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Book Blitz: Whatever it takes by Lindsey Pogue

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Sarò sincera. Quando ho visto la copertina di questo libro non ho più capito nulla. Non dico che avrebbe potuto parlare proprio di qualsiasi cosa, ma quasi. La trovo davvero bellissima. Quindi, grazie a XPresso Book Tours, oggi posso lasciarvi, oltre alla magnifica copertina, anche un estratto dal libro e due pilloline direttamente dell’autrice.
In più trovate anche un giveaway per vincere una ebook di Whatever it takes, a meno che non abitiate negli Stati Uniti, in quel caso potete giocarvela anche per una copia cartacea e autografata. 🙂

Between me and Mon I don’t know who falls in love first with covers. We love covers and this one is amazing. I thought I was going to read this book without caring about the synopsis, just for the cover. It’s literally beautiful. Thanks to XPresso Book Tours I was able to give to you an excerpt and a few curiosity by the author.
You can also find an amazing giveaway at the end of the post to win an ebook copy of ‘Whatever it takes’. If you live in the States though, you have double luck ‘cause you can enter to win a signed copy of the book!

whatever it takes
Title: Whatever it takes
Author: Lindsey Pogue
Publication date: January 22nd 2016
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Four years ago, I thought my life was pretty normal for a teenager. Three years ago, my world was shattered, and now I’m just trying to hold the pieces together. But regret and anger aren’t so easy to ignore.

I just need to catch my breath … for it all to go away …

I thought I might finally be ready to move on from that horrible night, but then he decided to come back.

He can’t come back … he’ll ruin me completely.

One horror-filled night changes the course of Samantha’s seemingly normal life. She’s ruined everything. Despite her determination to keep the family ranch up and running, her guilt makes it impossible to completely move on or forget.

Sam takes comfort in her quirky, endearing friends as she tries to balance between the girl she was and the woman she wants to become. Just when she thinks she’s finally making amends with her past, someone she never thought she’d see again returns, and Sam’s life is once again turned upside down. Both her head and her heart want different things, so she’s lost when, once again, she’s forced to make a decision that will inevitably change her life.

 

excerpt

I lose myself to the sound of zipping harmonicas and anthems about bayous, outlaws, and rambling men. The wistful sound reminds me of happier times, despite the pang of sadness it elicits from nudging, less-welcome memories, too. There’s something about classic rock ’n’ roll that makes me feel at home.
I let the music and the amber liquid that once again flows through me dull the pain. It makes me feel lighter as I dance and sing around the fire with Mac and Savannah. And it just so happens that Mac had been right, hair of the dog—a lot of it—was just what I’d needed to perk my wilting mood right back up again. I’m unable to remember the last time I felt this good.
“So is this like a Native American beer dance or something?” Nick asks, and Reilly barks a laugh, clearly amused.
“You’re just jealous you’re not having as much fun,” Savannah drawls.
“Yeah, that’s exactly what it is.” Nick smirks and pulls away from Savannah as she tries tugging him up from his camping chair.
“Come dance with us.” Her voice sounds more like a whine, and I can’t help but laugh at how drunk she is.
“No, no, no,” he says. “I don’t dance, especially not like that.”

Fun Fact 3
Fun Fact 2

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ABOUT THE AUTHOR
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Lindsey Pogue has always been a little creative. As a child she established a bug hospital on her elementary school soccer field, wrote her first YA manuscript in high school, and as an adult, expresses herself through writing. Her novels are inspired by her observations of the world around her—whether she’s traveling, people watching, or hiking. When not plotting her next storyline or dreaming up new, brooding characters, Lindsey’s wrapped in blankets watching her favorite action flicks or going on road trips with her own leading man.

Thanks to XPresso Book Tours for giving us the opportunity to promote this book.

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Teaser Tuesday #46

Buongiorno.
Ero tentata di farvi un ‘Teaser-Scherzo’ copiando un passaggio dal libro che ho veramente in lettura: una guida all’ambiente statistico R. Ho anche deciso da sola che sarebbe stato piuttosto orribile come scherzo e quindi vi lascio il teaser dall’ultimo libro che ho letto: ‘Tutte le volte che ho scritto ti amo’ di Jenny Han. A me è piaciuto molto, e a breve arriverà anche la recensione. Chi l’ha letto?

