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Recensione: Come se fossimo già madri di Silvia Algerino

Buongiorno!
La recensione di oggi parla di neo-mamme e di ricordi e di vite vissute. Non avevo mai letto niente di questa case editrice e questo primo libro mi è piaciuto molto. La Bookabook lavora in maniera particolare e vi invito a curiosare il loro sito se volete saperne di più.

come se fossimo già madri cover
Titolo: Come se fossimo già madri
Autore:
Editore: Bookabook
Link di acquisto: Amazon
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Margherita si trova in ospedale, dove ha appena partorito la piccola Amanda. Nei suoi giorni di degenza incontra altre madri: Maria, immigrata rumena al suo quinto parto, Rosalba, giovane pianista, e Matilde, ex compagna di liceo con cui la protagonista non ha rapporti dai tempi della scuola.

Un evento tragico, la morte improvvisa della madre di Rosalba, spinge le quattro donne a raccontarsi a vicenda, in una notte lunghissima fatta di allattamenti e pianti. Ognuna di esse nasconde un segreto: un piccolo dolore che attende di essere svelato. Ogni racconto diventa così un percorso simbolico, tra dubbi e incertezze, su che cosa voglia dire essere madri e sul passaggio dalla condizione di figli a quella di genitori.

L’ultimo significativo incontro, proprio al momento delle dimissioni, avviene con Lucrezia, giovanissima ragazza ricoverata nello stesso reparto per un aborto volontario.

 

“Come se fossimo già madri” mi è stato gentilmente inviato da Bookabook in cambio della mia onesta opinione, quindi grazie davvero.

Il libro è breve, si legge veramente veloce, ma racconta la storia di quattro donne che si incontrano in una circostanza particolare: sono nella stessa stanza d’ospedale per dare alla luce i propri bambini. Margherita, Rosalba, Matilde e Maria non potrebbero essere più diverse, ma mentre allattano ognuna il proprio figlio/a si aprono l’una con l’altra, raccontando la propria vita, le proprie paure e speranze.
Mi sono piaciuti davvero tanto i pezzi che intervallano i racconti singoli delle protagoniste perché dimostrano la complicità e l’intimità che si viene a creare in una situazione del genere. Mi sono chiesta se sia davvero così, se davvero ci si ritrovi i giorni dopo il parto a conoscere le proprie compagne di stanza oppure se le donne vadano e vengano dall’ospedale senza dare troppa confidenza a chi c’è intorno.
La nota leggermente negativa per me sono stati i racconti delle protagoniste. Ognuna di loro, in un momento della storia, racconta la propria vita e varie altre cose alle altre ma, purtroppo, con linguaggio poco naturale. Stando a ciò che avviene nel libro sarebbero dovuti essere racconti a voce tra le donne, ma sembrano forzati. Leggerli dà la sensazione che le protagoniste, invece di parlare tra di loro, stiano scrivendo una lettera a qualcuno di importantissimo, con un linguaggio troppo ricercato e davvero poco naturale. Chiaramente questo non toglie nulla al fatto che i racconti mi abbiano toccata molto e che siano piacevoli da leggere.
La storia è carina, veloce, fa riflettere su come sia condividere un’esperienza come quella di diventare madre non solo con le persone che ti amano ma anche con quelle che ti sono accanto per forza perché sono nella tua stessa stanza. Ho apprezzato anche l’aggiunta veloce di una quinta storia che tocca Margherita, una delle protagoniste, di sfuggita, ma che sicuramente le rimarrà impressa. È quella di Lucrezia, in ospedale per un aborto volontario. Sicuramente questo fa riflettere Margherita, ma anche il lettore, su un argomento di cui non si parla mai abbastanza e su cui molte persone ancora non vogliono sentir ragione. Con delicatezza l’autrice ci invita a riflettere e farci un’opinione, che non ci viene imposta, perché ognuno è libero di crearsela da sè.
Consigliato a neomamme o a qualsiasi persona che voglia provare un genere leggermente diverso da solito, perché non succede spesso che al centro di un romanzo ci siano un paio di giorni passati in ospedale dopo il parto. Ho apprezzato davvero molto il ricevere la copia dalla Bookabook e spero che chi di voi si sia convinto a dargli una possibilità poi mi faccia sapere la sua opinione.

