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Review Party: La ragazza del faro di Alessia Coppola

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Buongiorno lettori! Ritorno dopo un mega viaggio e un sacco di tempo senza recensioni per raccontarvi di un libro che esce proprio oggi: La ragazza del faro di Alessia Coppola.

la ragazza del faro cover

La ragazza del faro
di Alessia Coppola
Editore:

Newton Compton

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Pagine:
320

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Uscita:
7 maggio 2019

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Link:

Amazon

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GoodReads

C’è un’isola avvolta dai segreti e dall’abbraccio delle onde, l’Isola dei Gigli di Mare. Tra quelle sponde si snodano le vicende di Luna, una giovane dal passato tormentato e un futuro riposto nelle stelle. La vita di Luna cambia all’improvviso quando dal mare arriva una misteriosa scatola, all’interno della quale si trova una fotografa che la ritrae da bambina insieme a sua madre, scomparsa prematuramente quando aveva sei anni. Chi ha scattato la foto? Da dove è arrivata? Luna inizia a interrogarsi sul ritrovamento. Chiede persino alle stelle, che studia dall’infanzia, incoraggiata da suo zio, il guardiano del faro. Quando la ragazza sembra perdere le speranze, sull’isola arriva qualcuno che le offre tutte le risposte: Hermes, un giovane fotografo giunto per scoprire le bellezze del posto e immortalarle per la rivista per cui lavora. Perché Hermes è legato al suo passato, alla fotografa portata dal mare. Ma nasconde anche un segreto che potrà ostacolare il tenero sentimento nato tra loro…

 
Poco più di un anno fa, usciva il primo romance di questa autrice edito Newton Compton, Il profumo del mosto e dei ricordi (QUI trovate la recensione). La storia di Lavinia mi era piaciuta moltissimo e non ho saputo dire di no all’occasione di leggere in anteprima anche questo romanzo.

Luna, la protagonista, è una ragazza che ha perso la mamma in giovane età e vive sull’isola dei Gigli di mare con il padre. Porta con sé la passione per le stelle che le hanno tramandato la mamma e lo zio, rispettivamente astrologa e astronomo. Ogni notte Luna non può fare a meno di salire sulla vecchia torre dell’isola per osservare le stelle più da vicino, alla ricerca di un segno, del suo futuro. Non ha paura a stare lì, in balia delle intemperie e della vecchia torre decadente che si è portata via anche sua madre, anni prima, in una notte di tempesta.

La sua vita cambia il giorno in cui trova sulla spiaggia, portata dalle onde, una scatola di latta contenente alcune caramelle e delle vecchie fotografie, una delle quali rappresenta lei e sua madre. Luna cerca ovviamente aiuto nelle stelle, che le dicono che le risposte arriveranno con Mercurio. È con queste premesse che qualche mese dopo arriva sull’isola Hermes, un ragazzo ritornato ai luoghi delle sue origini per un servizio fotografico dell’isola.

Luna ed Hermes hanno modo di conoscersi e…no. Il finale non è quello che state pensando.

La ragazza del faro è un libro che per certi aspetti mi ha stupita, nonostante ad un certo punto avessi avuto il sentore di come sarebbe andata a finire. Ho ritrovato la scrittura di Alessia, il suo modo avvolgente di descrivere i paesaggi, i profumi, le persone. Mentre leggevo, io all’Isola dei Gigli di mare ci sono stata. Ho visto la sua torre, ascoltato le onde, annusato l’odore della tempesta. Alessia ha questa capacità di infilare una storia tutto sommato semplice in un contesto poetico, avvicinando più di altri autori il lettore e i personaggi.

Ho adorato la forza di Luna, il suo essere testarda, la sua evoluzione. Da ragazza ferita al suo volersi comunque mettere in gioco. Rimangono invece costanti il suo amore e la sua fiducia nelle stelle, in ciò che possono dirgli.

Hermes invece non mi ha entusiasmato. Ok che anche lui dalla vita non ha avuto grandi gioie, ma un po’ di decisione non ha mai fatto male a nessuno. Arriva come un fulmine a ciel sereno nella vita di Luna, convinto di non poter più amare, di aver sofferto abbastanza e di non voler aprire il suo cuore a nessuno. Queste idee sono come dei paraocchi per lui, una corazza indistruttibile che lo porta a chiudersi e a non voler vedere, che lo porta a scappare ogni volta le cose si fanno appena più complicate, per poi tornare sui suoi passi non appena qualcuno o qualcosa lo fa ragionare un po’.