teaser tuesday

Più tardi mi sveglio con Kitty ai piedi del letto. «Hai le lenzuola imbrattate di gelato» mi informa.
Io gemo e mi giro di fianco. «Kitty, questo è l’ultimo dei miei problemi, oggi.»
«Papà vuole sapere se per cena vuoi il pollo o l’hamburger. Io voto per il pollo.»
Mi metto a sedere. Papà è tornato a casa! Forse lui sa qualcosa. Si era fissato a buttare via roba. Forse ha messo la cappelliera in un posto sicuro, e la lettera di Peter è stata solo un brutto incidente!
Salto giù dal letto e corro al piano di sotto, il cuore che mi batte forte in petto. Papà è nel suo studio, con gli occhiali, intento a leggere un grosso libro sui dipinti di Audubon. Tutto d’un fiato gli chiedo: «Papà-hai-visto-la-mia-cappelliera?».
Lui alza gli occhi. Ha un’espressione disorientata e capisco che sta ancora pensando agli uccelli di Audubon e non è per nulla concentrato sul mio stato di agitazione. «Quale cappelliera?»
«La cappelliera verde-azzurra che mi aveva regalato la mamma!»
«Oh, quella…» dice con aria ancora confusa. Si toglie gli occhiali. «Non lo so. Forse ha preso la strada dei tuoi pattini.»
«Che vuoi dire? Ma di cosa stai parlando?»
«C’è una piccola possibilità che l’abbia portata all’ente caritatevole.»
Vedendomi restare senza fiato, papà aggiunge con tono difensivo: «Quei pattini non ti stanno neanche più. Prendevano solo spazio!».
Mi accascio a terra. «Erano rosa ed erano vintage e li avevo messi da parte per Kitty. E comunque, non è questo il punto. A me non importa nulla dei pattini. A me interessa la cappelliera! Papà, non sai neppure che fine le hai fatto fare.» Mio papà si alza in piedi e cerca di sollevarmi da terra. Io faccio resistenza e casco di schiena come un pesce rosso.
«Lara Jean, non so neanche se l’ho buttata. Vieni, andiamo a dare un’occhiata in giro, va bene? Non farti prendere dal panico prima del tempo.»
«C’è solo un posto in cui poteva essere, e non c’è. È sparita.»

Capitolo 18 – TUTTE LE VOLTE CHE HO SCRITTO TI AMO di Jenny Han

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tutte le volte che ho scritto ti amoLara Jean non ha mai apertamente dichiarato di essere cotta di qualcuno.
Quello che fa è scrivere a ciascuno dei ragazzi di cui si è innamorata una lettera, che poi imbusta e custodisce gelosamente in una vecchia cappelliera. Un giorno, però scopre che tutte le lettere sono state spedite… e all’improvviso la sua vita diventa molto complicata, ma anche molto, molto più interessante.

Recensione: Teorema Catherine di John Green

Premessa triste: se un libro non mi piace non riesco a scriverne. Parlarne forse sì, ma non è nemmeno lontanamente la stessa cosa. Quindi approcciatevi alla lettura preparati.
Il libro di cui vi parlo oggi è ‘Teorema Catherine’ di John Green.

teorema catherine
Titolo: Teorema Catherine
Titolo originale: An Abundance of Katherines
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Disponibile in italiano:
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Da quando ha l’età per essere attratto da una ragazza, Colin, ex bambino prodigio, forse genio matematico forse no, fissato con gli anagrammi, è uscito con diciannove Catherine. E tutte l’hanno piantato. Così decide di inventare un teorema che preveda l’esito di qualunque relazione amorosa. E gli eviti, se possibile, di farsi spezzare il cuore un’altra volta. Tutto questo nel corso di un’estate gloriosa, passata con l’amico Hassan a scoprire posti nuovi, persone bizzarre di tutte le età, ragazze speciali che hanno il gran pregio di non chiamarsi Catherine.

Allora. Di John Green avevo letto solo ‘Colpa delle stelle’: lacrime a fiumi, occhi a cuoricino e immenso amore per quel libro.
Insieme alla Mon ho scelto ‘Teorema Catherine’ come libro per il primo mese della nostra Book Jar Challenge (qui il regolamento) e devo dire che ci sono rimasta male. Un po’ perché non è piaciuto a me – e voi direte chissenefrega – ma soprattutto perché l’ho ‘consigliato’ a una ventina di persone. Partecipanti alla Book Challenge, non vogliatemene. I rating erano mooolto alti e ci siamo fidate. Poi non escludo che vi sia piaciuto, sia chiaro.

