anna

That moment when tanti is meglio che one: How to get away with murder #2

Buongiorno a voi ed eccoci per il secondo appuntamento con questa fantastica rubrica dal nome lunghissimo! Per chi si fosse perso il primo post lo può trovare qui, mentre se anche voi seguite la serie, anch’essa con un nome infinito che ogni volta che lo pronuncio mi sembra di dire un scioglilingua, vi auguro una buona lettura 🙂 Se per caso vi ritrovate nelle risposte o non siete d’accordo con qualche nostra intuizione non abbiate paura di commentare, risolvere i numerosi misteri che nascono ogni puntata non è impresa da poco e tutto l’aiuto e i pareri possibili sono ben graditi!

P.S. Purtroppo la Karen queste settimane non è riuscita a mettersi in pari con le puntate quindi oggi non ci saranno le sue risposte ma tornerà presto con noi 😉

thatmomentwhen howtoget

Cosa non ti saresti mai aspettata di queste due puntate?

Alessandra: Allora boh! Non sto capendo più niente, questa puntata mi ha inquietata da morire soprattutto per il caso che dovevano difendere… l’ansia! (E la rabbia perché queste cose succedono davvero.)
Anna: A questa domanda non saprò mai cosa rispondere visto che tipo ogni due per tre rimango sconvolta da tutto quello che scopriamo e non… però devo dire che oltre alla moglie di Nate che chiede ad Annalise di aiutarla a suicidarsi, mi ha sconvolto il caso della tipa che ha ucciso la sua amica a coltellate e per come sia poi finita la situazione in aula.
Chiara: Momento più sconvolgente… la moglie di Nate che chiede ad Annalise di aiutarla a morire.
Federica: Non mi sarei aspettata Nate e Wes così complici. Non me la contano giusta quei due insieme. (Pure la moglie di Nate che chiama Annalise mi ha sconvolto, soprattutto per la proposta che le fa).
Kia: La cosa che non mi sarei mai aspettata è la collaborazione di Nate, sia con Wes per quanto riguarda Rebecca sia con tutti i ragazzi nella notte maledetta.
Mon: La moglie di Nate che chiede ad Annalise di ucciderla, o comunque di procurarle le pillole per suicidarsi. Anche se il caso della ragazzina dolce dolce che ammazza l’amica mi ha sconvolta.
Silvia: Per me nessun momento in queste due puntate è stato così sconvolgente.
Veronica: La cosa che mi ha sconvolto di più delle due puntate è stato Asher che entra in casa delle Keating.

Chi è il “killer” della stagione? (Abbiamo immaginato che il quasi omicidio che si vede nella scena di ‘2 mesi dopo’ sia il caso della stagione)

Alessandra: Il Killer non lo sooooooo… ma inizio a pensare che sia Levi…
Anna: Conoscendomi so che non lo indovinerò mai, ma dopo queste due puntate cambio posizione e nomino Asher!
Chiara: Punto ancora su Nate!
Federica: Continuo a pensare che il killer sia Wes.
Kia: Comincio a sospettare di Levi, anche se Asher mi piace sempre meno.
Mon: Mi sembra ancora strano che Eve sia scomparsa di punto in bianco e nessuno l’abbia più nominata, quindi un po’ mi puzza, però anche Asher non me la racconta giusta sta stagione, anche se forse è troppo banale come killer.
Silvia: Killer secondo me Asher o qualcuno a lui collegato.. magari è stato scoperto il suo secreto e ha messo a tacere chi sapeva.
Veronica: Ancora non so rispondere a questa domanda,la trama si ingarbuglia sempre di più!

Chi è la bionda della foto sul telefono di Asher e cosa ha a che fare con lui? (Intuizioni random sulla bionda)

Alessandra: Secondo me è una ex di Asher e magari c’è stato un incidente e lei è morta oppure l’ha messa incinta oppure boh XD abbiamo ancora troppo poche informazioni, e potrebbe anche essere la sorella segreta e noi non ne sappiamo nulla (ma comunque penso sia morta XD)
Anna: Oh miseria, ci ho pensato su ma davvero non ne ho la più pallida idea. L’idea più immediata è che sia una sua ex, ma secondo me Asher è stato involontariamente coinvolto in un incidente in cui c’entra la bionda. A questo punto mi viene da pensare se lei sia attualmente viva o morta. Ancora sappiamo troppo poco ma secondo me ci saranno rivelazioni shock prossimamente.
Chiara: Secondo me la bionda era una ragazza della compagnia di amici di Asher, comunque qualcuna con cui lui aveva a che fare anni prima e che è morta in qualche genere di incidente mentre erano ubriachi o drogati, o comunque qualcosa per cui potrebbe essere considerato anche lui colpevole.
Federica: La bionda è una ragazza del suo passato, secondo me è rimasta uccisa in un incidente e Asher è il colpevole ma (forse, ancora non sono riuscita a capirlo) non è mai stato accusato di questo.
Kia: La bionda secondo me l’ha conosciuta davvero in biblioteca, però o le è successo qualcosa di brutto e Asher è coinvolto oppure sa qualcosa che Asher ha fatto ma che non può permettersi che lo si venga a sapere.
Mon: Vecchia fiamma o amica di Asher che durante una gita al lago nominato dalla Sinclaire è morta, probabilmente a causa del ragazzo. La storia è stata poi insabbiata dal padre, ma la Sinclaire è riuscita a scoprirlo.
Silvia: La bionda non saprei.. magari una ex alla quale è successo qualcosa di brutto per colpa di Asher e che la famiglia ha insabbiato.
Veronica: Tiffany potrebbe essere una compagna o ragazza di Asher che magari è morta.

