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Teaser Tuesday #21

Buongiorno a tutti! Per la prima volta nella storia di questa rubrica anch’io oggi pubblico un teaser. Ammetto di non leggere molto (fumetti a parte s’intende), spesso perché mi manca il tempo o perché a volte non mi sento troppo ispirata. Ma, finalmente, ho preso in mano un nuovo libro che probabilmente alcuni di voi avranno già letto, ma che mi incuriosiva un sacco e ho deciso di leggerlo in lingua originale per poter cogliere quelle sfumature linguistiche che a volte si perdono con la traduzione.
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A very old man, bent but active, with white moustaches that bristled forward like those of a prawn, pushed open the swing door and went in. As Winston stood watching it occurred to him that the old man, who must be eighty at the least, had already been middle-aged when the Revolution happened. He and a few others like him were the last links that now existed with the vanished world of capitalism. In the Party itself there were not many people left whose ideas had been formed before the Revolution. The older generation had mostly been wiped out in the great purges of the ’fifties and ’sixties, and the few who survived had long ago been terrified into complete intellectual surrender. If there was anyone still alive who could give you a truthful account of conditions in the early part of the century, it could only be a prole. Suddenly the passage from the history book that he had copied into his diary came back into Winston’s mind, and a lunatic impulse took hold of him. He would go into the pub, he would scrape acquaintance with that old man and question him. He would say to him: ‘Tell me about your life when you were a boy. What was it like in those days?

Capitolo 8 – 1984 di George Orwell

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1984While 1984 has come and gone, Orwell’s narrative is more timely than ever. 1984 presents a “negative utopia”, that is at once a startling and haunting vision of the world — so powerful that it’s completely convincing from start to finish. No one can deny the power of this novel, its hold on the imaginations of entire generations of readers, or the resiliency of its admonitions — a legacy that seems to grow, not lessen, with the passage of time.

anna firma

Recensione: La tentazione di Laura di Alessia Esse

I’m back! Sono dovuta andare indietro nel Kindle per trovare un libro da recensire, perché ultimamente, tra esami e poca ispirazione, inizio tanti libri e non ne finisco nessuno. È più o meno la stessa sindrome che mi colpisce ogni anno intorno a gennaio, che mi impedisce di trovare un libro che mi soddisfi. Ma non importa, perché l’ho trovato il libro e quindi mettiamoci all’opera.

la tentazione di laura
Titolo: La tentazione di Laura (Nel Cuore di New York #1)
Autore: Alessia Esse
Editore: Self
Disponibile in italiano:
Goodreads

Lei è una nerd. Lui pure.
Si conoscono per caso.
Si piacciono immediatamente.
Finiscono a letto per una notte.
Ma lui è sposato. E lei non lo sa.

Laura Draper ha ventisei anni e lavora come babysitter. Non è il lavoro dei suoi sogni, ma prima o poi riuscirà ad aprire un ristorante, o almeno così dice a se stessa.
Laura è una nerd, e come tale coltiva diverse passioni: legge e cataloga fumetti, prendendosene cura come fossero suoi figli; segue più serie televisive di quante possa contarne su due mani, cercando di indottrinare clienti e amici; decora il suo appartamento newyorkese con LEGO e riproduzioni in scala, e frequenta le convention con cadenza religiosa.
È ad uno di questi eventi, il Comic-Con di New York, che – intenzionata a buttarsi alle spalle il tradimento del suo ex e la possibilità di un nuovo dramma familiare – conosce un ragazzo travestito da Batman. Complici i gusti in comune in fatto di faccende nerd e l’attrazione che provano immediatamente l’uno per l’altro, Laura e Batman finiscono in una camera d’albergo per una notte che diventerà importante per le vite di entrambi.

La tentazione di Laura è un romanzo autoconclusivo. Dato il contenuto di certe scene, la lettura è consigliata ad un pubblico adulto.

 

Alessia Esse è una certezza ormai. Ho amato la Trilogia di Lilac e un po’ temevo il cambio di genere, ma mi sono voluta fidare di Alessia e dei consigli di varie amiche; di conseguenza mi sono buttata nella lettura di questo romanzo e mi sono innamorata.

