Teaser tuesday

Teaser Tuesday #55

Buongiorno!
Tra una cosa e l’altra è tipo un secolo e mezzo che non pubblico un teaser tuesday. Oggi torno, con un pezzetto tratto dal libro che ho finito giusto ieri sera: Un segreto non è per sempre, il secondo volume della serie dell’Allieva di Alessia Gazzola. Lettura molto piacevole, devo dire la verità, e a breve spero di riuscire a scriverne una recensione.
teaser tuesday

«Bonjour a tutte voi!» Beatrice irrompe nella nostra stanza e le mie due colleghe rispondono al saluto con minore entusiasmo.
«Allora, dove possiamo parlare con tranquillità?» domanda appoggiata allo stipite della porta.
«In biblioteca non dovrebbe esserci nessuno.» Percorriamo i corridoi e noto che Beatrice cerca qualcosa o qualcuno con lo sguardo.
Claudio, naturalmente. Non ci vuole chissà che intuito per capirlo.
Subito dopo, infatti, giunge la conferma. Lui si affaccia alla porta, richiamato dal tono squillante di lei.
«Mi sembrava di aver sentito la tua dolce vocina» commenta, portando alle labbra un caffè.
«Che hai contro la mia voce?» gli chiede, con supponenza.
«Ha una nota petulante» ribatte lui.
«Ah, Conforti! Era megghiu crisciri porci, almeno manciaumu.» Lui scoppia a ridere, ma io non ho ben colto il significato della sua esternazione, che Claudio si premura a tradurre.
«Questa è una tipica finezza di Beatrice. Significa che era meglio allevare maiali, almeno poteva mangiarseli. Laddove, mi sembra ovvio, il maiale sarei io. È una sottigliezza della lingua calabrese.» Beatrice sorride. La loro complicità emerge dai fondali marini, senza che io possa impedirlo in alcun modo. Del passato non ci si libera, è dietro di noi e dentro di noi.
«Che combinate, insieme?» domanda poi lui, non meno stupito di Ambra.
Io e Beatrice ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Lui scuote il capo, come rassegnato, e si allontana, lasciandoci libere di parlottare.
Ed è in questo momento così assurdo, mentre il cielo è attraversato da un arcobaleno come non ne vedevo da anni, un momento in cui più o meno come al solito rischio di sembrare un’invasata priva di freni inibitori, che racconto a Beatrice le mie idee.

Non ho mai capito cosa nei miei libri non andasse. Ho letto talmente tante critiche che ala fine mi sono convinto anch’io che non valessero nulla. – UN SEGRETO NON È PER SEMPRE di Alessia Gazzola

divisore dx

un segreto non è per sempreDura la vita per Alice Allevi, che ha appena superato la delusione per non aver vinto un micro seminario di Scienze Forensi. Non che le interessasse tantissimo l’argomento: il fatto è che il seminario si sarebbe tenuto a Parigi, e a Parigi vive Arthur. Ma tant’è, si sa che per lei l’Istituto di Medicina Legale «è un amante malfidato che prende senza dare»… Ma la vita lavorativa ha in serbo per lei altre sorprese, e nello specifico una causa d’interdizione. Lui è Konrad Azais, un famosissimo scrittore, best seller in tutto il mondo, grande esperto di enigmistica. A richiedere l’interdizione sono i figli, che ritengono il padre ormai vittima della demenza senile visto che ha dichiarato di voler lasciare tutti i suoi beni a una sconosciuta. Quando poi Azais muore in circostanze misteriose, che nemmeno l’autopsia riesce a chiarire, Alice inizia un’indagine combinando le sue conoscenze di medicina legale, l’intuito e la ricerca tra librerie e le opere di Azais…

kiafirma

Teaser Tuesday #54

Uhm no, non ci siamo dimenticati di voi, ma come ormai avrete capito, la scorsa settimana c’è stato un evento molto importante per me e Kia, quindi il Teaser Tuesday è saltato. Torno oggi proponendovi un estratto di un libro che ho da poco finito e che mi è davvero piaciuto (ringrazio Chiara e Veronica per avermelo consigliato).
Buona lettura e buona settimana!

