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Recensione: Dentro l’acqua di Paula Hawkins

Buongiorno lettori. Non pensavo ce l’avrei fatta, ma alla fine sono riuscita a spuntarla contro una recensione anche questa settimana. Oggi vi parlo di un libro uscito da un po’ di tempo ma che ho appena finito. Si tratta di Dentro l’acqua di Paula Hawkins, libro che avevo in TBR da un po’ e che ho letto grazie all’iniziativa #igiallicondestinodicarta. Prima di passare alla recensione vorrei rigraziare Afra di Destino di carta per questa iniziativa che mi ha riavvicinata a thriller e gialli dopo qualche anno che ne leggevo davvero pochi. Ammetto di non essere stata super partecipe al gruppo di lettura causa un sacco di impegni, ma mi ha fatto piacere avere qualcuno con cui commentare a caldo nei punti salienti dei libri letti insieme. Ma vediamo com’è andata la lettura.

dentro l'acqua cover

Titolo: Dentro l’acqua
Autore: Paula Hawkins
Editore: Piemme

Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell’Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l’hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n’è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine – donne “scomode”, difficili, come lei -, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il segreto che l’ha trascinata con sé dentro l’acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l’acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra.

Dentro l’acqua è un libro che, come era successo per La ragazza del treno tempo fa, mi lascia con sentimenti contrastanti.

Il libro parte confusionario, molto confusionario. Ci ritroviamo catapultati in mezzo alla situazione, con capitoli in prima o terza persona, ognuno dedicato ad un personaggio differente. A volte gli archi temporali si sovrappongono, altre volte ci sono dei buchi o dei salti indietro. I nomi sono tanti, imparentati e associati nei modi più disparati e per questo davvero difficili da riordinare in testa. Al primo terzo di romanzo non si riesce a dare un senso. Si legge, si cerca di capire qualcosa, ma la confusione, anziché dipanarsi, sembra aumentare sempre di più. Ad un certo punto le cose iniziano ad allinearsi, a collegarsi tra loro. Ed è a quel punto che automaticamente parte il detective che è in ogni lettore di thriller per cercare di capire l’assassino, il colpevole, la verità.

Di contro l’autrice ha fatto un lavoro secondo me stupendo. Porta il lettore quasi all’esasperazione, ad un punto di confusione che è abbastanza al limite, per poi dargli gli elementi necessari a far collegare tutto, cambiando però le carte in tavola, senza cadere mai nello scontato. Il suo modo di scrivere mi piace: molti pov molto differenti tra loro che rispecchiano pensieri e personalità dei vari protagonisti. Tutto il libro è costruito su un gioco di supposizioni, salti temporali e segreti dei vari protagonisti. Tutti, chi più chi meno, hanno un ruolo fondamentale all’interno della storia, anche chi sembra messo lì per confondere ulteriormente, per ‘dare fastidio’.

I protagonisti sono tutti molto ‘surreali’, non sono riuscita a sentirli vicini e concreti nonostante la Hawkins li caratterizzi molto bene, sia dal punto di vista caratteriale che fisico. Probabilmente il gioco di segreti costruito dall’autrice, la sensazione dei protagonisti di non sapere chi hanno realmente davanti si riflette sul lettore che non riesce a renderli reali. Non lo considero un punto negativo, anzi sono convinta che un po’ sia voluto. Non è un romance dove per emozionarci ci dobbiamo immedesimare nei protagonisti, in questo caso siamo degli osservatori esterni che hanno la possibilità di cogliere solo stralci della vita dei vari personaggi.

In conclusione, Dentro l’acqua è un thriller che secondo me, nonostante sia un po’ contorto, merita di essere letto. Unico consiglio, prendetevi il tempo di leggere: non è un libro da un capitolo al volo quando capita, altrimenti la confusione la farà decisamente da padrona.


