recensione

Recensione: The Fighter di David O.Russell

Buongiorno a tutti! Il film di oggi è un film che avevo in lista da molto e che finalmente sono riuscita a depennare. Tempo fa ho guardato una serie di film riguardanti il pugilato che mi erano piaciuti molto e quindi, non potevo non vedere “The fighter”.

the fighter
Titolo: The fighter
Titolo originale: The fighter
Regia: David O. Russell
Anno: 2010
Durata: 116 min
IMDB

Il film racconta la vera storia di Dicky Eklund, un pugile professionista trasformatosi in allenatore dopo una vita di crimini e droga e del fratellastro “Irish” Micky Ward, che dopo aver abbandonato prematuramente la carriera di pugile, sotto la guida di Dicky è diventato un campione nel mondo del pugilato.

 

Diciamo che la prima parte del film scorre abbastanza lenta in quanto ci racconta chi sono i fratelli Ward e la loro situazione familiare. Dicky, il fratello più grande, è un ex-pugile ed orgoglio della cittadina che allena il fratello minore Micky in attesa di fare il suo ritorno sul ring. Ha una personalità complicata e nonostante lui ami il pugilato, passa ormai molto del suo tempo a drogarsi. Questo suo lasciarsi andare poi si ripercuote sul fratello, in quanto gli incontri organizzati da Dicky si rivelano sempre un fallimento. Micky che è il vero protagonista della storia, vuole riuscire a vincere il campionato, ma la mal gestione degli allenamenti e dei suoi incontri non glielo permette. Di certo poi la sua famiglia non gli rende la vita facile tra la madre (che fa anche da manager) che sta sempre sul collo ai figli, le infinite sorelle senza un briciolo di cervello e un povero padre che non viene ascoltato. La situazione degenera quando Dicky finisce in prigione creando un bel po’ di casini anche per Micky. La svolta avviene quando Micky incontra Charlene, una ragazza con gli attributi che riesce a tirarlo fuori dai pasticci ed aiutarlo a rimettersi in careggiata.

Se fino a questo punto abbiamo visto solo un misero incontro, da qui in poi iniziamo ad assistere ai vari scontri di Micky e iniziano (finalmente) le botte. Non prendetemi amante delle risse ma, onestamente, trovo il pugilato vagamente intrigante. O meglio, fino a poco tempo fa trovavo senza senso che le persone si picchiassero fino allo stremo per puro sport, ma i vari film che ho visto mi hanno fatto cambiare idea. Perché dietro ad ogni pugno che il combattente sferra, ci sono ore e ore spese in palestra ad allenarsi e nei suoi occhi c’è la determinazione di chi vuole riuscire a dimostrare quello che vale. Il sudore, i lividi, il sangue e il dolore sono tutti sacrifici che il lottatore è disposto a fare pur di vincere un incontro, anche se molto spesso il vero motivo per cui combatte va al di là della semplice vittoria.

Oltre alla storia, quello che ho apprezzato e che poi è anche uno dei punti di forza del film è la recitazione degli attori, ma in particolare di Christian Bale nei panni di Dicky. Premetto che amo questo attore ed è davvero impressionante come riesca a rendere fenomenale ogni ruolo che interpreta. La sua interpretazione di Dicky gli è valsa l’Oscar come miglior attore non protagonista. Anche Mark Wahlberg e Amy Adams non sono da meno e il risultato finale è un film intenso e coinvolgente.

Quindi, se cercate un film con una storia con pathos e un pizzico di azione misto botte, direi che “The fighter” potrebbe fare al caso vostro 😉
[Il voto potrà non sembrare altissimo ma nonostante mi sia piaciuto, rispetto a film dello stesso genere mi è piaciuto un po’ meno]

rating 3.5
anna firma

Blog Tour: Rebounding by Shanna Clayton

ReboundingBlitzBanner

È passato tanto – forse troppo – tempo dall’ultima recensione che ho scritto. Ripensandoci, è passato parecchio tempo da quando ho finito l’ultimo libro in tempi umani. Maledetta sessione: per fortuna inizio a intravedere la fine.
Resta il fatto che oggi mi ritrovo con la mia prima recensione da scrivere per un Blog Tour e con un rinnovato e potenziato panico da pagina bianca.
Lasciando da parte le cose negative, avete letto bene: dopo aver avuto l’onore di ospitare il Cover Reveal di questo libro – Rebounding di Shanna Clayton – ho avuto anche la fortuna di essere selezionata per il Blog Tour e ricevere il libro.