Vi sareste comportati anche voi come Connor?

Alessandra: Assolutamente SI. Connor forever <3
Anna: Penso di si, anche se sarebbe stato meglio affrontarla faccia a faccia piuttosto che in sordina, ma comunque è sicuramente l’inizio di un colpo di stato!
Chiara: No perché, anche se voleva impedire a una che era chiaramente una psicopatica di farla franca, non ha agito alla luce del sole. Se aveva davvero così tanti scrupoli di coscienza, doveva farsi avanti direttamente.
Federica: Assolutamente si, penso che sia stata la cosa giusta da fare. Capisco che gli avvocati devono difendere il proprio cliente ma è stato giusto così punto e basta (ahahah).
Kia: Pur facendogli grande onore, sono convinta che avrebbe dovuto dire la sua e farlo alla luce del sole. D’altronde se sta per diventare avvocato sono dell’idea che avrebbe dovuto mettere in conto da tempo la possibilità di dover difendere anche gente evidentemente colpevole. Resta comunque che credo che chiunque avrebbe paura a contraddire la Keating.
Mon: Ci sta che abbia provato a fare la cosa giusta, ma avrebbe dovuto farlo alla luce del sole. Dal lavoro che vuole fare mi pare strana questa sua crisi di coscienza, però al suo posto penso avrei trovato anche io il modo di far andare la ragazza in prigione.
Silvia: Si! Si assolutamente.
Veronica: Connor per una volta ha provato a tirare fuori le palle e fare ciò che sentiva giusto.Mi piace la sua evoluzione in questa stagione,sul lavoro e nella vita privata. Ma guai a mettersi contro Annalise…

Bene, e anche dopo queste due puntate siamo ancora più confuse e lontane dalla soluzione del mistero! Ma ci sono ancora molti episodi in cui tutto può davvero succedere! Ci rivediamo tra due settimane sperando che nel frattempo la Keating tenga duro e rimanga tra di noi.

Recensione: Lo stagista inaspettato di Nancy Meyers

Buongiorno a tutti!

Vorrei iniziare ringraziando la mia coinquilina che l’altra sera mi ha portato al cinema a vedere un film davvero promettente dal trailer: “Lo stagista inaspettato”. Era da un po’ che non mi capitava di andare due volte al cinema in meno di una settimana… sento che dovrei farlo più spesso se solo i prezzi non fossero esorbitanti. Detto questo, spero che questa recensione riesca ad esprimere quanto il film mi sia piaciuto!

lo stagista inaspettato
Titolo: Lo stagista inaspettato
Titolo originale: The Intern
Regia: Nancy Meyers
Anno: 2015
Durata: 121 min
IMDB

Una società di moda assume uno stagista decisamente fuori dagli schemi: Ben Whittaker (Robert De Niro) un settantenne pensionato che ha scoperto che in fondo la pensione non è come immaginava e decide così di sfruttare la prima occasione utile per rimettersi in pista. Nonostante le diffidenze iniziali, Ben dimostrerà alla fondatrice della compagnia (Anne Hathaway) di essere una valida risorsa per l’azienda e tra i due nascerà un’inaspettata sintonia.

La storia inizia presentandoci il protagonista del film ovvero Ben, un vecchietto di settant’anni che si tiene sempre impegnato nelle più svariate attività. Si iscrive infatti a tutti i corsi possibili perché ama il contatto con la gente e perché vuole cercare colmare il vuoto lasciato dalla perdita della moglie.
Dopo aver risposto ad un annuncio si ritrova a fare lo stagista presso la start-up di un e-commerce di abbigliamento. Qui gli viene affidato il ruolo di assistente del capo, ovvero Jules, una donna che ha appena superato i trent’anni, intraprendente e ambiziosa. A questo punto allo spettatore si chiede “cosa può fare un vecchietto di utile senza saper usare un computer?” Ecco, la stessa domanda se la pone anche Jules, ma ovviamente il nostro Ben ha molta voglia di mettersi in gioco e imparare anche a usare le nuove tecnologie. Ben riesce a conquistare tutti e a dimostrarsi una risorsa preziosa per l’azienda e per Jules stessa, che può contare su un bagaglio di esperienze decennali.