 

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Recensione: La stanza della tessitrice di Cristina Caboni

Buongiorno lettori! Cerco di proseguire con le recensioni, rimanendo fedele all’obiettivo di riuscirvi a parlare degli utlimi libri che ho letto, per lo meno quelli che mi sono piaciuti molto. Uno di questi è La stanza della tessitrice di Cristina Caboni che mi è stato gentilmente fornito da Garzanti.

la stanza della tessitrice cover

Titolo: La stanza della tessitrice
Autore: Cristina Caboni
Editore: Garzanti

I desideri sono fili invisibili da cucire insieme.
Interrogò il tessuto. E lui rispose. Vedeva il vestito nella sua mente e, come un pittore, ne definiva la struttura, il disegno e il colore. Gli abiti che Camilla rielaborava e confezionava erano creati sui sogni individuali di chi li indossava, capaci di infondere protezione, coraggio, sicurezza. Ciò che desiderava per sé stessa con tanta intensità, sapeva crearlo per gli altri.

Bellagio è il luogo dove Camilla si è rifugiata per iniziare una nuova vita. Solo qui è libera di realizzare i suoi abiti capaci di infondere coraggio, creazioni che sono ben più di qualcosa da indossare e mostrare. Ma ora è costretta ad abbandonare tutto perché Marianne, la donna che l’ha cresciuta come una madre, ha bisogno del suo sostegno. È lei a mostrarle il contenuto di un antico baule, un abito che nasconde un segreto: vicino alle cuciture interne c’è un piccolo sacchetto che custodisce una frase di augurio per una vita felice. È l’unico indizio che Marianne possiede per ritrovare la sorella. Camilla non ha mai visto nulla di simile, ma conosce la leggenda di Maribelle, una stilista che, all’epoca della seconda guerra mondiale, era famosa come «Tessitrice di sogni». Nei suoi capi erano nascosti i desideri e le speranze delle donne che li portavano. Maribelle è una figura che la affascina da sempre: si dice che sia morta nell’incendio del suo atelier parigino, circondata dalle sue creazioni.

Camilla non sa quale sia il legame tra Maribelle e la sorella che Marianne vuole ritrovare. Ma sa che è disposta a fare di tutto per scoprirlo. Sente che la sua intuizione è giusta: Parigi è il luogo da dove iniziare le ricerche; stoffe, tessuti e bozzetti la strada da seguire. Una strada tortuosa, come complesso è ogni filo di una trama che viene da lontano. Perché i misteri da svelare sono a ogni angolo. Perché Maribelle ha lottato per affermare le proprie idee. Perché seguirne le orme significa per Camilla scavare dentro sé stessa, dove batte un cuore che anche l’ago più acuminato non può scalfire.

I romanzi di Cristina Caboni mi avevano sempre incuriosita, ma non avevo ancora avuto l’occasione di leggere qualcosa di suo. La stanza della tessitrice mi ha stuzzicata un po’ di più e quando l’ho notato tra le nuove uscite, non ho potuto fare a meno di lasciarmi catturare. Beh, vi dico da subito che recupererò presto gli altri suoi romanzi. Mi è piaciuto il suo modo di scrivere, delicato e diretto allo stesso tempo, il suo creare una storia dove amore e famiglia la fanno da padroni, conditi dalla giusta dose di suspance.

La storia di Camilla, come avete capito, mi ha davvero presa ed il mio parere è super positivo. Dopo i primi capitoli di introduzione, un po’ confusi ma assolutamente necessari – con il senno del poi – per creare la giusta atmosfera, la lettura scorre senza intoppi, senza buchi e senza ‘cose’ di troppo.

Camilla è una ragazza che nella vita ha conosciuto sia il dolore che l’amore e che ora, dopo uno scontro con la sua migliore amica, nonché cugina ‘acquisita’, sente il bisogno di crearsi una nuova vita con le sue sole forze. Da Milano si trasferisce a Bellagio, ma nel momento in cui tutto sembra aver preso la giusta direzione, si trova costretta a tornare: chi le ha dato tutto l’amore che ha conosciuto nella sua giovane vita – Marianne – ha bisogno di lei. È proprio in questa occasione che Camilla scopre un segreto che Marianne si porta dentro da una vita, un segreto che non ha mai detto a nessuno ma che ora le pesa troppo sul cuore.

Camilla è una protagonista che ho amato alla follia. Coraggiosa, leale, vera e pronta a mettersi in gioco. I suoi momenti di indecisione, le sue premure sono gestite in maniera magistrale dall’autrice, in modo da renderla reale e non lamentosa nonostante più volte si trovi in difficoltà e le venga voglia di mollare tutto e riprendersi la sua nuova vita.