Per partecipare al Blog Tour mi è stato chiesto di scrivere la recensione in inglese. Quindi un grazie particolare all’Anna che si è data alla traduzione, altrimenti ci avrei passato la notte. Dopo quella in lingua, comunque, potete trovare la recensione in italiano.

Qui, inoltre, potete trovare il calendario delle altre tappe.

In fondo al post trovate anche un Giveaway per vincere una GiftCard Amazon da 25$.

Rebounding
Title: Rebounding
Author: Shanna Clayton
Publication date: June 15th 2015
Goodreads
Amazon

Goodbye.

Charlotte Hart will do anything to escape the life she once adored, even if that means moving in with a mysterious guy from her past.

Hello.

When the girl who saved Max Archer’s life shows up on his doorstep, he knows he can’t turn her away.
Neither of them can let go of their pasts. Both of them are living a lie. If they can’t figure out how to rebound, they’re destined to crash and burn.

 

us I want to thank XPresso Book Tours for giving me the opportunity to read this book in exchange for my honest opinion.

I needed to read a few chapters in order to be involved into the story, maybe because of the temporal gap between the first and the second chapter. In the first one, a girl named Charlotte, who is on holiday in Miami, saves a guy (Max) from an aggression. The day after they part with Char saying to Max that he does not have to repay her for saving his life and that there will be a chance in the future to pay off the debt.

Charlotte is the typical american girl you can find in tv series and books. She is one of those girls who is not just beautiful, but also intelligent, admired by everybody and with a social life that many can just dream of. Obviously, she also has a gorgeous boyfriend, Miles. They have been together for ages and they were bonded by a deep friendship since childhood.

The second chapter is set two years after the incident told in the first chapter, precisely when Miles breaks up with Charlotte. This is where the real story begins: she decides to leave everything and run away without telling anyone. Her idea is to finish the last college’s semester attending the courses online and find a job to start a life. But she needs a concrete support and that is when we meet Max again.
Max is a extravagant character, tormented and solitary. As we keep going with the story, we discover more things about his life. The way the events concerning his life are presented to us is very effective and makes us realize how he feels, his emotions and the confusion that relationships cause to him.That is why he is still trapped in his past: he is looking for revenge instead of living the present.

“You make me want a life that’s easy and light and carefree. I thought if I had those things, I’d give up on my past; it’d be like saying what happened was okay, and I’d stop trying to get justice.”
“You deserved those things, Max. I realize that Garcia took the life you were supposed to have, but you’re letting him steal this one too. He doesn’t deserve to have that much power over you.”

Even if the attraction between the two is obvious from the very beginning, it is also clear that it will be hard to build any kind of relationship. Max is not able to listen to his heart because of his past wounds and his behaviour definitely does not help Char to understand what to do or say. The ending of the story is pretty predictable, but I really appreciated how the author has developped the story, analyzing the points of view of both Charlotte and Max. She also does not forget to insert secondary characters with a original personality and importance.

“He presses against me, and I feel like there’s more of a chance of drowning in him than in the ocean.”

The only critique that I can do is that the final is too hurried, and too easy. But it is also the typical cliché of romantic novels so we cannot pretend something more sophisticated.

Last but not least, I really liked the way this book was written. I picked it as one of the english books I planned to read this year and that is how it went. I will be honest, I did not have many problems to read it in language and this fact probaly makes me appreciate it even more.
Moreover, the story is narrated alternatively from the point of view of Charlotte and Max and I really liked this structure.

All things considered, I think the book is enjoyable because of the way it’s written and because you can relate to the characters. My advice? Read it!

Here you can find the Blog Tour’s schedule.
rating 3.5

divisore dx

it Ringrazio quindi XPresso Book Tours per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in cambio della mia onesta opinione.

Veniamo al dunque.
Ho dovuto leggere qualche capitolo per essere completamente presa dalla storia, probabilmente a causa dello stacco temporale tra i primi due capitoli. Nel primo scopriamo che una ragazza di nome Charlotte, in vacanza a Miami, salva da un’aggressione un ragazzo di nome Max. I due si salutano il giorno successivo con Char che dice a Max di non volere nulla per avergli salvato la vita e che, prima o poi, arriverà l’occasione per sdebitarsi.

