Recensione: One S’more Summer di Beth Merlin

Buongiorno 🙂
Oggi la recensione è bilingue perché facciamo parte del Book Tour per il primo libro della serie The Campfire Series di Beth Merlin organizzato da XPresso Book Tours. Vi lascio alla recensione di One S’more Summer senza perdere troppo tempo che il post è già lunghetto di suo.


Il libro di oggi mi è stato inviato da Xpresso Book Tours in cambio di un’onesta opinione ed è veramente bello. Vi ricordo infine che l’elenco completo dei blog partecipanti con anche le date lo trovate qui.

one s'more summer cover
Title / Titolo: One S’more Summer (The Campfire Series #1)
Author / Autore: Beth Merlin
Publisher / Editore: Ink Monster Books, LLC
Available in Italian / Disponibile in italiano: No
Goodreads
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Since that first bus ride to Camp Chinooka twenty long years ago, Gigi Goldstein has been pining for her best friend’s guy. She knows her crush is wrong and has to stop, but her heart won’t listen to reason. To escape the agony of their impending wedding, Gigi accepts a summer job at the only place she’s ever been happy.

But working at Chinooka isn’t all campfire songs and toasting marshmallows. Gigi’s girls are determined to make her look bad in front of the boys’ Head Counselor—the sexy but infuriating Perry—and every inch of the campground is laced with memories.

When Gigi realizes she can’t fix the present by hiding in the past, she’s forced to reexamine her choices. Maybe everything she thought she wanted wasn’t what she actually needed… But if she can get her act together, Gigi might have one last shot at the summer love of her dreams.

But Molly must ask herself—does something truly exist if you only see it when you close your eyes?

Faced with the threat of losing everything—her job, best friend, boyfriend, and most importantly, that little thing called her sanity—Molly will learn just how far she’ll go to uncover what is real and what is merely a figment of her imagination.

us I want to thank XPresso Book Tours for giving me the opportunity to read this book in exchange for my honest opinion.

One S’more Summer is the first book of a series called The Campfire Series by Beth Merlin. I had never heard of this author before, but I liked the synopsis and decided to give it change. I remember when I used to go to camp and how I loved it, despite not being convinced the first time. I was a shy kid and when I convinced myself to go to camp I was kind of old and I got to go for only two years, but they were amazing. Anyway, I wasn’t gonna pass up this book.

The main character is Gigi, whose full name I’m not able to remember or pronounce, Goldstein. She’s in a bad place in her life where she lost a good job and found herself watching the man she loves being engaged to her best friend. I guess it would be an impossible situation for everyone to handle and Gigi decides that maybe running away for a while will make things easier. I found Gigi to be a very nice person and I liked reading of her. She’s funny, a little bit sarcastic and besides her bad luck in some departments, she’s willing to put herself out there and work hard to make things right again.

Gigi accepts a job as head counselor in the same camp she, her best friend Alicia and the man they both are in love with, Joshua, went as kids. From the descriptions the camp seems a really nice place to be during summer and Gigi discovers very quick that the place triggers memories of when was happy. She finds new friends during her weeks at camp and understands she has a talent that thrives when she’s at peace with herself and happy. She learnes to deal with annoying teenagers, explores her own feelings while giving advice to the girls at camp and slowly lets go of the feelings she had for Joshua.

One S’more Summer is a perfect summer read for those who want a simple story that could perfectly be a real story. It’s not excessive, it’s not extraordinary, but it works. Gigi could be anyone of us and the search she has to do to find herself and understand how to go on with her life is one every person could be facing.
I’m very curious to find out what happens in the next book and I hope I will be able to read it soon and enjoy it like I did with this one.

it   One S’more Summer è il primo libro di una serie intitolata The Campfire Series di Beth Merlin. Non conoscevo l’autrice, ma dopo aver letto la trama ho deciso di dare una possibilità al suo libro. Mi ricordo di quando andavo in colonia e di quanto lo amassi, nonostante la prima volta fossi molto poco convinta. Ero una bambina molto timida, non che ora sia cambiato qualcosa, e il giorno che mi sono convinta a provare la colonia insieme alle amiche ero più o meno grande (avevo 13 anni). Sono riuscita a godermela solo per un paio di anni prima di essere considerata troppo “vecchia” per continuare, ma mi sono divertita da morire. Ora che vi ho raccontato qualcosa di me, vediamo di parlare un po’ del libro.