Caterina è l’altra protagonista, un personaggio effimero, impalpabile. Simile in certi versi a Camilla, nella sua voglia di riscattarsi, nelle sue idee rivoluzionarie ed interessanti. È una ragazza avvolta dallo stesso alone di mistero che permea il libro, è la chiave che incuriosisce il lettore, dando una marcia in più al racconto.

Sono rimasta affascinata dalle descrizioni dell’autrice, dalla sua capacità di intrecciare le storie, portando il lettore a capire insieme a Camilla il segreto che si nasconde dietro la sua famiglia adottiva. Nulla è scontato, nemmeno quello che ci sembra di capire da subito. Si trova comunque un intreccio, un particolare sfuggito.

La storia si divide in blocchi di capitoli alternati tra la storia di Camilla, ai giorni nostri, e quella di Caterina, negli anni Venti. Due storie che si intrecciano e sono più simili di quanto ci si potrebbe aspettare.

E poi c’è la storia d’amore di Camilla, forse un po’ affrettata, ma accogliente, piacevole e molto molto romantica.

Ho poi apprezzato che ogni capitolo sia dedicato ad una stoffa diversa, corredata dalla sua descrizione e dagli utilizzi più comune: piccole perle interessanti e brevi al punto giusto per non distrarre dalla storia.

Se ancora non vi fosse chiaro, è un libro che consiglio, tra i più belli letti quest’anno. Una storia che lascia il lettore soddisfatto e felice, entrandogli nel cuore.



 

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Blog Tour: Recensione di Legend di Stephanie Garber

Buongiorno lettori!
Concludiamo la settimana con un’altra recensione e oggi, grazie al Blog Tour organizzato con altre talentuose blogger, vi parlo di Legend, secondo libro nella serie ‘Caraval’, che avevo recensito qui.
Prima di iniziare vi lascio qui le altre tappe del tour:

legend cover

Titolo: Legend
(Caraval #2)
Autore: Stephanie Garber
Editore: Rizzoli

Dopo la travolgente avventura nel mondo magico e misterioso del Caraval, Donatella Dragna è riuscita finalmente a sfuggire al padre e a salvare la sorella Rossella da un disastroso matrimonio combinato. Ma Tella non è ancora libera; per ritrovare la madre Paloma ha stretto un patto disperato con un criminale misterioso, che vuole in cambio qualcosa che solo lei può dargli: il vero nome di Legend, il Mastro di Caraval. L’unica possibilità per scoprire il vero nome di Legend è vincere il nuovo Caraval, che si terrà a Valenda, l’antica capitale dove una volta regnavano i Fati, in occasione del genetliaco di Elantine, la sovrana dell’Impero di Mezzo. Tella dovrà quindi immergersi di nuovo nella competizione magica, tra le attenzioni di un inquietante erede al trono, una storia d’amore impossibile e una ragnatela di segreti, tra cui anche quelli di Rossella. Se fallirà non potrà mantenere il suo patto e rischierà di perdere tutto, compresa forse la vita. Ma se vincerà, Legend e il Caraval saranno distrutti per sempre.

Ero curiosa di continuare la storia di Scarlett (Rossella nella traduzione italiana) e Donatella dal momento in cui ho terminato la lettura di Caraval. Il mondo creato dall’autrice mi aveva stregata e non vedevo l’ora di ri-immergermi in esso. Potete immaginare la mia reazione quando ci è stato chiesto se volevamo partecipare al Blog Tour.

Legend riprende subito dopo la fine del libro precedente, ma subito ci accorgiamo del cambiamento nel POV. A raccontare la storia non è più Rossella, ma sua sorella Donatella, che non avevamo avuto modo di conoscere più di tanto in Caraval. È lei che questa volta si trova a partecipare al gioco misterioso e pericoloso organizzato da Legend, l’uomo di cui nessuno conosce l’identità o la storia. Donatella si ritroverà coinvolta in qualcosa che non riguarda solo Legend, ma anche la sua famiglia e il mondo in generale, perché questa volta c’è qualcosa di diverso nel gioco. Sembra più reale, come se non fosse tutta un’illusione destinata a scomparire alla fine del gioco.