Charlotte è la tipica ragazza americana protagonista di libri e telefilm, una di quelle ragazze che oltre ad essere belle sono anche intelligenti, adorate da tutti e con una vita sociale che molti sognano da lontano. Ovviamente, ha anche un bellissimo ragazzo, Miles, che però la lascia.

Il secondo capitolo ci catapulta due anni avanti.

É qui che inizia la vera storia, Charlotte, abbandonata dal ragazzo con cui stava da anni e con il quale aveva un rapporto di profonda amicizia fin dall’infanzia, decide di abbandonare tutto il suo mondo e scappare senza dire nulla a nessuno. La sua idea è quella di terminare l’ultimo semestre del college seguendo le lezioni online e trovare un lavoro che le permetta di costruirsi una vita. Momentaneamente, però, ha bisogno di un punto di appoggio: è qui che rientra in gioco Max.

Max è un personaggio strano, tormentato e asociale. Mano a mano che andiamo avanti nel libro ci viene raccontata la sua storia. Il modo in cui questa viene raccontata – sotto forma di stralci di pensieri di Max, pagine di un suo diario e ricerche on-line di Char – rende, secondo me, l’idea di come si sente Max, dei suoi sentimenti a riguardo e della confusione che prova nel rapportarsi agli altri. Questo perché è ancora intrappolato nel suo passato, cerca un modo di vendicarsi di quello che gli è stato fatto piuttosto che pensare a vivere il presente.

“You make me want a life that’s easy and light and carefree. I thought if I had those things, I’d give up on my past; it’d be like saying what happened was okay, and I’d stop trying to get justice.”
“You deserved those things, Max. I realize that Garcia took the life you were supposed to have, but you’re letting him steal this one too. He doesn’t deserve to have that much power over you.”

Se fin da subito è palese l’attrazione tra i due, è altrettanto evidente che una relazione – di qualsiasi – tipo sarà difficile. Max ha serie difficoltà nel mettere in gioco il proprio cuore a causa della sua storia e i suoi comportamenti non aiutano sicuramente Char a capire cosa fare e cosa dire. Il ‘come andrà a finire’ è abbastanza scontato, ma ho apprezzato come l’autrice ha sviluppato la storia, analizzando i punti di vista di entrambi i personaggi e inserendo alcuni protagonisti secondari con una loro personalità e importanza.

“He presses against me, and I feel like there’s more of a chance of drowning in him than in the ocean.”

Punto a sfavore è il finale un po’ troppo affrettato, in un certo senso troppo facile.
C’è anche da dire che se ci piacciono i romanzi rosa e li vogliamo sia brevi che con il lieto fine, non possiamo aspettarci che la trama sia particolarmente complessa.

Last but not least, almeno dal mio punto di vista, è il modo in cui questo libro è scritto. Avevo detto che questo sarebbe stato tra i libri letti in lingua di quest’anno e così è stato. Sarò sincera, non ho trovato problemi nel leggerlo in inglese e questo aspetto me lo ha forse fatto apprezzare ancora di più.
Inoltre la storia si sviluppa con un capitolo dal punto di vista di lui e uno da quello di lei, una struttura che a me piace molto.

Per farla breve, i personaggi sono in grado di farsi voler bene e la lettura è molto scorrevole e piacevole. Un consiglio? Leggetelo!

rating 3.5

ga

a Rafflecopter giveaway

kia firma

Recensione: Testament of youth di James Kent

Buongiorno a tutti! Eccomi anche se un po’ in ritardo con il nostro appuntamento settimanale con il mondo del cinema. Fino a ieri ero convinta di parlarvi di un altro film, ma all’ultimo momento ho cambiato idea e la scelta è caduta su questo film della BBC che deve ancora essere doppiato in italiano.

testament of youth
Titolo originale: Testament of Youth
Regia: James Kent
Anno: 2014
Durata: 129 min
Non ancora disponibile in italiano.
IMDB

La storia di Vera Brittain, che ha rinviato i suoi studi presso l’Università di Oxford durante la prima guerra mondiale per prestare servizio come infermiera volontaria a Londra, Malta e in Francia, per poi diventare scrittrice e pacifista.

