recensione

Recensione: The Deal di Elle Kennedy

Ehm, dovevo pubblicare lunedì, ma questi ultimi giorni sono stati pieni di avvenimenti sia per me che per Chia, quindi abbiamo messo (involontariamente) il blog in pausa. Adesso che la tensione sta scendendo e torniamo ad avere del tempo libero senza ansia eccoci di nuovo qui a pubblicare.
La recensione di oggi è sul libro The Deal, storia semplice, niente di nuovo, ma ogni tanto ci stanno anche questi libri qui.
Buona lettura 😉

the deal
Titolo: The Deal (Off-Campus #1)
Autore: Elle Kennedy
Editore: Self
Disponibile in italiano: No
Goodreads

She’s about to make a deal with the college bad boy…
Hannah Wells has finally found someone who turns her on. But while she might be confident in every other area of her life, she’s carting around a full set of baggage when it comes to sex and seduction. If she wants to get her crush’s attention, she’ll have to step out of her comfort zone and make him take notice…even if it means tutoring the annoying, childish, cocky captain of the hockey team in exchange for a pretend date.

…and it’s going to be oh so good
All Garrett Graham has ever wanted is to play professional hockey after graduation, but his plummeting GPA is threatening everything he’s worked so hard for. If helping a sarcastic brunette make another guy jealous will help him secure his position on the team, he’s all for it. But when one unexpected kiss leads to the wildest sex of both their lives, it doesn’t take long for Garrett to realize that pretend isn’t going to cut it. Now he just has to convince Hannah that the man she wants looks a lot like him.

I New Adult, come del resto gli Young Adult, sono sempre pieni di cliché. Chi ne ha letti parecchi sa cosa aspettarsi quando ne prende in mano un altro e dopo un po’ forse stufano. Io non faccio eccezione e ne ho letti parecchi da quando ho scoperto il genere, ma per ora riesco ancora a sopportare lo schema sempre uguale di queste storie.

Non sono libri pensati per essere dei capolavori, quanto delle distrazioni piacevoli quando si ha bisogno, o perlomeno per me è così.

The Deal mi è stato consigliato da un’amica quando avevo bisogno di una lettura un po’ leggera, ma è rimasto sul Kindle per più di un mese perché stavo leggendo altro nel frattempo. Qualche giorno fa l’ho iniziato e devo dire che ho fatto fatica a posarlo.

La storia è sempre quella. Lui bellissimo e famoso giocatore di hockey, lei una ragazza che di sport non sa nulla e che quasi nessuno conosce. Stranamente lei non è una ragazzina introversa e insicura, cosa che ha fatto guardagnare a Hannah qualche punto in più. L’incontro tra i due anche non ha niente di diverso dal solito, con la piccola differenza che lei non cede subito alle richieste di Garrett, anzi, ribatte sempre con delle battutine taglienti e cerca di levarselo di torno nonostante sia il ragazzo più voluto dell’università.

La trama è ben delineata e trovo che l’autrice scriva molto bene, regalando alle 300 e passa pagine grande scorrevolezza.

Hannah è una protagonista con un passato molto difficile (ma va?!), ma lo ammette senza troppi problemi, almeno a sè stessa ed è riuscita a metterselo dietro le spalle. È carismatica, vivace, ironica e sa decisamente farsi valere. Mi è piaciuto molto il suo rapporto con la coinquilina o con i suoi amici, perché è una ragazza dolce, comprensiva e divertente. Canta divinamente e durante l’intero libro la vediamo intenta a prepararsi per lo spettacolo di fine anno, dove ha la possibilità di vincere una borsa di studio da usare per continuare a pagarsi gli studi.

Garrett sembra il solito giocatore figo e stupido, ma mi ha sorpreso. Non è cambiato grazie al suo rapporto con Hannah, ma è riuscito a far conoscere a più persone un lato un po’ più nascosto del suo carattere. Dimostra di essere un ragazzo di cui ci si può fidare, responsabile e un bravo leader per la sua squadra. Ha un gruppo di amici che considera fratelli e il sentimento è ricambiato, come si può notare più volte durante la lettura. Ovviamente per lui non potevano essere tutte rose e fiori, quindi anche per lui abbiamo un passato tormentato di cui nessuno sa niente.

