#2 – 5 motivi per…guardare Orphan Black

Non vi aspettavate un nuovo appuntamento con questa rubrica così presto vero?
Volevo parlare di questa serie un po’ di tempo fa, quando ho iniziato a vederla, ma tra una cosa e l’altra non sono mai riuscita a scrivere il post. Considerando che tra meno di una settimana inizierà la terza stagione, ho approfittato nella nostra nuova rubrica per parlarvene.

5 motivi per

Cos’è Orphan Black?
È una serie televisiva canadese di fantascienza di cui sono state mandate in onda due stagioni. La terza stagione inizierà il 14 aprile 2015 su BBC America. In Italia sono state mandate in onda le prime due stagioni.

Di cosa parla?
Narra la storia di Sarah Manning, una ragazza orfana che, dopo avere assunto l’identità di una persona a lei straordinariamente somigliante, scopre di essere frutto di un esperimento scientifico.

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5 buoni motivi per cui qualcuno dovrebbe guardare Orphan Black.

  1. È una storia originale, che ancora non avevo mai visto. L’idea di base è complessa e piena di mistero. Mi ha colpita immediatamente perché è una cosa difficile da immaginare, ma non così impossibile al giorno d’oggi. Fa riflettere sul fatto che magari qualcuno abbia già fatto qualcosa del genere e nessuno ancora ne sappia niente.
  2. Ogni stagione è composta da solo 10 episodi e fino ad ora sono state mandate in onda solo due stagioni. La terza inizierà a breve. È la serie perfetta per un recupero da vacanze, perché si smaltisce davvero in fretta.
  3. È una serie tv che ti tiene incollati allo schermo. Un episodio tira l’altro. Ad ogni puntata sorgono così tante domande che non si può fare altro che guardare quella dopo per cercare le risposte.
  4. Tatiana Maslany. Lei è il motivo per cui ho cominciato la serie. In un gruppo su Facebook parlavano di quanto fosse brava come attrice perché interpreta così tanti personaggi diversi. Tatiana, infatti, impersona la protagonista Sarah e tutti i suoi cloni. Fino ad ora ne ho contati più o meno 9, ma sicuramente ne avrò dimenticato qualcuno. È incredibile, perché ogni personaggio ha caratteristiche e personalità diverse e Tatiana riesce a mostrare chiaramente queste differenze.orphan black
  5. I personaggi secondari, esclusi i cloni, sono interessanti e ben costruiti. Felix, Siobhan e Kyra sono fra i più importanti, ma ce ne sono molti altri che sono certa vi faranno apprezzare la serie.

Un voto da 1 a 5 cupcake?
4 cupcakes e mezzo.

Teaser Tuesday #5

Ci sto prendendo gusto a pescare una pagina a caso dai libri per i Teaser. Mi diverto un sacco. L’estratto di oggi viene da un libro che ho letto la settimana scorsa in una serata.
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At some point, they’d moved closer to each other on the bench, and she realized only now that their knees were touching. Between them, someone had carved the word MAYBE into the wood in uneven letters, and she wondered if Owen saw it, too. She closed her eyes for a moment and let the word expand in her head: maybe. Maybe it was the cold, or maybe it was the conversation, or maybe it was something else that had pulled them so close. But here they were, angled together like this, their faces suddenly too near, and she lowered her eyes, afraid to meet his gaze. The quiet between them had gone on for too long now to pretend it was anything other than what it was. There were no more words; all that was left were two faintly beating hearts.

Chapter 14 – THE GEOGRAPHY OF YOU AND ME di Jennifer E. Smith

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The geography of you and meLucy and Owen meet somewhere between the tenth and eleventh floors of a New York City apartment building, on an elevator rendered useless by a citywide blackout. After they’re rescued, they spend a single night together, wandering the darkened streets and marveling at the rare appearance of stars above Manhattan. But once the power is restored, so is reality. Lucy soon moves to Edinburgh with her parents, while Owen heads out west with his father.

Lucy and Owen’s relationship plays out across the globe as they stay in touch through postcards, occasional e-mails, and — finally — a reunion in the city where they first met.

A carefully charted map of a long-distance relationship, Jennifer E. Smith’s new novel shows that the center of the world isn’t necessarily a place. It can be a person, too.

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Recensione: A man who was Superman di Yoon-Chul Chung

Ciao a tutti e benvenuti ad un nuovo appuntamento con il film di questa settimana! Si tratta di una pellicola coreana che ho visto lingua originale sottotitolata in inglese. Speravo di vederla con la mia coinquilina, ma lei mi ha abbandonato e quindi l’altra sera mi sono guardata “all by myself” questo film 🙂

A man who was Superman
Titolo: A man who was Superman
Titolo originale: Superman ieotdeon sanai
Non ancora doppiato in italiano
Regia: Yoon-Chul Chung
Anno: 2008
Durata: 102 min
IMDB

Song Soo Jung realizza documentari sui cosiddetti ‘casi umani’ per una piccola compagnia. Un giorno, mentre si sta dirigendo sul luogo del suo prossimo documentario, le rubano la telecamera da sotto il naso ma all’improvviso compare un uomo con una camicia hawaiana che riesce a riportarle il maltolto. Quest’ultimo sostiene di essere Superman e di aver ormai perso tutti i suoi poteri perché delle persone malvagie gli hanno impiantato della kryptonite nella testa. Nonostante ciò l’uomo passa il suo tempo perseverando nella sua missione: quella di aiutare gli esseri umani. Song Soo Jung è decisa a fare un documentario su di lui, ma mente lei userà l’uomo per un suo tornaconto quest’ultimo le insegnerà molte cose ed inizierà ad affezionarsi a lui, cambiandole totalmente la vita.