 

Ho amato un sacco questo film! Mi sono talmente immersa nella storia che mi sembrava di vivere tutti gli eventi sulla mia pelle. Il film racconta la storia della gioventù di Vera Brittain, anche se in realtà penso che a grandi linee rispecchi la vita di moltissime altre persone vissute in quegli anni difficili. Il film inizia con un primo piano di Vera in mezzo ad una folla che festeggia la fine della Prima Guerra Mondiale ma lei è tutt’altro che felice. Ha gli occhi lucidi, come se per lei la guerra non fosse realmente terminata. Successivamente veniamo portati indietro di quattro anni e vediamo una più giovane e spensierata Vera che gioca con il fratello e i suoi amici. È una persona ambiziosa che non vuole diventare solo la moglie di qualcuno, ma vuole diventare una scrittrice. Nonostante la personalità indipendente, si innamora di Roland, amico del fratello, con cui condivide la passione per la scrittura. Purtroppo gli eventi storici prendono il sopravvento e le vite dei protagonisti vengono completamente sconvolte.

La storia d’amore che coinvolge Vera e Roland è davvero intensa: un amore così profondo e struggente davanti al quale non puoi far altro che commuoverti. I due non però non fanno in tempo a invecchiare insieme e il presagio di una tragedia si avvera. Ma, nel poco tempo che i due passano insieme, capiamo che se la guerra non li avesse coinvolti, un giorno sarebbero diventati quella coppietta di vecchietti che cammina felice mano per la mano al parco.

Vera si vede costretta a mettere da parte gli studi per fare l’infermiera al fronte, alla ricerca del fratello e degli amici. La brutalità della guerra, però, la segnerà profondamente, al punto che diventerà un’attiva pacifista. Tra vedere un film sulla guerra e viverla di persona c’è una bella differenza ed è in questi momenti che mi viene sempre da chiedermi “cos’avrei fatto al suo posto? come mi sarei comportata? sarei stata forte come lei?”
Una scena in particolare mi ha colpito: Vera è all’interno di una baracca che corre avanti e indietro per curare i malati che si trovano all’interno. Poi, ad un certo punto, lei esce e andando a prendere delle bende dell’acqua pulita, vede che per terra nell’accampampamento sono sdraiati centinaia e centinaia di feriti che necessitano di cure. In quel momento Vera viene inquadrata e non riesco neanche lontanamente ad immaginare come si sia sentita lei a vedere che, per quanto uno si affanni per fare la cosa giusta, non basta.

“Testamento di gioventù” penso sia il titolo davvero più azzeccato. Una gioventù che questi giovani non hanno vissuto e che non è più tornata indietro. La guerra ha spezzato molte vite, distrutto sogni e portato un sacco di miseria; questo in un certo senso è il testamento che, quella che viene definita la “lost generation”, ci ha lasciato. Ma come ben sappiamo e come la storia ha dimostrato, molti hanno preferito dimenticare e commettere gli stessi errori. Quando sento dire ‘la storia si ripete’ mi si stringe il cuore e penso “abbiamo imparato dalle esperienze delle generazioni precedenti? cosa lascerà la nostra generazione?”

Il film mi è piaciuto molto e offre l’opportunità di vedere rappresentati dei sentimenti travolgenti e l’occcasione di riflettere su quello che è stato. Concludo con le parole pronunciate da Vera nell’ultima scena del film:

They’ll want to forget you. They’ll want me to forget. But I can’t. I won’t. This is my promise to you now. All of you.

rating 4
anna firma

Recensione: Yoshino’s barber shop di Naoko Ogigami

Buondì a tutti! Pardon se oggi sono un po’ in ritardo con la recensione. Dovevo scriverla ieri sera, ma ho iniziato un nuovo manga e mi sono persa via, sorry. Dopo film coreani e cinesi, finalmente è l’occasione giusta per raccontarvi di questo film giapponese: “Yoshino’s Barber shop”.

yoshino's barber shop
Titolo inglese: Yoshino’s Barber Shop
Titolo originale: Barber Yoshino
Regia: Naoko Ogigami
Anno: 2004
Durata: 96 min
IMDB

Nel piccolo villaggio di Kaminoe la vita degli abitanti scorre serena e un altra generazione di bambini si esercita per celebrare la festa shintoista della divinità della montagna. L’arrivo di un bambino di Tokyo alla scuola elementare, Yasuke Sakagami, turberà la pacifica e monotona quotidianità della piccola comunità, innescando una piccola rivoluzione che tenterà di cancellare l’obbligo imposto a tutti i bambini maschi del villaggio di portare i capelli “Yoshino-gari”, ovvero col taglio a caschetto detto Yoshino.

