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Teaser Tuesday #170

Buon pomeriggio! Un po’ in ritardo, ma eccomi con il Teaser Tuesday di oggi. Sto leggendo – e adorando – E così, forse, sarai felice di Alessia Esse. È incredibile come questa scrittrice riesca in qualsiasi genere, la adoro. Qualche settimana fa la Mon vi aveva lasciato l’incipit. Se non vi siete convinti con quello, vi lascio un altro stralcio.

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Allunga un braccio verso di me, mi mostra la mano. “Mi chiamo Augusto. Piacere.”
Osservo la sua mano, colpita dal suo gesto, e alla fine gliela stringo. “Augusto come l’imperatore?”
“Come mio nonno,” ribatte ridendo.
“Io sono Rebecca. Piacere.”
“Rebecca come il libro di Daphne du Maurier?”
“No,” dico, positivamente sorpresa che lui conosca il titolo. “Mia madre ha scelto di chiamare tutti i suoi figli con nomi che iniziano per R, per onorare suo padre.”
Augusto lascia la mia mano e indica il Don Pablo. “Ti va una birra?”
“Pensavo che il pub stesse chiudendo.”
“Sono io ad avere le chiavi. Volendo, potrei tenerlo aperto per un altro po’.”
Sorrido. “È tuo? Il pub, intendo: sei il proprietario?”
“No. Ci lavoro come barman nel fine settimana. Il titolare è andato via mezzora fa e mi ha lasciato le chiavi. Allora, ti va?”
“Dovrei dirti no,” rispondo sorridendo.
Lui sembra confuso. “Perché?”
“Perché se dico sì, penserai che lo faccio perché ho ancora voglia di sesso.”
“Allora dimmi no,” ribatte, incrociando le braccia sul petto.
“Non posso.”
“Perché?”
“Perché se dico no, allora dovrò tornare a casa. E non voglio tornare a casa in questo momento.”
La mia voce, finora spavalda e sicura, si incrina sulle ultime parole. Augusto se ne accorge, ma fa finta di nulla. Inizia a toccarsi la barba, guardandomi come se stesse pensando a chissà cosa.
“Facciamo così,” dice dopo qualche istante. “Io prometto di non fare altro che offrirti una birra. È tutto ciò che voglio, in fin dei conti. Giuro.”
“E io ti prometto che non proverò in alcun modo a fare sesso con te,” ribatto. “Mi sembra un buon accordo.”
“Un ottimo accordo,” dice lui, e mi porge di nuovo la mano.
Stavolta, quando gliela stringo, lo faccio per un attimo in più. Guardo i suoi occhi mentre ci tocchiamo, e capisco una cosa. Nei libri, a volte, i protagonisti avvertono una strana scarica elettrica durante un contatto fisico. Quella scarica elettrica porta con sé una scintilla piena di promesse relative ai sentimenti, al cuore e alla passione romantica.
La realtà è diversa dai libri. Quando stringo la mano di Augusto e guardo i suoi occhi scuri, infatti, non avverto una scarica di elettricità. L’unico pensiero che mi passa per la mente è: le promesse che ci siamo appena fatti sono delle enormi cazzate.

Capitolo 2- E così, forse, sarai felice di Alessia Esse

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e così forse sarai felice cover
Dopo un anno passato ad evitare accuratamente la sua famiglia, Rebecca torna a casa. Il suo piano è semplice: occuparsi del padre malato, fuggire la freddezza di sua madre, respingere le critiche di sua sorella e di suo fratello.
A trentacinque anni, Rebecca non cerca la felicità. Non crede di meritarla, soprattutto quella amorosa. Troppi rischi da correre, troppe ferite subite. Il migliore amico di Rebecca è Tinder: il sesso occasionale è tutto ciò che il suo cuore può sopportare.
Ma una sera, quando Tinder fallisce, appare Augusto.
Passionale e brillante, Augusto vive una vita molto diversa da quella di Rebecca. E alla donna basta un suo sorriso per dubitare del muro dietro il quale ha nascosto il cuore. Tuttavia, il loro incontro è destinato a passare in secondo piano quando accade l’imprevedibile.
In poche ore, la vita di Rebecca viene stravolta da eventi e sorprese che la obbligano a fare i conti con più di settant’anni di segreti che riguardano suo padre, la sua famiglia, e un gruppo di innocenti.