Mi è piaciuto invece tanto Ammone, lo zio di Luna. Un personaggio paterno, vicino alla ragazza, che la aiuta e la comprende come nessun altro. Porta con sé un grandissimo segreto sul passato dei protagonisti che lo rende un po’ la chiave di tutta la storia.

La ragazza del faro è quindi un libro che vi consiglio, una lettura davvero piacevole, una storia non impegnativa che vi lascerà con un po’ di amaro in bocca, ma che merita di essere letta.

la ragazza del faro blog

Letture del mese: Aprile 2019

mon firma

Titolo: Prodigy (Legend #2)
Autore: Marie Lu
Genere: Distopia
Pagine: 300
 
Recensione | Goodreads | Amazon
 
Titolo: Guida galattica per gli autostoppisti (Guida galattica per gli autostoppisti #1)
Autore: Douglas Adams
Genere: Fantascienza
Pagine: 212
 
Recensione Kia | Goodreads | Amazon
 

 

Titolo: Champion (Legend #3)
Autore: Marie Lu
Genere: Distopia
Pagine: 324
 
Goodreads | Amazon
 

 
divisore dx

 

kiafirma

Titolo: Novecento
Autore: Alessandro Baricco
Genere: Narrativa, Teatro
Pagine: 62
 
Goodreads | Amazon
 
Titolo: Guida galattica per gli autostoppisti (Guida galattica per gli autostoppisti #1)
Autore: Douglas Adams
Genere: Fantascienza
Pagine: 212
 
Recensione | Goodreads | Amazon
 
Titolo: L’amico di mio fratello (Roommates #2)
Autore: Kendall Ryan
Genere: Romance, New Adult
Pagine: 224
 
Recensione a breve | Goodreads | Amazon
 
Titolo: La ragazza del faro
Autore: Alessia Coppola
Genere: Romance, Contemporaneo
Pagine: 320
 
Recensione giovedì 9 maggio | Goodreads | Amazon
 

WWW Wednesday #14

Buongiorno lettori!
Eccoci con un nuovo WWW Wednesday per raccontarvi dei libri belli che stiamo leggendo. Quali sono le vostre letture in questo periodo?

Letto

In lettura

Da leggere

Non ci siamo mossi di tanto dalla scorsa settimana. Non sto leggendo molto purtroppo e mi ritrovo con troppi libri in corso. Adesso provo a concentrarmi su Champion visto che la trilogia della Lu mi sta prendendo tantissimo e poi vedrò se riesco a finire La bambina nel bosco.

Letto

In lettura

Da leggere

Ho finito Novecento di Alessandro Baricco, un libro particolare ch credo dovrò rileggere un paio di volte per coglierlo appieno. Lo stile dell’autore non mi è spiaciuto per nulla e nemmeno la storia. Al momento sto leggendo Isola di neve di Valentina D’Urbano per la 2019 Ikigai Book Challenge e ri-leggendo Guida galattica per gli autostoppisti per il nuovo #leggiconikigai. Per quanto riguarda la prossima lettura, vuoto assoluto. Avevo previsto Tante stelle qualche nuvola, ma lo ho in cartaceo e, partendo sabato per un viaggio, porterò solo il piccolo Kobo.

Recensione: Ristorante al termine dell’universo di Douglas Adams

Buongiorno lettori. Sto leggendo parecchio e spero di riuscire a starci dietro con le recensioni perché mi piacerebbe raccontarvi di ogni singolo libro letto. Oggi ho scelto Ristorante al termine dell’universo, secondo volume della trilogia in cinque volumi di Douglas Adams: Guida Galattica per gli Autostoppisti.

ristorante al termine dell'universo cover

Ristorante al termine dell’universo
di Douglas Adams
Serie:

Guida galattica per gli autostoppisti

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Editore:

Mondadori

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Pagine:
252

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Uscita:
1984 (in Italia)

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Link:

Amazon

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GoodReads

Una gigantesca autostrada cosmica sta per essere costruita nei pressi del sistema solare. Un’uscita secondaria è prevista vicino a un piccolo pianeta azzurro-verde, abitato da primitive forme di vita intelligente, discendenti dalle scimmie. Un pianeta vecchio e inutile, insomma, che va rimosso. Viene a saperlo Ford Perfect, un alieno in incognito sulla Terra. Che fare? Abbandonare al più presto il pianeta in demolizione alla ricerca di lidi più sicuri. E così, in compagnia dell’amico umano Arthur Dent, dell’ex presidente della galassia Zaphod Beeblebrox, del lunatico androide Marvin e della sensuale profuga Trillian, Ford inizia le sue peregrinazioni attraverso l’universo. Alla ricerca di un ultimo angolo caldo dove poter gustare una buona cena, e dove il cibo “letteralmente” parla. L’irresistibile seguito di Guida galattica per autostoppisti , un capolavoro della science fiction del ventesimo secolo.