Oltre a cambiare la protagonista, cambia anche il luogo in cui viene presentato Caraval. Siamo a Valenda, capitale dell’Impero e questa volta Caraval è stato indetto come dono per Elantine, sovrana dell’Impero. L’autrice è riuscita a farci scoprire ogni angolino di Valenda e a farcela amare, con i suoi quartieri tutti diversi e i profumi descritti al punto da poterli quasi sentire.

Ho apprezzato Donatella più della sorella come voce narrante. Si piange addosso di meno, è meno titubante e si ingegna al massimo per risolvere gli ostacoli che le si presentano davanti. Non ho apprezzato troppo le dinamiche con gli altri personaggi, perché salvo alcuni rari casi, Donatella non vuole chiedere aiuto, ostinata a cavarsela sempre da sola.

Sugli altri personaggi non so bene cosa dire perché mi sono sembrati un po’ marginali. Avrei voluto vedere di più i vecchi personaggi e vedere un’interazione maggiore tra le due sorelle.
Ho avuto la sensazione che la storia di Rossella sia andata avanti misteriosamente e che non ci sia stata mostrata. Mi sono ritrovata alla fine piuttosto perplessa.
Ho adorato Jacks, ma ho un debole per i personaggi cattivi e un po’ psicopatici quindi non c’è da stupirsi. Continuo a non capire Dante come personaggio, con il suo passare dal dare estreme attenzioni a Donatella all’ignorarla totalmente. Allo stesso modo non capisco Legend, di cui sostanzialmente abbiamo solo sentito parlare. In questo libro ci riserva qualche sopresa, ma niente di troppo convincente.

Mi è mancata un po’ la magia del gioco in questo libro. C’è meno incanto, meno gioco, meno illusione che si mischia alla realtà. Avrei voluto ritrovare l’atmosfera che c’era in Caraval, ma non ci sono riuscita. Confido nel terzo libro per essere travolta dalla magia.

Concludo invitandovi ovviamente a leggere il libro e a farmi sapere che cosa ne pensate.


 

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Recensione: Tutto questo o nulla di Mari Thorn e Anne Went

Buongiorno lettori!
Almeno una recensione a settimana mi sono imposta di lasciarvela, anche perché ne ho parecchie da recuperare, tutte di libri di cui vi vorrei parlare. Questa volta mi viene in aiuto anche una review week, un evento a cui non ho saputo dire di no, ovvero quello dedicato alla nuova edizione di Tutto questo o nulla di Mari Thorn e Anne Went.

tutto questo o nulla cover

Titolo: Tutto questo o nulla
Autore: Mari Thorn e Anne Went
Editore: Self

Noah è un vigile del fuoco. Un lavoro aspro che lo costringe a non lasciarsi sopraffare dalle emozioni, ma dentro è segnato dalla guerra che gli ha lasciato più cicatrici di quante non ne abbia sulla pelle. Noah conosce solo un modo per vivere, il suo. Non pretende che la sua filosofia vada bene a tutti, pretende di essere lasciato libero di decidere per se stesso.
Carrie è la sua donna, o almeno lei si considera tale anche se lui non le ha mai promesso nulla più di quello che le ha dato fin’ora. Però Carrie non è come immagina lui, Carrie è esattamente come tutte le altre donne e vuole di più. Lo implora di accompagnarla da una consulente di coppia e Noah non riesce a trattenere il suo fastidio. Come è possibile che la donna con cui divide quei pochi momenti di vita fuori dalla tensione, non abbia capito che per lui tra uomo e donna deve esserci esclusivamente un dare e avere, onesto e senza alibi, fatto sì di rispetto ma limitato ad un sesso soddisfacente e appagante? Eppure la segue in quello studio così accogliente e formale dove li attende Lillian.
Lillian sa tutto sull’amore, sulle sue crisi, le sue debolezze, sa come riconoscere i segnali di allarme di un rapporto ormai logoro e sa cosa dire e far dire per provare a ricostruire.
Lillian. Noah. Lillian e Noah, e Carrie, che vuole costruire qualcosa che abbia un futuro. Ma quale futuro visto che Noah non crede nel futuro? Quale futuro se Noah tenta da sempre di dimenticare il passato? Per Noah esiste solo il presente.
Ma allora perché un uomo che nega ogni legame, che rifiuta ogni coinvolgimento, si ritrova a preoccuparsi per un ragazzino che ha perso tutto nell’incendio della sua casa? E perchè quella donna affascinante quanto insopportabile diventa la sua ossessione?
Lillian e Noah. Noah e le sue contraddizioni, Lillian e le sue paure.
Tra di loro si accenderà qualcosa a cui entrambi faticheranno a dare un nome. Qualcosa di tanto forte da non poter essere ignorato. La vita li metterà davanti a scelte spesso sbagliate, ma la passione li unirà nonostante le distanze, anche se il cuore faticherà a capire cosa li tiene vicini. Uniti e divisi fino al giorno in cui dovranno decidere se per tutto questo vale la pena di buttarsi nelle acque scure del futuro.
Un tuffo nell’ignoto, in un amore mai provato prima da entrambi, tanto spaventoso quanto inevitabile.

