Teaser tuesday

Teaser Tuesday #86

Buondì!
Ho finito questo libro mentre ero in vacanza e mi è piaciuto abbastanza, considerando che è un libro semplice semplice perfetto per i giorni in cui non vogliamo letture impegnative. Vi lascio un piccolo estratto sperando di incuriosirvi 😉

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Siamo all’inaugurazione del nuovo pub di Tara: il Temple Bar. Gli abbiamo appioppato un arredamento in stile dublinese e il nome del famoso quartiere della capitale pieno di pub e locali dove si serve da bere. Finora la serata è stata un successone: l’alcol scorre a fiumi e tutti si divertono. Persino Eamon ha fatto una delle sue rare apparizioni per provare il nuovo locale, e soprattutto ciò che offre. Benché sia piccolo, il pub ha un vero bancone in legno, due spillatori per la birra e dei dosatori alla parete. Accanto ci
sono interi scaffali pieni di bicchieri e bottiglie di birra e superalcolici. C’è qualche sgabello, tavoli e sedie, e abbiamo preso in prestito alcuni cimeli della Guinness dalla casa di Katheen e Aiden così da completare l’effetto. Al momento sull’isola ci sono otto ospiti, ed è un sollievo che non siano venuti a Tara soltanto in cerca di pace e tranquillità, perché l’atmosfera di stasera nel pub ricorda piuttosto quella di un venerdì sera a Temple Bar, nel cuore di Dublino. Come prevedevo, Roxi è perfettamente a suo agio nel ruolo di signora del Temple Bar, abilmente assistita nei momenti di maggior afflusso da Paddy e Ryan. A quanto pare, Ryan ha lavorato in un pub durante gli studi universitari a Dublino, mentre Paddy sostiene di aver visto più pub che un fattorino della Guinness, perciò tutti e tre insieme dovrebbero essere in grado di gestire la ciurma leggermente sopra le righe che si è radunata qui stasera. Mentre, un po’ in disparte, osservo la gente che diverte, provo un profondo senso di appagamento. Non avrei mai sperato di sentirmi così durante il mio soggiorno qui. Mi aspettavo di trascorrere l’anno arrancando un giorno dopo l’altro, segnando ogni giornata sull’isola con una croce sul mio calendario di Vogue. Ora mi accorgo di non aver avuto nemmeno il
tempo di appenderlo, quel calendario. Avevo problemi più importanti per la testa. «Pare che le cose stiano andando benino», dice Dermot fermandosi al mio fianco con una pinta di Guinness in mano, a osservare la scena proprio come sto facendo io. «Stanno andando più che benino, Dermot, e lo sai. Un altro successo da aggiungere alla tua lista sempre più lunga». Dermot si volta verso di me. «Non è solo merito mio, Darcy». «No. Anche Roxi sta facendo un ottimo lavoro con il pub. Non avevo dubbi». Dermot sorride. «Veramente mi riferivo a te. Il merito di tutto questo è tuo». «Davvero?» «Darcy», dice scuotendo la testa. «Sei tu che hai messo insieme tutta questa gente, non te ne rendi conto? Hai preso un pugno di persone che non si erano mai viste in vita loro e ne hai fatto una piccola comunità. Guardali qui stasera, tutti riuniti». Li guardo: giovani e vecchi, uomini e donne, tutti con storie molto diverse alle spalle eppure felici di trovarsi qui, insieme.

Ventitré – COLAZIONE DA DARCY di Ali McNamara

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colazione da darcy cover

Quando Darcy McCall perde l’adorata zia Molly, l’ultima cosa che si aspetta è di ricevere in eredità un’isoletta in mezzo al mare. Secondo le ultime volontà della donna, però, per entrarne in possesso, Darcy dovrà trascorrere almeno dodici mesi sull’isola di Tara, al largo delle coste occidentali dell’Irlanda. Una bella sfida, non c’è che dire, per una come lei, abituata alla frenetica vita londinese. Ma forse un cambiamento è proprio ciò di cui Darcy ha bisogno, così, senza quasi rendersene conto, da un giorno all’altro si ritrova a dover dire addio alle amate scarpe con il tacco per indossare un paio di orribili stivali. Adattarsi alla spartana vita dell’isola sarà un’impresa tutt’altro che facile, ma nel ristorantino appena aperto, tra una tazza di tè e i biscotti fatti in casa, Darcy scoprirà che l’isola ha molto da offrire… E dopo le difficoltà iniziali, il calore e l’affetto della piccola comunità di Tara finiranno per conquistare anche la mondana Darcy. Nuovi amici e forse un nuovo amore l’attendono dietro l’angolo: chi, tra l’affascinante Conor e il testardo Dermot, saprà far battere il suo cuore?