Il segreto di questo film sono i paradossi comici che riesce a creare, solo partendo dalla premessa che un vecchietto si metta a fare lo stagista. Epica è la scena in cui al nuovo gruppo di stagisti (vecchi e giovani) mostrano le scrivanie con sopra i mac: il ventenne apre lo zaino e mette sul tavolo, cellulare, mp3, cuffiette e inizia tranquillamente a lavorare, poi vediamo Ben che dalla sua ventiquattr’ore tira fuori gli occhiali, la penna, un orologio e inizia a fissare lo schermo nero del computer (per fortuna i suoi colleghi stagisti lo aiutano ad approciarsi con Internet e le nuove tecnologie).
In realtà questa è solo una delle mille mila scene esilaranti che si succedono durante il film. Ma se la comicità e il continuo scambio frizzante di battute tra i personaggi sono il punto di forza di questo film, questo è supportato dalla recitazione magnifica di due grandi attori che personalmente amo molto: Robert De Niro (Ben) e Anne Hathaway (Jules). Presi singolarmente sono di per sé due attori fenomenali, ma la loro combo è il tocco per rendere questo film davvero brillante e capace di trasportarti in questa storia e farti ridere proprio di gusto!

Ma non vuole essere solamente un film che fa ridere lo spettatore, veniamo anche a conoscere le paure e le insicurezze dei nostri protagonisti, vedendoli in momenti di fragilità. Dietro alle risate e alle situazioni più insolite si vengono a creare dei legami solidi e importanti che li aiutano ad affrontare i vari ostacoli per sentirsi bene con loro stessi.
Molti di noi sono stati o sono ora stagisti/tirocinanti o comunque l’ultimo arrivato in un contesto lavorativo e quindi per forza di cose non possiamo non amare e voler bene a questo vecchietto pimpante alle prese con un capo tutt’altro che facile e con mille pretese.
‘Lo stagista inaspettato’ è un film immediato, semplice e la sensazione che ho provato dopo averlo visto è stata quella di una bella ventata d’aria in una calda giornata estiva, nel senso che è un toccasana per l’umore! Ve lo consiglio perché veramente se volete vedere un film divertente e che sappia far ridere senza cadere nel volgare, questo sicuramente soddisferà pienamente le vostre aspettative, d’altronde un vecchietto stagista può solo che riservare sorprese a non finire!

rating 5
anna firma

Recensione: Padri e figlie di Gabriele Muccino

Buongiorno a voi!

Mi scuso se la settimana scorsa non sono riuscita a pubblicare, ma tra tirocinio, tesi e cose varie non ce l’ho fatta.
Per rimediare sabato sera sono andata al cinema con il mio papy e mio fratello a vedere un film di cui avevo visto il trailer un paio di giorni prima. Come avete capito dal titolo del post si tratta di “Padri e figlie”.

Padri e figlie
Titolo: Padri e figlie
Titolo originale: Fathers and Daughters
Regia: Gabriele Muccino
Anno: 2015
Durata: 116 min
IMDB

Jake è un romanziere di successo (vincitore di un Pulitzer) rimasto vedovo in seguito a un grave incidente. Si trova a dover crescere da solo l’amatissima figlia Katie, a fare i conti con i sintomi di un serio disturbo mentale e con la sua altalenante ispirazione. 27 anni dopo, Katie è una splendida ragazza che vive a New York: da anni lontana dal padre, combatte i demoni della sua infanzia tormentata e la sua incapacità di abbandonarsi ad una storia d’amore.

Il film racconta del rapporto tra padre e figlia e di come si evolve nel corso degli anni. I fatti non vengono presentati in ordine cronologico,
ma c’è sempre un alternarsi tra passato e presente, cioè quando Katie è piccola e quando, invece, è adulta.
Di conseguenza, salta subito all’occhio il fatto che la bambina, bellissima e adorabile, è
diventata una donna complessata e incapace di amare. Viene naturale cercare di capire il motivo di tale cambiamento e scena per scena questo viene svelato. I continui salti temporali rendono la vita della ragazza una sorta di puzzle emotivo che lo spettatore è invogliato a risolvere. La cosa buffa è che, nonostante Katie sia una psicologa, va lei stessa da un’altra strizzacervelli perché non riesce a risolvere i suoi problemi. Questo ruolo mi è sembrato perfetto per Amanda Seyfried, proprio per quegli occhioni belli e misteriosi dietro il quale sembra sempre nascondersi un animo complicato.