La protagonista è Gigi, il cui nome completo non sono davvero in grado di ricordare o pronunciare, Goldstein. La sua vita non è il massimo al momento considerando che ha perso un buon lavoro e si è ritrovata a guardare l’uomo che ama fidanzarsi con la sua migliore amica. Non riesco ad immaginare di ritrovarmi in una situazione del genere e Gigi la gestisce come può, ovvero scappando per un po’ e sperando che le cose si facciano più semplici con il tempo. Gigi è una persona davvero piacevole e mi è piaciuto leggere le sue avventure e seguirla nel suo percorso di crescita. È simpatica, un po’ sarcastica e lavora duramente per migliorarsi e migliorare la sua vita.

Accetta un lavoro come animatrice capo nel campeggio in cui lei, la sua migliore amica Alicia e l’uomo di cui parlavo prima passavano le loro estati da bambini. Dalle descrizioni della colonia sembra davvero un bel posto in cui passare l’estate e Gigi si ritrova a pensare spesso ai momenti che anni prima la rendevano felice proprio grazie al posto in cui si trova. Riesce a trovare nuovi amici e capisce di avere un talento che si scatena quando è in pace con se stessa e felice della sua vita. Impara a gestire adolescenti in piena crisi ormonale, esplora nuovi sentimenti per un uomo e nel frattempo dà consigli alle ragazze che si trovano alle prese con le prime cotte.

One S’more Summer è un lettura perfetta sotto l’ombrellone e per chi vuole una storia semplice che potrebbe quasi essere tratta da una storia vera. Non è eccessiva, non è niente di straordinario, ma funziona e piace. Gigi potrebbe rappresentare ognuna di noi e la ricerca che fa cercando sé stessa potrebbe essere la stessa che viviamo ogni giorno. Spero di poter avere presto tra le zampe il secondo volume della serie e soprattutto spero che mi piaccia quanto questo.

mon firma

Recensione: Amore senza limite di Jay Crownover

Buongiorno a tutti!
Oggi vi parlo di un libro che ho letto ormai da qualche settimana, ma è rimasto lì in attesa che io trovassi tempo e ispirazione per la recensione. Si tratta di Amore senza limite di Jay Crownover.
Ho scoperto questo libro quando la Harper Collins Italia ha iniziato a pubblicizzare sulla sua pagina l’uscita del terzo libro di questa serie. Non mi era mai passata per le mani, ma quando ho letto la trama mi ha subito attirata. Quindi eccomi qui con la recensione del primo volume.

amore senza limite cover
Titolo: Amore senza limite (Saints of Denver #1)
Titolo originale: Built
Autore: Jay Crownover
Editore: Harper Collins Italia
Disponibile in italiano:
Goodreads

Sayer Cole e Zeb Fuller non potrebbero essere più diversi tra loro. Lei è un tipo da country club e ristoranti esclusivi, lui ha un passato da galeotto; lei passa le sue giornate a dibattere in tribunale, lui si sporca le mani nella sua impresa edile; lei è pura seta, lui è ruvido denim. Eppure, non appena Zeb posa gli occhi su quella bionda regina di ghiaccio, decide che deve averla a qualsiasi costo. Nonostante l’evidente attrazione reciproca, Sayer però respinge ogni tentativo di seduzione, incapace di credere che un uomo così istintivo e virile possa interessarsi a una maniaca del controllo come lei. Ma quando Zeb ha bisogno della sua abilità di avvocato per sciogliere un nodo doloroso del passato, Sayer accetta di aiutarlo. E mentre lottano insieme in una battaglia che coinvolge il loro futuro e molto di più, lei capisce che solo il calore di quell’uomo potrà sciogliere la gelida gabbia che la tiene prigioniera.