teaser tuesday

Quando Will fece ritorno dal negozio, venti minuti dopo, Scott era ancora nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato. Beh, quasi. Qualcuno aveva deciso che fosse una buona idea incollargli sulla schiena un biglietto con su scritto “Avete qualche spicciolo?” Will sbuffò vedendo il mucchietto di monete che si era accumulato vicino alla testa del collega e gli afferrò il bicipite, tirandolo in piedi. «Avanti, principessa,» lo incitò, guidandolo fuori dalla stanza.
«Cristo, Harrison,» sibilò Scott, portandosi la mano libera alla testa. «Avvisami prima di fare una cosa del genere, ti dispiace? Toglimi le mani di dosso, cazzo.»
«Siediti e chiudi il becco,» grugnì Will, spingendolo su una sedia della sala riunioni e gettando sul tavolo il sacchetto giallo che teneva in mano. Raggiunse quindi il piccolo armadietto nell’angolo da cui prese due bicchieri, che poi posò di fronte a Scott. Aprì la busta, tirò fuori una confezione di uova e ne ruppe due dentro uno dei bicchieri. Fece un sorrisetto quando, con la coda dell’occhio, vide Scott trattenere un conato. Infilò di nuovo la mano nel sacchetto, tirò fuori una confezione di succo al frutto della passione e riempì l’altro bicchiere fino all’orlo con il liquido arancione. «Tieni, idiota.» Passò le uova crude al collega. «Prima queste e poi il succo.»
Scott lo scrutò da sopra la montatura degli occhiali da sole e scosse lentamente la testa. «Sei suonato? Non la bevo quella roba. Preferisco stare male.»
«Pensa a qualcun altro oltre che a te stesso per una volta, Turner. Non possiamo fallire questo colloquio. Dobbiamo entrare.» Will gli mise in mano il bicchiere. «O fai da solo o te lo faccio ingoiare a forza. Scegli tu.»
«Ti comunico che ti sto guardando male, in questo momento. Voglio che tu lo sappia. Mi piacerebbe poterlo fare davvero, ma temo che gli occhi mi colerebbero sul mento.» Scott strinse il bicchiere e fissò i due tuorli che galleggiavano in un mare di viscidume chiaro. «Mi stai prendendo per il culo o funziona sul serio?»
«Funziona sul serio,» insisté Will, annuendo. «L’ho letto da qualche parte. Butta giù le uova, intere, e poi subito dopo il succo. Le uova sono proteiche e il succo è pieno di fruttosio, che aiuterà a bruciare più in fretta l’alcool che hai in circolo.» Controllò l’orologio, accigliandosi per quanto poco tempo avevano. «Andiamo, campione. Dobbiamo farti tornare sobrio o siamo fregati.»

Capitolo 2 – LAUREL HEIGHTS by Lisa Worrall

divisore dx

laurel heights
Dopo un apparente omicidio/suicidio, i Detective Scott Turner e Will Harrison vengono mandati sotto copertura a Laurel Heights, un esclusivo complesso residenziale abitato unicamente da coppie gay.
Riusciranno i due agenti, gay non dichiarati, a nascondere l’attrazione che provano l’uno per l’altro, pensando di avere a che fare con un collega etero?

mon firma

Teaser Tuesday #53

Saaalve!
Il Teaser Tuesday di oggi viene dal primo volume di una serie che abbiamo scoperto per caso e di cui fa parte il libro del Blitz di ieri. Ho iniziato il libro due giorni fa e sono ancora in piena crisi da laurea in arrivo quindi ho letto proprio pochi capitoli, ma per ora sembra davvero carino.
Vi lascio qui sotto un pezzettino di un capitolo dal POV del protagonista maschile, Caleb. Sembra davvero un personaggio interessante!