Piano piano e non senza incomprensioni, i due iniziano a consocersi e ad aprirsi l’una con l’altro, aiutandosi e “guarendosi”. Non voglio dire di più perché non voglio assolutamente rischiare lo spoiler, ma questo libro mi è piaciuto davvero tanto e non solo per i due protagonisti, ma anche per tutti i personaggi secondari che girano loro intorno. Ognuno di loro è ben caratterizzato, ma purtroppo sappiamo poco niente di loro. Per fortuna l’autrice sta continuando la serie rendendo protagonisti, uno per volta, i personaggi secondari introdotti in The Deal, quindi fra qualche settimana penso mi butterò a capofitto sul secondo volume.

Un libro che consiglio se leggete in inglese e se volete passare un po’ di ore in compagnia di personaggi davvero piacevoli.

rating 4

mon firma

Recensione: Guida agli appuntamenti per imbranate di Tracy Brogan

Sul mio Kobo c’è una cartella che si chiama ‘Reading Challenge 2016’ in cui ho inserito i libri che mi sono riproposta di leggere per la Challenge di quest’anno. Ovviamente, l’altro giorno ero in treno e nessuno dei libri in quella cartella mi ispirava. Ho quindi cominciato a rivoltare il Kobo e ho trovato ‘Guida agli appuntamenti per imbranate’ di Tracy Brogan. Non mi ricordavo assolutamente la trama, ma lì per lì non mi sono posta il problema ed ho iniziato a leggere. Ed ho fatto bene.
guida agli appuntamenti per imbrantae
Titolo: Guida agli appuntamenti per imbranate (Bell Harbor #1)
Titolo originale: Crazy Little Thing
Autore: Tracy Brogan
Editore: AmazonCrossing
Disponibile in italiano:
Goodreads

Se c’è una cosa che Sadie Turner sa fare benissimo è mettere ordine nelle cose. Perciò quando si rende conto che la sua vita “perfetta” è nel caos più completo, decide di trascorrere le vacanze estive nella casa al lago della zia, con la speranza che tutto torni al suo posto. Sadie vuole rilassarsi e curare le ferite che le ha lasciato l’ex marito infedele. E per questo ha bisogno di tempo, lontana dagli uomini. Da tutti gli uomini.

È difficile però trovare un momento di pace nel cottage dell’eccentrica zia Dody, con due cani sbavanti e due cugini impiccioni (di cui uno è un esuberante arredatore d’interni intenzionato a rimettere a nuovo la povera Sadie). Senza contare che sono tutti decisi a farla uscire con Desmond, il nuovo vicino sexy.

Alto, abbronzato e muscoloso, Des è anche meraviglioso con i bambini di Sadie. Ma deve avere per forza un difetto (è un uomo!) e per questo lei deve mantenere le distanze.

Con il trascorrere dell’estate, la vita che Sadie stava cercando di semplificare diventa sempre più complicata: le si presenta una nuova opportunità di lavoro, il perfido ex torna a tormentarla e zia Dody rivela un tragico segreto. Ma forse un po’ di caos è proprio ciò di cui una ragazza imbranata ha bisogno per rimettere ordine nella sua vita.

 

Come vi stavo dicendo prima della trama, non mi ricordo davvero da chi avessi preso spunto quando ho inserito questo libro tra quelli da leggere e non avevo il benchè minimo ricordo di uno stralcio di trama. Poco male. Il libro mi ha soddisfatta parecchio, tenendomi compagnia durante un lungo viaggio in treno e per un paio di colazioni (l’unico momento in cui trovo il tempo per leggere).
‘Guida agli appuntamenti per imbranate’ è un libriccino leggero dal quale, fin dalla prima pagina, ci aspettiamo un lieto fine. Ed infatti è quello che arriva. È anche il classico romanzo rosa, con la protagonista, Sadie, che ce l’ha a morte con gli uomini dopo il matrimonio finito male. E ovviamente, cos’altro può succedere se non che lei si innamora del figaccione di turno?
Ma nonostante questa serie di clichè, trovo che il libro sia davvero carino. La zia Dody, dalla quale Sadie passa l’estate con i suoi due figli per provare a dimenticare il marito e la sua storia finita male, è un personaggio unico e folle. Tra i suoi modi di dire sbagliati, la sue strane abitudini alimentari e il suo essere disordinata e impicciona, non pùò che farsi adorare. Sicuramente questo è uno dei personaggi in grado di dare una marcia in più al libro. Non sono da meno Fontaine e Jasper, i figli di Dody e cugini di Sadie, che con le loro vite incasinate cercano in tutti i modi di aiutare la donna.

