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Recensione: PS Ti amo ancora di Jenny Han

Buongiorno! Manco da un po’ con le recensioni. Le cause sono un periodo impegnato, quindi la diminuzione dei libri e la lettura di un libro già recensito dalla Mon. Ma eccomi qui, pronta a parlarvi di PS Ti amo ancora, secondo libro della serie ‘To All the Boys I’ve Loved Before’ di Jenny Han.

ps ti amo ancora
Titolo: PS Ti amo ancora
Titolo originale: PS I still love you
Autore: Jenny Han
Editore: Piemme
Disponibile in italiano:
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Lara Jean non si aspettava di innamorarsi davvero di Peter. All’inizio era solo una recita per far ingelosire qualcun altro. E invece, alla fine, quello che fingevano di provare si è trasformato in una storia d’amore. Una storia vera, di quelle che possono spezzare il cuore. Naturalmente Lara Jean pensa che sarà lei a farsi male, che un giorno Peter tornerà con la sua ex. Poi però un ragazzo proveniente dal passato arriva a scombussolare le sue certezze. Una ragazza può amare due ragazzi? A volte innamorarsi è la parte più semplice dell’amore.

 

Il primo volume, Tutte le volte che ho scritto ti amo, l’avevo letto parecchio tempo fa. Adesso, con l’uscita in inglese del terzo ho deciso ti portarmi avanti. A proposito se qualcuno avesse notizie della traduzione, io ancora non ne ho trovate 🙁

Tornando a noi. Come dicevo già nella recensione del primo libro, si tratta di una lettura molto piacevole e leggera. Apprezzo molto lo stile dell’autrice, ricco di dettagli, ma senza mai risultare lento o noioso. Ovviamente non è un libro dove c’è azione, ma le giornate e gli avvenimenti si susseguono rapidamente, tralasciando i momenti inutili, ma senza dare l’impressione di esserci persi qualcosa.

Lara Jean, la protagonista, è un po’ cresciuta, ma in realtà nemmeno troppo. È una ragazza come tante, alle prese con la sua adolescenza. Deve fare i conti con una sorellina curiosa, Kitty – che per inciso adoro sempre più – curiosa e che sta crescendo forse troppo in fretta, e l’assenza di Margot, la sorella maggiore nonché punto di riferimento di Lara Jean che si trova in Scozia all’università. In PS ti amo ancora continua il suo percorso di crescita, prova a capire cos’è l’amore e cosa significhi diventare grande.

Lara Jean, tu ti innamori di ogni persona che incontri. Fa parte del tuo fascino. Tu sei innamorata dell’amore.

L’avevamo lasciata in un momento delicato. Nel mezzo di un litigio con Peter Kavinsky, con cui aveva finto di avere una storia che poi però si era rivelata essere più reale del previsto. È a questo punto che le malelingue si mettono in moto e Lara Jean di ritrova a fare i conti con un video pubblicato in rete che la fa sembrare molto diversa da ciò che è sempre stata.

In tutto questo si rifà vivo John Ambrose McClaren, uno dei ragazzi che hanno ricevuto una lettera d’amore di Lara Jean. Ed è da qui che la storia si intreccia mettendo la nostra protagonista davanti a dubbi e difficoltà. Problemi che affrontiamo – o abbiamo affrontato – un po’ tutti. Problemi che in quel momento ci sembrano insormontabili.Problemi che ci fanno sentire Lara Jean vicina.
Non è un’eroina, una protagonista della quale ti innamori, ma il suo carattere ci permette di immedesimarci in lei e nella storia.

In questo libro, come nel primo in realtà, ho apprezzato molto il papà. Le tre sorelle Song sono orfane di madre e il padre, che le cresce da solo, è davvero squisito. Sempre presente, ma senza essere invadente.
E Kitty che tenta di farlo uscire con la vicina di casa è davvero esilarante.

Non c’è in realtà molto altro da dire su questo romanzo, se non che è una lettura molto scorrevole e piacevole che vi consiglio per passare qualche ora tra risate e amori adolescenziali.

kia firma

Recensione: Caraval di Stephanie Garber

Buon pomeriggio!
Volevo pubblicare stamattina, ma per alcuni inconveniente al lavoro non sono riuscita. Oggi vi lascio la recensione di un libro che non mi decidevo mai ad iniziare a causa di tutto l’hype che lo circonda. Quando si parla così tanto di un libro o una serie tv o un film, la paura che le proprie aspettative possano essere deluse è enorme. Alla fine mi sono convinta e gli ho dato una possibilità.