Sono una persona a cui piace provare a immaginare come andrà avanti la storia e adoro quando leggendo scopro di aver indovinato. In questo modo mi sembra di riuscire a comprendere i personaggi e di aver capito un po’ come ragionano, se sono in grado di indovinare la loro prossima mossa. Alessia è riuscita a tessere una storia intricata, in cui indovinavo alcune cose, ma subito dopo arrivava qualcosa che sconvolgeva il tutto.

In una New York da favola, la città viene praticamente messa in sottofondo, dando spazio a tante scene casalinghe e all’interazione tra i personaggi.

Laura è molto simile alla persona che mi aspetto di essere io alla sua età (anche se non manca troppo ormai). È una nerd incredibile, addicted (scusate, ma drogata è veramente brutto da dire) di serie tv, fumetti e cosplaying. Come tante persone, ha un sogno nel cassetto e ogni cosa nella sua vita è finalizzata alla realizzazione di quel sogno. Vorrebbe diventare una cuoca e aprire un ristorante tutto suo ed è incredibile come il lettore riesca a percepire questo suo desiderio, grazie ad una meticolosa caratterizzazione del suo personaggio. È una sognatrice, di quelle che, nonostante sappiano che uomini del genere siano difficili, se non impossibili, da trovare, sogna il principe azzurro, o al limite un eroe della Marvel. Il suo modello di vita è Carrie Mathison, della serie tv “Homeland” e ogni volta che deve prendere una decisione importante si chiede “Cosa farebbe Carrie?”. Non è una persona impulsiva ma, dopo essere stata tradita dal suo ragazzo ed essere fuggita al Comic-Con per distrarsi, decide di lasciarsi andare e di seguire un affascinante ragazzo vestito da Batman nella sua camera d’albergo.

Amiamo i mondi di fantasia perché il mondo in cui viviamo non ci soddisfa completamente. Troviamo conforto e rifugio nelle pagine di un fumetto, o nell’episodio di un telefilm epico, perché nella fantasia altrui troviamo ciò che la nostra realtà non ci ha ancora dato. Perché vorremmo di più dal mondo reale, e da noi stessi. Grazie a loro ci sentiamo diversi, migliori, forse più forti. Se Iron Man riesce a salvare il pianeta, allora anch’io potrò salvare gli alberghi di mio padre. Se Carrie Mathison riesce ad uccidere un terrorista, allora anche tu potrai fare un lavoro che non ti piace. Non c’è nulla di più immaturo, me ne rendo conto. Un uomo e una donna in età adulta che investono tempo e denaro in faccende da adolescenti. In molti la considerano una follia.

È con una semplice decisione che comincia questa storia d’amore. Con una tessera di un albergo e la voglia di fare qualcosa per sè stessa e, per una volta, non dover pensare alle conseguenze. Ma si sa, la vita gioca brutti scherzi o, forse, al destino non si può fuggire. Laura, che di lavoro fa la babysitter per un’agenzia, si trova, dopo una notte di passione insieme a Batman, a dover fare una seconda scelta decisiva: diventare o meno la governante del figlio di Batman, il cui nome è William, e di sua moglie.

Capiamo fin da subito che qualcosa non va nella famiglia di William. L’uomo sensibile e divertente che Laura ha conosciuto al Comic-Con è scomparso, lasciando spazio ad un imprenditore freddo e distante. Mi aspettavo che si presentasse una situazione del genere, altrimenti sarebbe stato tutto rose e fiori e qualcosa tra i due protagonisti doveva succedere. Non voglio raccontare troppo della trama, perché questo romanzo va assaporato pagina per pagina per scoprire ogni piccola cosa e godersela appieno.

