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Recensione: La strada verso Cripple Valley di Cristina Bruni

Buongiorno!
Siamo a metà settimana e io sono esausta. Ho decisamente bisogno di vacanza, ma per fortuna mancano poche settimane e scappo in Sardegna. Intanto vi lascio la recensione di un libro MM edito da Triskell Edizioni che non mi è affatto dispiaciuto.

la strada per cripple valley cover
Titolo: La strada verso Cripple Valley
Autore: Cristina Bruni
Editore: Triskell Edizioni
Disponibile in italiano:
Goodreads

Jamie Wheetney è cresciuto sentendosi dare dello “strambo” e del
“difettato”, con un patrigno che sfogava su di lui tutte le sue
frustrazioni. All’età di undici anni incontra Jonathan Meechum, che lo
salva dai bulli della scuola. Jonathan diventa ben presto il suo unico
amico, il fratello che avrebbe sempre voluto. Il suo tutto. Fino a quando
se ne innamora.
Ma quando una notte nei pressi del fiume Mississippi Jamie dichiara il suo
amore, Jonathan gli volta le spalle, abbandonandolo su una strada. I due
si ritroveranno tre anni dopo in Colorado, nella cittadina universitaria
di Cripple Valley, e dovranno imparare a ricucire il loro rapporto tra
menzogne, rabbia trattenuta e sentimenti mai rivelati.

 

“La strada verso Cripple Valley” è un libro piuttosto corto, che si legge davvero veloce. Triskell Edizioni è stata estremamente gentile a inviarmi il libro in cambio della mia onesta opinione e ammetto di averlo letto in un paio di giorni massimo.

La storia non è complicata e si riesce a prevedere abbastanza facilmente dove andrà a parare, ma rimane comunque bello scoprire come si arriva a quel lieto fine che già la trama preannuncia.

Il protagonista e narratore è Jamie, un ragazzo che ha appena superato l’adolescenza, ma nella sua vita ha passato molte sventure. Dopo la morte dei genitori viene affidato al patrigno, un uomo violento che si sfoga sul bambino. Jamie conosce ben presto Jon, che diventa tutto il suo mondo. Finalmente impara cosa vuol dire essere amati, avere una famiglia e sperare in un futuro migliore. Quando decide di dichiarare il suo amore per l’amico però, le cose non vanno come aveva sperato e Jon lo abbandona.

Inizia così il viaggio di Jamie alla scoperta di Cripple Valley, città in cui ha sempre sognato di vivere e studiare e in cui spera di ottenere un po’ di felicità. Sono passati tre anni dal rifiuto che lo ha sconvolto e privato della amicizia più preziosa che avesse e Jamie ha imparato ad andare avanti da solo, anche se è difficile. A Cripple Valley conosciamo alcuni dei personaggi secondari della storia, che si rivelano piano piano degli amici fidati del ragazzo e diventeranno per lui la famiglia che non ha mai avuto.

Il colpo di scena non si può dire che ci sia, ma è bello leggere dell’incontro tra Jamie e Jon dopo così tanti anni ed è strano provare sentimenti confusi nei confronti di Jon. Vediamo tutta la storia dal punto di vista di Jamie e insieme a lui ci arrabbiamo e ci rifiutiamo di lasciarci andare a quei sentimenti che ci riporterebbero diritti tra le braccia di Jon.
Piano piano avviene un cambio di sentimenti di cui non ho apprezzato particolarmente la velocità. Mi spiego meglio. Jamie passa dall’odio più profondo al perdono nel giro di poche pagine e senza neanche troppo impegno da parte di Jon. Per quando il riavvicinamento dei due abbia senso e sia preannunciato anche dalla trama, mi sarei aspettata qualcosa di più sviluppato.

Nella storia vengono inseriti alcuni flashback che ci aiutano a capire meglio Jamie e il suo rapporto con Jon e mi sono davvero piaciuti. Jamie è, di fatto, l’unico personaggio che viene realmente caratterizzato e di cui sappiamo qualcosa. Anche Jon, che teoricamente dovrebbe essere il co-protagonista, rimane un mistero. Di lui sappiamo solo quello che ci dice Jamie e di fatto sono sempre le stesse quattro cose: o è tutto il suo mondo, gentile e coraggioso oppure è il bastardo che si è ficcato a letto con una donna subito dopo che il suo migliore amico gli ha dichiarato il suo amore. Insomma, manca quel qualcosa in più che ci fa conoscere meglio l’uomo di cui è innamorato Jamie.

