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Recensione: Flawed. Gli Imperfetti di Cecilia Ahern

Buon venerdì!
Qui l’estate sembra essere davvero finita, c’è stato un calo di più di 10 gradi durante la notte e temo che andrà peggiorando. A me piace il freddo quindi in realtà sono abbastanza contenta.
Concludiamo la settimana parlando di un libro che ho divorato in spiaggia e che vi consiglio.È un distopico davvero piacevole.

flawed cover

Titolo: Flawed. Gli imperfetti
(Flawed #1)
Autore: Cecilia Ahern

In un futuro non molto lontano, in un mondo non molto diverso, il giudice Crevan conduce una spietata guerra contro l’immoralità. È lui e lui solo a decidere chi sia un cittadino modello, e chi invece sia un imperfetto, un essere fallato da marchiare a fuoco con una F sul petto e da allontanare dalla società civile. Celestine ha diciassette anni e non ha mai avuto dubbi sul suo ruolo nel mondo: è una figlia perfetta, una studentessa perfetta, ed è anche una fidanzata perfetta. La fidanzata di Art, il figlio del giudice Crevan. Ma un giorno tutto cambia. Celestine vede un fallato in fin di vita e sente di doverlo aiutare. D’un tratto tutto ciò che ha sempre ritenuto giusto non lo è più. Perché la compassione è più forte. Più forte della legge e delle rigide regole del giudice Crevan. Celestine decide quindi di aiutare il pover’uomo e quella decisione cambia la sua vita in un attimo…

Non è difficile immaginare un mondo in cui si viene giudicati per le proprie azioni, in cui un singolo errore ci può costare gravissimo e ci venga impresso addosso un marchio che ci renda riconoscibili come “fallati”, sbagliati. Dico che non è difficile immaginare un mondo così perché siamo una società che giudica spesso in maniera troppo superficiale e senza conoscere a fondo le cose, quindi dal semplice giudicare all’agire secondo questo giudizio il passo è corto.

Celestine è la prima che non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi davanti al Giudice Crevan, padre del suo ragazzo, accusata di aver aiutato un Fallato e quindi di essere Fallata lei stessa. Una ragazza che si è sempre basata sulle regole e sulla logica, che vede il mondo in bianco e nero, che inizia piano piano a capire che qualcosa nel suo mondo non va e che forse la minaccia non è quella che le hanno sempre mostrato.

“Flawed” è un libro che non ha molta azione, con qualche scena un po’ cruenta che con la mia immaginazione mi sarei volentieri evitata e con una scrittura davvero scorrevole che rende la lettura incredibilmente piacevole nonostante la sopracitata poca azione.
La Ahern ha creato un mondo estremamente credibile, distopico sì, ma al punto che sembra che un mondo così sia possibile se solo aspettiamo qualche anno. È anche un libro che fa riflettere sull’importanza di ragionare con la propria testa e sull’essere compassionevoli.

Celestine è un personaggio per cui si possono provare varie emozioni. Io ho oscillato dall’amarla in alcuni passaggi al volerla prendere a sberle in altri. È quasi troppo perfetta. Affronta tutto a testa alta, senza quasi mai cedere, nonostante le sofferenze subite e si butta a capofitto in una situazione forse più grande di lei. Riesce con la sua mente e la sua personalità dove prima di lei avevano fallito in parecchi e piano piano inizia a cercare un modo per far uscire allo scoperto quello che è successo il giorno che ha ricevuto la sua punizione.

Ho avuto un solo piccolo problema con questo libro ed è il romance. Celestine sta con Art all’inizio del libro, ma il ragazzo ha difficoltà a gestire la situazione che si viene a creare tra suo padre e la sua ragazza. Nel corso del libro Celestine conosce Carrick e parte un’insta attrazione perché non si può parlare di instalove che mi ha fatto storcere il naso più volte durante la lettura. Avessimo tolto dal libro Carrick e Art probabilmente avremmo avuto una storia più soddisfacente e ci saremmo risparmiati le paranoie inutili della protagonista.

Insomma, un libro davvero ben fatto che ho letteralmente divorato (l’ho finito in una giornata al mare) per poi buttarmi a pesce sul secondo, di cui spero di parlarvi presto. Se “Flawed” vi ispira, ma non siete convinti a iniziarlo perché il secondo non è ancora stato tradotto, non disperate, uscirà l’11 settembre quindi forza, tutti a leggere il primo libro.


