Ieri è andata online la recensione di Mille pezzi di te e di me, un libro davvero bello che ho avuto l’opportunità di leggere in anteprima.
It non lo finirò mai, mentre non sono sicura del prossimo libro da leggere, ma probabilmente sarà proprio l’ultimo di Nicholas Sparks.
stephen king
Teaser Tuesday #135
Buongiorno. Come ogni martedì eccoci con l’assaggio di quello che stiamo leggendo. Un po’ mi spiace ripetere i libri contenuti nei teaser, ma se avete mai fatto la conoscenza con It, anche solo di vista, potete facilmente capire come mai sono ancora qui con lo stesso libro. Da tenere in conto anche il fatto che ci ho intervallato altro.
«Fermi tutti!» esclamò Beverly, mentre gli altri cominciavano a lasciare le loro sedie. «I biscotti della fortuna! Quelli non ve li potete dimenticare!»
«Ah già», replicò Richie. «Tanto so qual è il mio oroscopo. PRESTO SARAI DIVORATO DA UN GROSSO MOSTRO. BUONA GIORNATA.»
Risero e Mike passò la scodella di biscotti a Richie, il quale ne prese uno e la fece proseguire. Bill notò che nessuno aprì il proprio biscotto finché tutti non furono serviti.Ciascuno restò al suo posto con il biscottino a forma di cappello posato davanti a sé o tenuto fra le mani e nel momento in cui Beverly, ancora sorridendo, prelevava il suo, Bill sentì un grido che gli si formava nella gola: No! No! No, non fatelo, mettete giù quei biscotti, non apriteli!Ma era già troppo tardi. Beverly aveva spezzato il suo. Ben si accingeva a fare lo stesso con il proprio, Eddie stava incidendo il suo con la forchetta usata come un coltello e subito prima che il sorriso di Beverly si trasformasse in una smorfia di orrore, Bill ebbe il tempo di pensare: Lo sapevamo, non so come, ma lo sapevamo, perché nessuno ha affondato i denti nel suo biscotto.
Questo sarebbe stato il gesto più normale eppure nessuno l’ha fatto. Qualcosa dentro ciascuno di noi non ha smesso di ricordare… tutto.
E questa folle intuizione gli infuse un senso di orrido terrore nel quale riconobbe la dimostrazione definitiva della presenza di It in ciascuno di loro meglio di quanto l’avesse ottenuta l’eloquenza di Mike; gli parve di toccare con mano fino a che punto It avesse lasciato in loro la sua impronta… e quanto saldamente il suo marchio fosse sopravvissuto.I Perdenti prendono il dolce – IT di Stephen King
Teaser Tuesday #131
Buongiorno!
Il Teaser di oggi è tratto da un libro che mi tirerò dietro per un bel po’, infatti penso che ci infilerò qualche altra lettura per variare. Si tratta di It di Stephen King che, ebbene sì, fuggo a nascondermi, non avevo ancora letto. Principalmente per mancanza di coraggio. Non sono una grande fan dell’horror, sono paurosissima e in più sono davvero una marea di pagine. Ma è giunto il momento. Vi farò poi sapere come procede la lettura. Voi l’avete letto??
E quella notte, a letto, mentre era ancora sveglia nella convinzione che Stanley si fosse addormentato ormai da un pezzo, lui l’aveva spaventata parlando all’improvviso nel buio. La sua voce era atona, ciononostante soffocata dal pianto. «Sono io», aveva detto. «È colpa mia.»
Si era girata verso di lui, lo aveva cercato nell’oscurità, lo aveva stretto fra le braccia.
«Non fare lo stupido», gli aveva mormorato. Ma il suo cuore batteva veloce… troppo veloce. Non l’aveva semplicemente colta di sorpresa con quella frase. Era stato come se avesse spiato nella sua mente e vi avesse letto una segreta convinzione della quale lei stessa non era stata consapevole fino a quel momento. Irrazionalmente sentiva – ma potremmo dire sapeva – che Stanley aveva ragione. Qualcosa non andava e non era in lei. Era lui. Qualcosa dentro di lui.
«Che scemo che sei», aveva sussurrato con foga, muovendo le labbra contro la sua spalla. Stanley sudava leggermente e Patty aveva percepito all’improvviso la sua paura. Trapelava da lui in fredde ondate. Nuda al suo fianco si era sentita come davanti a un frigorifero aperto.
«Non sono uno scemo e non faccio lo stupido», aveva protestato lui nello stesso tono di voce di prima, piatto e contemporaneamente vibrante di emozione. «E tu lo sai. È colpa mia. Ma non so perché.»
«Non sono cose che si possono sapere.» La voce di Patty era risuonata severa, critica, come la voce di sua madre quando aveva paura. E mentre lo rimproverava un brivido le aveva attraversato il corpo, che le si era contratto come per una frustata. Stanley l’aveva avvertito e le sue braccia si erano serrate intorno a lei.
«Certe volte», aveva mormorato, «certe volte, credo di sapere perché. Certe volte faccio un sogno, un sogno brutto e mi sveglio e penso di aver capito, mi pare di sapere che cosa non va. Non nel senso di te che non resti incinta. Quello che non va nell’insieme. Tutto quello che non va nella mia vita.»
«Stanley, non c’è niente che non va nella tua vita!»
«Non dico dell’interno», aveva risposto lui. «Dentro è tutto a posto. Io parlo dell’esterno, quello che c’è fuori. Qualcosa che dovrebbe essere finito e non lo è. Mi sveglio da questi sogni e mi dico: ‘Questa mia vita così felice non è altro che l’occhio di un ciclone che non capisco’. Ho paura. Ma poi… svanisce. Come succede ai sogni.»
Patty sapeva dei suoi sogni inquietanti. Più di una volta Stanley l’aveva svegliata agitandosi e gemendo. Probabilmente in molte altre occasioni un sonno più profondo l’aveva tenuta lontana dai suoi oscuri incubi. Quando lo interrogava, lui rispondeva sempre nella stessa maniera: «Non ricordo». Poi prendeva le sigarette e fumava seduto nel letto, in attesa che i residui del sogno gli filtrassero dai pori come sudore cattivo.Stanley Uris fa il bagno – IT di Stephen King