William è un puzzle, che va studiato e analizzato per un sacco di tempo prima di capire dove si incastrano tutti i pezzi. È ovvio che qualcosa gli impedisce di essere sè stesso e Laura farà davvero fatica a comprenderlo e a permettersi di innamorarsi. È un padre meraviglioso e un marito perfetto, ma qualcosa non quadra. È anche lui, come Laura, un nerd a livelli inimmaginabili e la sua stanza nerdosa è il mio sogno: divano comodissimo, schermo enorme e migliaia di DVD di ogni serie. Nel mio caso basterebbe aggiungere una libreria immensa e sarebbe il paradiso.

I personaggi secondari ci sono e sono sicuramente importanti, ma in questo libro l’attenzione principale è su Laura e William, senza possibilità di distrazione. Alessia non ci permette di distogliere gli occhi dalle pagine o di provare a conoscere meglio le amiche di Laura o il migliore amico di William. Sono certa che impararemo a conoscerli meglio nei prossimi libri, ma in questo primo volume l’unica cosa che conta sono i protagonisti.

La magia non sta solo nella storia, ma anche nel come è scritta. Non leggo molti libri di autrici o autori italiani, ma Alessia ormai la conosco e si conferma grandiosa. Ha una delicatezza e una leggerezza nello scrivere che rende ogni cosa una poesia. Il romanzo scorre che è una meraviglia e nel giro di poche righe ci ritroviamo a New York, a fianco dei protagonisti.

Esistono tante scuole di pensiero per capire che tipo di partner avrai fra le lenzuola: fai attenzione a come cammina, fai attenzione a come mangia, fai attenzione a come muove il bacino quando balla. Per me è il primo bacio quello che conta. Dimmi come baci e ti dirò come sarai a letto.

L’unico punto che mi ha lasciata un po’ perplessa perché l’ho trovato un po’ forzato, è il segreto della famiglia di William, di cui però non voglio dire nulla per non rovinarvi la sorpresa. Se avete letto il libro sono curiosa di sapere cosa ne avete pensato voi.

Non vedo l’ora di avere fra le mani il prossimo volume della trilogia, per potermi immergere di nuovo nell’atmosfera di New York e del mondo che Alessia ha creato.

rating 4
mon firma

Teaser T-T-Wednesday #20

Buongiorno. Lunedì ho dato l’ultimo esame di questa interminabile sessione estiva e ieri, prima di iniziare a studiare per l’ultimo (!!!!!) esame di settembre, sono stata tutto il giorno spiaggiata al lago a prendere il sole con la Mon. La mancanza di connessione ha fatto slittare il Teaser a oggi. Mi dispiace ma non ce l’ho proprio fatta. Quindi, considerando che ormai non è più un vero Teaser Tuesday, ho deciso anche di scegliere io stessa il passo da proporvi, optando per una parte che ho trovato parecchio divertente. Aggiungo che ieri sera ho anche finito il libro, quindi a breve arriverà anche la recensione.
teaser tuesday

