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Teaser Tuesday #157

Buon pomeriggio lettori! Dopo la recensione di questa mattina, eccomi anche con l’appuntamento con il Teaser Tuesday. Vi lascio un passaggio dello stesso libro, ‘Ogni attimo è nostro’ di Luigi Ballerini, nella speranza di incuriosirvi ulteriormente

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«Comunque grazie!» le ripeto, nel caso non mi abbia sentito. Merito suo se l’ho spuntata con la macchina, da solo non ce l’avrei mai fatta. È stata lei poco fa a convincere mio padre a lasciarcela.
“Stefano, possiamo benissimo farne a meno per una settimana, non abbiamo in programma di andare da nessuna parte in particolare. Tra l’altro tu hai anche la trasferta a Londra, non la useresti comunque, e io vado in ufficio con i mezzi. Davvero l’auto a noi non serve nei prossimi giorni. E poi così Giacomo può farsi la sua vacanza della Maturità, sarebbe un peccato se gliela negassimo…”

La carta vincente è stata proprio quella della vacanza della Maturità. Lo sapevo, e lo sapeva anche lei: papà in fondo è un tenerone. Così tanto da concederci la sua macchina nuova che per fortuna posso guidare anch’io, neopatentato. Devo dire che anche le foto di Fab con il gesso hanno fatto il loro effetto, soprattutto il selfie che ci siamo scattati in uscita dal pronto soccorso, lui sulla carrozzina e io dietro con la faccia contratta per lo sforzo come se spingessi un elefante. Quando l’ho visto sorridere e inclinare un po’ la testa, ho capito che era fatta.

“Non gli abbiamo fatto prendere la patente per poi tenerlo chiuso in casa, sono i rischi che ogni genitore deve correre. Anche il rischio di dormire male stanotte…” e con questo mamma ha chiuso il discorso sparando la sua cartuccia migliore. E lui si è definitivamente arreso.
Che grande mia madre.
«Grazie di cosa?» mi chiede, con un fare un po’ vezzoso, indaffarata a trafficare con le sue collane. Ha capito benissimo invece.
«Dai lo sai… senza di te non saremmo mai partiti» Mi fissa negli occhi dallo specchio.
«Sii prudente, però. Hai la patente da pochi mesi e il viaggio è molto lungo» mi dice appoggiando entrambe le collane sul comò.
«Ma’, non ti preoccupare, sai che vado piano» cerco di tranquillizzarla. Però questa non è una bugia tanto per tenerla buona, in macchina sto attento davvero. Mi piace la guida in sé, non ho bisogno di andare veloce. In macchina mi sento adulto, mi sento libero. Ho l’impressione che potrei arrivare ovunque.
Annuisce, come per dire lo so, e mi fido di te.

Diciotto e trentasei- Ogni attimo è nostro di Luigi Ballerini

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cover ogni attimo è nostro
L’estate della maturità, l’avventura di una vita. Ma basta un secondo per cambiare tutto.

Giacomo ha un problema: se stesso. Troppo basso, troppo goffo, troppo medio. Per fortuna ci sono gli amici: senza Fabione e Martina sarebbe stato impossibile sopravvivere fino all’ultimo giorno di liceo. Lui, l’amico migliore del mondo. Lei, la ragazza che ha sempre sognato. Un trio perfetto. Un trio che ha superato ogni difficoltà, fino all’impossibile prova di maturità. Ma una cosa è certa: dopo gli esami arrivano le vacanze e dopo le vacanze c’è la libertà, la vita vera. E Giacomo non intende perdersi nemmeno un istante del futuro che lo aspetta. Il futuro però comincia nel peggiore dei modi, perché Giacomo, mentre fa le valigie, non si sente bene, e Fabione complica la situazione poco prima della partenza. E, come se non bastasse, piove, continua a piovere: un luglio caldissimo annegato da una pioggia ininterrotta. Sembra proprio che tutto voglia mettersi contro Giacomo e la sua avventura alla volta del Salento. Che tutto gli stia dicendo di non partire. Ma Giacomo non ascolta, e alla fine il viaggio inizia. Mille chilometri di musica, confidenze, segreti. Un viaggio in cui ogni attimo è unico e irripetibile e conta, e niente va sprecato. Perché tutto può finire all’improvviso.