Devo ammettere che era parecchio che non leggevo uno new adult. Sarà perché in TBR trovo ancora i libri di qualche anno fa, sarà perché sono meno diffusi, ma di solito le storie romantiche che leggo sono young adult. Mi sono quindi ritrovata a fare i conti con questi due personaggi con pensieri, impegni, problemi, relazioni e reazioni più adulte. In un contesto che prevede il lavoro e non la scuola, e quindi in un certo senso più vicino a quello che sto vivendo io. L’ho letto quindi molto volentieri e anche se i personaggi li ho trovati piuttosto distanti da me, mi ci sono trovata in sintonia.
Sayer e Zeb, avvocato e imprenditore, sono due ragazzi con un passato molto diverso, ma molto movimentato che si conoscono per caso grazie al fratello appena ritrovato di lei.

Sayer non è un personaggio che si fa voler bene. Anche nella storia non vuole piacere, vuole stare per conto suo, non si fida né della vita né di chi le sta intorno. Il rapporto complicato con suo padre che le ha fatto perdere la fiducia in sè stessa e la perdita in giovane età della madre non hanno sicuramente aiutato a farla crescere sicura di sé e fiduciosa nei confronti del prossimo e dell’amore. È una persona complicata, per nulla empatica che affronta un percorso di crescita molto difficile all’interno di Amore senza limite.

Zeb è invece l’uomo che tutte vorremmo. A parte alto-barbuto-tatuato che può piacere o no in maniera soggettiva, è premuroso, romantico, pieno di voglia di fare.
Non si arrende davanti alla chiusura di Sayer e una volta deciso che la vuole per lui, non si ferma davanti a nulla.

La storia prende un risvolto un po’ inverosimile, seppur rimanendo molto concreta, con l’entrata in scena di un errore del passato di Zeb, qualcosa di cui lui non era nemmeno a conoscenza. Qualcosa che lo fa fare i conti con la parte oscura degli anni passati e che lo lega sempre di più a Sayer, partendo da un rapporto di lavoro fino a sfociare in qualcosa di più, ovviamente.

Come vi dicevo, Sayer attraversa nel corso della storia un percorso di crescita, ritrovamento di sé stessa e della fiducia. Anche Zeb, seppure in maniera minore, deve affrontare quello che la vita gli mette davanti, pur sembrando sempre pronto ad adattarsi a qualunque cambiamento.

Mi prese il viso fra le mani e passò i pollici sulle mie guance. Mi stupii che lasciassero una traccia umida.
«Non so che altro fare con te, Say. Ti ho costruito una casa. Ho fatto l’amore con te. Ti ho portato i colori, ti ho aiutato a festeggiarli. Ti ho fatto sciogliere, e non una volta sola. Voglio dirti quanto ci tengo a te… che altro posso fare? Dimmelo tu.»
Il mondo intero.
Quell’uomo grande e rude mi aveva regalato il mondo intero e io non sapevo che cosa farne. Per una volta, il mio cuore sembrava aver preso fuoco. Erano le mie mani a essere gelide. Troppe emozioni, troppe paure. Non riuscivo a gestirle, mi agitavo nella corrente. Cercai di aggrapparmi all’unico appiglio che sembrava stabile, radicato nel terreno. Mi aggrappai a lui.

Poco da dire sui personaggi al di là dei protagonisti: indispensabili ai fini della storia, ma lasciati, secondo me, un po’ in secondo piano. Non si può comunque non voler bene ai piccoli Hyde e Joss, che con la loro tenerezza e innocenza scioglierebbero il cuore di chiunque.

Un libro quindi profondo e delicato, nonostante la presenza dei cliché tipici di questo genere. Un libro che anche nella traduzione non fa storcere il naso davanti alle scene hot, che spesso in italiano prendono una piega a metà tra il comico e il volgare.