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Titolo: Caraval (Caraval #1)
Autore: Stephanie Garber
Editore: Flatiron Books
Disponibile in italiano: No
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Remember, it’s only a game…

Scarlett Dragna has never left the tiny island where she and her sister, Tella, live with their powerful, and cruel, father. Now Scarlett’s father has arranged a marriage for her, and Scarlett thinks her dreams of seeing Caraval—the faraway, once-a-year performance where the audience participates in the show—are over.

But this year, Scarlett’s long-dreamt-of invitation finally arrives. With the help of a mysterious sailor, Tella whisks Scarlett away to the show. Only, as soon as they arrive, Tella is kidnapped by Caraval’s mastermind organizer, Legend. It turns out that this season’s Caraval revolves around Tella, and whoever finds her first is the winner.

Scarlett has been told that everything that happens during Caraval is only an elaborate performance. Nevertheless she becomes enmeshed in a game of love, heartbreak, and magic. And whether Caraval is real or not, Scarlett must find Tella before the five nights of the game are over or a dangerous domino effect of consequences will be set off, and her beloved sister will disappear forever.

Welcome, welcome to Caraval…beware of getting swept too far away.

 

Caraval è quel libro fenomeno di cui tutti parlano e non sai se fidarti o meno delle recensioni che girano in internet. Non sai deciderti se l’hype è giustificato e fai fatica a convincerti a prenderlo in mano. Questo è quello che è successo a me almeno, ma alla fine mi sono convinta e non sono rimasta delusa. C’è qualcosa che non mi ha lasciata soddisfatta, ma non esistono libri perfetti, quindi direi che questo è un ottimo libro che ho letto in poco tempo e molto molto volentieri.

Ambientato in un mondo diverso dal nostro e sicuramente in un tempo diverso, Caraval ci regala una storia di amore e di mistero, piena di effetti speciali e paure. È difficile capire cosa si nasconde nell’ombra a Caraval, cosa è vero e cosa no, il che rende tutto ancora più intrigante.

La protagonista della storia è Scarlett che sogna Caraval fin da piccola, quando la nonna le raccontava storie di questo posto meraviglioso e dell’uomo che dirige il gioco, Legend. È una ragazza che vive per proteggere la sorella Donatella da qualsiasi cosa, compreso loro padre, il Governatore Dragna. È proprio scappando da lui che le due sorelle finiscono a Caraval, accompagnate dall’affascinante Julian. Tella sparisce quasi subito e Scarlett capisce che la sua missione durante il gioco è quello di ritrovarla. Nel giro di pochi capitoli ci troviamo quindi in mezzo ad un gioco di illusioni e dubbi che vede protagonisti Scarlett e Julian, suo accompagnatore.

È difficile descrivere Caraval e il gioco che rappresenta perché continua a cambiare, non è chiaro cosa esiste e cosa no, ma alcune regole sono chiare: per vincere bisogna trovare Tella e se ci si perde troppo nelle illusioni di Caraval si rischia di non ritrovare l’uscita.
Scarlett è sveglia e determinata nella sua ricerca e arriva a fare delle scelte molto molto azzardate pur di avere la possibilità di arrivare più vicina a Tella.
Mi è piaciuta molto come protagonista, sorprattutto il suo mettere la sorella sopra tutto, anche sopra un interesse d’amore che cresce lentamente, ma inesorabile.

Whatever you’ve heard about Caraval, it doesn’t compare to the reality. It’s more than just a game or performance. It’s the closest you’ll ever find yourself magic in this world.

Indizio dopo indizio, Scarlett si fa strada nel mondo di Caraval, dove i vestiti cambiano aspettto a loro piacimento e segreti, tempo, paure sono la moneta con cui si ripagano gli indizi. Julian sarà un valido alleato, ma pieno di misteri che faranno dubitare Scarlett e il lettore molto spesso. Questi continui dubbi mi hanno fatta continuare a leggere senza mai fermarmi, fino a notte fonda. Oltre al mistero che avvolge Julian, c’è quello ancora più fitto e alla fin fine poco esplorato che riguarda Legend, l’antagonista della storia.