Tornando al libro.
La storia di per sè, devo dire la verità, non è per niente male, un romance come un altro. Anzi forse un po’ diverso, un po’ meno pieno dei soliti clichè tipici degli Young Adult che leggiamo normalmente. La trama mi aveva attirato e, ripensandoci a posteriori, il libro – appunto – è anche piacevole. John Green, in Teorema Catherine, ci racconta una storia non del tutto surreale, uno stralcio di vita di 3 ragazzi che si incontrano per caso e finiscono per passare l’estate godendo della reciproca compagnia.
Non riesco a definire perfettamente quindi il problema di questo libro. Credo che la pecca principale sia il protagonista – Colin – che, per citare il suo amico Hassan, ‘non è interessante’. Mi spiego meglio. Colin, come ci dice la trama, è un bambino prodigio. E la cosa può sembrare interessante. Per qualche motivo, non lo è. Sarà la sua natura, ma pensa troppo e risulta – secondo me – piuttosto noioso. La storia incentrata sostanzialmente solo su di lui, inoltre, non aiuta.

I prodigi riescono a imparare rapidamente ciò che altri hanno già capito; i geni scoprono ciò che nessun altro ha scoperto prima. I prodigi imparano, i geni fanno.

Come vi ho già detto lo spunto non è male. L’idea di Colin di analizzare matematicamente le sue relazioni per creare una funzione che gli permetta di prevedere come andranno le prossime è effettivamente divertente.
Ma manca qualcosa, e probabilmente c’è qualcosa di troppo.
Manca probabilmente un po’ di suspence, un po’ di amore in più. Si capisce da subito come andrà a finire, ma non si rimane col fiato sospeso, come in molti romance, ad aspettare che la coppia di turno apra finalmente gli occhi. Non so se riesco a spiegarmi, in effetti ne dubito.

E poi i racconti delle interviste, i pianti di TUTTE le nonnine disperate perché non vedono Lindsey da tempo, da quando sta col suo nuovo fidanzato. Ok una, ok due, poi basta.
La funzione, tutti i giorni quella. L’asocialità di Colin, idem. Ok che deve essere il ragazzo prodigio, asociale, intrattabile e escluso. Ma a un certo punto la trasformazione uno se la aspetta. E sicuramente prima delle ultime 4 pagine.

Voleva piangere, ma invece sentiva solo un dolore dietro il plesso solare. Piangere è aggiungere qualcosa: piangere è tu-più-le-lacrime. Ma la sensazione che Colin provava era l’esatto – e orribile – contrario del pianto. Era tu-meno-qualcosa. Continuava a pensare a una sola parola, sempre, e sentiva quel dolore bruciante proprio sotto la cassa toracica.

Detto questo, non mi sento di sconsigliarvelo, ne ho sentito parlare bene. Ma per me rimane un nì, più no che sì. La verità? Mi ha piuttosto annoiata.

rating 2.5
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Recensione: L’amore non è mai una cosa semplice di Anna Premoli

Buongiorno! Prima recensione del 2016, so che ne ho già pubblicata una quest’anno – e siamo alla metà di gennaio – ma questa è la prima che scrivo nel nuovo anno. In più si tratta dell’ultimo libro letto nel 2015, che mi ha anche permesso di finire la Reading Challenge di Goodreads. La smetto di dare i numeri e arrivo al dunque. Il libro di cui vi voglio parlare oggi è ‘L’amore non è mai una cosa semplice’ di Anna Premoli.

l'amore non è mai una cosa semplice
Titolo: L’amore non è mai una cosa semplice
Autore: Anna Premoli
Editore: Newton Compton
Disponibile in italiano:
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Lavinia desiderava tanto insegnare, ma dopo la maturità si è lasciata convincere dai genitori e si è iscritta a Economia. Ormai al suo quinto anno alla Bocconi, si trova coinvolta in un insolito progetto: uno scambio con degli ingegneri informatici del Politecnico. Lo scopo? Creare una squadra con uno studente mai visto prima, proprio come potrebbe capitare in un ambiente di lavoro. Peccato che Lavinia non abbia alcun interesse per il progetto. E che, per sua sfortuna, si trovi a far coppia con un certo Sebastiano, ancor meno intenzionato di lei a collaborare. E così, quando la fase operativa ha inizio e le sue amiche cominciano a lavorare in tandem, Lavinia è sola. Ma come si permette quel tipo assurdo – a detta di tutti un fuoriclasse dell’informatica – di piantarla in asso, per giunta senza spiegazioni? Lavinia non ha scelta: non lo sopporta proprio, ma se vuole ottenere i suoi crediti all’esame, dovrà inventarsi un modo per convincerlo a collaborare… Ma quale?