«Tu mi hai aperto, solo uno spiraglio, è vero, ma io sono un tipo piuttosto grosso, Say. Non ho problemi a spalancare la porta a forza. Adesso ti restano due opzioni: possiamo sederci e mangiare i fantastici spaghetti che ho appena preparato… con o senza vestiti… oppure possiamo andare a letto. Decisamente senza vestiti.»

Io a breve leggerò i prossimi volumi della serie, intanto questo ve lo consiglio.

Voi l’avete letto? Che ne pensate??

kiafirma

Teaser Tuesday #116

Buondì!
Oggi estratto un po’ lungo, ma mi fa ridere quindi ve l’ho messo tutto. Non è spoileroso e non rivela quasi niente della trama, ma vi fa capire perfettamente lo stile eccentrico di questa autrice che sto adorando dal momento in cui ho preso in mano il primo libro della serie che ha come protagonista Vani Sarca. Se non la conoscete, ovviamente ve la consiglio. Se invece l’avete già letto mi fa sempre piacere parlare dei libri che leggo, quindi se volete basta un messaggio 😉

teaser tuesday

«Facciamo una prova per rompere il ghiaccio», decide. Si gira verso Marotta, che se possibile si impettisce ancora di più, neanche portasse un bustino di stecche di balena sotto il maglioncino color sconforto. «Professore, il conduttore le fa la prima domanda, che poi è una domanda facile, la stessa che ha aperto tutte le interviste che ha già rilasciato ai giornali: perché se n’è stato nell’ombra per tutti questi anni?»
«Mmm», prende tempo Marotta. «Perché», pronuncia lentissimamente, «non mi piaceva… la notorietà.» Tace.
L’episodio al Circolo dei Lettori deve averlo traumatizzato. Ora ha la velocità di reazione di un bradipo che una volta è stato investito per avere attraversato la strada con troppo slancio.
Mi guardo le unghie, ostentando indifferenza.
Riccardo annuisce. «Okay. Una risposta scarna, ma controllata. E perché non le piaceva la notorietà?»
«Peeeerché», riattacca Marotta, ancora più cauto di prima, «notorietà… significa… esposizione.»
«Giusto», annuisce Riccardo. «Esposizione.» Gli fa cenno di continuare. Ha ragione: in tivù mica puoi sputare tre parole ogni cinque minuti e pensare di cavartela così.
Ma naturalmente non è più un problema mio.
«E…» ripete Marotta, aggrottando la fronte per lo sforzo. «Esposizione significa vulnerabilità. Contatto. Con la gente. E il contatto con la gente, ecco… Il contatto con la gente…»
«Okay, un consiglio tecnico: cerchi di non prendere tempo ripetendo le parole, perché al conduttore potrebbe venire voglia di concludere le frasi al suo posto», suggerisce Riccardo.
«…E il contatto con la gente mi repelle», si affretta dunque Marotta, di getto. Poi scuote la testa. «No, lo so, lo so. Quello che volevo dire è che… il contatto con la gente… mi…» Espira lentamente. «…Mi mette in imbarazzo?»
«Ottimo», annuisce Riccardo. Sorride incoraggiante ma la rigidità degli angoli delle labbra tradisce una certa fatica. Non che io gli stia guardando le labbra. «“In imbarazzo” va bene. La fa sembrare umile e timido, tutte cose che fanno simpatia. E dunque lei si sente in imbarazzo. Ma perché, le chiederebbe a questo punto il conduttore, magari con una risata bonaria» – Riccardo si lancia in un’imitazione sdrammatizzante di una risata bonaria – «l’autore di uno dei più eclatanti e invidiabili bestseller degli ultimi cinquant’anni dovrebbe mai sentirsi in imbarazzo?»
Marotta non ha nemmeno accennato a sorridere alla finta risata bonaria. Tace come in fermo-immagine per due secondi, poi sbotta, tutto d’un fiato: «Oh, ma infatti, chi diavolo si sente in imbarazzo davanti a questa gente! Lo sappiamo tutti che il pubblico dei talk show, anche di quelli pseudoculturali, è composto mediamente da analfabeti funzionali che aderiscono semplicemente a un cliché borghese di prestigio sociale!».
Riccardo non dice niente.
Marotta non dice niente.
Io non dico niente.
Riccardo si gira verso di me. «Inizio a farmi un’idea», dice.
Cosa credevi, che fosse facile, imbecille?
«Riproviamo.» Riccardo reindossa il sorriso da telecamere. «Altra domanda che di sicuro si sentirà fare mille volte: professor Marotta, come le sembra, come sta vivendo, questa faccenda dell’essere improvvisamente diventato famoso?»
«È un onore», sillaba Marotta. E poi, sbuffando: «Se si esclude il fatto che è anche una ridicola pantomima che mi viene ormai da pensare faccia comodo solo agli esibizionisti bisognosi di specchiarsi negli occhi vuoti della plebe per avere fiducia in sé. Oh mio Dio. No. Cioè. Non intendevo… non intendevo anche lei», aggiunge di corsa accorgendosi di avere parlato a Riccardo Randi.
«Ma certo che intendeva anche me», ridacchia Riccardo, e ha ragione. «E va bene, prendiamola larga. Cambiamo approccio.» Schiocca le dita e mi guarda con un sorriso radioso. È veramente irritante il suo non scoraggiarsi mai.