mon firma

Teaser Tuesday #85

Buongiorno!
Oggi vi lascio un incipit, invece di un passo centrale e spoiler free, perché ho appena iniziato il libro. Si tratta di un libro della serie di Diana Gabaldon: Il cerchio di pietre. Già, è arrivato quel momento dell’anno in cui inizio a mettermi in pari con i libri di questa serie per farmi trovare pronta quando uscirà la nuova stagione della serie tv. 🙂
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Era morto. Eppure provava fitte di dolore lancinante al naso, il che gli parve strano, date le circostanze. Pur riponendo una notevole fiducia nella comprensione e nella misericordia del suo Creatore, covava in sé un residuo di quel fondamentale senso di colpa che fa temere a tutti gli uomini l’inferno. Tuttavia, da quanto aveva sentito dire dell’inferno, riteneva improbabile che i tormenti riservati ai suoi sventurati abitanti si limitassero a un naso spaccato.
D’altra parte non poteva trovarsi in Paradiso, per parecchi motivi. Tanto per cominciare, non se lo meritava. Secondo, l’ambiente circostante non ne aveva l’aspetto. E, terzo, dubitava che tra le ricompense per i beati ci fosse un naso rotto, non più di quanto potesse esserci per i dannati.
Pur essendosi sempre immaginato il Purgatorio come un luogo piuttosto grigio, la debole luce rossastra che nascondeva ogni cosa intorno a lui poteva sembrare appropriata. Via via che la sua mente si schiariva, stava lentamente tornandogli anche la capacità di ragionare. Qualcuno, pensò piuttosto irritato, sarebbe pur dovuto venire a informarlo su quale fosse la sua condanna, e su quanto tempo avrebbe dovuto soffrire per purificarsi fino a poter entrare finalmente nel Regno di Dio. Che stesse aspettando un demone o un angelo non era ben chiaro. Non aveva idea di quale fosse il tipo di personale assunto in Purgatorio: non era un argomento che il suo maestro avesse mai affrontato durante gli anni della scuola.
Mentre aspettava cominciò a fare l’inventario di tutti gli altri tormenti che gli era toccato di sopportare: numerose ferite, sfregi e lividi qua e là, e quasi sicuramente si era di nuovo rotto l’anulare della mano destra, difficile da proteggere, rigido e sporgente com’era, con l’articolazione paralizzata. Ma niente di tutto ciò appariva particolarmente grave, comunque. Che altro?
Claire. Il suo nome gli trapassò il cuore come una lama, procurandogli un dolore più atroce di qualsiasi altro che il suo corpo avesse mai dovuto subire.
Se fosse stato ancora dotato di un corpo, di sicuro si sarebbe piegato in due per l’agonia. Sapeva che avrebbe sofferto così, quando l’aveva rimandata indietro al cerchio di pietre. L’angoscia spirituale era probabilmente una condizione normale in Purgatorio, e lui si aspettava già che il dolore della separazione sarebbe stata la sua punizione principale… sufficiente, pensò, a espiare tutto ciò che aveva commesso, omicidio e tradimento compresi.
Non sapeva se alle anime del Purgatorio fosse concesso o no di pregare, ma ci provò lo stesso. Signore, fa’ che possa essere in salvo. Lei e il bambino. Di sicuro ce l’aveva fatta, a raggiungere il cerchio di pietre; essendo incinta di soli due mesi, era ancora leggera e rapida nella corsa, nonché la donna più testarda e determinata che avesse mai conosciuto. Ma che fosse riuscita o no nella pericolosa transizione verso il luogo da dove era venuta – scivolando precariamente tra i misteriosi strati che dividevano il suo tempo da quello attuale, inerme nella morsa della roccia – questo lui non l’avrebbe mai saputo, e il solo pensiero bastava a fargli dimenticare persino l’atroce dolore al naso.
Ricominciato l’inventario interrotto dei mali corporali, fu colto da una straordinaria angoscia di fronte alla scoperta che la sua gamba sinistra non c’era più, a quanto pareva. La sensibilità fisica si fermava all’anca, con una sorta di formicolio simile a tante punture di spillo. Presumibilmente l’avrebbe riavuta indietro a tempo debito, vuoi quando fosse finalmente arrivato in Paradiso vuoi, almeno, il Giorno del Giudizio. E dopotutto suo cognato Ian se la cavava benissimo con la gruccia di legno che portava al posto della sua gamba perduta.

