anna

#7 – 5 motivi per cui… Monster University racconta la nostra vita universitaria

L’altro giorno in televisione hanno trasmesso Monsters University e, nel riguardalo insieme a mio papà (che non era troppo convinto nel guardare un cartone), stavo osservando che la vita universitaria di Mike Wazowski rispecchia la mia esperienza e quella di tutti coloro che hanno frequentato per un po’ l’ambiente universitario.
5 motivi per

  1. Ammettiamolo, il primo giorno è stato emozionante per tutti! L’inizio di un nuovo capitolo, nuovi compagni, non più verifiche ogni due giorni e per alcuni la possibilità di vivere fuori casa. Risultato: il primo giorno con occhi sognanti e sbriluccicanti abbiamo varcato coraggiosi la soglia dell’università con mille aspettive che si leggevano nei nostri occhi.
    gif
  2. Ma passato il primo entusiasmo iniziale, abbiamo capito che gli esami non passano da soli e a volte studiare richiede tanto sacrificio e dedizione. Come infatti dice un famoso proverbio studentesco: “il 18 non te lo regala nessuno”.
    gif
  3. I compagni di corso saranno dei preziosi alleati nelle tanto temute sessioni di studio, ma probabilmente il nostro amico più importante sarà proprio lui: il caffè, che ci darà forza e aumenterà la nostra concentrazione evitandoci di finire addormentati sui libri.
    gif
  4. La nostra prima casa al di fuori del nido materno e con esso, i nostri primi coinquilini che sicuramente, chi più chi meno, ci hanno insegnato che il mondo è davvero pieno di persone strane e non proprio con tutte le rotelle.
    gif
    gif
  5. Infine, la nostra (o per lo meno mia) incapacità di integrarsi agli aperitivi e feste varie a cui abbiamo preso parte e finire ritrovandosi a fare balletti senza senso sentendoci come Patrick Swayze in Dirty Dancing!
    gif

Monster University ci lascia un messaggio chiaro e forte: sii sempre te stesso e non farti dire dagli altri che non puoi fare qualcosa perchè se ci credi veramente potrai realizzare i tuoi sogni! Parola di Mike Wasowski 😉
gif6

anna firma

Recensione: The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck

Buongiorno! In questi giorni tra lavoro, salute che va e viene e preparazione atletica al pranzo di Natale il tempo per vedere film è scarseggiato un po’. L’altro giorno ho guardato questo nel tentativo di finire la Movie Challenge di quest’anno e sono finalmente riuscita a trovare un film che durasse meno di due ore (ultimamente tutti i film che sto guardando non durano meno di due ore). Probabilmente l’avrete già visto o per lo meno sentito parlare. Tre quarti del film sono stati girati a Venezia, ovvero una trentina di km più in là di casa mia e nonostante uno dei giorni in cui giravano fossi proprio lì a Venezia, non sono riuscita a incontrare nessuno di famoso (siamo andate a chiedere per bar e ristoranti per cercare di capire dove potessero essere ma nada).
the tourist
Titolo: The Tourist
Titolo originale: The Tourist
Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Anno: 2010
Durata: 103 min
IMDB

Frank (Johnny Depp) è un turista americano che si trova in vacanza in Italia per cercare di lasciarsi alle spalle un passato di delusioni sentimentali, ma mai avrebbe potuto immaginare che questo viaggio avrebbe sconvolto la sua vita. Tutto inizia quando conosce Elise (Angelina Jolie), una donna travolgente e misteriosa, e ne resta folgorato. Ma l’incontro è tutt’altro che casuale e, inseguendo una potenziale storia d’amore, Frank si troverà presto invischiato e travolto in una spirale di intrighi e pericoli, sullo sfondo di una Venezia mozzafiato.

Il film vuole essere una sorta di thriller ma non di quelli pesanti, l’interpol americana vuole infatti catturare un criminale che ha rubato un’ingente somma di denaro ad un mafioso e per farlo segue la sua amante. Dall’affascinante Parigi passiamo alla surreale Venezia della quale ci vengono offerte delle panoramiche spettacolari e si vedono alcuni scorci veramente carini della città lagunare.