Capitolo 3  – NON DITELO ALLO SCRITTORE di Alice Bassodivisore dx

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Questa volta, il compito affidato a Vani dal direttore della sua casa editrice è una vera e propria sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo lei può farlo uscire dall’ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo scrittore che le ha spezzato il cuore, ora è pronto a tutto per riconquistarla. Intanto il commissario Berganza è sicuro che Vani sia l’unica a poter scoprire come un boss agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Ma non è l’unico motivo per cui desidera averla vicino. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo.

mon firma

Recensione: Fiore di Cactus di Francesca Lizzio

Buongiorno. Questa settimana abbiamo pubblicato un po’ di tutto, quindi mancava la recensione! Oggi vi parlo di un libro che vi ho segnalato qualche giorno fa: Fiore di cactus di Francesca Lizzio.
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Titolo: Fiore di cactus
Autore: Francesca Lizzio
Editore: Panesi Edizioni
Disponibile in italiano:
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Sara è una ragazza timida, intelligente, con la battuta sempre pronta, eppure nasconde la sua fragilità sotto un’armatura. La vita l’ha resa cinica e amara. Un giorno conosce Andrea, un ragazzo attento e gentile che con smisurata pazienza riesce a farsi spazio nella sua vita. Sarà lui a indurla a rimettere in discussione tutto quello in cui crede. Sara così ripenserà al percorso che l’ha resa la donna che è, si chiederà se riuscirà più a lasciarsi amare, se certe paure potranno essere sconfitte o se invece non ci sarà più nulla da fare. Se una come lei merita una seconda occasione. Perché anche un cactus ha un cuore, ha solo bisogno di qualcuno che creda in lui e non abbia paura delle sue spine.

 

Prima di tutto vorrei ringraziare l’autrice per avermi inviato una copia del libro.