Purtroppo essendo un film drammatico, padre e figlia sono coinvolti in una serie di eventi che non mi è dato svelare, che metteranno a dura prova Jake come padre e segneranno indelebilmente il carattere di Katie. Russell Crowe ha interpretato splendidamente la parte di Jake, ha saputo cogliere tutti i dettagli della malattia che colpisce il suo personaggio, ma non solo. Russell riesce a trasmettere tutto l’amore che un padre può avere nei confronti della figlia attraverso i suoi sguardi intensi e i piccoli gesti che cerca sempre di non far mancare alla sua piccola “patatina”,anche se a volte non è facile.

In particolare mi è piaciuta la scena in cui c’è Jake che sta scrivendo con la sua fedele macchina da scrivere e Katie che gli sta disegnando affianco e i due iniziano iniziano a cantare insieme.

Il film riesce a coinvolgere lo spettatore e a farlo commuovere e mi dispiace, ma preparatevi perché sarà inevitabile che vi scenda qualche lacrima. Io mi sono emozionata in un paio di scene come quando Katie riesce a far parlare una bambina che ha in cura e che non parlava da mesi; o quando capisce di quanto lei sia stata amata dal padre e che in fondo anche lei è in grado di provare per qualcun’altro un sentimento così forte.
Non preoccupatevi, posso garantirvi che non è un film troppo drammatico di quelli in cui davvero si piange da rimanere disidratati. Se avete già visto ‘La ricerca della felicità’ o ‘Sette anime’ saprete come Muccino voglia commuovere ma con delicatezza ed eleganza, sempre cercando di trasmettere un messaggio forte. Alcune risate e colpi di scena non mancheranno ma, con questo film, Muccino ci regala un altro capolavoro e si conferma come gran regista.

rating 4.5
anna firma

Recensione: La strada verso casa di Yimou Zhang

Buongiorno a voi!

Ormai anche settembre sta per finire e io mi avvicino sempre più al mio ventiduesimo compleanno (anche se in realtà mi sento ancora giovane e arzilla). Questa volta provo a scrivere la recensione da cellulare visto che il mio internet proprio stasera ha deciso di non funzionare. Ero molto indecisa come al solito su che film guardare, ma poi ho ritrovato questo film cinese che avevo scaricato tempo fa e di cui ne avevo sentito parlare bene.

la strada verso casa
Titolo: La strada verso casa
Titolo originale: Wo de fu qin mu qin
Regia: Yimou Zhang
Anno: 1999
Durata: 89 min
IMDB

Per la prima volta dopo molti anni, l’uomo d’affari Luo Yusheng si reca a Sanhetun, il villaggio nel nord della Cina dove è nato, perché suo padre è morto all’improvviso e Yusheng vuole stare vicino a sua madre. Nell’attesa del funerale di suo padre Yusheng rivive la tormentata storia d’amore dei suoi genitori, la costruzione della scuola dove suo padre lavorava come maestro.

 

Il film racconta di questo uomo che dopo molti anni torna al villaggio dove è nato per partecipare al funerale del padre. Qui incontra la madre che vuole per il defunto marito una cerimonia degna di lui. Il film ha una struttura ben definita: inizia raccontando del presente, tornando al passato per concludere di nuovo con il tempo attuale.

La cosa particolare e originale è che le immagini riguardanti il presente sono in bianco e nero, mentre i ricordi del passato sono a colori. Forse perché i ricordi del padre sono ancora vivi nel cuore della madre, mentre un presente in cui lui non c’è più è triste. Probabilmente non è questo il motivo, ma mi piace pensarla così.

Un narratore ci racconta come molti anni prima i genitori del protagonista si sono conosciuti. Lei era la ragazza più bella del villaggio e lui il nuovo maestro arrivato da Shangai, ma la loro non è stata certo una storia facile. Mi faceva sorridere come lei faceva di tutto per farsi notare, come cucinare qualcosa di buono durante i lavori di costruzione della scuola o farsi trovare “casualmente” lungo la strada per cui passava il maestro: effettivamente tutte noi ragazze almeno una volta abbiamo fatto qualcosa del genere per farci notare dal tipo che ci piaceva. Ma la cosa bella della loro storia è che si tratta di un amore delicato e genuino, ma allo stesso tempo forte e saldo. Mi è piaciuto che i lunghi anni prima che i due possano stare insieme non abbiano scalfito il loro amore.

Cosa colpisce del film non sono solo i colori, ma anche la musica tipica cinese che ti coccola e ti guida all’interno della storia. La strada verso casa è la strada che dalla loro casa porta alla scuola, dove tutta la storia ha avuto inizio e che per l’ultima volta la donna vuole percorrere insieme al marito. Una storia che probabilmente abbiamo già visto, ma che che sa coinvolgere ed emozionare lo spettatore grazie alle sue atmosfere tipicamente orientali.

  rating 3.5

anna firma