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Recensione: Hyperversum Ultimate di Cecilia Randall

Buongiorno!
Due recensioni di seguito questa settimana, sono soddisfatta di noi. Oggi vi parlo di Hyperversum Ultimate, l’ultimo libro pubblicato da Giunti di questa serie che adoro. Ve ne ho già parlato in altre due recensioni prima di questa e spero di riuscire a convincervi sempre di più di quanto sia bella questa serie.

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Titolo: Hyperversum Ultimate
Autore: Cecilia Randall
Editore: Giunti Editore
Disponibile in italiano:
Goodreads

Torna il mondo di Hyperversum, una saga di successo che ha superato le 200.000 copie.
Phoenix, Arizona, futuro prossimo. Alex ha deciso: tornerà nel medioevo da Marc, che ora è il primo cavaliere di Luigi IX. Nulla può farla rinunciare al suo amore per lui, nemmeno l’ira di suo padre Daniel e il dolore per il distacco dalla famiglia.
Châtel-Argent, Francia nord-orientale, XIII secolo. Mentre al castello fervono i festeggiamenti per il matrimonio di Michel de Ponthieu, Marc e Alex si ritrovano e decidono di sposarsi, ma Ian impone loro di attendere almeno sei mesi, per conoscersi meglio.
Durante i due anni di distacco, Marc è cambiato, è diventato un uomo di corte e un campione di guerra, sicuro di sé, quasi arrogante. Alex a volte fatica a riconoscerlo, è smarrita e sempre più spesso finisce per confidarsi con il giovane Richard, che ha una sensibilità più affine alla sua. E le cose si complicano quando Luigi IX affida a Marc una missione delicata, sulla quale grava l’ombra di una nuova guerra: a Dunkerque è stato ucciso un templare e occorre investigare per trovare gli assassini…

La recensione di questo libro arriva poco dopo quella del precedente volume della serie Hyperversum perché l’ho letteralmente divorato.
I protagonisti sono sempre loro, Alex e Marc e la dinamica è molto simile al libro precedente, ma i due sono cresciuti e Alex, soprattutto, è consapevole delle conseguenze delle sue scelte e pronta ad assumersene la completa responsabilità.
Dovrà fare i conti, di nuovo, con la società medioevale e la cosa non è affatto semplice. Per quanto la ragazza sia convinta della sua decisione, non riesce ad abituarsi alla poca libertà che le donne hanno nel tempo in cui si trova e non potendosi confrontare con Marc senza rivelargli tutto si rivela molto difficile.

Le differenze culturali tra i due vengono continuamente sottolineate e mi chiedo se sia davvero possibile che le cose funzionino fra Alex e Marc. La storia di Ian era diversa, anche solo per il fatto che, essendo uomo, muoversi nel mondo è più semplice. Certo, ne ha passate di tutti i colori anche lui, ma con più libertà di parola e di movimento.
È questa una della cose, forse l’unica, che non riesco a mandare giù. Alex non riesce ad essere eroina come vorrebbe e potrebbe essere perché le convenzioni medioevali non glielo consentono. Alla fine, a parte qualche momento di azione in cui cerca di aiutare (finendo comunque per far arrabbiare e preoccupare Marc e amici) l’unica arma che ha è la parola, anche quella fortemente censurata o non ascoltata. Non riesco a convincermi del tutto, ma la storia che la Randall ha creato è sempre ottima, quindi è inutile soffermarsi su un particolare che non piace.

Se parliamo di coppie ammetto che la fiamma mi è scattata tra Alex e Richard più che sulla ragazza con Marc, ma voglio vedere se nel prossimo libro cambierà qualcosa. Richard mi è sembrato uno spirito più affine, meno chiuso e ligio alle regole imposte alle dame. Marc è più macho se vogliamo, mentre Richard mi sa più da intellettuale sexy. Non so se mi spiego.

La trama mi è piaciuta, è diversa dalla precedente e mi piace che per una volta non ci siano di mezzo troppi drammi. Alex è altruista, vuole aiutare e cerca di farlo in ogni modo. Mi piace come nonostante tutti le siano contro (nel senso che la vorrebbero a casa a fare “cose da donna”), lei riesca a non darsi per vinta e a trovare il modo di rendersi comunque utile.