Teaser Tuesday #156

Buon martedì!
Il Teaser Tuesday di oggi è dedicato ad un libro che avevo adocchiato tempo fa e che sto divorando in questi giorni. Durante il weekend non sono riuscita a leggere, ma ora mi sento fuori dal mio blocco del lettore e spero di ricominciare a macinare libri come ad inizio anno. Il libro è scritto in maniera particolare, a quattro mani da due autrici, con due POV alternati. Lo stile di scrittura anche è molto particolare e ci è voluto un po’ per entrare nella storia, ma ora scorre velocissimo. Spero di riuscire a darvi un’opinione completa a breve. Intanto ecco un estratto.

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Ricordo un giorno, al liceo. Una mattinata grigia, che preannunciava noia. Lei era entrata in classe di corsa, con lo sguardo puntato a terra. L’avevo raggiunta al nostro banco, rigorosamente l’ultimo.
Maria mi aveva guardato di sfuggita per poi bisbigliare:

«Alma ti devo dire una cosa terribile!».

«Shhh! Parla piano… Che cosa?»

«Ieri hanno telefonato a mia madre per avvisarla che c’è stata un’aggressione nel nostro condominio!»

«Non è un condominio ma un villaggio residenziale di lusso…»

«Sì, va be’, è lo stesso. Ma hai capito cosa ti ho detto?»

«E chi avrebbero aggredito?»

«Il custode. Lo hanno colpito alla testa… ma pare che stia bene…»

«Mmmh. Ma dove è successo esattamente? Il villaggio è grande…»

«Sotto casa mia.»

«Cosa? Ma sei sicura? Ma adesso come fai a tornare a casa? Ma se c’è un aggressore in giro e tu torni da sola? E se ti vede? E se ti aggredisce? Come facciamo a sapere che è scappato? Non puoi tornare a casa, devi stare da me… oppure ti accompagno io, oppure ci facciamo accompagnare tutte e due, oppure…» avevo replicato agitata.

La situazione a quel punto mi era parsa seria.

«Alma, calmati, questo non è un problema…» aveva detto Maria inaspettatamente.

«Ma come non è un problema? Questo è il problema! Maria non possiamo rischiare che tu…»

«Ti ho detto che non è questo il punto!»

«E quale sarebbe allora il punto? Sentiamo!»

«Il punto è che… il custode l’ho aggredito io…»

«Tu cosa?» avevo sbottato incredula.

«Ma scusa, sono uscita di mattino presto, era ancora buio, ho visto un uomo grosso, chino, che rovistava forsennatamente vicino al garage e ho pensato fosse un ladro. Allora non ho perso tempo e gli ho scaraventato addosso lo zaino e sono scappata…»

Avevo iniziato a ridere.

«Alma, non ridere, ti prego. Adesso cosa faccio?»

La guardavo e non riuscivo a trattenermi, nonostante il suo viso preoccupato e la sua voce incrinata dall’ansia.

«Alma, non ridere!» era esplosa lei, alzando la voce.

«Maria, hai una vaga idea di quanto pesi uno zaino pieno di libri? È fortunato a essere ancora vivo… poveretto…» ero riuscita a dire infine, domando le risate.

«Sì, d’accordo, poveretto… ma io adesso cosa faccio? Mia madre mi ha detto che il custode l’ha chiamata tutto agitato dicendole che non doveva uscire di casa perché nei dintorni si aggirava un uomo pericoloso… che lo aveva aggredito sotto casa nostra mentre stava sbrigando le faccende che lei gli aveva affidato… cioè svuotare la spazzatura. Se mia madre scopre che sono stata io mi uccide… o peggio: non mi lascia più uscire di casa…»

«Va bene, stiamo calme. L’unica cosa da fare… è non fare assolutamente nulla. Rimani nell’ombra… nessuno sospetterà di te, vedrai», le avevo consigliato, seria.