I personaggi secondari, come detto sopra, sono piacevoli e si inseriscono bene nella storia, ma non sono caratterizzati, non sappiamo veramente nulla di loro. Sono lì di sfondo, giusto perché serviva qualcuno che riempisse alcune scene.
Tuto sommato il libro mi è piaciuto, si legge davvero velocemente e volentieri. Avrei apprezzato un po’ più di approfondimento sui personaggi e un po’ più di emozione, ma non trovo che la mancanza di queste cose rovini la lettura.
Vorrei provare a leggere altro dell’autrice, per conoscere meglio il suo stile e il suo modo di vedere le cose, quindi se conoscete altri suoi libri, consigliatemi pure.

Recensione: Ti guiderò verso casa di Susan Wilson

ti guiderò verso casa cover
Titolo: Ti guiderò verso casa
Titolo originale: A Man of His Own
Autore: Susan Wilson
Editore: Piemme
Disponibile in italiano:
Goodreads

Se è vero che un cane è sempre leale, quante sono invece le strade del cuore di un uomo?

Quando Rick, promettente giocatore di baseball, sposa Francesca, è il coronamento di un grande amore. Ma la vita ha in serbo dell’altro per lui: sono gli anni Quaranta, la guerra infuria, e Rick è costretto ad andare al fronte in Europa. Lascerà a casa non solo la dolce Francesca, che promette di aspettarlo, ma anche un grande amico: Pax, l’inseparabile pastore tedesco che ha trovato per caso in strada alcuni anni prima. Pax che diventerà, nei suoi mesi di assenza, anche il migliore amico di Francesca, almeno fino a quando, in un estremo sacrificio, lei accetta di separarsene per farlo arruolare come cane sentinella.
Ma quando Rick e Pax faranno ritorno, nulla sarà più come prima: Rick è rimasto semi paralizzato, il suo matrimonio con Francesca rischia di naufragare, e Pax è diventato l’inseparabile compagno di Keller Nicholson, addestratore dell’Unità cinofila K-9, che non vuole perderlo perché, ora che non c’è più la guerra, senza Pax la sua vita non avrebbe più senso. Così per tutti e quattro si tratterà di ripartire da zero: con l’insegnamento di Pax, maestro di lealtà e l’unico in grado di far tornare il sorriso sulle labbra di tutti.

 

“Ti guiderò verso casa” non era il libro che mi aspettavo. La trama ci racconta praticamente tutto il libro tranne la fine, ma non rovina la lettura. Il libro si legge molto velocemente, senza diventare mai noioso, ma forse in alcuni tratti è un po’ ripetitivo.

La trama promette una storia emozionante, piena di amore e di difficoltà che si spera vengano superate, ma alla fine poche delle emozioni ti rimangono dentro. Durante la lettura non sono riuscita a connettere con nessuno dei personaggi e la cosa mi ha un po’ rovinato l’esperienza perché sono una persona molto emozionale e non provare granché leggendo un libro del genere mi ha lasciata perplessa.
Ho trovato molto bella la storia generale, ma avrei voluto conoscere di più personaggi e le loro emozioni perché il tutto mi è sembrato leggermente freddo. Invece di essere il libro struggente che pensavo sarebbe stato, è una specie di cronologia di eventi con piazzata qualche descrizione per far capire le difficoltà dei protagonisti.

Rick e Francesca, all’inizio del volume sono pieni di energia e di amore e trasmettono felicità. Pax, quel cucciolo che Rick aveva salvato dalla strada anni prima, completa il quadro. Tutto ciò finché non arriva la guerra a rovinare tutto. È difficile capire come affrontare situazioni come quelle che passano i protagonisti. Vediamo la guerra nei film, ne sentiamo parlare al telegiornale, ma esserci dentro, per anni senza sapere quando finirà è un’altra cosa. L’autrice fa un buon lavoro nel rappresentare quelle che potrebbero essere le vicende accadute e le reazioni degli uomini.