Recensione: Oliver, il gatto che salvò il Natale di Sheila Norton

Buon pomeriggio!
Concludiamo la settimana con la recensione di “Oliver, il gatto che salvò il Natale”, libro di cui vi ho ampiamente parlato. Adoro Oliver, ho amato il libro e spero di convincerci a dargli una possibilità. Se non vi porterà direttamente ad adottare un micio rosso come Oliver, sicuramente vi scalderà il cuore e vi farà passare qualche ora dolce e pelosa.

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oliver cover
Titolo: Oliver, il gatto che salvò il Natale
Autore: Sheila Norton
Editore: Newton Compton Editori
Link di acquisto: Amazon | Kobo
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Una storia tenera e commovente che ha conquistato i lettoriLa straordinaria favola del gattino dal grande cuore

Oliver è un gatto timido e pigro e raramente si spinge fuori dal pub dove vive. Il suo mondo è tra quelle mura, le avventure non fanno per lui. Ma la sua vita è destinata a cambiare da un giorno all’altro, quando un incendio divampa nella cucina e costringe Oliver ad abbandonare la dimora tanto amata. È giunto il momento di affrontare un ambiente per lui sconosciuto. Eppure Oliver non ha grandi difficoltà a farsi amare dagli uomini, che si mostrano gentili e premurosi con lui. Un giorno però, tra i volti allegri di tanta gente, nota una ragazzina molto triste e sola. Ha bisogno di un amico, pensa Oliver. E visto che siamo vicini al Natale, perché non diventare il protagonista di un piccolo miracolo…



Non ho mai letto tanti libri con protagonisti animali, ma questo mi ha attirato fin da subito. Sono un’amante dei gatti e il dolce Oliver sulla copertina mi chiamava e pretendeva di raccontarmi la sua storia.

È proprio un micio rosso di nome Oliver il protagonista di questa storia di Natale. Oliver racconta la sua storia ad un micino di cui conosceremo l’identità solo alla fine. In questo libro però non si parla solo di Oliver ma anche di George, il suo padrone e di tutti gli altri amici umani che il micio impara a conoscere.

Quando il bar di George (nonchè casa di Oliver) va a fuoco, i due si ritrovano per strada e, spaventato, Oliver scappa nel bosco e si perde. È Dan a trovarlo e portarlo a casa da Nicky, sua moglie. I due sono nuovi in città ma presto i vicini si accorgono di Oliver e lo riconoscono dandogli una casa in più in cui trovare rifugio e, soprattutto, cibo. Piano piano, attraverso il racconto di Oliver impariamo a conoscere Sarah, Martin e le loro figlie, che si rallegrano nel giocare con il micio avendo da poco perso il loro.

Con il passare dei giorni, Oliver si rende conto che qualcosa non va nella cittadina. Il fuoco che ha distrutto la sua casa e costretto George ad andare a vivere lontano ha rovinato molti dei piani e delle tradizioni delle famiglie del paese. Essendo per lui una cosa inaccettabile, Oliver si mette all’opera per salvare il Natale e nel farlo riuscirà a risollevare gli animi di tutti.

Non posso dirvi cosa si inventa Oliver nel corso della storia perché vi rovinerei tutta la magia, ma sappiate che questo dolce micio è davvero straordinario. Ha una personalità incredibile e riesce a farsi amare da tutti. Coccoloso, un po’ viziato quando si tratta di cibo e pieno di energia, vitalità e idee per aiutare i suoi amici umani, è impossibile che non vi conquisti.

Oliver ci regala una storia perfetta per questo periodo, piena di amore e serenità. Trovo sia perfetta per tutti gli amanti di animali, per bambini e adulti e per chi crede ancora nella magia del Natale e dei piccoli gesti che possono cambiare tutto.