«Ho un’amica potenzialmente letale…» avevo poi sussurrato per il semplice gusto di tormentarla.

«Alma, piantala!… Sei una cretina…»

E con questo Maria aveva chiuso la conversazione.

3. Alma – Nient’altro al mondo di Laura Martinetti e Manuela Perugini

cover nient'altro al mondo

La vita, a volte, mette davanti allo stesso istante. È così per Alma e Maria che apprendono di essere incinte a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Sono in momenti diversi delle loro esistenze eppure d’un tratto così simili. Come è accaduto sempre per loro due. Amiche dai banchi del liceo non c’è stata esperienza che non sia stata condivisa. Ora è arrivata quella notizia che cambia tutto. Quella notizia così agognata che riempie di paura e di emozione. Ma le loro strade si dividono presto: il sogno di Alma continua mese dopo mese, mentre quello di Maria si spezza in una fredda giornata d’autunno lasciandola con un incolmabile senso di vuoto. Ed è allora che l’amicizia che le lega deve stringere i fili della sua rete. Perché dolore e gioia possono confondersi, scambiarsi, sorprendere. Perché dire tutto quello che c’è in fondo al cuore è un’impresa difficile. Ma non lo è più se accanto c’è chi sa ascoltare, chi ci fa sentire come se non ci fosse nient’altro al mondo.

Teaser Tuesday #155

Buongiorno!! È martedì e non poteva mancare il solito appuntamento con il teaser tuesday. Al momento, dopo meeeesi che non accadeva più, ho in lettura due libri. Uno super segretissimo di cui vi parlo qui sul blog nei prossimi giorni che però vi posso dire che mi sta piacendo molto. L’altro è quello della lettura di gruppo, L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman. Il teaser verrà proprio da quest’ultimo. A proposito, siete ancora in tempo per unirvi alla lettura (QUI il regolamento)
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Suonano ancora. Ove si volta e fissa la porta come se quella dovesse vergognarsi. Avanza di alcuni passi verso l’ingresso, sentendosi rigido come un gessetto; si chiede se gli scricchiolii provengano dalle assi del parquet, o dalle sue articolazioni.
«E adesso, cosa c’è?» chiede alla porta ancora chiusa, come se potesse rispondergli.
«Adesso cosa c’è?» ripete, spalancando l’uscio con tale violenza che la bimbetta di tre anni viene spinta indietro e finisce con il sedere a terra, sbalordita.
Accanto a lei c’è un’altra bambina, di sette anni, dall’aria terrorizzata. Hanno entrambe i capelli neri ed enormi occhi scuri.
«Be’?» domanda Ove.
La bambina di sette anni è sul chi va là. Allunga un contenitore di plastica. Ove lo prende in mano controvoglia. È caldo.
«Riso!» grida la sorellina giuliva, e si affretta a rimettersi in piedi.
«Al curry, con pollo» conferma la più grande, diffidente.
«Non compro nulla, grazie.»
La bambina di sette anni pare offesa.
«Siamo le tue vicine!»
Ove rimane in silenzio per alcuni secondi. Poi fa un cenno di assenso, quasi avesse deciso di accettare quella premessa come spiegazione.
«Ah.»
La bimba di tre anni annuisce soddisfatta e agita le maniche troppo lunghe della felpa.
«Mamma ha detto che tu fame!»
Ove considera per un istante quella piccola imperfezione grammaticale.
«Eh?»
«La mamma ha detto che sembravi affamato, così ti abbiamo portato qualcosa da mangiare per cena» spiega la bambina di sette anni, un po’ seccata.
«Vieni, Nasanin. Andiamo a casa» aggiunge. Prende la sorella per una mano, lancia uno sguardo accusatorio a Ove e si volta, allontanandosi.
Ove rimane sulla soglia e le guarda andare via. Vede la donna incinta con i capelli neri sorridergli dall’altro lato della strada, mentre le bambine corrono in casa. La bimba di tre anni si gira e lo saluta felice. Anche la donna incinta lo saluta. Ove richiude la porta.