Fiore di cactus, come mi ha già sentito dire chi ci segue sui vari social, è un libro che si spaccia per una storia d’amore, ma in realtà trovo che sia molto di più.
Sara, la protagonista, è una ragazza in cui chiunque si può ritrovare. Tutti abbiamo subito almeno una delusione nella vita, da qualcuno che ci era vicino. E, chi più chi meno, si è chiuso a riccio, cercando di evitare un’altra delusione. Evitando il ripetersi della situazione che ci ha portati a soffrire.
Sara si chiude più di tanti altri, è un cactus, ricoperto di spine. E quando qualcuno le si avvicina quelle spine spaventano, tenendo così distante qualsiasi causa di delusione.
Ma nel titolo, oltre al cactus troviamo anche un fiore. E ragazzi, quanto sono belli i fiori dei cactus? Quelli che si fanno strada tra le spine, che spuntano lunghi e marronicini fino a che non hanno abbastanza spazio per aprirsi e mostrarsi in tutta la loro bellezza. Sono una sorpresa, hanno colori sgargianti.
Sara è così. Ha dentro, nascosto, un sacco di amore. Cerca di negarlo anche a sè stessa, convincendosi di non essere più capace di lasciarsi andare all’amicizia e all’amore.
Serve Andrea, un ragazzo ‘da libro’ – meno reale di Sara, ma è quello che tutte cerchiamo in una storia d’amore – bello, sensibile, deluso in qualche modo anche lui dalla vita, ma pronto a ributtarsi a pesce nell’amore, nelle nuove amicizie. E la sua preda è proprio Sara, questa ragazza che vuole essere acida e ‘spinosa’, ma in cui Andrea vede da subito molto di più.

Era bello quando l’amore si sentiva e basta. Quando lo lasciavamo libero di cambiarci il sorriso e la giornata, senza tattiche, senza prese per il culo che non c’era tempo da perdere, c’era interesse e allora ok, proviamoci, vediamo che succede. Era bello quando era amore e la paura di viverlo spariva con uno sguardo. E comunque era una paura felice. Altri tempi, più di pelle e meno di scuse. Adesso inventare scuse è diventato un hobby anche per me.

La storia è molto semplice, senza pretese, ma è così vera, così vicina a noi che viene difficile sottovalutarla. Così come viene difficile posare il libro dopo averlo iniziato. Una scrittura lineare, un modo di scrivere che ti prende e con delicatezza va ad analizzare quelle che possono essere le difficoltà nei rapporti famigliari, d’amicizia e d’amore in un’età che non è più quella super ‘studiata’ dell’adolescenza, ma quella un po’ dopo. I venticinque anni, quando molti di noi si ritrovano a fare i conti con la vita, con un lavoro, una casa, magari una nuova famiglia. È un libro scritto col cuore, senza filtri, da un’autrice che ci ha messo tutta sè stessa, in ogni pagina.

Viviamo in un periodo in cui manca troppo amore. C’è uno spreco di speranze, sogni, sentimenti. Così come gli oggetti si rompono e vengono rimpiazzati piuttosto che riparati, dei rapporti, piuttosto che ricucirli o rattopparli si preferisce liberarsene. È un periodo usa e getta, fatto di bacheche che sanno di palcoscenici, di apparenza mascherata da normalità, di ingiustizie, tristezza, cecità, di solitudine riempita con chiunque, che importa, l’importante è coprirla, come la polvere sotto il tappeto, non la vedi, magari per un po’ te ne dimentichi…ma c’è. Quel vuoto dentro ognuno di noi resta sempre, finché non si trova il vero modo per colmarlo. Ci si può prendere in giro solo fino ad un certo punto.

Unica cosa che mi ha lasciato un po’ di prurito, e ne ho già parlato con l’autrice, è la mancanza di una città in cui mettere la storia. Lascia più spazio all’immaginazione, per qualcuno sarà un valore aggiunto perché può sentire la storia ancora più sua. Io personalmente trovo che sia troppo reale per essere lasciata nel regno di molto molto lontano.

Prima di concludere, una parolina per Isa, la migliore amica di Sara. Completamente pazza – in senso buono – espansiva, sincera, vicina. L’amica che tutte vorremmo avere, ma senza sconfinare nell’irreale. È la persona che serve a Sara, qualcuno che abbia un carattere opposto al suo, che la capisce ma cerca di spingerla oltre, che conosce il suo passato ma non glielo ricorda.

Infine, lo ammetto, ho sperato fino all’ultimo in un finale diverso, ma in fondo ci sta così com’è e non posso che ritenermi soddisfatta da questa lettura.

kiafirma