Non so bene cosa aspettarmi dal prossimo volume. Daniel e Ian hanno dato una scadenza ai figli per sposarsi e sono curiosa di vedere cosa ne verrà fuori. Non credo Alex cambierà idea, ma spero che nel prossimo libro Marc scopra la verità così che non ci siano più segreti tra di loro. Non so come la prenderà, ma sicuramente non bene in quanto dovrà fare i conti con un doppio “tradimento”: quello di Alex e quello dei suoi genitori. Cosa succederà quando scoprirà la vera identità di Ian? Ci saranno conseguenze per i suoi genitori e per suo zio, visto che hanno mentito per anni?

Insomma, le domande sono un milione e la curiosità tantissima. Io non posso fare altro che consigliare per l’ennesima volta questa serie che oltre ad essere scritta molto bene, non vi farà staccare gli occhi dalle pagine perché vorrete leggere sempre di più.

mon firma

Recensione: Hyperversum Next di Cecilia Randall

Buongiorno 🙂
Ci ho messo un po’, ma finalmente eccomi con una nuova recensione. Sto facendo fatica ad uscire dal mio bookhangover dato da “A Court of Wings and Ruin” infatti sto rileggendo i libri della serie Throne of Glass sempre della Maas perché non sto riuscendo a leggere altro per il momento.
Qualche settimana fa però ho letto finalmente Hyperversum Next che mi attendeva da un po’ e wow, mi ha presa un sacco.
Vi lascio alla recensione, ma come ripeterò anche dopo e all’infinito, se non conoscete questa serie, correte in libreria!

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Titolo: Hyperversum Next
Autore: Cecilia Randall
Editore: Giunti Editore
Goodreads

Phoenix, Arizona, futuro prossimo.
Alexandra Freeland, furiosa perché l’ennesimo brutto voto in fisica la costringe sui libri, rinunciando al primo agognato appuntamento con Brad, si aggira come un animale in gabbia nella biblioteca del padre Daniel, fino a che un antico volume miniato non attrae la sua attenzione. Non l’ha mai visto, come fosse un segreto attentamente custodito. All’interno, un enigmatico biglietto firmato da Ian, il migliore amico di Daniel, e una password.
Alex accende il vecchio computer del padre, che non gli ha mai visto usare, e scopre un’antiquata versione di un videogioco di culto: Hyperversum, celebre per la veridicità con cui sa ricreare l’ambientazione medievale.
La tentazione è forte. Alex si crea un avatar e avvia la sessione di gioco.
Clois, Francia nord-occidentale, XIII secolo: Alex si aggira nel cuore di un animato villaggio, ammirando stupita la ricostruzione in dettaglio di botteghe, vicoli e personaggi, ma presto il gioco si trasforma in un incubo.
Il medioevo 3D ricreato da Hyperversum si fa vero e tangibile e Alex non sa come tornare nel proprio tempo.
Testimone involontaria di un delitto, scoprirà di essere lei stessa in pericolo di vita, giovane donna che deve imparare a muoversi in mezzo a intrighi e scontri all’arma bianca, ma anche a gestire il proprio rapporto con Marc, figlio inquieto e affascinante del Falco del Re.

Hyperversum è la serie che non avrei mai pensato di amare. Tendenzialmente non leggo autori italiani, ma quella è una mancanza mia essendo più aggiornata sulle uscite inglesi che su quelle italiane, e soprattutto non leggo romanzi con sottofondi storici. Ammetto di non essere un’amante della storia, forse perché me l’hanno sempre imposta e insegnata male, ma non è mai riuscita a prendermi quindi se mi ritrovo davanti un romanzo che parla di periodi storici particolari tendo a passare oltre.
Tutte cose che già vi avevo detto nella recensione di Hyperversum all’inizio dell’anno scorso, quindi non sto a ripetermi. Se volete scoprire come ho scoperto la prima trilogia vi invito ad andare a sbirciare quella recensione.

La recensione non dovrebbe contenere spoiler sul libro, ma sicuramente sulla trilogia precedente quindi continuate solo se l’avete letta.

Hyperversum Next ci porta parecchi anni avanti rispetto alla trilogia precedente, ma ci fa ritrovare quasi tutti i vecchi personaggi e tanti di nuovi, ma che sentiamo di conoscere in qualche modo.

La protagonista femminile è Alexandra, Alex per tutti, figlia di Daniel. Alex è cresciuta ai nostri tempi e non riesce proprio ad andare d’accordo con il padre a causa della differenza di interessi e della passione di lei per la storia. Ovviamente noi sappiamo perché Daniel preferirebbe tenere la figlia lontana da qualunque cosa potrebbe portarla a scoprire il segreto di Ian, rimasto nel Medioevo, ma è bello vedere come Daniel e la moglie hanno deciso di nascondere la grande avventura avuta quando erano solo ragazzi.