Nonostante la presenza e la recitazione impeccabile di Angelina Jolie e Johnny Depp, il film non riesce comunque ad apparire il thriller che sperava di essere. Sembra più una sorta di breve avventura, a tratti comica per le situazioni che si vengono a creare, risultando un film piacevole e adatto a passarsi una serata in tranquillità. Vediamo anche comparire alcuni attori italiani come Cristian De Sica e Raul Bova, ma indubbiamente sfigurano un po’ di fianco alle grandi star di Hollywood.

Secondo me il film non è stato in grado di soddisfare le aspettative iniziali ma c’è da dire che il risultato finale non è male. Onestamente non saprei cos’altro dire se non che vale la pena di guardarlo per due motivi: primo, l’eleganza e lo splendore di Angelina Jolie che qualunque ruolo interpreti fa sempre una gran figura e secondo, vedere interagire insieme De Sica e Johnny Depp è un’esperienza unica.

rating 2.5
anna firma

Recensione: Megane di Naoko Ogigami

Buongiorno! Il Natale si avvicina, Michael Bublè ormai è diventato la colonna sonora dei nostri giorni e la preparazione fisica ai pranzi di Natale sta avendo inizio. In questo periodo sto recuperando tutti gli Star Wars e tra un film e l’altro e mi guardo qualche filmetto orientale come quello di oggi. ‘Megane’ (letteralmente ‘occhiali’) è della stessa regista giapponese Naoko Ogigami di cui avevo recensito un po’ di tempo fa Yoshino’s Barber Shop (la recensione la trovate qui).

Megane
Titolo originale: Megane
Regia: Naoko Ogigami
Anno: 2007
Durata: 106 min
IMDB

Taeko an stressed out career woman leaves her stressed out life in the city for an island vacation. The vacation does not become what expected, as everyone on the island are rather strange.

 

Il film è decisamente particolare e chi non si è mai approcciato al cinema orientale potrebbe trovarlo un po’ senza senso. Ammetto che anche ripensandoci molte volte dopo averlo visto devo ancora effettivamente capire la scelta del titolo. Il film parla di quest’insegnante, Taeko, che si rifugia per le vacanze in quest’isola sperduta del Giappone, talmente remota che i telefoni non prendono. Qui Taeko fa conoscenza con i pochi della locanda, ovvero il proprietario Yuji, una donna anziana di nome Sakura che gestisce un baracchino di granite lungo la spiaggia e Haruna, una giovane insegnate di biologia e quotidiana frequentatrice della locanda. Venendo dalla grande città, Taeko fa fatica a capire le abitudini della gente del posto che è molto cordiale e la invitano sempre a partecipare alle attività quotidiane come, ad esempio, i “merci exercises” ovvero esercizi di aerobica mattutini in riva al mare per ringraziare del nuovo giorno. Il resto del film si concentra principalmente sull’interazione di questi personaggi e sul come trascorrono le giornate in questa isoletta.

Il film ha un ritmo abbastanza lento che riflette l’atmosfera pacata e surreale che traspare dal susseguirsi di inquadrature di paesaggi dai colori pastello o da scene in cui i protagonisti sono impegnati nelle attività più banali quali il mangiare, la pesca, etc. Uno dei principali passatempi è quello che Yuji e Sakura chiamano “twilighting”, ovvero fermarsi a contemplare l’orizzonte riflettendo su qualcosa. Sono il proprietario della locanda e l’anziana donna a spiegare a Taeko che è proprio questo “fermarsi a osservare l’orizzonte” che attira le persone in quel luogo, dove non c’è molto altro da fare. Ma in tutto ciò, Haruna osserva che a Taeko non riesce molto bene il “twilighting” perché è ancora troppo presa dai ritmi della città e perché si fa mille problemi per le cose più semplici, non riuscendo a capire come gli altri riescano a sentirsi soddisfatti e appagati nel loro quotidiano.