La follia del compleanno stava per iniziare. Fontaine volteggiava qua e là come un colibrì fatto di crack, gonfiando fiocchi di tulle come un invasato e risistemando le composizioni floreali.

E poi c’è Des. Il manzo di turno. Bello, abbronzato, muscoloso che ogni mattina va a correre sulla spiaggia di fronte alla casa della zia. Ve lo immaginate, con le goccioline di sudore che brillano nel primo sole del mattino? Ecco. Il finale è scontato. La parte interessante è che non è il classico infame. È una personcina d’oro, un po’ confusa, ovviamente, ma davvero in gamba.

“Des arrivò dietro di me, tendendo il braccio sopra la mia testa. Si sporse in avanti e le sue favolose parti maschili entrarono in delizioso contatto con il mio posteriore femminile. Emisi un’esclamazione soffocata, sia di sorpresa che di piacere, come una bibliotecaria zitella che ha appena scoperto la pornografia nella sezione di manualistica.”

Il libro altro non è che una serie di risate, lacrime e imprevisti e, giustamente, tanto ammore. Se vi avanza una serata o un pomeriggio, leggetelo.

rating 3.5

kiafirma

Recensione: Via col vento di Victor Fleming

Buondì! Un paio di sere fa ho sentito che era venuto il momento di confrontarsi con un film che da tempo volevo vedere, ma che ho sempre rimandato perché dura quasi quattro ore e ultimamente il tempo per guardare con calma un film scarseggia un po’. In due serate, però, sono riuscita a vedere ‘Via col vento’, ovvero uno dei classici del cinema e penso il film più vecchio che io abbia mai visto – per chi non lo sapesse risale al ben lontano ’39.

via col vento
Titolo: Via col vento
Regia: Victor Fleming
Anno: 1939
Durata: 238 min
IMDB

Nella Georgia del 1861, attraverso le peripezie e i matrimoni di un’egocentrica ragazza del Sud, Rossella O’Hara, viene dipinto un affresco melodrammatico ma spettacolare e coinvolgente della guerra di Secessione. Il film ha battuto tutti i record di spettatori paganti nella storia del cinema e continua ad avere grandi ascolti televisivi. La frase che la protagonista pronuncia alla fine del film: “Ci penserò domani. Dopotutto, domani è un altro giorno” è divenuta proverbiale.

 

Non sapevo cosa aspettarmi da questo film quando dopo i primi 30 secondi sono partiti i titoli di coda. La cosa inusuale è che il film è diviso in capitoli ed all’inizio di ciascuno compare una sorta di introduzione con tanto di musica che dura un paio di minuti. Dopodiché passano a video un paio di frasi per permettere allo spettatore di contestualizzare meglio il succedersi degli eventi. Onestamente, però, non l’ho trovato strano, anzi mi è piaciuto un sacco guardare un film con un’impostazione vecchia scuola.
Il film si prende i suoi tempi e devo ammettere che la prima ora non è troppo entusiasmante, in quanto ci vengono presentati i personaggi ma non si capisce bene dove si voglia andare a parare. Conosciamo Miss Scarlett, una bellissima ragazza, molto furba e carismatica. Grazie al suo ‘savoir faire’ riesce sempre ad ottenere quello che vuole tranne, in questo caso, l’uomo che ama, Ashley, in quanto lui le comunica che sta proprio per sposarsi. È più o meno da qui che il dramma amoroso prende il via. Ovviamente a complicare le cose ci si mette la guerra di secessione americana che metterà a dura prova la nostra Scarlett.
La cosa che più di tutto mi ha tenuto incollata allo schermo era la curiosità di sapere se alla fine l’amore avrebbe vinto su tutte le difficoltà. Ebbene, diciamo che il finale del film mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca – molto probabilmente perché sono un’inguaribile romantica e spero che le cose abbiano sempre un happy ending-. Ma, d’altronde, non potendo ottenere il grande amore della sua vita, Scarlett dovrà sposare un paio di uomini prima di capire chi veramente sia l’uomo che ama. Dire però che si tratta di un film romantico è riduttivo, molte delle scene si concentrano sulla guerra e sugli effetti che questa ha sulla società degli Stati Uniti del sud. Quindi, forse, la parola più esatta per definire il film è esattamente ‘classico’ e devo dire che mi è piaciuto più del previsto. Spero piacerà anche a voi se mai vorrete cimentarvi in questa impresa.