Alex, come tutte le adolescenti, non accetta la cosa e un giorno, mentre si trova nell’ufficio del padre senza permesso, scopre che Daniel possiede una vecchia versione di Hyperversum, un gioco molto popolare e ormai con molte versioni. Indovinate un po’? La ragazza lo accende ed ecco che la magia avviene di nuovo.

Conosciamo quasi subito anche il protagonista maschile del libro che, come potrete facilmente immaginare, è il figlio di Ian, Marc. Il ragazzo è all’oscuro di tutto ciò che riguardo il segreto del padre e la cosa rende il rapporto tra lui e Alex un bel po’ complicato. Marc è stato cresciuto come vero uomo del Medioevo, considerato adulto molto giovane e con principi e regole molto precisi in mente. È difficile per lui capire perché questa strana ragazza si comporti in modo così diverso dalle altre.

Marc è testardo, leale e coraggioso e incarna quell’idea di uomo che farebbe di tutto per la sua dama e lo dimostra in ogni modo. Alex però è una ragazza del ventunesimo secolo, abituata a certe libertà di parola e di movimento che nel Medioevo non le sono concesse. Questa è stata una delle poche cose che non ho ben capito se mi sono piaciute. Avere una protagonista femminile in quei tempi è davvero complicato, soprattutto perché tutti cercano di fermarla in ogni momento perché quello che fa non è consono. Divertente le prime volte, ma frena un po’ l’azione del libro. Non riesco a capire come e quando dirà a Marc la verità e come lui potrà accettare di avere la compagnia di una dama così diversa da quelle a cui è abituato.

Ho apprezzato il finale, soprattutto per la fermezza di Daniel e nelle sue scelte. Spero cambi qualcosa nel prossimo libro, ma capisco le scelte fatte e hanno senz’altro senso, anche se il povero Marc proprio non può capirle.
Hyperversum Next è quel seguito che abbiamo aspettato per tanto tempo e non ha assolutamente deluso le aspettative.

mon firma

Recensione: Qualcosa di Chiara Gamberale

Hola! Sto leggendo come un drago, spero non siano le cosiddette ‘ultime parole famose’. Riesco a incastrare il tempo per leggere nel casino di tutti i giorni e ne sono davvero felice. E in più riesco anche a scrivere le recensioni di quello che leggo. Meglio di così non potrebbe andare! Ma di che libro vi parlo oggi? Di ‘Qualcosa’ di Chiara Gamberale.
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Titolo: Qualcosa
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Longanesi
Disponibile in italiano:
Goodreads

La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa, ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. Ma, quando sua madre muore, la Principessa si ritrova “un buco al posto del cuore”. Smarrita, prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a “non-fare qualcosa di importante”. Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del “non-fare”. E del silenzio, dell’immaginazione, della noia: tutto quello da cui era sempre fuggita. Tanto che, dopo avere fatto amicizia con il Cavalier Niente, Qualcosa di Troppo gli si ribella e pur di non fermarsi e di non sentire l’insopportabile “nostalgia di Niente” che la perseguita vive tante, troppe avventure… Fino ad arrivare in un misterioso tempio color pistacchio e capire che “è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura”. Chiara Gamberale si concentra sul rischio che corriamo a volere riempire ossessivamente le nostre vite, anziché fare i conti con chi siamo e che cosa vogliamo.

 

Qualcosa è un libro che ho scovato per puro caso mentre cercavo libri con la copertina rossa adatti al secondo round della 2017 Book Challenge. Da subito mi ha ispirato fiducia, nonostante la stranezza della trama e con la Mon abbiamo addirittura deciso di proporlo alle partecipanti.
Mi ci sono quindi tuffata in occasione di un viaggio in treno e nel giro di un pomeriggio l’ho divorato. Mentre voi state leggendo io probabilmente ho già procacciato il cartaceo, perché sono convinta che sia un librino che vale la pena avere lì, nella libreria. Uno di quei libri che ogni tanto rileggi e da cui, ogni volta, secondo me, trai un nuovo insegnamento, una nuova idea.

Proprio così. ‘Qualcosa’ è una delle cosiddette fiabe moderne. Una storia che potremmo leggere come fiaba della buonanotte ad una bimba, per lei sarebbe probabilmente un bel racconto, con una Principessa, alcuni Principi. Un inizio triste e un lieto fine. Un po’ come Biancaneve o La Bella addormentata nel bosco. Gli elementi ci sono tutti, dalla morte della regina nelle primissime pagine del libro, alla crescita della Principessa Qualcosa di Troppo che culmina nella sua scoperta dell’amore.