Da come lo descrivono e ne parlano, Legend è astuto e generalmente cattivo, ama giocare con la vita delle persone e si diverte a far innamorare ragazze per poi spezzare il loro cuore brutalmente. È bello cercare di raccogliere i pezzi del puzzle che rappresenta Legend e scoprire che i pezzi vengono continuamente rimischiati e si è tornati al punto di partenza.

Non mi ha convinta del tutto il finale, ma non mi è nemmeno dispiaciuto, quindi voglio vedere come andrà avanti la questione nel seguito. L’unica cosa che non mi ha convinto è la presenza o meglio, l’assenza, di personaggi secondari rilevanti (contando le sorelle, Julian e Legend come protagonisti). Il Governatore Dragna è presente, crea danni, ma ci viene spiegato poco nulla del perché è diventato quello che è e mi sarebbe piaciuto conoscere di più, lo stesso per Dante e altri personaggi. Spero ci venga data la possibilità di approfondire nel prossimo volume.

Una lettura davvero interessante, che ricorda alla lontanissima Il Circo della Notte, ma solo per le illusioni che creano i giocatori che ne fanno parte. Sono mondi incantati dove bisogna stare attentissimi a ogni dettaglio per non perdersi nell’illusione e non trovare più l’uscita.


Recensione: Fiore di Cactus di Francesca Lizzio

Buongiorno. Questa settimana abbiamo pubblicato un po’ di tutto, quindi mancava la recensione! Oggi vi parlo di un libro che vi ho segnalato qualche giorno fa: Fiore di cactus di Francesca Lizzio.
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Titolo: Fiore di cactus
Autore: Francesca Lizzio
Editore: Panesi Edizioni
Disponibile in italiano:
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Sara è una ragazza timida, intelligente, con la battuta sempre pronta, eppure nasconde la sua fragilità sotto un’armatura. La vita l’ha resa cinica e amara. Un giorno conosce Andrea, un ragazzo attento e gentile che con smisurata pazienza riesce a farsi spazio nella sua vita. Sarà lui a indurla a rimettere in discussione tutto quello in cui crede. Sara così ripenserà al percorso che l’ha resa la donna che è, si chiederà se riuscirà più a lasciarsi amare, se certe paure potranno essere sconfitte o se invece non ci sarà più nulla da fare. Se una come lei merita una seconda occasione. Perché anche un cactus ha un cuore, ha solo bisogno di qualcuno che creda in lui e non abbia paura delle sue spine.

 

Prima di tutto vorrei ringraziare l’autrice per avermi inviato una copia del libro.

Fiore di cactus, come mi ha già sentito dire chi ci segue sui vari social, è un libro che si spaccia per una storia d’amore, ma in realtà trovo che sia molto di più.
Sara, la protagonista, è una ragazza in cui chiunque si può ritrovare. Tutti abbiamo subito almeno una delusione nella vita, da qualcuno che ci era vicino. E, chi più chi meno, si è chiuso a riccio, cercando di evitare un’altra delusione. Evitando il ripetersi della situazione che ci ha portati a soffrire.
Sara si chiude più di tanti altri, è un cactus, ricoperto di spine. E quando qualcuno le si avvicina quelle spine spaventano, tenendo così distante qualsiasi causa di delusione.
Ma nel titolo, oltre al cactus troviamo anche un fiore. E ragazzi, quanto sono belli i fiori dei cactus? Quelli che si fanno strada tra le spine, che spuntano lunghi e marronicini fino a che non hanno abbastanza spazio per aprirsi e mostrarsi in tutta la loro bellezza. Sono una sorpresa, hanno colori sgargianti.
Sara è così. Ha dentro, nascosto, un sacco di amore. Cerca di negarlo anche a sè stessa, convincendosi di non essere più capace di lasciarsi andare all’amicizia e all’amore.
Serve Andrea, un ragazzo ‘da libro’ – meno reale di Sara, ma è quello che tutte cerchiamo in una storia d’amore – bello, sensibile, deluso in qualche modo anche lui dalla vita, ma pronto a ributtarsi a pesce nell’amore, nelle nuove amicizie. E la sua preda è proprio Sara, questa ragazza che vuole essere acida e ‘spinosa’, ma in cui Andrea vede da subito molto di più.