 

Che dire? 320 pagine – che sembrano meno – da leggere tutte d’un fiato. Inverosimile e assurda come storia? Assolutamente sì. Dolce e romantica? Altrettanto assolutamente sì. Quindi ve lo consiglio in maniera spassionata. L’importante è partire senza l’aspettativa di un libro che vi rivoluzionerà la vita. Ma non è nemmeno il suo scopo.

Quella raccontata è la storia di due ragazzi che sono come il giorno e la notte. L’obiettivo di lei è piacere a tutti, quello di lui andare a lavorare nella Silicon Valley e andare controcorrente per partito preso. Per lei la tecnologia sono i social network e, se proprio serve, Google. Lui è un nerd, oserei dire quasi senza speranza e se ne frega di qualsiasi giudizio esterno. Lei adora gli aperitivi con le amiche nei locali più ‘in’ sui Navigli. Lui passa i weekend a fare giochi di ruolo dal vivo. Possono andare d’accordo? No. Si innamoreranno? Leggete il libro.

Ma certo, come non ho fatto a pensarci prima. Tutta colpa della mia mente limitata. «Fammi indovinare ancora: niente Windows sui tuoi PC».
Seb solleva un angolo della bocca in quello che deve essere un mezzo sorriso. «Chiaro…».
«Bensì Linux?», domando richiamando alla memoria quel poco di conoscenze che ho nel campo.
Lui scrolla le spalle rabbrividendo. «Per carità, ti sembro davvero uno da Linux?».
In tutta sincerità lui per primo mi sembra un grosso sistema chiuso, impenetrabile e inaccessibile peggio di Apple, Google e Microsoft messi insieme, ma lo conosco da troppo poco tempo perché mi possa permettere di confidargli qualcosa di simile. «Non so. Per chi mi hai preso, un’esperta informatica?».
Se non altro la mia domanda retorica lo fa scoppiare a ridere.

Ho iniziato a parlarvi di questo libro sostenendo che la storia sia in un certo modo inverosimile e assurda. Vi spiego il motivo. Lei, Lavinia, la protagonista. In poco più di 300 pagine passa da essere la figlia e ragazza modello, che sorride sempre, piace a tutti, non contraddice mai i suoi genitori e non è in grado di fare una scelta all’essere una ragazza ‘normale’, convinta delle sue scelte e di quello che vorrà fare nella vita. Si stacca dai genitori, comincia a capire che ha una spina dorsale e – concedetemi l’espressione – la usa.
Diciamo che nel complesso il suo cambiamento non è nemmeno lontanamente avvicinabile alla realtà. Però – ormai lo sappiamo – nei libri tutto è possibile.

LOL
Ehhh??? Anche questo è linguaggio binario?
Lui mi risponde con una sigla diversa.
ROFL
Sto iniziando a comprendere che comunicare sarà molto, molto complicato. Tra linguaggi noti solo a lui e sigle strampalate, la strada si preannuncia in salita.
Provo a inserire su internet le sigle e scopro che si tratta di due termini slang derivati dall’arcaico ambiente internet Usenet. Una roba da veri nerd, a quanto pare. In ogni caso, la traduzione è “sto morendo dal ridere” e “mi sto rotolando sul pavimento dal ridere”.
Visto che mi ha lanciato il guanto di sfida, rispondo a tono.
ROFLMAO
Il significato è più o meno lo stesso, ma ancora più enfatizzato.
La sua risposta è quasi immediata.
Felice di sapere che Wikipedia funzioni tanto bene.

La scintilla che fa partire il cambiamento è Seb, il quasi ingegnere informatico con cui è costretta a collaborare per un progetto interuniversitario che le porterà dei crediti extra.
Lui è strano, chiuso in sé stesso, indaffaratissimo e concentrato solo sui computer e sul suo lavoro. Oltre che, ovviamente, sul suo sogno di lavorare nella Silicon Valley.
Il finale è chiaro fin dal titolo, e ogni pagina che giriamo ci chiediamo quando potremmo iniziare ad avere gli occhi a cuoricino.

Che altro dire? La Premoli – secondo me – è andata a segno anche questa volta, sfornando un libro moooolto leggero ma altrettanto piacevole e, in certi casi, anche divertente.
Do ‘solo’ 4 cupcakes perché i 5 li tengo per i romanzi che mi sconvolgono durante la lettura lasciandomi in adorazione per parecchio tempo. Volendo ponderare i voti non mi sento di dare la votazione piena a una storia così.
Valutazione relativa solo al suo genere? 5 cupcakes con la panna, ragazzi. Senza ombra di dubbio.

rating 4

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