 

Libri nella serie:
[#1] Guida galattica per gli autostoppisti
[#2] Ristorante al termine dell’universo
[#3] La vita, l’universo e tutto quanto
[#4] Addio e grazie per tutto il pesce
[#5] Praticamente innocuo

 

Ho letto Guida Galattica per autostoppisti nella primavera di due anni fa; mi ero avvicinata al libro un po’ scettica ma alla fine mi era piaciuto molto. Non so bene per quale motivo, non avevo mai continuato la serie ed ora, finalmente, ho letto il secondo libro.

Ristorante al termine dell’universo riprende esattamente da dove avevamo terminato guida Galattica per gli Autostoppisti.

«Ehi, terrestre, non hai fame?» disse la voce di Zaphod.
«Ehm, be’, sì, ho un certo languorino» rispose Arthur.
«E allora tieniti forte, bello» lo invitò Zaphod. «Andiamo a mangiare un boccone al Ristorante al Termine dell’Universo.»

Zaphod, Arthur ed il resto della compagnia si dirigono al Ristorante al termine dell’universo e lì iniziano le loro avventure del secondo libro.

In questo volume conosciamo meglio Zaphod Beeblebrox e devo dire che nonostante in Guida Galattica non fosse il mio preferito, mi è piaciuto molto questo focus su di lui. Zaphod è un personaggio strambo (Ma va?!), molto pieno di sè ma a modo suo interessante.

Non mancano ovviamente gli altri personaggi conosciuti nel primo volume, d’altronde chi avreste abbandonato tra Marvin, Arthur, Ford e Trillan? La scelta sarebbe stata durissima. I teatrini tra loro sono come sempre esilaranti e l’essere terrestre di Arthur viene esaltato in maniera esponenziale. La sua estraneità ‘alle cose della galassia’, il suo stupore davanti a pianeti, astronavi e avvenimenti vari è sempre divertente e condito dai suoi commenti disarmanti.

Marvin è il migliore, oltre alla depressione si inizia a intravedere quel grande cervello che lui nomina spesso. Risolve problemi con semplicità, annoiandosi e sentendosi sprecato come sempre.

Se in Guida galattica ci eravamo limitati a viaggiare in lungo e in largo per la galassia, in Ristorante al termine dell’universo Arthur (e i lettori) deve fare i conti con i viaggi nel tempo e con tutti i problemi di tempi verbali che ne conseguono [una delle parti in cui ho riso di più in assoluto].

Il problema fondamentale del viaggio nel tempo è, molto semplicemente, un problema di grammatica, e l’opera principale da consultare a questo riguardo è il Manuale dei milleuno tempi grammaticali utili al viaggiatore del tempo, del dottor Dan Streetmentioner. Leggendo questo libro si impara per esempio a descrivere un avvenimento che stava per accaderci in passato, prima che riuscissimo a evitarlo saltando avanti nel tempo di due giorni.
L’evento si può descrivere in modo diverso a seconda che se ne parli dal punto di vista del tempo in cui ci si trova oppure di un altro tempo (passato o futuro), ed è ancora più difficile da descrivere se uno sta conversando durante il viaggio che lo porterà a diventare padre o madre di sé stesso.

Non mancano i momenti di follia fine a sè stessa anche se non rimpiangeremo mai la poesia del prostetnico Vogon Jeltz e nemmeno l’improbabilità che alimenta la Cuore d’Oro.

Anche in questo secondo libro, come in Guida Galattica, ho trovato diversi riferimenti ad oggetti che oggi sono di uso comune, ma che nel 1980 rendevano ancora più fantascientifico il libro. Rimane in assoluto uno dei particolari che mi sconvolgono di più. Insieme a questo particolare, ritorna anche il fatto che il pianeta Terra non sia esattamente elogiato, anzi. Diciamo pure che ci fa una figura molto magra.

Ho letto Ristorante al termine dell’universo già sapendo cosa aspettarmi dallo stile di Douglas Adams, ma tutto il resto era ovviamente una sorpresa. Questo autore riesce infatti a rimanere sempre in equilibrio su una sottile linea che separa il reale dall’assurdo ed è questa la chiave che rende i suoi libri divertenti e leggeri anche se non si è abituati al genere.