Eppure ha molto – ma molto – di più. È un libro che ci vuole insegnare qualcosa, che ci vuole far pensare alla nostra vita.
Pone l’accento sul bisogno che sentiamo ogni giorno di riempire le nostre vite con qualsiasi attività, dimenticandoci delle piccole cose e soprattutto della gioia che da esse deriva.

E allora fai pace con quel vuoto nella pancia. Riprendi a frequentare Madama Noia. Fidati. E a quel punto, se proprio non ne potrai fare a meno, sarai libera di avere voglia di ridere. Ma non ne avrai bisogno. Perché il bisogno è solo un sogno: prima o poi finisce o comunque sfinisce.

Molti di noi potrebbero identificarsi nella principessa Qualcosa Di Troppo, una ragazza che cerca di non pensare al suo passato e alle cose brutte della vita riempiendo le sue giornate fino a stremarsi. Non si rende conto che però, in questo modo non riesce a superare le cose tristi, a metabolizzarle. Facendo mille cose semplicemente non ci pensa, ignora i suoi sentimenti, quello che prova davvero. E appena si ferma tutti i pensieri negativi la sommergono senza lasciarle via di scampo.

Mi è piaciuto come il Cavalier Niente, che ama non-fare le cose, l’abbia fatta riflettere e l’abbia aiutata a superare la morte della regina. Il Cavalier Niente aiuta infatti la principessa a non voler dimenticare a tutti i costi la madre, ma a pensarci, raccogliere i ricordi e i pensieri belli e portarli sempre con lei, dentro il cuore, dove può ancora trovarla.

Ovviamente quella della Gamberale è un’esasperazione della vita quotidiana, ma ci serve per pensare. La parte dedicata ai social, con la principessa che si chiude nella sua stanza e diventa grigia a forza di non uscire. Che si ritrova isolata dal mondo nella convinzione di essere invece accettata e piena di amici dal momento che gli altri le mostravano i pollici alzati quando esponeva un lenzuolo con un suo ritratto su Smorfialibro.

È un libro molto particolare, che mi ha incuriosita da subito per la trama anche se non ero convinta che mi sarebbe piaciuto. Mi sembrava un po’ una cavolata, lo ammetto. Il parere super positivo di Ilaria (Airals World. Se ne leggon di libri) mi ha convinta ad iniziarlo, per fortuna. Come vi dicevo l’ho divorato, inizialmente perplessa, poi sempre più convinta e attirata dalla storia. Non ha una grande trama, ma nemmeno la vuole avere. Ma secondo me lascia tantissimo. L’ho già consigliato a diverse persone, perché sono convinta che si stiano perdendo la bellezza e la gioia delle piccole cose, quelle che sembrano insignificanti, ma che ci rimangono dentro. E ci aiutano ad andare avanti nei momenti difficili, così come la regina Una di Noi aveva iniziato ad entrare, di notte, nella porticina del cuore di Qualcosa di Troppo per farle compagnia. Perché non è vero che dobbiamo riempire ogni vuoto di cose da fare.

Principessina, una volta per tutte: pensa a come’è fatta una bottiglia. La sua parte più importante qual è?
“… Quella che si riempie di acqua o di sciroppo di lampone o di…”
Esatto! Cioè la parte piena di vuoto! Grazie a quella parte, la bottiglia potrà sempre venire riempita di acqua o di sciroppo di lampone o di vattelapesca. Ma se quella parte è sporca,
saranno sporchi pure l’acqua, lo sciroppo di lampone o vattelapesca. Quindi?

“Quindi?”
Quindi, se non fai pace con lo spazio vuoto dentro di te, niente potrà mai davvero riempirti.
“Nemmeno un marito?”
Tantomeno un marito! Ricorda, Principessina: tutto quello che ti serve per riempire la tua vita è robaccia, è acqua sporca. Tutto quello che la tua vita accoglierà, perché le capita e perché comunque le starebbe bene anche essere vuota, è invece roba buona, acqua pulita.

Detto questo, leggete questo libriccino se non l’avete ancora fatto. Nel peggiore dei casi avrete perso un pomeriggio, ma sicuramente vi rimarrà qualcosa. E magari ricomincerete a guardare le forme delle nuvole, come quando eravamo bambini.