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Recensione: The Player di Vi Keeland

Buongiorno lettori! Ho deciso che adesso mi metto d’impegno e, a costo di rileggere pezzi di libri già letti – scrivo le 10 (?) recensioni arretrate. Ho passato un periodo in cui finivo un libro e la voglia di recensire era pari a quella che può avere un gatto di fare il bagno: ora cerco di uscirne. Il libro di cui vi voglio parlare oggi è The Player di Vi Keeland. Lo conoscete?

the player cover

Titolo: The Player
Autore: Vi Keeland

La prima volta che Delilah incontra il famoso quarterback Brody Easton è in uno spogliatoio maschile, al termine di una partita. È la sua prima intervista come commentatrice sportiva. Un incarico importante e conteso, per il quale sono stati presi in considerazione molti altri giornalisti uomini, ma sui quali Delilah ha avuto la meglio, dopo molta gavetta e molti sacrifici.
Figlia di un famoso giocatore di football, Delilah è praticamente cresciuta in questo mondo, una mosca bianca in un universo di testosterone, sa come muoversi e non è facile metterla in un angolo. Eppure, quando Brody Easton già alla prima domanda decide di mettersi a nudo, letteralmente, lasciando cadere l’asciugamano che lo copre, lei non sa proprio che fare. A metterla in difficoltà non è tanto la statuaria bellezza, quanto l’atteggiamento provocatorio e la sfacciataggine dell’atleta che, fin da subito, inizia infatti a flirtare con lei. Ma Delilah non esce con i giocatori. O meglio, non esce con quel tipo di giocatore: di bell’aspetto, forte, arrogante, che vive di vittorie e conquiste, dentro e fuori dal campo. E Brody Easton in questo è un vero giocatore…

The Player è stata la mia ‘seconda possibilità’ alla Keeland. L’anno scorso avevo letto Bossman che mi era sì piaciuto, ma non mi aveva catturata come invece raccontavano le numerose recensioni. Non avevo trovato quella frizzantezza e quell’originalità che mi aspettavo. Avevo trovato una lettura da ombrellone, ben scritta, piccante al punto giusto ma nulla di più.
Quest’anno ho deciso di darle un’altra chance, vista la popolarità delle sue storie e quindi mi sono tuffata su The Player. Devo dire la verità, con questo volume – che mi è piaciuto più di Bossman – ho rivalutato questa autrice che comunque non credo rientrerà mai nelle mie preferite.

Il mio voto rimane comunque positivo, tre stelline piene e anche qualcosa in più. Cosa mi è piaciuto quindi nonostante il mancato feeling con l’autrice? E perché non è sbocciato l’amore (il mio perlomeno)?
The Player è una storia che scorre via, che si fa leggere in un batter d’occhio. I personaggi sono stereotipati, ma stereotipati bene. Permettono al lettore di immedesimarsi nella storia, di ritrovarsi in uno schema che ci si aspetta quando si apre un libro di questo tipo ma senza mai annoiare. La seconda parte del libro, così come era successo con Bossman, scorre fin troppo veloce, in un precipitare di eventi ammassati che confluiscono in un finale che non lascia convinti al 100%. È stato sostanzialmente questo a non convincermi, la risoluzione troppo veloce di una trama che era partita bene, piena di spunti.

Delilah è una giornalista sportiva, figlia di un giocatore di football e alle prese con le sue prime interviste. Delilah è una donna normalissima, con un suo lavoro che le piace ma non un capo che tenta di denigrarla. Vive da sola ed è cresciuta seguendo le partite del padre e si porta dietro le ferite del suo grande amore.

Alla sua primissima intervista negli spogliatoi, conosce Brody Easton, uno dei più famosi quarterback che – indovinate un po’? – è uno schianto. Brody è bellissimo, ovviamente fisicato, pare anche intelligente e simpatico. Piccolo particolare, non ha nessuna intenzione di impegnarsi dopo una storia finita malissimo.

La storia tra i due protagonisti devo ammettere che mi ha presa parecchio. Delilah e Brody sono due persone scottate dall’amore, sfiduciate. Non si sentono pronti a ripartire, i ricordi dei rispettivi amori giovanili sono troppo forti. Eppure cominciano a conoscersi e ad aprirsi e la storia della loro crescita è davvero bella. Purtroppo nell’ultima parte del libro ‘crescono’ un po’ troppo velocemente e le cose si concludono in maniera poco verosimile.

Ho apprezzato comunque questi due personaggi, ironici e chiusi a riccio. Ho adorato le scene in casa di riposo, dove Brody va a trovare Marlene, una specie di nonna, per lui. Marlene è un personaggio chiave nella storia e mi è piaciuto conoscerla un po’ meglio seppur filtrata dal punto di bista di Brody.

Altro punto a favore, il doppio POV alternato, una cosa che nei romanzi rosa mi affascina sempre.

In sostanza un libro divertente e scorrevole, piacevole per passare qualche ora sotto l’ombrellone, ma a cui manca qualcosa. O forse sono davvero io che non riesco ad entrare in sintonia con lo stile della Keeland. Voi avete letto qualcosa di suo?