Capitolo 1 – IL CERCHIO DI PIETRE di Diana Gabaldon

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1945. Claire Randall, durante una seconda luna di miele in Scozia, vive un’avventura straordinaria: attraverso il magico cerchio di pietre di Craigh na Dun viene catapultata nelle Highlands del 1743. Qui conosce il giovane Jamie Fraser, un nobile giacobita, con cui vive un’intensa storia d’amore e un matrimonio turbolento ma felice. Nei tre anni successivi viene coinvolta in intrighi e pericoli a causa della lotta fra clan scozzesi e della guerra fra Scozia e Inghilterra, che sfocia nello storico scontro nel Campo di Culloden. Claire purtroppo sa che quella battaglia sarà fatale per gli scozzesi e, in attesa di un bambino, si fa convincere da Jamie a fare ritorno nella sua epoca…

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Teaser Tuesday #83

Buongiorno.
Due settimane fa vi ho lasciato il teaser tratto da The Crown di Kiera Cass. Lo sto leggendo in inglese e questo mi permette il lusso di riuscire a leggere due libri contemporaneamente. Il risultato? Non finirò né uno né l’altro nemmeno nel duemilamai, ma sono dettagli.
Il lato positivo è che nonostante i libri siano sempre quelli io oggi ho un passaggio per voi tratto da un libro di cui non vi ho ancora parlato per nulla: La ragazza con la bicicletta rossa di Monica Hesse.

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Sospiro. Non è pericolosa, è soltanto una donna sola. Le manca suo figlio e vuole condividere con una vecchia compagna di scuola la sua merenda preferita. È contrario alle mie regole e il tono supplichevole con cui me lo chiede mi mette a disagio. Ma fuori fa freddo, il caffè è vero caffè e, nonostante quello che ho appena detto alla signora Janessen dei miei mille impegni, ho un’ora libera prima di tornare a casa per pranzo. Così poso il pacchetto con le salsicce e il burro sul tavolo, mi liscio i capelli e mi sforzo di ricordare come ci si comporta da ospiti beneducati. Un tempo lo sapevo. La madre di Bas mi versava cioccolata calda mentre io e lui studiavamo in cucina, e poi cercava mille scuse per entrare in continuazione a controllare che non ci stessimo baciando.
“Era da tanto che non mangiavo uno stroopwafel” dico alla fine, rispolverando le mie arruginite doti di conversazione. “I miei preferiti sono sempre stati i banketstaaf.”
“Con la pasta di mandorle?”
“Mmm-mmm.”
Il caffè della signora Janessen è bollente e forte, un anestetico consolatorio. Mi scotta anche la gola e per questo continuo a mandarlo giù, senza neanche accorgermi di quanto ne sto bevendo prima di posare la tazzina, mezza vuota, sul piattino. La signora Janessen torna a riempirla fino al bordo.
“Il caffè è buono” le dico.
“Mi serve il tuo aiuto.”
Ah.
Ecco chiarito lo scopo del caffè. Mi fa un regalo. Ma poi mi chiede un favore. Peccato che non abbia capito che non ho bisogno che mi si addolcisca, io faccio le cose in cambio di denaro, non di gentilezze.