Più o meno un annetto fa scoprivo queste due autrici, leggendo e adorando Il tuo passo era troppo veloce (di cui trovate la recensione qui), ovvero una delle storie d’amore più belle lette lo scorso anno. Ora, in vista del restyling e della revisione di Tutto questo o nulla, non mi sono tirata indietro di fronte ad un’altra storia scritta dalle loro 4 mani.

Tutto questo o nulla è un romance particolare, con un’idea originale, quella di un amore sbagliato, un amore che cerca di autodistruggersi perché convinto di non poter esistere, di essere sbagliato. Noah e Lilian sono due personaggi molto particolari ed apparentemente incompatibili. Lui cresciuto senza la sua famiglia, ma con dei genitori adottivi che, nonostante il suo rifiuto verso l’amore, gli hanno sempre dato un affetto incondizionato. Vigile del fuoco ora, reduce dalla guerra in Iraq, Noah non si vuole impegnare troppo, vuole essere libero ma soprattutto non vuole rischiare di affezionarsi a qualcuno che lo potrebbe poi abbandonare.

Sta con Carrie, una donna completamente innamorata di lui che vorrebbe fare il grande passo, che vorrebbe da lui un figlio. Ma Noah non se la sente, non ce la fa. Ed è questo il motivo per cui finiscono da Lilian, una consulente di coppia che dovrebbe risolvere i loro problemi.

Lilian è una donna la cui vita scorre tra lavoro e palestra, senza un uomo da troppi mesi. Lei è tutto quello che Noah odia, troppo magra, non bellissima, gli ricorda gli psicologi da cui era costretto ad andare da bambino e al suo ritorno dall’Iraq. Eppure tra i due c’è qualcosa di magnetico, qualcosa che li attira l’uno verso l’altra, che li fa incontrare. Qualcosa che li porta a rubare pochi minuti alle loro vite, pur di stare insieme.

La storia è originale, è un amore difficile di cui non siamo abituati a leggere e le pagine scorrono via con facilità. Ho ritrovato qui la scrittura fluida e accattivante delle autrici, quella che avevo trovato ne Il tuo passo era troppo veloce. Anche in questo libro troviamo una forte crescita dei personaggi, la loro voglia di cambiare, di sentirsi più completi. Quelli di Mari Thorn e Anne Went sono personaggi adulti, ma che hanno ancora un percorso da fare per realizzarsi, per essere in pace con loro stessi.

Due cose non mi hanno convinta appieno e giustificano un voto non troppo alto.
La prima è che ho trovato certe in certe parti della storia un po’ troppo tira e molla, soprattutto nella parte centrale. D’accordo che si voleva dedicare del tempo anche alla psicologia dei protagonisti, ma mi sono sembrate forse troppo stiracchiate.
La seconda è il modo in cui sono stati gestiti i diversi POV. Oltre ad essere alcuni in prima persona e altri in terza, variano anche il tempo verbale. Questo cambiamento tra un pezzo di capitolo e l’altro mi ha in effetti un po’ destabilizzata, portandomi a rileggere alcune parti per riuscire a sistemare dei momenti di confusione che si erano creati nella mia testa.

Una lettura quindi piacevole anche se non mi ha convinta al 100%, ma che vi consiglio se cercate un romance particolare, con qualche scena piccante e la giusta dose di hype.


 

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