Ricco di colpi di scena e di storie che si intrecciano con la Storia, E così, forse, sarai felice, è un racconto di verità, coraggio, giustizia e amore.


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Teaser Tuesday #169

Buon pomeriggio lettori!
Il Teaser Tuesday di oggi riguarda un libro che ho finito di leggere ieri sera, ma ci tenevo comunque a lasciarvene un estratto. Pubblicata dopo un attenta revisione, “Linea 97” è l’ultimo lavoro di Chiara Venturelli, che non delude mai. Le sue storie d’amore sono sempre dolcissime e ben scritte.

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Fu una brusca frenata a riscuotere Danielle dai ricordi, costringendola ad appoggiarsi di riflesso al sedile anteriore.

Cominciò a levarsi un brusio di protesta, che sfociò in imprecazioni indignate all’annuncio della gomma bucata. Tra una lamentela e l’altra, i passeggeri si rassegnarono a scendere per attendere il mezzo sostitutivo che sarebbe arrivato il prima possibile dal deposito.

Anche sul bordo della strada il ragazzo se ne stava in disparte, accanto a un albero secco. Il sole filtrava dietro le sue spalle creando strani giochi di luce e l’albero morente conferiva un che di decadente e malinconico. Distogliere gli occhi da lui non era mai semplice, in quell’occasione ancora meno del solito.

Era uno studente come lei? Oppure lavorava nel centro commerciale vicino alla fermata da cui saliva ogni sera? Perché non si sedeva mai e non calava mai il cappuccio?

Dopo venti minuti, arrivarono due minibus da una trentina di posti l’uno. Distratta dalle ipotesi fantasiose sullo sconosciuto, Danielle raggiunse la fila troppo tardi per accaparrarsi l’agognato sedile accanto al finestrino. Il corridoio centrale era sufficiente a malapena per muoversi, perciò anche il ragazzo era stato costretto a sedersi.

A due passi dal posto vuoto, lei si fermò, indecisa. Lui guardava, incurante, fuori dal finestrino.

«Signorina?» L’uomo dietro di lei la richiamò all’ordine, spazientito.

Prese quindi, d’istinto, la decisione di sedersi. Il ragazzo non si girò a guardarla, però si mosse a disagio nel sedile come se non gradisse la sua presenza. Oppure era solo un’impressione, la mente gioca strani scherzi, soprattutto dopo una giornata intera di studio.

Con la coda dell’occhio, osservò i movimenti alla sua sinistra. La mano del ragazzo era poggiata contro il finestrino, con l’indice tracciava strani segni come se stesse scrivendo qualcosa, impossibile capire se fossero lettere o un disegno. Aveva gli auricolari nelle orecchie, come sempre.

Capitolo 1 – Linea 97 di Chiara Venturelli

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Linea 97cover
Danielle trascorre il viaggio quotidiano in autobus fissando il paesaggio sempre uguale, con poca voglia di tornare a una casa dove si sente solo ospite. Peter resta sempre in piedi vicino all’uscita, isolato da tutti e protetto dal cappuccio sempre alzato.
Sulla linea 97, il destino dà appuntamento a due vite all’apparenza diverse, ma gravate entrambe da troppi addii e sogni infranti.
Riusciranno a vedersi, pur avendo ormai rinunciato a guardare davvero il mondo, e ad arrendersi al bisogno disperato del calore di un abbraccio, per lenire anni di solitudine?
Questa non è solo una storia d’amore, è un inno alla speranza che non deve mai scomparire, alle seconde opportunità che la vita ci offre, perché l’autobus, presto o tardi, percorre la strada di ognuno di noi.