Francesca, lasciata a casa senza poter fare nulla per aiutare il marito, è forse uno dei personaggi più forti del libro. È una roccia, pronta a buttar giù la rabbia e la delusione per la vita che le è stata strappata, pur di non peggiorare la situazione del marito, tornato ferito dalla battaglia.
Rick d’altro canto non riesce a reagire a ciò che gli è accaduto. Non oso immaginare cosa si possa provare nella sua situazione, ma mi sarei aspettata qualcosa in più da lui e dal suo percorso durante la storia. Se non ci fosse stato Pax temo sarebbe andata molto peggio e un po’ mi ha turbata il fatti che ciò che migliora le giornate dell’uomo sia sempre solo il cane e mai la moglie. Non fraintedemi, sono un’amante degli animali e non riuscirei mai a fare a meno del mio gatto, ma Rick ha un comportamento verso Francesca che spesso non ho compreso e mi è sembrato davvero cattivo. Per fortuna la donna sa come farsi valere e non cede alle risposte poco affettuose del marito.

Keller è una bella aggiunta alla trama, porta freschezza e giovinezza e il suo rapporto con Pax e Francesca l’ho adorato. Mi è piaciuto anche l’evolversi lento del rapporto con Rick, nonostante le iniziali difficoltà. Speravo ci sarebbe stato un finale diverso per il ragazzo, ma tutto sommato la cosa poteva andare peggio.

Il libro non mi è dispiaciuto, ma avrei migliorato alcune cose e ahimè, lo ammetto, il finale non mi è piaciuto. Mi aspettavo altro e mi è sembrato affrettato dopo un libro abbastanza lento come narrazione. Se lo avete letto o lo leggerete, sono curiosa di conoscere le vostre impressioni.


Recensione: PS I Like You di Kasie West

Buongiorno!
Oggi è giornata recensione, quindi vi lascio quella di PS I Like You, libro a cui è stato dedicato il blog tour a cui abbiamo partecipato qualche settimana fa. Il libro mi è piaciuto davvero tanto e spero di convincervi a dargli una possibilità.

ps i like you cover
Titolo: PS I Like You
Autore: Kasie West
Editore: Newton Compton Editori
Disponibile in italiano:
Goodreads

Il sogno di Lily è comporre canzoni. Scrive versi ovunque le capiti. Anche durante le lezioni che proprio non riesce a digerire, per esempio quelle di chimica. Almeno fino al giorno in cui l’insegnante, esasperato dalla sua disattenzione, fa sparire dal suo banco qualsiasi oggetto possa distrarla: tutto tranne un foglio e una penna per prendere appunti. Ma la passione è più forte di tutto. E così Lily inizia ad appuntare versi sul banco, sperando che nessuno se ne accorga. Qualcuno però la scopre. Qualcuno che legge e aggiunge parole alle sue, sul banco. A ogni lezione di chimica. Tre volte a settimana. Quella che nasce tra Lily e il suo misterioso interlocutore è una vera e propria corrispondenza, che la entusiasma, le dà energia e la spinge a trasformare quelle frasi in testi di canzoni. Quanto può durare la magia?

 

PS I like you è quel libro dolce e un po’ prevedibile che però ci piace tantissimo, perché ci aiuta a spezzare tra un mattone e l’altro. Mi piacciono le storie d’amore, lo sapete bene e quando ci è stata data la possibilità di leggere questo libro in anteprima per il blogtour a lui dedicato, non ho potuto dire di no.
PS I like you può assomigliare a tanti altri romance young adult che abbiamo letto nel corso degli anni, ma Kasie West ha un tipo di scrittura che rende anche i cliché più usati piacevoli. Il libro scorre e non è mai noioso, ti lascia immergere tra le pagine finché non arrivi alla fine senza praticamente essertene accorto. Vi dico solo che credo di averlo finito in due o tre viaggi in metro tra casa e lavoro e ci metto circa 45 minuti..fate voi i conti. Ammetto di aver dato qualche letta anche nelle pause in ufficio perché non riuscivo a staccarmi.