La prima cosa che ho pensato quando ho iniziato il film è stata che non avevo mai visto una versione di Superman con camicia hawaiana. In più, all’inizio non si capisce bene il senso del film: si vede, infatti, questo tipo sulla quarantina che aiuta tutte le persone in difficoltà che trova perché, attraverso questi gesti, la kryptonite nel suo cervello svanirà. Viene naturale pensare che non abbia tutte le rotelle che funzionano, ma se il film si fermasse qui sarebbe banale.

Questo Superman costituisce una sorta di anti-eroe: non ha super poteri ma è un vero eroe nei comportamenti umani. Lui mette la sua vita a servizio degli altri ed è proprio questo che, nonostante l’aspetto bizzarro, lo rende grande ai nostri occhi. Ed è proprio l’incontro con questo individuo del tutto singolare che cambia profondamente la reporter: da persona indifferente alla vita, inizia a comprenderne il valore e scopre il piacere di aiutare gli altri.

Procedendo con la storia scopriamo qualcosa in più sulla vera identità del nostro eroe e capiamo come, dietro l’apparenza, si nasconda molto di più. Un dramma, cioè la morte della moglie e della figlia, che non ha mai superato. Il rimpianto e il senso di impotenza di fronte agli eventi l’hanno portato a farsi carico delle difficoltà altrui: è per questo che lo vediamo portare le borse di una signora anziana, raccogliere i rifiuti, portare in spalla qualcuno all’ospedale, mettersi in mezzo alla strada e fermare i mezzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Queste scene sono molto esilaranti e, nonostante l’impatto iniziale, inizierete lentamente ad affezionarvi a questo Superman.

So che alcuni di voi storceranno il naso su questo film (lo so perchè anch’io all’inizio non ero molto convinta) ma mi sono dovuta ricredere al punto tale che mi sono anche commossa. Non ho capito bene come sia successo, ma il film è riuscito pian piano a farsi strada nella mia mente e in men che non si dica ero totalmente immersa all’interno della storia.

È un film semplice, onesto e diretto che alterna scene divertenti a parti tristi dalle quali abbiamo l’opportunità di capire la complessità della figura del protagonista. Quello che effettivamente ho imparato è che chiunque può essere un eroe, nel suo piccolo.
Sicuramente è un film strano, ma caratterizzato da una grande carica emozionale e che secondo me vale la visione, anche solo per vedere un film con uno stile diverso dal solito.

rating 3
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Weekly Recap #12

Qui si inizia a non avere più puntate di cui parlare, ma non preoccupatevi, dalla settimana prossima dovrebbero esserci più mini-commenti perché Once Upon A Time ha fatto una settimana di pausa, quindi ritorna, ma, soprattutto, ricomincia Game of Thrones *io e Kia stiamo saltellando da settimane*
Anche oggi abbiamo un ritorno altrettanto atteso: la seconda parte di Outlander. Penso che nessun essere di sesso femminile (compresa la mia gatta, che si mette vicino a me quando guardo serie tv), possa resistere al fascino di Jaime.
Basta chiacchiere, vi lascio al Recap 😉