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Recensione: La poesia dell’anima di Patrisha Mar

Buongiorno lettori!
Sono rientrata oggi a lavoro post ferie e devo dire di non essere troppo entusiasta. Sto cercando di recuperare recensioni arretrare e tra le varie oggi vi propongo una storia dolce e romantica.

La scrittura della Mar mi è piaciuta molto e spero di leggere presto altro di suo.

la poesia dell'anima cover

Titolo: La poesia dell’anima
Autore: Patrisha Mar

Giulio Dante è un giovane meccanico che vive ad Ancona, ha una passione segreta per la poesia e fa da padre al fratello Tommaso, che ha la sindrome di Down. Nella sua vita non c’è posto per l’amore, ma solo per avventure mordi e fuggi. Solo che Giulio non ha fatto i conti con il destino: sarà proprio una delle sue “avventure”, infatti, la prorompente Dafne, a presentargli Anna Prete, futura impiegata dell’officina. Chissà se il loro rapporto resterà puramente professionale…
Una storia d’amore delicata e romantica, in cui i protagonisti sono alla ricerca di se stessi e del proprio posto nel mondo. Sentimenti, voglia di riscatto, rimpianti, equivoci, paura, amicizia e amore: gli ingredienti perfetti per un romanzo che punta dritto al cuore.

“La poesia dell’anima” è un libro di cui non so bene come parlare. Amo i romance, ne leggo davvero tantissimi e quando mi è stato proposto di leggere questo libro non ho detto di no. Non conoscevo la Mar come autrice e ne ho approfittato data l’occasione.

Ho dato una breve sbirciata alle recensioni su GoodReads prima di iniziare la lettura e le super recensioni positive mi hanno caricata per bene. Peccato che il mio entusiasmo sia calato leggermente con la lettura. Ora, non dico che la storia sia brutta, anzi. Non è nemmeno scritta male, perché la Mar ha una scrittura davvero piacevole, che non annoia e accompagna il lettore in maniera delicata, come in una poesia.

Il problema principale che ho avuto io con questa storia è la quasi assenza di interazione fisica tra i personaggi e l’apparente mancanza di crescita della protagonista. Dico apparente perché non riesco a capire se ho letto questo libro in un momento sbagliato e non sono riuscita ad apprezzarlo come avrei voluto perché avevo bisogno di altro oppure magari sono io che non ho visto la crescita che invece tante recensioni segnalano.

La storia non è complessa e questo l’ho apprezzato. Ho trovato un paio di cose leggermente troppo forzate, ma alla fine mi sono divertita a seguire Anna e Giulio mentre imparavano a conoscersi. Lo ammetto candidamente, avrei voluto di più. Più approfondimenti sui protagonisti, più background, più azione tra di loro. Di nuovo, è una mia preferenza personale perché amo i personaggi di cui so anche quanti nei hanno, non vuol dire che voi non possiate apprezzarla al massimo.

Anna e Giulio sono un po’ due anime affini. Pensano tantissimo e agiscono poco. Fanno affidamento più alle parole che ai gesti e questo può piacere come no. Io, come ho detto sopra, avrei preferito più contatto fisico anche per giustificare una conoscenza più “completa” tra i due mentre nasce la loro storia.

La timidissima Anna sembra una ragazza di altri tempi, tutta gonne lunghe e rossore sulle guance ad ogni parola. Mi è piaciuta, ma avrei voluto prenderla e scuoterla più volte per dirle di smetterla di farsi tutte quelle paranoie e di agire, prendere in mano la situazione.

Giulio invece pare il sogno di metà ragazze della mia generazione. Ryan Gosling è, effettivamente, un bel vedere e chi non sognerebbe di trovarselo al lavoro? Lui è il tipico ragazzo dolce e profondo che si nasconde dietro alle sveltine con ragazze random per non soffrire. Pure a lui, due scrollate e quattro calci nel sedere sarebbero serviti.
Il fatto che mi abbiano fatto dannare così tanto significa che l’autrice è riuscita a farli sembrare reali, come se potessimo uscire di casa e vederli lì. Peccato sempre per il mancato approfondimento. Io, da curiosa come una scimmia quale sono, avrei voluto sapere molto molto di più su di loro e sulle loro relazioni con i personaggi secondari.