Teaser Tuesday #168

Buongiorno cari lettori! Il Teaser Tuesday di oggi è tratto dal libro di un autrice di cui non avevo mai letto nulla. Mi è capitato tra le mani mentre cercavo un libro con la copertina nera per portarmi finalmente avanti con la 2018 Ikigai Book Challenge. Si tratta di Jodi Picoult e nello specifico del suo romanzo La bambina di vetro. Lo avete letto? Avete letto altro di questa autrice?

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È curioso, no, come si possa essere sicuti al cento per cento della propria opinione su qualcosa finché non capita a noi. Come arrestare qualcuno: chi non lavora nella polizia trova spaventoso che, anche in presenza di ragionevoli indizi, si compiano errori. In tal caso, si proscioglie quella persona dicendole che stavate facendo soltanto il vostro dovere. Meglio che correre il rischio di lasciar circolare liberamente un criminale, avevo sempre detto, e al diavolo i fautori delle libertà civili che non riconoscerebbero un sospettato neanche se sputasse loro in faccia. era quello che credevo, con tutto me stesso, finché non fui trascinato al dipartimento di polizia di Lake Buena Vista perché sospettato di violenza nei confronti di un minore. Un occhiata alle tue radiografie, alle dozzine di fratture in via di guarigione, al tuo avambraccio destro curvo dove invece avrebbe dovuto essere dritto, e i medici diedero di matto e chiamarono il DCF. Il dottor Rosenbald ci aveva consegnato una lettera, anni prima, che doveva servire come carta per l’uscita-gratis-dal-carcere, perché molti genitori di bambini affetti da OI sono accusati di violenza nei confronti di minori quando non si conosce la storia di quel caso, e Charlotte l’aveva sempre portata con sé sul minivan, nel caso potesse servire. Ma quel giorno, con tutto quello che dovevamo ricordarci di mettere in valigia, dimenticammo la lettera e ottenemmo in cambio un viaggio fino alla stazione di polizia, dove ci avrebbero interrogati.

Sean – La bambina di vetro di Jodi Picoult

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la bambina di vetro cover
Tutti i genitori in attesa vi diranno che non vogliono un bambino perfetto, ma che vogliono un bambino sano. Anche Charlotte e Sean O’Keefe avrebbero chiesto un bambino sano, se avessero potuto scegliere. Invece, la loro vita è fatta di preoccupazioni, di notti insonni, di conti che si accumulano, degli sguardi pietosi dei genitori «più fortunati» e, peggio ancora, di «e se…». E se la loro bambina fosse nata sana?
Ma vale la pena di affrontare tutto questo, perché Willow è perfetta, per quanto strano possa sembrare. È intelligente e carina, gentile e coraggiosa e, per avere solo cinque anni, è inaspettatamente e profondamente saggia. Willow è Willow, in salute e in malattia. Ma quel «e se…» scava a fondo nel cuore e nella mente di Charlotte, che proprio in nome di Willow e dell’amore che ha per lei, decide di affrontare un processo contro la ginecologa che non ha diagnosticato prima la malattia della bambina: osteogenesi imperfetta, un termine asettico che descrive una fragilità ossea incompatibile con uno sviluppo e una vita «normali». Questo significa per lei cercare risposta a una serie di domande che forse una madre non dovrebbe mai essere costretta a rivolgersi. E se Sean e Charlotte avessero saputo prima della malattia di Willow? E se la loro amata Willow non fosse mai nata?


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Teaser Tuesday #167

Buongiorno lettori!
Il Teaser Tuesday di oggi è tratto dal libro che vi ho recensito ieri e che ho adorato. Volevo darvi un motivo in più per correre a leggerlo, quindi ecco un estratto dal primo capitolo.