Grey’s Anatomy 11×19
Meredith e Derek così felici non mi piacciono. Non fraitendetemi, è bello vederli sereni, ma si sa, con Shonda la serenità dura sempre poco. Derek deve ripartire per andare a dimettersi dal servizio a Washington e lascia Meredith per qualche giorno. La dottoressa viene a sapere di Amy e Owen quando la cognata si presenta a casa con il dottore convinta che non ci sia nessuno. Sinceramente pensavo che Meredith l’avrebbe presa peggio e, soprattutto, pensavo avrebbe detto qualcosa riguardo a Cristina. Invece, la donna sembra essere semplicemente preoccupata per Owen e un po’ anche per Amelia. L’episodio parla in generale di amore e ci vengono presentati diversi scenari, anche tra i pazienti. Il caso di questa settimana ricorda un po’ uno dei primi casi a cui ha lavorato Meredith nella prima stagione, ma non penso fosse rilevante. Maggie ha avuto un appuntamento con il dottore che lavora in radiologia, che però non sembra essere andato troppo bene. La donna si confida con Alex, che dopo aver cercato di mandarla via per un paio di volte, le fa un discorso molto maturo. Alex è uno dei personaggi che nel corso degli anni è cresciuto di più e spero gli concedano un lieto fine senza altri drammi, perché ne ha passate davvero troppe fino ad ora. Mamma Avery ritorna all’opedale per aiutare con il caso e finalmente si confronta con Richard. I due parlano e forse, questa volta, riusciranno ad essere felici. Esilarante il confronto tra April e Richard. Giuro, avevo le lacrime agli occhi dal ridere. Callie si occupa di una ragazza con problemi alla schiena e le fa un discorso sulle cose che si amano nella vita, sul fatto che si pensi che di amore ce ne sia solo uno, ma che a volte, con il tempo, arriva qualcosa che si ama allo stesso modo. Spero che lei e Arizona chiariscano al più presto la loro situazione, perché vederle separate fa male al cuore.
Arriviamo ad Amy, che ho trascurato fino ad ora. La dottoressa ha paura. Teme di soffrire, teme di far soffrire Owen e teme il giudizio degli altri. Quando Meredith le chiede di stare attenta con Owen, Amelia va in crisi e inizia a spingere via l’uomo. Tornata a casa fa un discorso alla cognata che ho trovato perfetto. Le dice che non ha idea di cosa significhi svegliarsi la mattina e trovare l’uomo che ami morto vicino a te, che non sa cosa si provi ad essere lei e che finché non riuscirà a mettersi nei suoi panni e capirla, dovrà farsi i fatti suoi. Ho quasi applaudito. Amelia sta cercando di rifarsi una vita a Seattle, dimenticando tutto le disgrazie che l’hanno colpita fino a quel momento e dovrebbero lasciarglielo fare senza interferire. Spero Owen lotti per lei, perché li vedo davvero bene insieme ma, ovviamente, solo il tempo ce lo saprà dire.

 

Outlander 1×09
Abbiamo atteso anche troppo per questa puntata. Più o meno 183 giorni, se ricordo giusto, e sono stati un’agonia. Perdonate il fatto che i miei commenti saranno incentrati principalmente su Claire e Jaime. So che è sbagliato, ma mi coinvolgono a tal punto che tutto il resto passa in secondo piano.
La puntata precedente ci aveva lasciati con il fiato sospeso riguardo a cosa sarebbe successo a Claire e io gestisco molto male i cliff-hanger, nonostante anni di serie tv (soprattutto anni di Grey’s Anatomy) dovrebbero avermi preparata a tutto.
La scena di Jaime che salva Claire è stata intensa e, essendo tutto narrato per la prima volta dallo scozzese, riusciamo a sentire e percepire tutte le sue emozioni. Subito dopo il salvataggio i due sposini sfogano tutta la loro rabbia e la loro paura in un litigio assurdo in mezzo al bosco, in cui Jaime ammette di essersi spaventato a vedere la moglie tra le mani di Randall e si iniziano a intravedere i sentimenti che stanno nascendo per entrambi. In questo episodio c’è una scena che chi, come me, ha letto i libri, attende dall’inizio: la punizione di Claire. È un gesto che una donna dei nostri tempi non riesce a concepire ed accettare ed ero curiosa di vedere come sarebbero riusciti a renderla. Gli autori hanno fatto, secondo me, un ottimo lavoro. Claire fa resistenza e sul volto di Jaime vediamo quanto gli costi fare tutto ciò alla moglie. Si vede chiaramente che non avrebbe voluto farlo, ma gli usi e i costumi del tempo non gli permettono di fare diversamente. La musica che accompagna la scena è perfetta e devo ammettere che, per qualche secondo, ho quasi riso, perché i due che si rincorrono per la stanza sono piuttosto comici.
La comitiva torna al castello e nascono nei problemi riguardanti le tasse che gli uomini hanno raccolto lungo il loro cammino. Per fortuna alla fine tutto torna a posto, anche se le discussioni tra Dougal e il fratello hanno fatto venire allo scoperto cose che tutti sospettavano, ma di cui nessuno aveva la conferma. Laoghaire, benedetta ragazza, io non ti sopportavo nel libro e ora, nella serie, ti reggo ancora meno. Giù le zampine da Jaime. È ora di rassegnarsi all’idea che il cuore del nostro scozzese preferito sia già di un’altra donna.
Scena finale epica, con Jaime che si inginocchia davanti a Claire, implorando perdono e promettendo di non farle più del male. Mi sono venute le lacrime agli occhi per le sue parole perché si percepisce quanto gli sia costato punirla e quanto l’abbia detestato. Claire non è da meno, ma durante le sue di minacce io ridevo e basta. Ho continuato a ridere anche alla fine, durante il loro discorso, perché Jaime non si vergogna di non sapere alcune parole e le chiede alla moglie, che ridendo gli spiega cosa vogliono dire le “gentili” parole che gli ha urlato durante la giornata.
Scusate il poema, ma la puntata mi è davvero piaciuta. Gran bel ritorno!

 

Due puntate sole, ma ho scritto un sacco. Spero di non avervi annoiati troppo.
Buona domenica a tutti!!