Tutto a un tratto Jamie si piegò in avanti e mi afferrò il polso, tenendomi il braccio a mezz’aria.
«Che cosa stai facendo?» domandai, spaventata.
«Che cos’hai fatto tu, Sassenach?» mi chiese, di rimando, con lo sguardo fisso sotto il mio braccio.
«Mi sono rasata», replicai orgogliosa. «O, piuttosto, mi sono fatta la ceretta. Louise aveva chiamato la sua servante aux petits soins – la sua estetista personale, capisci? –
a casa sua, oggi pomeriggio, sicché me la sono fatta fare anch’io.»
«La ceretta?» Jamie spostò lo sguardo piuttosto sconvolto sul candelabro accanto alla brocca, poi di nuovo su di me. «Ti sei messa della cera nelle ascelle?»
«Non quel tipo di cera lì», lo rassicurai. «Cera d’api profumata. L’estetista l’ha scaldata e poi me l’ha spalmata sotto il braccio. Una volta raffreddata, la tiri via in un unico strappo», spiegai, sussultando al ricordo, «e buonanotte ai suonatori.»
«I suonatori di mia conoscenza non approverebbero mai simili condotte», ribatté severamente Jamie. «Perché diavolo hai fatto una cosa del genere?» Scrutò da vicino il punto in questione, sempre tenendomi il polso all’aria. «Non è dol… dolo… tciuù!»
Mi lasciò cadere la mano e indietreggiò rapidamente.
«Non è doloroso?» domandò, con il naso di nuovo sepolto nel fazzoletto.
«Be’, un pochino», ammisi. «Ne vale la pena, però, non credi?» domandai, sollevando entrambe le braccia come una ballerina e girandomi lentamente sulle punte. «È la prima volta da mesi che mi sento del tutto pulita.»
«Ne vale la pena?» ripetè, un po’ stordito. «Cosa c’entra la pulizia con il fatto di strapparsi tutti i peli da sotto le braccia?»
Mi resi conto con un certo ritardo che nessuna delle donne scozzesi da lui conosciute usava alcuna forma di depilazione. Oltretutto Jamie non era mai entrato in contatto sufficientemente intimo con una parisienne di alto rango per sapere che molte di loro, invece, lo facevano. «Be’», dissi, comprendendo all’improvviso le difficoltà che un antropologo si trova ad affrontare quando cerca di interpretare le più eccentriche usanze di una tribù primitiva. «Si sente molto meno odore», suggerii.
«E cos’è che non va con il tuo odore?» sbottò con veemenza. «Almeno odoravi come una donna, non come un dannato giardino di fiori. Cosa pensi che io sia, un uomo o un calabrone? Potresti darti una lavata, Sassenach, in modo che io non debba continuare a starti a tre metri di distanza?»
Presi un panno e cominciai a pulirmi il busto. Madam Laserre, l’estetista di Louise, mi aveva applicato olio profumato su tutto il corpo: mi augurai che venisse via in fretta. Era sconcertante vedermi indugiare Jamie tutto intorno, appena fuori dal raggio olfattivo, a guardarmi con occhi torvi come un lupo che accerchiasse la preda.
Voltate le spalle per immergere il panno nel catino, buttai lì con disinvoltura:
«Ehm, mi sono fatta depilare anche le gambe».
Gettai una breve occhiata dietro la spalla. Lo shock iniziale stava ora cedendo il passo a un totale smarrimento.
«Le tue gambe non avevano nessun odore», protestò. «A meno che tu non abbia sguazzato nello sterco di vacca fino al ginocchio.»
Mi girai e mi tirai su la gonna, tendendo la gamba per mettere in mostra le curve delicate dello stinco e del polpaccio.
«Ma così sono tanto più carine», gli feci notare. «Tutte belle lisce, non come quelle di King Kong lo scimmione.»
Si guardò le proprie ginocchia ricoperte di peluria, offeso.
«Sarei una scimmia, io?»
«Non tu, io!» ribattei, sull’orlo dell’esasperazione.
«Le mie gambe sono molto più pelose di quanto lo siano mai state le tue!»
«Be’, per forza: tu sei un uomo!»
Inspirò a fondo come se fosse sul punto di rispondere, ma poi espirò senza dire nulla, scuotendo la testa e borbottando qualcosa tra sé in gaelico. Si buttò a peso morto sulla poltrona e si rilassò contro lo schienale fissandomi con gli occhi socchiusi e bofonchiando di tanto in tanto una parola sottovoce. Decisi di non chiedere la traduzione.

Capitolo 11 – L’AMULETO D’AMBRA (Outlander #2) di Diana Gabaldon

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l'amuleto d'ambraScozia, 1945. Claire Randall, infermiera militare, attraversa un magico cerchio druidico e, misteriosamente, si trova catapultata nelle Highlands del 1743, straniera in una terra dilaniata dalla guerra e dalle faide dei clan rivali. È il 1968 e dopo vent’anni di silenzio durante i quali Claire non ha svelato a nessuno il suo segreto, torna con la figlia Brianna, una splendida ragazza dai capelli color del rame, alla Collina delle Fate, il luogo incantato dove è cominciata la sua avventura. Qui cerca il coraggio di raccontarle il suo viaggio nel tempo e il suo amore per un guerriero scozzese che in un’altra vita e in un’altra epoca l’aveva conquistata. E sarà nel tentativo di ritrovare il suo amato che Claire si ritufferà nelle vertigini di un passato che dalle terre desolate e solitarie della Scozia l’aveva portata sino alla sfarzosa corte di Versailles. Ma il cammino che dovrà percorrere sarà lungo e non privo di ostacoli e di sorprese…