Nonostante a prima vista il film possa sembrare noioso, devo dire che invece è molto divertente, non perché comico ma piuttosto perché ci sono delle scene e alcune reazioni dei personaggi che sono davvero inaspettate. Una delle tante, per esempio, è quella in cui Taeko si sveglia la mattina e si trova in camera Sakura in ginocchio che le sorride (un po’ in maniera inquietante) e le da il buongiorno; penso che se fosse toccato a me le avrei lanciato qualcosa. Ma come in altri film orientali, alla fine di tutto si nasconde sempre un piccolo insegnamento, che in questo caso consiste nell’apprezzare le piccole cose di ogni giorno e la vita stessa che molte volte diamo per scontato. Piano piano veniamo cullati da questa realtà calda e tranquilla e invitati a prenderci del tempo per noi stessi. Ed è a questo punto che osservare l’oceano e fare degli esercizi di aerobica diventano un momento importante e speciale della giornata.

rating 3
anna firma

#6 – 5 motivi per… cui iniziamo le serie tv

Buongiorno, ieri ho visto la puntata finale della nona stagione di Doctor Who ed è stata veramente brillante! Dovete sapere che io non sono mai stata un’ amante delle serie tv, infatti quando, per esempio, alle medie le mie compagne di classe guardavano Dawson’s Creek oppure OC, io preferivo di gran lunga guardare i miei cartoni animati. Poi negli anni successivi mi sono sempre rifiutata principalmente perché so che, se fosse stato necessario, avrei potuto recuperare stagioni intere nel giro di una settimana e, in più, per paura che diventasse una sorta di dipendenza pesante. Gli anni sono passati e mi sono ritrovata ad iniziare l’università non conoscendo praticamente nulla del mondo delle serie tv (le uniche serie che mi ero permessa di seguire erano Smalville, Scrubs e Dr. House a pezzi).
Ma dall’inizio dell’università qualcosa è cambiato e anch’io mi sono avventurata nel mondo delle serie tv (una volta entrati non si esce) e in questo post cercherò di spiegare cosa ci spinge a guardare serie tv.

5 motivi per

  1. La causa principale che ci spinge ad approciarsi alle serie tv sono quegli amici telefilm-addicted presenti in ciascuna compagnia che fin dall’infanzia guardano serie tv e scandiscono le settimane in base all’uscita degli episodi delle mille milla serie che guardano. E poi arrivano da te raccontandoti quanto una serie sia appassionante e ti fanno venire montagne di sensi di colpa perchè non hai mai visto/sentito parlare di una certa serie. Risultato? Il giorno dopo guarderete per scrupolo solo il primo episodio e vi troverete il giorno dopo ad aver finito tutta la prima stagione senza sapere come è stato.
    gif
  2. Un secondo motivo è l’università. Ebbene si, molte delle conversazioni tra studenti in crisi girano attorno alle serie tv. Passando per i corridoi dell’università si sentono frasi del tipo “Oh, hai visto l’ultimo episodio di GOT?”, oppure “Ma lo sapevi che hanno rinnovato Grey’s Anatomy per altre due stagioni?” ed ancora “Doctor Who non era una serie degli anni sessanta?”. Di conseguenza, guardare serie tv diventa fondamentale per trovare un argomento di conversazione con i propri compagni e per trovare nuovi amici su cui potrai sempre contare.
    gif
  3. Parte della colpa è anche della televisione. Ormai per tv non fanno niente che valga la pena di essere guardato purtroppo: tra reality demenziali, cartoni senza senso e qualche raro ed interessante programma d’informazione, l’unica via d’uscita sono le serie tv. E se lo fa Jennifer Lawrence, perchè non potremmo farlo anche noi?
    gif
  4. Un motivo che può spingere molti a guardare serie tv è la loro difficoltà a socializzare con le persone, preferendo stare in compagnia di personaggi immaginari che purtroppo non usciranno mai dallo schermo della nostra tv/computer.
    gif
  5. Tentati e affascinati dalla popolarità delle serie tv abbiamo detto anche noi: “solo una serie e poi smetto”. Oggi invece siete diventati dei telefilm-addicted anche voi. Ripropongo una gif a scopo illustrativo 🙂
    gif

anna firma