Recensione: Gemina di Amie Kaufman e Jay Kristoff

Buongiorno!
La mia settimana è iniziata tutt’altro che bene, ma spero migliori. Per iniziare al meglio la settimana oggi vi lascio la recensione di “Gemina”, secondo libro della serie iniziata con “Illuminae” che sto adorando. Non vedo l’ora di avere tra le mani il terzo volume.

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Titolo: Gemina (The Illuminae Files #2)
Autore: Amie Kaufman e Jay Kristoff
Editore: Mondadori
Link di acquisto: Amazon
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Sempre narrato nella forma di un ricco dossier di email, schemi, trascrizioni, sms e file riservati, «Gemina» inizia dove il precedente romanzo si interrompe. Ma a Kady ed Ezra, gli eroi del primo volume della saga, subentrano due nuovi protagonisti, Hanna e Nik. Hanna è la coccolata figlia del capitano della stazione spaziale Heimdall, Nik il rampollo poco entusiasta di una famigerata famiglia di criminali. Alle prese con la vita di bordo nella stazione spaziale più noiosa della galassia, i due non possono immaginare che Kady Grant e la Hypatia sono in viaggio verso la Heimdall con la notizia dell’invasione di Kerenza. Quando una squadra d’assalto della BeiTech invade la loro stazione, i due ragazzi dovranno collaborare per difendere la loro casa. Hanna e Nik capiranno presto che non lottano soltanto per la propria sopravvivenza: hanno nelle mani il destino di tutti i passeggeri della Hypatia, e forse dell’universo intero.

 

La prima parola che mi viene in mente quando penso a “Gemina” è wow. Entrambi i libri di questa serie sono difficili da giudicare perché sono estremamente particolari e strutturati in maniera mai vista prima.

“Gemina” è molto simile al suo predecessore, ma contiene più disegni e scritte “a mano” che lo rendono ancora più speciale. È stato un po’ difficile immergersi nella lettura all’inizio proprio per la particolarità delle pagine, ma una volta preso il ritmo non sono più riuscita a posarlo.

La storia riprende essattamente da dove ci aveva lasciato “Illuminae”, ma in questo libro i protagonisti sono altri. Conosciamo quindi Hanna e Nik. Vivono entrambi sulla stazione spaziale Heimdall e passano le loro giornate ad annoiarsi perché la vita sulla stazione è sempre la stessa. La differenza principale tra i due è che Hanna è la figlia del comandante, mentre Nik viene da una famiglia di criminali. Nessuno dei due pensava di dover mettere la propria vita nelle mani dell’altro, ma è proprio quello che succede quando la Heimdall viene attaccata.

Ho adorato Hanna, determinata, estremamente intelligente e capace di reagire ad ogni situazione con una calma e una concentrazione incredibile. Nik non mi ha convinta del tutto, ma forse è stato perché non arriviamo a conoscerlo con la stessa intensità della ragazza. I due, insieme ad Ella, la cugina hacker di Nik, dovranno salvare la Heimdall e impedire un disastro. Le cose si complicano quando scoprono che Kady e la Hypatia stanno viaggiando verso di loro.

Ogni scena è perfettamente pensata e incastrata con tutte le altre e il finale spiega un sacco di cose, ma apre mille possibilità e soprattutto riempie la mente di quesiti. È Aidan, l’intelligenza artificiale che abbiamo conosciuto in “Illuminae” insieme ad altri personaggi a spiegarci cosa significa il termine Gemina e, credetemi, è assurdo e invece di mettere fine alle domande vi farà pregare di avere il terzo libro tra le mani immediatamente.

Hanna, Nik, Ella, Kady e Ezra, insieme ad Aidan e ai sopravvissuti dovranno affrontare problemi enormi e più grandi di loro e sono curiosa di vedere come si intrecceranno definitivamente le loro storie.
Da quello che so ci saranno nuovi protagonisti per il terzo volume, quindi spero che poi vengano concluse tutte le storyline senza lasciare niente al caso.
Se non avete ancora letto “Illuminae” e “Gemina” vi consiglio caldamente di porre rimedio alla cosa. Sono libri che non volete perdervi.