La trama l’avete letta sopra, quindi cerco di non raccontarvi niente di più. Ho amato Lily, un personaggio diverso dalle solite bamboline perfettine o dalle ragazze problematiche con passati turbolenti che incontriamo di solito nei romanzi YA.
Lily è una ragazza come tutte le altre, con pregi, difetti, paure. Va in crisi quando deve parlare con un ragazzo, si ritiene fuori posto in molte situazioni e non si separa mai dal suo quaderno, in cui custodisce idee per le canzoni che scrive, o meglio, vorrebbe scrivere.

“Silence is kind of awkward, don’t you think?” he said.

Oh. Or not. “No. I’m okay with silence. We’re in a library after all. This is the birthplace of silence.”

“The library is the birthplace of silence?” David asked.

“All the words are being used by the books. When I was little, that’s what I used to think. That people were told to be quiet so that all their words didn’t get stolen by the books. I thought books needed words to exist. Well, obviously they do, but I thought they needed spoken words. Yeah … I was always weird.”

“And here I thought libraries were quiet because people were trying to study,” David whispered.

“That might be another explanation.”

La musica è un punto chiave di questo libro, ciò che unisce i due protagonisti. Lily durante le lezioni di chimica mi ricorda me, quasi sempre. Sono assolutamente incapace di stare ferma mentre ascolto qualcosa e a scuola, se non avevo un foglio a disposizione, era proprio il banco a diventare vittima dei miei disegnini e di citazioni a caso prese da libri, canzoni e serie tv. Nessuno mi ha mai risposto come a Lily, ma immagino sarebbe stato divertente. Da queste scritte sul banco inizia una fitta corrispondenza tra Lily e il misterioso ragazzo. Sono pochi gli indizi che ha per scoprire chi sia, ma alla fine la rivelazione avviene prima del previsto, scombinando totalmente le carte in tavola. Lily sa che piano piano si sta innamorando del ragazzo delle lettere, ma se con carta e penna le cose sembrano semplice, di persona è sempre tutto più complicato. Lily dovrà capire come superare alcuni pregiudizi e fidarsi di ciò che prova.

Ho adorato la storia, semplice ma allo stesso tempo con tanti piccoli punti di riflessione. Lily è una protagonista adorabile, leggerei volentieri altri libri su di lei. Oltre alla ragazza però, anche gli altri personaggi sono degni di nota. La famiglia di Lily è un concentrato di energia e positività, anche se un po’ eccentrica e l’amica di Lily è la migliore amica che tutti vorremmo.

Un libro che consiglio caldamente proprio per la sua semplicità e dolcezza, magari letto sotto l’ombrellone guardando il mare.

Recensione: Caraval di Stephanie Garber

Buon pomeriggio!
Volevo pubblicare stamattina, ma per alcuni inconveniente al lavoro non sono riuscita. Oggi vi lascio la recensione di un libro che non mi decidevo mai ad iniziare a causa di tutto l’hype che lo circonda. Quando si parla così tanto di un libro o una serie tv o un film, la paura che le proprie aspettative possano essere deluse è enorme. Alla fine mi sono convinta e gli ho dato una possibilità.

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Titolo: Caraval (Caraval #1)
Autore: Stephanie Garber
Editore: Flatiron Books
Disponibile in italiano: No
Goodreads

Remember, it’s only a game…

Scarlett Dragna has never left the tiny island where she and her sister, Tella, live with their powerful, and cruel, father. Now Scarlett’s father has arranged a marriage for her, and Scarlett thinks her dreams of seeing Caraval—the faraway, once-a-year performance where the audience participates in the show—are over.

But this year, Scarlett’s long-dreamt-of invitation finally arrives. With the help of a mysterious sailor, Tella whisks Scarlett away to the show. Only, as soon as they arrive, Tella is kidnapped by Caraval’s mastermind organizer, Legend. It turns out that this season’s Caraval revolves around Tella, and whoever finds her first is the winner.

Scarlett has been told that everything that happens during Caraval is only an elaborate performance. Nevertheless she becomes enmeshed in a game of love, heartbreak, and magic. And whether Caraval is real or not, Scarlett must find Tella before the five nights of the game are over or a dangerous domino effect of consequences will be set off, and her beloved sister will disappear forever.

Welcome, welcome to Caraval…beware of getting swept too far away.

