più qualcosa che ci lascia immaginare quello che vogliamo.

rating 4
kia firma

That moment when tanti is meglio che one: Un giorno solo, tutta la vita #3

Buongiorno a tutti!
Siamo arrivati alla terza tappa di questa lettura di gruppo che, devo ammettere, mi sta piacendo davvero molto. Come forse si è notato dalla mancanza di mie recensioni, negli ultimi mesi sto facendo davvero fatica a leggere e non pensavo sarei riuscita a tenere il passo con le ragazze nella lettura di questo libro. Ovviamente mi sbagliavo e ‘Un giorno solo, tutta la vita’ è l’unico libro che stia leggendo volentieri.
Per chi è la prima volta che sente parlare di questa iniziativa, vi lascio i link ai post delle scorse settimane:

Provo quindi a spiegarvi in cosa consiste la tappa di questa settimana. Ci siamo divise in coppie (tramite un’estrazione casuale) e abbiamo posto delle domande. Ogni partecipante ha risposto per sé stessa e per la persona in coppia con lei. Abbiamo quindi confrontato le risposte per vedere se combaciavano e per ogni risposta giusta è stato assegnato un punteggio. La coppia vincitrice riceverà una piccola sorpresa.
Ringraziamo come sempre le ragazze che ci seguono nelle nostre piccole pazzie, quindi un abbraccio grande va a Cristina, Karen, Rachele e Veronica.

Che la sfida abbia inizio!

Coppia Rachele/Karen

Risponde Rachele per Karen

Quale pensi sia il personaggio preferito da Karen?

Lenka, sicuramente perché è dolce, sensibile, combattiva e Karen, come Lenka, non avrebbe mai lasciato la sua famiglia. La famiglia prima di tutto. So che le piaceranno anche moltissimo uno o due personaggi secondari. Non vi dico quali perché non me lo avete chiesto, ma uno di sicuro inizia con la F. √ corretta

Per come è fatta Karen, per la sua personalità, credi che riuscirebbe a visitare un campo di concentramento come Terezin? Credi che lo farebbe ‘volentieri’?

No, non visiterebbe mai volentieri un posto del genere, ma lo visiterebbe comunque perché è curiosa e vuole imparare sempre di più ed avere un quadro più dettagliato di tutte le informazioni, luoghi e immagini che quei posti racchiudono √ corretta

I disegni rappresentano una componente importante soprattutto di questa parte del libro. Dovessi scegliere un colore per definire la tua ‘compagna’, quale sarebbe? Perché?

Sono super indecisa per il colore, ma direi l’arancione perché è una via di mezzo fra il giallo che è un colore brillante e solare e i colori caldi come marrone ecc… dico arancione. Errore!

Karen: L’azzurro, quel bell’azzurro del cielo di primavera e d’estate. Perchè mi dà l’idea della leggerezza, della libertà. Perchè è il colore che associo all’infinito e a tutte le possibilità che abbiamo dinanzi a noi. Nessun limite, nessun ostacolo per il nostro intelletto e le nostre passioni!

Punteggio 2/3

Risponde Karen per Rachele

Quale pensi sia il personaggio preferito da Rachele?

Sono sicura che abbia amato diversi personaggi, ma forse il suo preferito è Lenka, per la sua forza e la sua generosità. Pur tra stenti ha sempre rivolto uno sguardo agli altri, non si è chiusa ed abbandonata alla propria sofferenza. Sottraeva quel poco che poteva per regalare un sorriso e la possibilità di un mondo diverso e colorato ai bambini del ghetto.√ corretta

Per come è fatta Rachele, per la sua personalità, credi che riuscirebbe a visitare un campo di concentramento come Terezin? Credi che lo farebbe ‘volentieri’?

Credo che Rachele non solo andrebbe a visitare il campo ma ti porterebbe con sè! Tanta sofferenza non può esser dimenticata.√ corretta

I disegni rappresentano una componente importante soprattutto di questa parte del libro. Dovessi scegliere un colore per definire la tua ‘compagna’, quale sarebbe? Perché?

Oh, che indecisione! Inizio col dire che la associo ai colori pastelli. Il rosa, il violetto, l’azzurro, il verdino, il giallino, il bianco sono tutti suoi colori, delicata e dolce com’è non solo nei colori e nei movimenti del viso, ma anche nel tono e nelle sfumature della voce.
Tra tutti, però, il mio preferito è il verde. Nominate Rachele e la prima immagine che mi salta in mente è lei sulla panchina col libro Il cavaliere d’inverno illuminata dalla luce del sole. √ corretta

[Rachele: Non saprei quale colore…proprio no. Il verde? Dice verde perché è quello che mi piace di più in questo momento. il verde mi da tranquillità, e io sono una ragazza tranquilla.]

Punteggio 3/3

Punteggio totale Rachele/Karen 5/6

Coppia Veronica/Cristina

Risponde Veronica per Cristina

Quale pensi sia il personaggio preferito da Cristina?

Il suo personaggio preferito è Lenka perchè è dolce,romantica ma anche forte e determinata,sempre pronta a combattere per quello in cui crede. Errore!

Cristina: Non ho un personaggio preferito… tra tutti mi sento più in sintonia con Josef.

Per come è fatta Cristina, per la sua personalità, credi che riuscirebbe a visitare un campo di concentramento come Terezin? Credi che lo farebbe ‘volentieri’?

Non lo so,forse se andasse con altre persone si. Affrontare certe brutture umane in compagnia di qualcuno che ti sostiene è sempre di grande conforto. √ corretta

I disegni rappresentano una componente importante soprattutto di questa parte del libro. Dovessi scegliere un colore per definire la tua ‘compagna’, quale sarebbe? Perché?