teaser tuesday

I’ve seen enough, ready to turn away and find another pretty tree to bark up, but Aubrey spots me from where she’s gyrating. Rihanna’s Where Have You Been is the song hypnotizing the mob, hypnotizing Aubrey into believing I am indeed the one she’s been searching for. When I think her intense stare might burn a hole right through me, she breaks free of her trance and raises her glass in acknowledgment. I raise mine back, hoping that will be the extent of our conversation tonight, but when I see her whisper to Emma and start dancing her way toward me, I bite my tongue for speaking too soon.
I don’t move. I’m not even giving her the satisfaction of meeting her half way. When she reaches me, she bumps me with her barely-covered ass. “Hey there, handsome. Surprised to see me?”
Ah! And there it is, engrained in her devious smirk, her hooded eyes the proof of her malicious intent. She knew I was coming here and that’s why she’s here. “I thought you were grabbing a bite and a few drinks with the girls? You never mentioned a wild night out.”
“Wild, huh?” She laughs, cocking her head back, never abandoning dramatic. “You haven’t seen anything yet . . . I’m just getting started. Why don’t you join me out there?” She’s pulling my beerless hand, but I’m statue-still.
“No.” Blunt. There are no lines to read between, you can’t possibly read between two letters.
She leans in closer, speaking over the loud music, into my ear. “Caleb, you’re starting to give me a complex. No is not an acceptable response.”
There’s no way I’m going to give her the reaction she’s looking for. Besides, I’m not too shocked by her admission. I’m certain by the looks of her designer clothes and the rest of her designer life she’s not used to taking no for an answer.
“Well, Aubrey, as Mick Jagger so aptly put it, you can’t always get what you want.”
She’s left with a dumbfounded expression. Surely she’s heard the Rolling Stones’ song before? I mean, you’d have to live under a rock, but with this chick anything’s possible.
As I stretch my vision past Aubrey, to another group of barely-dressed girls, I notice her. Long, coffee-brown hair falling down her back and almost touching her perfectly rounded ass. The ass that’s encased in a skin-tight black number and silky legs accentuated by heels that look dangerous. It’s a sin that someone who looks like her should have her eyes focused on the ground. Focus them on me, I will her. A package as beautifully put together as she is deserves attention—my attention. If only she knew she blows every woman in this room away. And not just because of how striking she is. There’s something about her, something different. This woman is a rare find in a room full of cookie-cutter imitations.
Her shiny waves cascade over her shoulders, bouncing as she walks in my direction. The deep chocolate hue compliments her radiant olive skin tone and her glistening green eyes. This woman is fucking gorgeous. Not the kind you take home to screw, the kind you take home to Mom . . . or, er, Grandma.
“Caleb. I was talking to you.”
I snap back to find Aubrey’s hands around my waist. “Conversation’s over. There’s someone I need to talk to.” I walk away, not even glancing back at Aubrey. I need to know who this woman is. I’m not a spiritual man, but she just might be sent from heaven. She’s the type of woman who could change the whole game. At least that’s the vibe I’m getting.

Chapter 5 – FEEL AGAIN by Faith Andrews

divisore dx

feel againA dare.

A dying wish.

Fate…

After years of loneliness, widowed Gabriella is ready to fill the void—as long as she doesn’t have to give her heart to another man.

Caleb’s screwed himself right into a dead-end existence. Faced with an ultimatum, he’s hell-bound on changing his reckless ways.

A chance meeting has these two instantly attracted to one another, but when their paths cross again—this time as professor and student—the roles reverse on Professor Edwards as Caleb teaches her how to feel again.

mon firma

Teaser Tuesday #52

Teaser Tuesday #52!!!!! Eh, già. Oggi la nostra rubrica Teaser Tuesday compie un anno. Mi sembra ieri che facevo delirare la Mon dicendole di quanti millimetri spostare le scritte sul banner. In onore di quei tempi abbiamo fatto al volo un bannerino di compleanno. Giusto per perdere un po’ di tempo tra un pezzetto di tesi, una slide e un insulto ai prof che non correggono.
Bellino vero? 🙂 Mi mancava un sacco questa cosa dei banner.

teaser tuesday compleanno
Adesso però la smetto e vi lascio al teaser che ho estratto dall’ultimo libro letto: Orange is the new black. Se trovo il tempo vedrò di farvi anche una mini recensione. A me è piaciuto molto e a breve guarderò anche la serie TV.