 

Caraval è quel libro fenomeno di cui tutti parlano e non sai se fidarti o meno delle recensioni che girano in internet. Non sai deciderti se l’hype è giustificato e fai fatica a convincerti a prenderlo in mano. Questo è quello che è successo a me almeno, ma alla fine mi sono convinta e non sono rimasta delusa. C’è qualcosa che non mi ha lasciata soddisfatta, ma non esistono libri perfetti, quindi direi che questo è un ottimo libro che ho letto in poco tempo e molto molto volentieri.

Ambientato in un mondo diverso dal nostro e sicuramente in un tempo diverso, Caraval ci regala una storia di amore e di mistero, piena di effetti speciali e paure. È difficile capire cosa si nasconde nell’ombra a Caraval, cosa è vero e cosa no, il che rende tutto ancora più intrigante.

La protagonista della storia è Scarlett che sogna Caraval fin da piccola, quando la nonna le raccontava storie di questo posto meraviglioso e dell’uomo che dirige il gioco, Legend. È una ragazza che vive per proteggere la sorella Donatella da qualsiasi cosa, compreso loro padre, il Governatore Dragna. È proprio scappando da lui che le due sorelle finiscono a Caraval, accompagnate dall’affascinante Julian. Tella sparisce quasi subito e Scarlett capisce che la sua missione durante il gioco è quello di ritrovarla. Nel giro di pochi capitoli ci troviamo quindi in mezzo ad un gioco di illusioni e dubbi che vede protagonisti Scarlett e Julian, suo accompagnatore.

È difficile descrivere Caraval e il gioco che rappresenta perché continua a cambiare, non è chiaro cosa esiste e cosa no, ma alcune regole sono chiare: per vincere bisogna trovare Tella e se ci si perde troppo nelle illusioni di Caraval si rischia di non ritrovare l’uscita.
Scarlett è sveglia e determinata nella sua ricerca e arriva a fare delle scelte molto molto azzardate pur di avere la possibilità di arrivare più vicina a Tella.
Mi è piaciuta molto come protagonista, sorprattutto il suo mettere la sorella sopra tutto, anche sopra un interesse d’amore che cresce lentamente, ma inesorabile.

Whatever you’ve heard about Caraval, it doesn’t compare to the reality. It’s more than just a game or performance. It’s the closest you’ll ever find yourself magic in this world.

Indizio dopo indizio, Scarlett si fa strada nel mondo di Caraval, dove i vestiti cambiano aspettto a loro piacimento e segreti, tempo, paure sono la moneta con cui si ripagano gli indizi. Julian sarà un valido alleato, ma pieno di misteri che faranno dubitare Scarlett e il lettore molto spesso. Questi continui dubbi mi hanno fatta continuare a leggere senza mai fermarmi, fino a notte fonda. Oltre al mistero che avvolge Julian, c’è quello ancora più fitto e alla fin fine poco esplorato che riguarda Legend, l’antagonista della storia.

Da come lo descrivono e ne parlano, Legend è astuto e generalmente cattivo, ama giocare con la vita delle persone e si diverte a far innamorare ragazze per poi spezzare il loro cuore brutalmente. È bello cercare di raccogliere i pezzi del puzzle che rappresenta Legend e scoprire che i pezzi vengono continuamente rimischiati e si è tornati al punto di partenza.

Non mi ha convinta del tutto il finale, ma non mi è nemmeno dispiaciuto, quindi voglio vedere come andrà avanti la questione nel seguito. L’unica cosa che non mi ha convinto è la presenza o meglio, l’assenza, di personaggi secondari rilevanti (contando le sorelle, Julian e Legend come protagonisti). Il Governatore Dragna è presente, crea danni, ma ci viene spiegato poco nulla del perché è diventato quello che è e mi sarebbe piaciuto conoscere di più, lo stesso per Dante e altri personaggi. Spero ci venga data la possibilità di approfondire nel prossimo volume.

Una lettura davvero interessante, che ricorda alla lontanissima Il Circo della Notte, ma solo per le illusioni che creano i giocatori che ne fanno parte. Sono mondi incantati dove bisogna stare attentissimi a ogni dettaglio per non perdersi nell’illusione e non trovare più l’uscita.