Parlando di questi, il premio “Miglior personaggio” per me lo vince Tommaso, il fratellino di Giulio affetto da Sindrome di Down. Oltre a essere nerd a livelli altissimi, cosa sempre apprezzata, Tommaso ha una visione del mondo candida, come quella di un bambino. Vede amici ovunque, si innamora, cerca di essere un corteggiatore ottimale e cerca la sua indipendenza in ogni modo possibile, lottando per ottenere ciò che vuole.
“La poesia dell’anima” è, secondo me, un libro da leggere quando si vuole qualcosa di leggero, che non sia colmo di azione. È un libro delicato, poetico che può piacere o meno. Io, personalmente, l’ho trovato bello, ma quel mio volere di più dai personaggi non mi ha permesso di apprezzarlo appieno. Se lo leggete o lo avete letto fatemi sapere cosa ne pensate. Sicuramente leggerò altro dell’autrice perché la sua scrittura mi è piaciuta molto. Che altro suo libro mi consigliate?


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Recensione: Non è troppo tardi di Sam P. Miller

Buongiorno lettori!
Concludiamo al meglio la settimana con addirittura due recensioni. La prima è quella di “Non è troppo tardi”, libro di cui vi avevo parlato qualche tempo fa quando avevo postato il Cover Reveal. Nel pomeriggio invece ne posterà una Kia.

Non è troppo tardi cover

Titolo: Non è troppo tardi (Se ti amassi ancora #2)
Autore: Sam P. Miller
Editore: Self

Il tempo è un gran guaritore, può curare ogni ferita. Ecco perché, dopo un po’, i ricordi sembrano sbiadire e fare meno male.
Cosa ne è stato di Alex e Olivia? Del batticuore, del loro amore così tormentato?
La vita è andata avanti, sono cresciuti e hanno stravolto le loro abitudini ma non i sentimenti, quelli veri sono rimasti.
Olivia ha ventisei anni, una laurea in psicologia, una carriera avviata e un fidanzato che la ama più di ogni altra cosa al mondo.
Alex, invece, è diventato socio di un’importante studio di architettura. Nella sua vita non c’è più spazio per l’amore, l’unica evasione che si concede è un’arida relazione di sesso, nella quale i sentimenti non sono oggetto di trattativa.
Due vite molto diverse che procedono spedite a undici Stati di distanza l’una dall’altra, ma poi entra in gioco lui… il destino, che come un abile mazziere rimescolerà le carte in modi così imprevedibili che nessuno dei due potrà sottrarsi a quella partita, perché, in fondo, non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco.

Ho avuto la fortuna di poter leggere in anteprima questo libro, anche se la recensione esce oggi, a più di una settimana dalla pubblicazione. Se ricordate avevo letto qualche tempo fa il primo libro della serie che mi era piaciuto, ma aveva qualche piccola cosa che non mi aveva convinta. Il secondo libro della serie “Se ti amassi ancora” mi è piaciuto molto di più anche se alcune cose non mi hanno convinta nemmeno qui.

Sono passati dieci anni dal primo libro e Alex e Olivia sono cambiati moltissimo. Lui è diventato un architetto molto bravo, mentre lei è psicologa. Non si sentono da anni e non hanno più alcun tipo di rapporto, avendo vissuto per la maggior parte del tempo in due vite diverse. Tutto cambia quando Alex torna a vivere nella stessa città di Olivia. È qui che l’autrice inizia a intrecciare di nuovo le loro storie e pianta nella nostra mente un seme che ci fa credere che forse il Destino esiste.

Ho apprezzato l’enorme crescita che hanno avuto i protagonisti, Olivia soprattutto. Da ragazzina so tutto io tutta perfettina è diventata una donna sicura di sé e delle sue capacità, con la risposta pronta e che non si lascia mettere i piedi in testa. Alex non è più il ragazzino che si comporta da uomo macho che era al liceo. È diventato un uomo complesso, che riflette su cosa vuole dalla vita, che ama il suo lavoro e che se vuole qualcosa dalla vita fa di tutto per ottenerla e non perderla.

La trama è abbastanza scontata, nel senso che il finale del libro è quasi ovvio fin dall’inizio, ma è comunque molto piacevole da leggere e alcuni momenti mi hanno proprio divertita. Forse a volte ci sono state un paio di forzature, ma a questo Destino ogni tanto una mano gli serve.

La cosa che non ho apprezzato particolarmente è il modo in cui viene gestito il fidanzato di Olivia. È un personaggio che ha del potenziale e che si apprezza nel corso del libro, ma che ad un certo punto smette praticamente di esistere (quando Olivia è a New York) e che viene messo da parte fin troppo in fretta. Poteva essere usato per creare del sano drama e per avere una storia un po’ più realistica.

L’autrice è riuscita a creare un bel seguito, piacevole da leggere e che tiene incollati alle pagine per scoprire che ne sarà dei due protagonisti. Consiglio entrambi i libri a chi quest’estate ha voglia di un po’ di amore e di credere che ognuno di noi abbia qualcuno con cui è destino stare.


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