kia firma

Teaser T-T-Wednesday #19

Buongiorno a tutti!
Il teaser di oggi è preso da un libro che ho scoperto per caso spulciando il web ed è una storiella semplice, ma davvero carina. Cosa succederebbe se i personaggi dei libri esistessero davvero e continuassero a vivere anche dopo che abbiamo richiuso la copertina? Cosa succederebbe se una ragazza del mondo reale scoprisse questa cosa e si innamorasse del protagonista della sua favola preferita?
Chi non si è mai messo a fantasticare su un personaggio desiderando che questo diventasse realtà?
Between the Lines prova a rispondere a queste domande e è una piacevole lettura per accompagnare un pomeriggio di relax.
teaser tuesday

“When ships don’t make it around the Cape of Passing Tides, we collect what’s left behind.” She picks up a diamond tiara. “You just never know when the stuff is going to come in handy.”
Kyrie dives into a pile of gleaming coins, sending them spinning in slow motion in the water. She emerges a moment later, holding a swath of indigo velvet. “I think this one will bring out her eyes,” she says, shaking out a gown with lace at the neckline and sleeves. Golden embroidery crisscrosses the bodice. It’s prettier than anything I’ve ever seen.
Ondine unlaces the back of the gown as Kyrie helps me out of my clothes. I step into the puddle of billowing fabric. The mermaids pull it up around me and tie me in tight. They swim back, examining me.
“What?” I say. “Is it awful?”
“There’s something missing…” Marina muses. She reaches into a wooden chest beside her and pulls out a rope of pearls, fastening it around my neck. “There. Perfect.”
“You think?” I ask shyly, and in response, they reach for my arms again and swim me out of the watery cave, up to the surface. I find myself balanced on the same rock where I’d been sitting earlier, crying.
I look at my reflection in the water. I’m stunning. If a little damp.
The mermaids bob in the waves, the sleek caps of their hair glistening in the sunlight. “This time,” Marina says, “that guy will never let you out of his sight.”
That’s what I’m hoping. I want to go home, but I want Oliver to come with me. Which means we both owe each other an apology.
I look at each of the mermaids in turn. “I can’t thank you enough,” I say.
They all sigh, or maybe that’s just the sound of the ocean crashing against the rocks, because when I look back they’ve disappeared, and if not for the fact that I’m wearing a very pretty, very soggy gown, I would think I’ve imagined the whole thing.
I am halfway back to the castle when the ground beneath my feet starts rumbling. I look overhead, expecting a thunderstorm, but all I can see are the dangling bits and pieces of words. Suddenly, there is a cloud of rising dust and a distant whinny, and I can make out the figure of Oliver riding his horse at a breakneck pace in my direction.
When he sees me, he pulls back on the reins, and Socks rears, his front legs pawing at the air in front of him. Oliver dismounts and rushes toward me. Before I can even apologize, he grabs me and hugs me tight. “I’m so sorry,” he says. “I wasn’t thinking of how much you had to lose. Only of how much I had to gain.”
I hug him back. “I know. We’ll find a way to get me home. But you’re coming with me.”

BETWEEN THE LINES (Between The Lines #1) di Jodi Picoult e Samantha van Leer

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between the linesDelilah is a bit of a loner who prefers spending her time in the school library with her head in a book—one book in particular. Between the Lines may be a fairy tale, but it feels real. Prince Oliver is brave, adventurous, and loving. He really speaks to Delilah.
And then one day Oliver actually speaks to her. Turns out, Oliver is more than a one-dimensional storybook prince. He’s a restless teen who feels trapped by his literary existence and hates that his entire life is predetermined. He’s sure there’s more for him out there in the real world, and Delilah might just be his key to freedom.
A romantic and charming story, this companion novel to Off the Page will make every reader believe in the fantastical power of fairy tales.

mon firma