Recensione: Abbastanza da tentarmi di Leila Awad

Buon pomeriggio!
Nella recensione di oggi vi parlerò di un libro che ho deciso di iniziare così, d’impulso, dopo aver sentito alcune amiche parlarne. Ammetto di non aver neanche letto la trama prima di cominciarlo quindi all’inizio ero abbastanza perplessa, ma vi lascio alla recensione per saperne di più.
abbastanza da tentarmi
Titolo: Abbastanza da tentarmi
Autore: Leila Awad
Editore: Self
Link di acquisto: Amazon
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Isabella Bendecido ha ventiquattro anni e vive in un paese alle porte di Madrid con una sorella maggiore che adora, un padre amorevole ma poco presente, una madre convinta che la preoccupazione maggiore per una donna debba essere trovare un buon matrimonio o un lavoro fisso – se non entrambi – e una sorella minore che segue le orme materne. Giornalista di professione e blogger per passione, Isabella trova lavoro presso la prestigiosa testata giornalistica di El Paìs, dove incontrerà Liam Adreci, una delle voci più autorevoli nel campo, a cui da sempre si ispira. Peccato che le sue parole siano coinvolgenti e appassionanti almeno quanto lui è odioso e supponente nella vita di tutti i giorni. Tra caratteri orgogliosi e troppi pregiudizi, tra famiglie ingombranti e inopportuni pretendenti, quanto in là si spingeranno Isabella e Liam prima di comprendere dove sia la verità? In fondo, tutte noi sogniamo Mr. Darcy ma quando lo troviamo vorremmo solo ucciderlo.

 

“Abbastanza da tentarmi” mi ha sorpresa fin dall’inizio perché, come una pirla, non avevo letto la trama prima di prenderlo in mano. Ho iniziato a leggerlo e bam, i protagonisti erano spagnoli, il setting era spagnolo e il tutto ricordava vagamente una storia che conosco molto bene.
Ebbene sì, “Abbastanza da tentarmi” è un retelling e di una storia molto famosa e che io adoro alla follia e che leggerei/vedrei in qualsiasi salsa: Orgoglio e Pregiudizio.
Non è uno di quei retelling in cui si cerca di forzare gli elementi della storia per farli combaciare per forza a quelli originali e l’ho apprezzato molto. “Abbastanza da tentarmi” è carino, veloce, si legge che è un piacere e ti lascia con quella sensazione di pace che viene dopo aver letto un libro soddisfacente. Parliamoci chiaro, non è il miglior libro letto nella mia vita, ma mi ha fatto passare ore molto piacevoli e per me tanto basta per considerarlo un buon libro.

Isabella e Liam, i due protagonisti, sono entrambi intelligenti, orgogliosissimi (ma va?!) e insieme fanno scintille. Isabella, in particolare, è caparbia, cerca di farsi sempre valere e ci tiene davvero tanto a fare carriera nel mondo che si è scelta, quello del giornalismo. In più fa la blogger e ha una marea di amiche e sorelle. Cosa si potrebbe volere di più? Ma ovviamente un bel giornalista tenebroso e scorbutico che la odia immediatamente, no? Liam all’inizio è da prendere seriamente a ceffoni, un po’ come Mr. Darcy, ma alla fine non si può che cedere al suo fascino.

Mi è piaciuto molto che la storia non sia completamente identica a “Orgoglio e Pregiudizio”, ma che si sviluppi in maniera piuttosto diversa, pur mantenendo gli elementi originali. Avrei voluto più tensione, più scontro prima del lieto fine, per ricordare di più il viaggio di Elizabeth e Darcy, ma, tutto sommato, nonostante l’amore scoppiato un po’ troppo velocemente, il libro mi è piaciuto davvero molto.

Unica pecca negativa forse: i personaggi di contorno sono un po’ troppo marginali, avrei voluto sapere qualcosa di più di tutti loro, delle famiglie dei protagonisti, delle amiche e così via. Rimane comunque un libro molto bello e che vi consiglio.