Capitolo 1 – LA RAGAZZA CON LA BICICLETTA ROSSA di Monica Hesse

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la ragazza con la bicicletta rossa coverÈ l’inverno del 1943 ad Amsterdam. Mentre i cieli europei sono sempre più offuscati dal fumo delle bombe, Hanneke percorre ogni giorno, con la sua vecchia bicicletta rossa, le strade della città occupata. Ma non lo fa per gioco, come ci si aspetterebbe da una ragazzina della sua età. Hanneke è una “trovatrice”, incaricata di scovare al mercato nero beni ormai introvabili: caffè, tavolette di cioccolato, calze di nylon, piccoli pezzetti di felicità perduta. Li consegna porta a porta, e lo fa per soldi, solo per quello: non c’è tempo per essere buoni in un mondo ormai svuotato di ogni cosa. Perché Hanneke, in questa guerra, ha perso tutto. Ha perso Bas, il ragazzo che le ha dato il primo bacio, e ha perso i propri sogni. O almeno così crede. Finché un giorno una delle sue clienti, la signora Janssen, la supplica di aiutarla, e questa volta non si tratta di candele o zucchero. Si tratta di ritrovare qualcuno: la piccola Mirjam, una ragazzina ebrea che l’anziana signora nascondeva in casa sua… Hanneke, contro ogni buon senso, decide di cercarla. E di ritrovare, con Mirjam, quella parte di sé che stava quasi per lasciar andare, la parte di sé in grado di sperare, di sognare, e di vivere. Un romanzo di lancinante bellezza, che ricorda classici del genere come Storia di una ladra di libri e Il bambino con il pigiama a righe, e racconta la città di Anna Frank e la forza di chi, come Hanneke, ha cercato di sconfiggere l’orrore con il più piccolo, e grande, dei gesti.

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Teaser Tuesday #82

Buon martedì a tutti!
Oggi il Teaser Tuesday è tratto da un libro che vi avevo già proposto in precedenza e che sto rileggendo in attesa dell’uscita del secondo volume della serie. Sto parlando di Glitch di Mirya e della sua serie, Wired.

Lo avete letto? Siete pronte per Beta, il secondo volume?

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La Preside fa un gesto con la mano e Leanne vede i Gold sdoppiarsi: dai loro corpi esce una loro immagine speculare, talmente luminosa da sembrare disegnata dalla luce stessa, che si spegne solo negli occhi, cavità nere senza iride né sclera. Non sono vestiti ma la loro nudità non ha nulla di erotico, quanto piuttosto di inquietante, e comunque le forme si confondono nella luce azzurra di cui pare fatta la loro pelle o qualunque cosa abbiano al posto della pelle. I Gold e i loro Alter si salutano, certi addirittura si abbracciano in modo cameratesco, scambiando alcune battute. Poi gli Alter iniziano a uscire anche dai Beta: alcuni di loro si comportano come i Gold, segno che sono riusciti a eludere il divieto di entrare a Gaia prima dell’inizio degli studi ad Upgrade, gli altri Beta invece si avvicinano ai loro Alter, si presentano, ridono nervosi ma allegri, ritrovano visivamente ciò che hanno sentito per anni intimamente.
È la prima volta che Leanne vede gli Alter e prima di essere impaurita è curiosa: affamata di conoscenza e abituata a essere un’alunna modello, alza la mano per fare delle domande, ed è in quel momento che un’altra mano, identica ma luminosa, si stacca dalla sua. La sua Alter esce del tutto da lei, prima la testa e poi il busto e per ultime le gambe, e si allontana di qualche metro. Leanne trattiene il respiro mentre guarda per la prima volta quella presenza che sente da tanto dentro di sé, così simile eppure così diversa. La messa in mostra di quel corpo che non è il suo ma è comunque il suo la imbarazza e la fa sentire vulnerabile. La sua Alter la guarda a sua volta, con quei laghi oscuri che sembrano volerla divorare, per istanti che le sembrano ore, poi alza il viso al soffitto e urla, urla, urla, le vola incontro, le vola dentro, sempre continuando a urlare, e l’ultima cosa che Leanne vede prima di svenire sono due buchi neri colmi d’odio che la fagocitano come lei ha sempre fagocitato loro.

Capitolo 3 Della Preside Martia (Gaia) – GLITCH di Mirya

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glitch
A partire dalla generazione 3.0, gli esseri umani si sono abituati a essere quasi sempre connessi al web, tramite il portale installato nella nuca. Ma alcuni di loro sono davvero sempre connessi, e possono accedere a un’altra realtà virtuale, in cui si trova la loro altra anima.
Considerati pericolosi dal resto dell’umanità, i Wired vivono nascosti e sono educati in scuole nascoste, dove imparano a gestire i loro poteri e i loro Alter.
Leanne non sapeva di essere una Wired impura, finché non ha percepito la sua Alter.
Caleb ha sempre saputo di essere un Wired puro, nato e cresciuto per onorare il DNA della sua famiglia.
Il loro odio dura da più di quattro anni.
Il loro amore è appena iniziato.
E tutto il Mondo Connesso scommette contro di loro.

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