Provavo un rimorso opprimente per il trauma che avevo provocato alle persone che amavo e per le conseguenze che stavo affrontando. Persino quando dovetti consegnare i miei abiti e sostituirli con la divisa arancione avrei riso dell’idea che la «guerra alla droga» fosse qualcosa di più che una barzelletta. Avrei sostenuto che, nel migliore dei casi, le leggi antidroga del governo si dimostravano inefficaci ogni giorno, e che nel peggiore erano proprio sbagliate in partenza: si concentravano sull’offerta piuttosto che sulla domanda, venivano concepite a casaccio e applicate in modo iniquo e discriminatorio in base alla razza e all’estrazione sociale; insomma, erano un totale fallimento intellettuale e morale. E tutto ciò era vero.
Ma adesso, guardando con sgomento Allie che scalpitava per tornare nel suo oblio, chiedendomi se Pennsatucky sarebbe riuscita a rimanere pulita e a dimostrarsi la buona madre che desiderava diventare, preoccupandomi per la salute delle mie tante amiche, compromessa dall’epatite e dall’HIV, e vedendo, in sala visite, come la dipendenza aveva spezzato il rapporto tra madri e figlie, finalmente compresi le vere conseguenze delle mie azioni. Avevo contribuito a far sì che tutte quelle cose tremende accadessero.
Ciò che mi portò a riconoscere l’indifferente crudeltà del mio passato non furono i limiti che mi aveva imposto il governo degli Stati Uniti, né il debito accumulato per le spese legali, né il fatto che non potessi stare insieme all’uomo che amavo. A farmi aprire gli occhi fu conoscere, vivere, parlare e lavorare con persone che soffrivano a causa di quello che aveva fatto gente come me. Nessuna di quelle donne mi biasimava; per la maggior parte, anche loro erano state trascinate nel business delle sostanze illegali. Ma, per la prima volta, compresi davvero che le mie scelte mi avevano reso corresponsabile del loro dolore. Ero complice della loro dipendenza.
Probabilmente un lungo periodo di lavori socialmente utili in comunità mi avrebbe portata alla stessa conclusione e sarebbe stato mille volte più produttivo per la società. Tuttavia, il sistema penale in vigore non prevede misure di giustizia riparativa, in base alle quali chi ha commesso un reato deve cercare di porre rimedio ai danni che ha causato nella vita delle persone coinvolte. (Ero stata fortunata ad arrivarci da sola, con l’aiuto delle mie compagne di carcere.) Al contrario, il nostro sistema «correttivo» è fatto, giorno e notte, di vendette e punizioni inflitte a debita distanza. E poi gli amministratori si meravigliano perché la gente esce di prigione più devastata di quando ci era entrata…

12. Nuda – ORANGE IS THE NEW BLACK di Piper Kerman

divisore dx

orange is the new blackPiper ha venticinque anni e si è trasferita da poco a Manhattan. Ha una bella casa, un fidanzato che la adora, sta costruendo una nuova rete di amicizie e ha una marea di progetti di lavoro e di vita. Ma un passato che sembra lontanissimo è ormai pronto a riscuotere il conto sul suo futuro. Il gesto di una ragazzina ribelle che anni prima si era imbarcata per amore e spirito di avventura in una situazione più grande di lei si tramuterà in una condanna definitiva a quindici mesi di detenzione in una prigione federale, e da lì in poi nulla sarà più come prima. Così Piper diventa la detenuta #11187-424. Intorno a lei non c’è più un mondo di opportunità e amore ma la società più varia, disgraziata, cinica, crudele, gerarchica, pettegola. E capace di farla sentire sola come non è mai stata, pur non essendo mai sola un istante. Eppure, un giorno dopo l’altro, imparando a conoscerne i linguaggi e i meccanismi, questo mondo si scopre anche popolato da grandi storie di dolore e solidarietà tra donne che, pur oltre l’ultima ragionevole soglia di speranza, sanno essere cariche di un’umanità senza filtri, capace di sorprendere per tenerezza, simpatia e coraggio. Orange is the new black, memoir autobiografico del periodo di detenzione realmente vissuto da Piper Kerman nel carcere di Danbury, è diventato una serie tv di Netflix che ha scioccato e diviso l’opinione pubblica in America e nel mondo, portando il pubblico per la prima volta nelle viscere del sistema penitenziario statunitense attraverso uno sguardo inedito e diretto.

kiafirma