rating 4

anna firma

Recensione: Frozen di Chris Buck e Jennifer Lee

Buongiorno a tutti voi! Scusate la mia assenza ma in farm ho perso davvero la cognizione del tempo. L’altro giorno sono riuscita a guardare un film finalmente -che tra l’altro ho già visto almeno una decina di volte- con la mia amica italiana, un tipo canadese e un ragazzo statunitense. Come avrete già notato dal titolo si tratta proprio di ‘Frozen’. Ebbene sì, ho sempre voluto scrivere una recensione su questo film ma non l’ho mai fatto. Un po’ perché ho sempre paura di scrivere di un film Disney in quanto sono una grande estimatrice e fan dei suddetti film, dall’altra perché siccome è un film di cui si è parlato davvero fino alla nausea, non mi sentivo in dovere di esprimere il mio parere – o almeno fino ad oggi.
Frozen è per me particolare, in quanto il primo film Disney che ho guardato in inglese e non in italiano. Da sempre i doppiaggi italiani dei film Disney sono stati fatti a regola d’arte ma, dopo che una mia amica mi aveva detto che con la traduzione e le canzoni non avevano fatto un buon lavoro, ho scelto di vederlo in inglese. Potrete essere o meno d’accordo con me, ma ho provato a guardare qualche scena in italiano e non è stata la stessa cosa.

frozen
Titolo: Frozen
Titolo originale: Frozen
Regia: Chris Buck e Jennifer Lee
Anno: 2013
Durata: 102 min
IMDB

Quando una profezia intrappola un intero regno in un inverno senza fine, Anna, una temeraria sognatrice, insieme al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla sua renna Sven, intraprende un viaggio epico alla ricerca della sorella Elsa, la Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al glaciale incantesimo. Anna e Kristoff incontrano sul loro cammino creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo, e combatteranno contro tutti gli elementi della natura per salvare il regno dalla distruzione.

 

Frozen è l’emblema di quello che io definisco Disney 2.0, ovvero una Disney che si stacca dalle solite fiabe principesche (a cui sono terribilmente affezionata) e ci presenta dei personaggi indipendenti che vogliono realizzarsi facendo conto principalmente sulle loro forze. Vediamo una Queen Elsa che per il bene di sua sorella e del regno, decide di isolarsi da tutti e da tutto, rinunciando al suo happy ending – e per la prima volta (pardon seconda se contiamo Merida di ‘Ribelle the Brave’) c’è una principessa senza cavaliere. Anna invece è la tipica principessa Disney, spensierata, disinvolta e alla ricerca del vero amore – un’inguaribile romantica sognatrice che mi ricorda un po’ me stessa. E proprio qui vediamo un cambiamento del tutto nuovo in un film Disney: Anna incontra il principe Hans e tra i due scocca la scintilla, tant’è che gli viene dedicata una canzone intera. A questo punto noi ignari spettatori crediamo che sia fatta, che abbia trovato il principe azzurro. E invece no! Entra in gioco Kristoff, un mercante di ghiaccio che, trovandosi costretto ad aiutare Anna, le vuole far capire che non può sposare un tizio che ha appena incontrato e che non conosce per niente – mettendo così in discussione una delle costanti dei film Disney. Infatti poi Hans si rivela una persona parecchio infame, di peggio Anna non poteva trovarne.che più infame Anna non poteva trovare e che il vero amore lei ce l’ha avuto di fianco tutto il tempo.
Fino ad ora i film Disney hanno rovinato intere generazioni di ragazze –me compresa-, illudendole che avranno un incontro da film con l’amore della loro vita. Frozen in qualche modo ci vuole dire che attenzione, non è tutto oro quel che luccica e che magari, alla ricerca della persona perfetta, il vero amore si nasconde sotto il naso. Detto questo, scusatemi ma io sono comunque in attesa del mio incontro da film con l’amore della mia vita e non intendo rinunciare a questa possibilità.
A parte qualche cambiamento stilistico, ritroviamo come in ogni film Disney che si rispetti, delle belle canzoni che abbiamo subito imparato a memoria –almeno io-, dialoghi con battute geniali e personaggi irresistibili – vedi Olaf. Frozen ha avuto tutte le carte in regola per far breccia nel cuore di grandi e piccini, restando al passo con i tempi e rinnovandosi per adattarsi al meglio al vecchio e al nuovo pubblico. Personalmente non lo metto nella mia top list dei film Disney preferiti ma lo guarderei ancora altrettante volte senza mai stancarmi di cantare insieme ai personaggi le loro canzoni!

rating 4
annafirma