Nel piccolo villaggio di Kaminoe la vita degli abitanti scorre serena e un altra generazione di bambini si esercita per celebrare la festa shintoista della divinità della montagna. L’arrivo di un bambino di Tokyo alla scuola elementare, Yasuke Sakagami, turberà la pacifica e monotona quotidianità della piccola comunità, innescando una piccola rivoluzione che tenterà di cancellare l’obbligo imposto a tutti i bambini maschi del villaggio di portare i capelli “Yoshino-gari”, ovvero col taglio a caschetto detto Yoshino.

Qual è il nucleo del film? Tutto si concentra attorno al taglio alla Yoshino. Per tradizione infatti, tutti i ragazzini maschi del paese devono obbligatoriamente portare questo taglio a caschetto (mettendo una scodella in testa e tagliando lungo il bordo, otterrete lo stesso effetto). Questa acconciatura è una profonda tradizione e simbolo del villaggio ma, nonostante il taglio sia vagamente ridicolo, vedere tutti questi bambini con questo buffi capelli mette davvero di buon umore. La signora Yoshiko è l’unica parrucchiera del villaggio ed è lei che si assicura che tutti i bambini abbiano il taglio Yoshino.

Ma, come ogni film che si rispetti, la minaccia di un pericolo sopraggiunge anche in questo paesino sperduto. Nella scuola arriva un nuovo studente da Tokyo: Yosuke. Tutto sembra andare per il verso giusto fino a quando Yosuke rifiuta a tutti i costi di farsi fare il taglio alla Yoshino. Provenendo da una grande città è abituato a portare i capelli come vuole lui, ma la signora Yoshiko tenta in tutti i modi di tagliarglieli. Lo spirito di indipendenza di Yosuke contagia un gruppetto di suoi compagni, tra i quali c’è il figlio della parrucchiera, Keita. Nonostante la diffidenza iniziale, sempre per via dei capelli, alla fine Keita e i suoi amici accettano Yosuke e insieme tentano di ribellarsi alla tradizione del taglio Yoshino.

img

Seguire questi ragazzini nella loro impresa di ribellarsi al taglio a caschetto è stato davvero divertente. Stanchi di essere presi in giro dai bambini degli altri paesi e volendo essere più “cool”, cercano di ottenere il diritto di portare i capelli come vogliono loro. Chi più di tutti soffre di questo fatto è la signora Yoshiko, che non accetta queste sovversioni (soprattutto dal figlio) perché ha paura del cambiamento. Ma dietro quest’apparenza dura e rigida (il pensiero di avere una mamma così mi mette un po’ d’ansia) si nasconde una madre amorevole e premurosa. Tutti i bambini infatti, andando a scuola si fermano a salutarla e tutti la chiamano familiarmente “zia”.

Questo film ti cattura e ti trascina in una realtà parallela – sembra infatti che loro vivano in un altro mondo. Una delle scene che più mi è rimasta impressa è all’inizio, quando i bambini maschi con il loro taglio a funghetto e le tuniche bianche, cantano l’Halleluja del Messiah di Handel in onore al dio della montagna. Una scena del tutto surreale che ti fa capire fin da subito che la storia che stai per vedere ti lascierà senza parole.

Gli eventi vengono raccontati con quella calma che si può respirare nel paesino (almeno all’inizio) e la scelta delle musiche è davvero curiosa. Il vero motivo per cui mi è piaciuto questo film, però, sono i bambini (soprattutto quelli paffutelli) con questo taglietto: li trovo adorabili.

img
So che vi starete chiedendo se alla fine Keita, Yosuke e i loro amichetti riescono a far valere i diritti sui loro capelli, ma sappiate che la signora Yoshiko non è una persona che si arrende facilmente. Quindi il mio unico consiglio è di guardare il film e vi auguro quindi buona visione 🙂

rating 3.5
anna firma