Era bello quando l’amore si sentiva e basta. Quando lo lasciavamo libero di cambiarci il sorriso e la giornata, senza tattiche, senza prese per il culo che non c’era tempo da perdere, c’era interesse e allora ok, proviamoci, vediamo che succede. Era bello quando era amore e la paura di viverlo spariva con uno sguardo. E comunque era una paura felice. Altri tempi, più di pelle e meno di scuse. Adesso inventare scuse è diventato un hobby anche per me.

La storia è molto semplice, senza pretese, ma è così vera, così vicina a noi che viene difficile sottovalutarla. Così come viene difficile posare il libro dopo averlo iniziato. Una scrittura lineare, un modo di scrivere che ti prende e con delicatezza va ad analizzare quelle che possono essere le difficoltà nei rapporti famigliari, d’amicizia e d’amore in un’età che non è più quella super ‘studiata’ dell’adolescenza, ma quella un po’ dopo. I venticinque anni, quando molti di noi si ritrovano a fare i conti con la vita, con un lavoro, una casa, magari una nuova famiglia. È un libro scritto col cuore, senza filtri, da un’autrice che ci ha messo tutta sè stessa, in ogni pagina.

Viviamo in un periodo in cui manca troppo amore. C’è uno spreco di speranze, sogni, sentimenti. Così come gli oggetti si rompono e vengono rimpiazzati piuttosto che riparati, dei rapporti, piuttosto che ricucirli o rattopparli si preferisce liberarsene. È un periodo usa e getta, fatto di bacheche che sanno di palcoscenici, di apparenza mascherata da normalità, di ingiustizie, tristezza, cecità, di solitudine riempita con chiunque, che importa, l’importante è coprirla, come la polvere sotto il tappeto, non la vedi, magari per un po’ te ne dimentichi…ma c’è. Quel vuoto dentro ognuno di noi resta sempre, finché non si trova il vero modo per colmarlo. Ci si può prendere in giro solo fino ad un certo punto.

Unica cosa che mi ha lasciato un po’ di prurito, e ne ho già parlato con l’autrice, è la mancanza di una città in cui mettere la storia. Lascia più spazio all’immaginazione, per qualcuno sarà un valore aggiunto perché può sentire la storia ancora più sua. Io personalmente trovo che sia troppo reale per essere lasciata nel regno di molto molto lontano.

Prima di concludere, una parolina per Isa, la migliore amica di Sara. Completamente pazza – in senso buono – espansiva, sincera, vicina. L’amica che tutte vorremmo avere, ma senza sconfinare nell’irreale. È la persona che serve a Sara, qualcuno che abbia un carattere opposto al suo, che la capisce ma cerca di spingerla oltre, che conosce il suo passato ma non glielo ricorda.

Infine, lo ammetto, ho sperato fino all’ultimo in un finale diverso, ma in fondo ci sta così com’è e non posso che ritenermi soddisfatta da questa lettura.

kiafirma

Recensione: Hyperversum Next di Cecilia Randall

Buongiorno 🙂
Ci ho messo un po’, ma finalmente eccomi con una nuova recensione. Sto facendo fatica ad uscire dal mio bookhangover dato da “A Court of Wings and Ruin” infatti sto rileggendo i libri della serie Throne of Glass sempre della Maas perché non sto riuscendo a leggere altro per il momento.
Qualche settimana fa però ho letto finalmente Hyperversum Next che mi attendeva da un po’ e wow, mi ha presa un sacco.
Vi lascio alla recensione, ma come ripeterò anche dopo e all’infinito, se non conoscete questa serie, correte in libreria!

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Titolo: Hyperversum Next
Autore: Cecilia Randall
Editore: Giunti Editore
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Phoenix, Arizona, futuro prossimo.
Alexandra Freeland, furiosa perché l’ennesimo brutto voto in fisica la costringe sui libri, rinunciando al primo agognato appuntamento con Brad, si aggira come un animale in gabbia nella biblioteca del padre Daniel, fino a che un antico volume miniato non attrae la sua attenzione. Non l’ha mai visto, come fosse un segreto attentamente custodito. All’interno, un enigmatico biglietto firmato da Ian, il migliore amico di Daniel, e una password.
Alex accende il vecchio computer del padre, che non gli ha mai visto usare, e scopre un’antiquata versione di un videogioco di culto: Hyperversum, celebre per la veridicità con cui sa ricreare l’ambientazione medievale.
La tentazione è forte. Alex si crea un avatar e avvia la sessione di gioco.
Clois, Francia nord-occidentale, XIII secolo: Alex si aggira nel cuore di un animato villaggio, ammirando stupita la ricostruzione in dettaglio di botteghe, vicoli e personaggi, ma presto il gioco si trasforma in un incubo.
Il medioevo 3D ricreato da Hyperversum si fa vero e tangibile e Alex non sa come tornare nel proprio tempo.
Testimone involontaria di un delitto, scoprirà di essere lei stessa in pericolo di vita, giovane donna che deve imparare a muoversi in mezzo a intrighi e scontri all’arma bianca, ma anche a gestire il proprio rapporto con Marc, figlio inquieto e affascinante del Falco del Re.