Rosso,decisamente,come la passione,perché la prima volta che ho incontrato Cri,in libreria ha stupito tutte dicendo che aveva letto gran parte dei libri della sezione erotica ^____^ l’ho adorata da subito! Errore!

Cristina: Grigio nebbia, temo. Non so spiegarvi il perchè, sinceramente. Credo che la nebbia di stamattina mi sia entrata dentro 😀

Punteggio 1/3

Risponde Cristina per Veronica

Quale pensi sia il personaggio preferito da Veronica?

Umh. Oddio. Non ne ho la più pallida idea…Lenka, forse? Errore!

Veronica: All’inizio del libro mi piaceva la sorella di Josef,perchè è l’unica che sembra capire e accetta la motivazioni di Lenka per non partire.Poi sono affascinata dal personaggio di Amalia,spero nell’ultima parte di sapere di più su di lei.

Per come è fatta Veronica, per la sua personalità, credi che riuscirebbe a visitare un campo di concentramento come Terezin? Credi che lo farebbe ‘volentieri’?

Si, credo che riuscirebbe a visitarlo. Temo non volentieri però. √ corretta

I disegni rappresentano una componente importante soprattutto di questa parte del libro. Dovessi scegliere un colore per definire la tua ‘compagna’, quale sarebbe? Perché?

Verde. Verde bosco, se capite quello che intendo. è un colore che calma, ma che è anche corposo e pieno di vita. Errore!

Veronica: Il mio colore preferito è il viola,mi calma l’umore.

Punteggio 1/3

Punteggio totale Veronica/Cristina 2/6

Coppia Kia/Mon

Risponde Kia per Mon

Quale pensi sia il personaggio preferito da Mon?

Pensando alla Mon penso subito a Lenka, o a sua madre e a Rita . Il collegamento? L’amore per il disegno. Così come questi 3 personaggi cercano in qualche modo una salvezza nel disegno che diventa un modo per aiutare i bambini ma anche sé stesse a vivere una vita migliore, anche lei, spesso, lo usa come valvola di sfogo. Errore!

Mon: Mi piace molto Josef, sia da giovane che da anziano. Mi piace che abbia lottato per portare Lenka via con sé, ma mi piace che abbia capito perché lei abbia deciso di non partire. Nei racconti di lui più anziano mi piace che lei sia sempre nei suoi pensieri e come cerchi in ogni modo di scoprire cosa le sia successo, senza però smettere di pensare a tutte le persone che sono entrate nella sua vita del frattempo. Dalle scene descritte mi sembra un uomo con i suoi difetti e i suoi demoni, ma capace di essere un padre presente e un nonno davvero dolce.

Per come è fatta Mon, per la sua personalità, credi che riuscirebbe a visitare un campo di concentramento come Terezin? Credi che lo farebbe ‘volentieri’?

Farebbe fatica,molta. Non per la non volontà di conoscere quello che è stato, anzi, ma proprio per sensibilità personale. √ corretta

I disegni rappresentano una componente importante soprattutto di questa parte del libro. Dovessi scegliere un colore per definire la tua ‘compagna’, quale sarebbe? Perché?

Il blu. In tutte le sue sfumature a partire dall’azzurro fino al blu notte. Come il suo carattere che va a giornate. Un giorno è un azzurro chiaro gioioso e tutto da vivere. Il giorno dopo blu notte, e occhio a chi si avvicina (ti voglio bene ♥️) √ corretta

[Mon: Dovessi scegliere il mio colore preferito sarebbe il verde o il verde acqua, ma qui stiamo chiedendo quale colore mi rappresenta. Mmm, posso essere a strisce? Un po’ grigio tempesta perché nelle mie giornate no (e sono tante) il mio umore è di quel colore lì e un po’ l’azzurro cielo, perché è un colore che mi rallegra le giornate.]

Punteggio 2/3

Risponde Mon per Kia

Quale pensi sia il personaggio preferito da Kia?

Aiuto. Sono idecisa fra Lenka e Josef, ma vado con la prima, per la sua dolcezza e tenacia. Errore!

Kia: il mio personaggio preferito credo sia Josef, perché mi ritrovo nel suo tenersi dentro le cose che lo fanno stare peggio, pensandoci spesso ma senza lasciar trasparire molto.

Per come è fatta Kia, per la sua personalità, credi che riuscirebbe a visitare un campo di concentramento come Terezin? Credi che lo farebbe ‘volentieri’?

Penso riuscirebbe e vorrebbe andare a visitarne. Andare a visitare questi luoghi, dopotutto, è fondamentale per ricordare e cercare di non ripetere gli stessi errori commessi in passato. √ corretta

I disegni rappresentano una componente importante soprattutto di questa parte del libro. Dovessi scegliere un colore per definire la tua ‘compagna’, quale sarebbe? Perché?

Sono tentata di dire grigio o nero considerato il caratterino della ragazza, ma lei è a strisce (o a pois) grigie e gialle. Le prime per il suo umore nelle giornate no, le seconde per quanto è solare nelle giornate buone. Errore!

Kia: Essendo fissata col fucsia direi quello, ma non saprei davvero il perché.

Punteggio 1/3

Punteggio totale Kia/Mon 3/6

Eccoci quindi alla fine della sfida di questa settimana. È stato sicuramente molto divertente leggere le risposte di ognuna e vedere quanto ci avevamo azzeccato.

Facciamo un applauso virtuale alla coppia vincitrice, con quasi punteggio pieno: Rachele e Karen!

Alla prossima settimana!