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“La voce di mia sorella Roberta, seduta alla mia destra, è carica di attesa. Accanto a lei c’è nostro fratello Romolo. Quando mi volto, è lo sguardo di quest’ultimo a colpirmi: i suoi occhi neri sono quelli di chi non vorrebbe trovarsi qui. Romolo ha sempre cercato di defilarsi, in questi anni, e non solo perché avere a che fare con la malattia di papà gli provoca disagio. Mio fratello è sempre stato affetto dal menefreghismo tipico del secondo figlio, quell’insieme di atteggiamenti volti a chiamarsi fuori da ogni problema, da ogni impegno. Roberta è la più grande, e lui ne ha approfittato ogni volta che ha potuto: prima che nascessi io, quando nostra madre voleva che qualcuno l’aiutasse in casa, ad esempio; o quando avevo sei anni e i nostri genitori volevano che uno di loro mi assistesse durante i compiti; o quando nostro padre si è ammalato, e la nostra famiglia ha dovuto trovare un nuovo equilibrio. Romolo ha sempre approfittato del senso di responsabilità di Roberta.
Ci pensi tu, vero?
Roberta ha detto che se ne occupa lei.
Io non posso, ma c’è Roberta, no?
E mia sorella, affetta a sua volta dal senso di responsabilità della primogenita, si è sempre fatta carico di tutto. Era lei ad aiutare nostra madre con le faccende di casa. Era lei ad aiutarmi con la Geografia. È stata lei, nel corso di questi anni, a gestire tutto: le visite, gli esami, le prescrizioni mediche, i nuovi equilibri dei nostri genitori.
Io sono l’ultima dei tre figli di Annalisa De Sio e Michele Russo. Come dice sempre mia madre, sono arrivata per caso. Sono nata tredici anni dopo Roberta e sette dopo Romolo, e per questo mio padre mi ha resa la più viziata, la più coccolata. Sono convinta che Roberta e Romolo nutrano del rancore nei miei confronti per questa ragione.
L’ho sempre avvertito, soprattutto nelle piccole cose. Roberta, ad esempio, ama ricordarmi che rispetto a lei non ho esperienza in certe cose. Nel farlo, non è mai delicata: ‘Tu non sei sposata, Rebecca: non puoi capire’, oppure ‘Tu non sei responsabile della cultura della generazione futura, io sì’, oppure ‘Non hai figli, Rebecca: chi non ha figli non può capire’.
L’ultima fa più male, soprattutto nell’ultimo periodo.
Romolo, invece, non ha alcun problema a trattarmi come un’estranea. C’è un muro tra noi, e io non ho mai avuto alcun interesse a romperlo, o aggirarlo. Per certi aspetti sono cresciuta come una figlia unica, imparando ad accettarlo.

Capitolo 1 – E così, forse, sarai felice di Alessia Esse

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E così, forse, sarai felice cover
Come si raggiunge la felicità?
Quanto bisogna soffrire, prima di essere felici?
E l’amore è sempre portatore di gioia, o a volte è solo causa di fallimento e dolore?

Dopo un anno passato ad evitare accuratamente la sua famiglia, Rebecca torna a casa. Il suo piano è semplice: occuparsi del padre malato, fuggire la freddezza di sua madre, respingere le critiche di sua sorella e di suo fratello.
A trentacinque anni, Rebecca non cerca la felicità. Non crede di meritarla, soprattutto quella amorosa. Troppi rischi da correre, troppe ferite subite. Il migliore amico di Rebecca è Tinder: il sesso occasionale è tutto ciò che il suo cuore può sopportare.
Ma una sera, quando Tinder fallisce, appare Augusto.
Passionale e brillante, Augusto vive una vita molto diversa da quella di Rebecca. E alla donna basta un suo sorriso per dubitare del muro dietro il quale ha nascosto il cuore. Tuttavia, il loro incontro è destinato a passare in secondo piano quando accade l’imprevedibile.
In poche ore, la vita di Rebecca viene stravolta da eventi e sorprese che la obbligano a fare i conti con più di settant’anni di segreti che riguardano suo padre, la sua famiglia, e un gruppo di innocenti.

Ricco di colpi di scena e di storie che si intrecciano con la Storia, E così, forse, sarai felice, è un racconto di verità, coraggio, giustizia e amore.