CAPITOLO – L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman

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l'uomo che metteva in ordine il mondo
Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama “un vicino amaro come una medicina” e in effetti lui ce l’ha un po’ con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l’auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all’ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l’acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello… Ma… Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l’arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male…

Teaser Tuesday #154

Buongiorno!
Sono in una settimana un po’ strana, in cui non riesco a leggere molto. Spero di riprendere. Intanto vi lascio l’inizio del primo capitolo del libro scelto per la nostra Lettura di Gruppo. Non ho ancora letto molto, ma queste prime pagine mi sembrano un’ottima partenza.

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Ove ha cinquantanove anni. Guida una Saab. È il tipo di uomo che indica le persone che non gli piacciono un po’ come se fossero dei topi d’appartamento e il suo indice una torcia della polizia. È in piedi davanti al banco di uno di quei negozi frequentati da patiti d’informatica che guidano auto giapponesi. Ove osserva il commesso per un bel pezzo prima di agitargli davanti al naso una scatola bianca di medie dimensioni.

«Dunque, questo sarebbe un… aaiPadd?» vuol sapere.

Il commesso, un giovane dall’indice di massa corporea a una sola cifra, sembra a disagio. Sta evidentemente lottando contro l’impulso di strappare di mano la scatola a Ove.

«Sì, esatto. Un iPad. Ma sarebbe meglio che non lo scuotesse in quel modo…»

Ove osserva la scatola quasi fosse di un genere estremamente inaffidabile. Come se guidasse una Vespa con addosso una tuta da ginnastica fucsia, e avesse urlato a Ove: “Ciao, amico!” e poi avesse cercato di vendergli un orologio.

«Mm. Quindi è un computer?»

Il commesso annuisce. Poi tentenna un momento e fa un rapido cenno con il capo.

«Sì… cioè, è un iPad. C’è chi lo chiama “tablet”, chi “tavoletta per navigare su Internet”. Ci sono diversi modi di vederla…»

Ove guarda il commesso come se gli avesse appena parlato al contrario.

«Ah!»

Il commesso annuisce, esitante.

«Eh, sì.»

Ove sbatacchia di nuovo la scatola.

«E va bene?»

Il commesso si gratta la testa.

«Ma certo… Cioè, sarebbe a dire?»

Ove sospira e inizia a sillabare le parole lentamente, come se il commesso avesse problemi di udito.

«Va-be-ne? È un buon computer?»

Il commesso si gratta il mento.

«Be’… sì… è ottimo. Ma dipende dal tipo di computer che le serve.»

Ove gli lancia un’occhiata truce.

«Mi serve un computer! Un normale computer!»

Tra i due uomini cala un silenzio lungo alcuni istanti. Il commesso si schiarisce la voce.

«Vede, in realtà questo non è un normale computer. Forse per lei sarebbe meglio un…»

Fa una pausa, cercando un termine con cui immagina che l’uomo davanti a lui possa avere una qualche familiarità. Poi si schiarisce di nuovo la voce.

«Un laptop?»

Ove scuote il capo con foga e si sporge minaccioso sul banco.

«No, non voglio un CAVOLO di lapptopp. Voglio un computer!»

Il commesso fa un cenno di assenso.

«Un laptop è un computer.»

Ove lo fissa offeso e punta con ostentazione il suo indice-torcia sul banco.

«Lo so perfettamente!»

Il commesso annuisce di nuovo.

«Okay…»

Un uomo che si chiama Ove
compra un computer che non è un computer- L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman

l'uomo che metteva in ordine il mondo cover

Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama “un vicino amaro come una medicina” e in effetti lui ce l’ha un po’ con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l’auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all’ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l’acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello… Ma… Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l’arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male…