Hyperversum è la serie che non avrei mai pensato di amare. Tendenzialmente non leggo autori italiani, ma quella è una mancanza mia essendo più aggiornata sulle uscite inglesi che su quelle italiane, e soprattutto non leggo romanzi con sottofondi storici. Ammetto di non essere un’amante della storia, forse perché me l’hanno sempre imposta e insegnata male, ma non è mai riuscita a prendermi quindi se mi ritrovo davanti un romanzo che parla di periodi storici particolari tendo a passare oltre.
Tutte cose che già vi avevo detto nella recensione di Hyperversum all’inizio dell’anno scorso, quindi non sto a ripetermi. Se volete scoprire come ho scoperto la prima trilogia vi invito ad andare a sbirciare quella recensione.

La recensione non dovrebbe contenere spoiler sul libro, ma sicuramente sulla trilogia precedente quindi continuate solo se l’avete letta.

Hyperversum Next ci porta parecchi anni avanti rispetto alla trilogia precedente, ma ci fa ritrovare quasi tutti i vecchi personaggi e tanti di nuovi, ma che sentiamo di conoscere in qualche modo.

La protagonista femminile è Alexandra, Alex per tutti, figlia di Daniel. Alex è cresciuta ai nostri tempi e non riesce proprio ad andare d’accordo con il padre a causa della differenza di interessi e della passione di lei per la storia. Ovviamente noi sappiamo perché Daniel preferirebbe tenere la figlia lontana da qualunque cosa potrebbe portarla a scoprire il segreto di Ian, rimasto nel Medioevo, ma è bello vedere come Daniel e la moglie hanno deciso di nascondere la grande avventura avuta quando erano solo ragazzi.

Alex, come tutte le adolescenti, non accetta la cosa e un giorno, mentre si trova nell’ufficio del padre senza permesso, scopre che Daniel possiede una vecchia versione di Hyperversum, un gioco molto popolare e ormai con molte versioni. Indovinate un po’? La ragazza lo accende ed ecco che la magia avviene di nuovo.

Conosciamo quasi subito anche il protagonista maschile del libro che, come potrete facilmente immaginare, è il figlio di Ian, Marc. Il ragazzo è all’oscuro di tutto ciò che riguardo il segreto del padre e la cosa rende il rapporto tra lui e Alex un bel po’ complicato. Marc è stato cresciuto come vero uomo del Medioevo, considerato adulto molto giovane e con principi e regole molto precisi in mente. È difficile per lui capire perché questa strana ragazza si comporti in modo così diverso dalle altre.

Marc è testardo, leale e coraggioso e incarna quell’idea di uomo che farebbe di tutto per la sua dama e lo dimostra in ogni modo. Alex però è una ragazza del ventunesimo secolo, abituata a certe libertà di parola e di movimento che nel Medioevo non le sono concesse. Questa è stata una delle poche cose che non ho ben capito se mi sono piaciute. Avere una protagonista femminile in quei tempi è davvero complicato, soprattutto perché tutti cercano di fermarla in ogni momento perché quello che fa non è consono. Divertente le prime volte, ma frena un po’ l’azione del libro. Non riesco a capire come e quando dirà a Marc la verità e come lui potrà accettare di avere la compagnia di una dama così diversa da quelle a cui è abituato.

Ho apprezzato il finale, soprattutto per la fermezza di Daniel e nelle sue scelte. Spero cambi qualcosa nel prossimo libro, ma capisco le scelte fatte e hanno senz’altro senso, anche se il povero Marc proprio non può capirle.
Hyperversum Next è quel seguito che abbiamo aspettato per tanto tempo e non ha assolutamente deluso le aspettative.

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