Smettila una volta per tutte di rincorrere tutte queste avventure: è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura.

kiafirma

Recensione: The Glittering Court di Richelle Mead

Buondì 🙂
Buon primo maggio a tutti, spero lo stiate passando bene. Qui da me diluvia, quindi siamo chiusi in casa e fra un po’ ci metteremo a cucinare qualcosa di buono. Nell’attesa vi pubblico la recensione di The Glittering Court che ho avuto modo di iniziare in occasione del Release Party un paio di settimane fa.

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Titolo: The Glittering Court (The Glittering Court #1)
Autore: Richelle Mead
Editore: Edizioni LSWR
Disponibile in italiano:
Goodreads

Liberi, insieme, per sempre.

Per un gruppo selezionato di ragazze la Corte Scintillante (The Glittering Court) rappresenta l’opportunità di conquistare una vita che finora potevano solo sognare, una vita fatta di lusso, glamour e ozio. Per l’aristocratica Adelaide, costretta dalla sua famiglia nobile, ma ormai decaduta, a un matrimonio d’interesse, la Corte Scintillante rappresenta qualcos’altro: l’occasione di pianificare il proprio destino e di avventurarsi in una nuova terra ricca e incontaminata al di là dell’oceano.
Dopo un incontro fortuito con l’affascinante Cedric Thorn, Adelaide si spaccia per una cameriera. Tutto comincia a sgretolarsi quando Cedric scopre lo stratagemma di Adelaide e questa viene notata da un giovane governatore molto potente, che vuole sposarla. La fanciulla non si è lasciata alle spalle la gabbia dorata della sua vecchia vita solo per diventare di proprietà di qualcun altro. Ma a essere davvero sconvolgente – o meravigliosa – è la fortissima attrazione proibita tra Adelaide e Cedric, che, se assecondata, li renderebbe due emarginati in un mondo selvaggio, pericoloso e inesplorato, e forse ne causerebbe perfino la morte.

 

Avrei voluto terminare questo libro in tempo per l’uscita, in modo da darvi subito un’opinione, ma si sa, la vita non sempre ci fa fare quello che vorremmo e vari impegni si sono infilati nelle mie giornate. Sono comunque riuscita a leggere il libro e quindi eccoci qui.

Conoscevo la Mead, ma sinceramente ho letto la sua serie “Vampire Academy” anni fa e mi ricordavo poco del suo stile e del suo modo di raccontare. The Glittering Court mi ha ricordato la serie The Selection, ma allo stesso tempo ha qualcosa che lo rende di fatto molto diverso.

Adelaide è un personaggio un po’ prevedibile, bellissima, bravissima in tutto ciò che fa e oltre a questo è capace di adattarsi alle varie situazioni e ha sempre la risposta pronta a tutto. È sveglia e mi è sembrata una persona che una volta decisa la sua strada non ci ripensa più di tanto. Non so dove vogliano andare a parare con la sua storia nei prossimi libri, ma sono comunque curiosa di scoprirlo.

La ship di Adelaide con Cedric parte immediatamente e inevitabilmente. La Mead non ti dà nessuno scampo. Non c’è modo di voler vedere Adelaide con nessun’altro e a me tutto sommato la cosa va bene. È facile voler bene ad entrambi e voler scoprire di più su di loro e vedere come si evolverà mano a mano il loro rapporto.
Mi aspettavo una reazione diversa per quanto riguarda la rivelazione del segreto della ragazza, ma non voglio dirvi nulla, quindi sappiate che sono rimasta solo un pochino perplessa.

Di personaggi secondari ce ne sono parecchi e tutto sommato hanno ognuno il loro carattere e il loro scopo, anche se la descrizione di alcuni, soprattutto delle amiche di Adelaide è molto molto ripetitiva. Mi piacerebbe esplorare di più personaggi come Tamsin, Mira e anche Nicholas e spero ne avremo la possibilità dei prossimi libri.

Dopo le prime 100 pagine o giù di lì la narrazione è rallentata parecchio e non sapevo più come andare avanti perché non trovavo la motivazione per continuare, ma per fortuna ho resistito e piano piano la storia ha ripreso ritmo. Mi aspettavo qualcosa di diverso come trama per questo primo libro, invece la Mead è riuscita a sorprendermi. Il finale mi è piaciuto, ma leggermente affrettato, soprattutto le ultimissime pagine. La Mead ha tirato più o meno tutte le somme, almeno per le questioni più importanti. La cosa mi ha spinto a pensare che forse i prossimi volumi non saranno incentrati interamente su Adelaide, ma ovviamente è solo una mia sensazione.

Concludo ringraziando Edizioni LSWR per avermi dato l’opportunità di leggere il libro in anteprima.

rating 3

mon firma