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Teaser Tuesday #30

Buon pomeriggio a tutti. So che oggi il Teaser sarebbe stato della Mon, ma stamattina è partita per le vacanze dimenticandosi, ieri, di preparare il post. Quindi tocca a me anche questa settimana e la decisione è ricaduta sul libro che stiamo leggendo per la rubrica – iniziativa ‘Tanti is meglio che one’, ovvero ‘Un giorno solo, tutta la vita’ di Alyson Richman. Io l’ho appena iniziato questa mattina, quindi non posso dirvi ancora nulla, ma ne sentirete parlare sul blog nelle prossime settimane.

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Per la prima mezz’ora procedemmo in silenzio, i nostri passi sul terreno soffice e muto. In mancanza di un sentiero sgombro, avevo imparato a non lasciarmi infastidire dai rami sporgenti o dalle spine dei cespugli selvatici. Sentivo il respiro di Josef dietro di me, che si faceva sempre più rapido man mano che salivamo; cominciai a temere che non avrei ritrovato il posto in cui ero stata solo il giorno prima. Ma proprio quando stavo per perdere le speranze, la piccola valle mi si spalancò davanti e mi girai.
«Siamo arrivati» gli dissi, indicando sotto di noi. Lui venne avanti, sfiorandomi quasi la spalla nello sporgersi per guardare meglio. A quel punto era così vicino che riuscivo a sentirne il lieve odore di sapone sulla pelle.
«Una volta ci venivo con Věruška, in questi boschi» disse girandosi verso di me. «In estate a cercare le fragole, in autunno i funghi.
Partivamo con i cestini, poi riportavamo tutto a casa da Pavla, e lei ci faceva vedere come pulire quanto avevamo raccolto. Con le cose delicate bisogna stare attenti.»
Sorrise e mi guardò. «Però non avevo mai visto la valle da questa prospettiva; è incredibile, mi stai mostrando qualcosa di nuovo. Pensavo di conoscere ogni angolo di questa foresta.»
Io feci una risatina nervosa. «Ci sono arrivata per caso… camminavo e ho visto quell’albero caduto laggiù.» Indicai un vecchio tronco cavo. La corteccia friabile mi aveva incuriosita e il centro scuro, ricoperto di lucido muschio verde, formava una composizione interessante. «Finito il disegno, però, ho proseguito, ed eccomi qui.»
Josef indicò il lato sinistro della vallata, dove la cupola della chiesa cittadina sembrava squarciare le nuvole basse.
«Di qui si vede tutto come dal cielo, no?»
«Vorrei essere abbastanza brava da rendergli giustizia» sospirai, levandomi lo zainetto di spalla.
Lui scosse la testa. «Sono certo che sei tanto brava quanto modesta.»
Mi fissava senza muoversi. Eravamo soli per la prima volta dall’inizio di quella vacanza; la paura mi invase dappertutto. Le dita serrarono la presa sulle bretelle dello zaino, quel silenzio imbarazzato nel bel mezzo del bosco mi faceva irrigidire.
Poi lui tese le braccia un istante verso di me e io mi sentii svenire.

Capitolo 7 – UN GIORNO SOLO, TUTTA LA VITA di Alyson Richman

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un giorno solo tutta la vitaQuesta storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dall’aria familiare: gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica dell’abito. Rischiando di essere scortese, le chiede di mostrargli il braccio. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: “Lenka, sono io. Josef. Tuo marito”. Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1938, quando Lenka e Josef sono due studenti. Ebrei, si conoscono poco prima dell’occupazione nazista, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti, Lenka decide di restare, perché non ci sono i visti per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all’orrore, dipinge: l’unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Josef, in America, si specializza in ostetricia; solo aiutare a dare la vita gli impedisce di essere trascinato a fondo dalle voci di chi non c’è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi. Ed entrambi impareranno che l’amore può anche essere gratitudine per chi ti ha salvato la vita, affinità tra anime alla deriva, rispetto di silenzi carichi di dolore. E di confini da non valicare, perché al di là si celano – intatti e ostinati – i ricordi di una passione assoluta, di quelle che basta un istante per accendere, ma non è sufficiente una vita per cancellare. Questa storia inizia e non ha mai fine. Come i grandi amori.

kia firma

Teaser Tuesday #29

Eccomi rientrata dopo un weekend lungo tanto divertente quanto stancante e impegnativo. So che è un po’ tardi ma posso già ritenermi soddisfatta per essere riuscita a pubblicare oggi. Il libro da cui è tratto il teaser è ‘La bambina nata due volte’ di Carolina De Robertis, romanzo scovato durante una ricerca di libri adatti ala Reading Challenge. All’inizio ho fatto un po’ di fatica, ma una volta entrata nella storia devo dire che mi sta piacendo molto. Sperando di invogliarvi a leggerlo, vi lascio al teaser.
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Una notte, molto tardi, si udirono dei colpi bussati alla porta. Ignazio era a casa da un mese, e lui e Pajarita erano in soggiorno ad ascoltare la pioggia invernale.
“Aspetti qualcuno?”
Lei scosse la testa. Altri colpi.
Ignazio si alzò con un’espressione diffidente. “Chi è?”
“Pajarita?”
La voce le diede uno scossone, la sollevò dalla sedia e le fece afferrare la maniglia e girarla e tirarla e lui era là. Artigas. Zuppo d’acqua e tutto tremante sotto un ombrello troppo piccolo. I capelli lunghi gli aderivano alla testa. In braccio aveva una bambina di circa cinque anni, una mulatta con i suoi stessi occhi color nocciola. Anche lei bagnata. La bimba alzò gli occhi su Pajarita.
“Pensi di farci entrare?” le disse Artigas.
Lei si spostò per lasciarli passare. Suo fratello sgocciolò sul tappeto. A Pajarita sembrò di sentire l’odore delle verdi praterie di Tacuarembó, del vento caldo e secco, dello stufato cotto nella buca del braciere, lo schiocco della legna sotto la scure di Artigas, il suo odore, la sua voce, la sua ombra nel buio.
“Hermana.”
Pajarita gli cadde fra le braccia e lui la bagnò tutta. Ignazio restò lì a guardare quel bell’uomo, la bambina, sua moglie zuppa d’acqua. “Sto sognando”, pensò Pajarita. “Fra un attimo prenderò il volo o mi sveglierò o mi trasformerò in una padella per friggere.”
“Artigas, questo è mio marito. Ignazio, questo è mio fratello…”
“E questa è Xhana, mia figlia.” Artigas strinse la mano del a bambina. Xhana premette la guancia contro la gamba dei suoi pantaloni.
“Hola, querida”, disse Pajarita. “Immagino che tu abbia freddo.”
Xhana annuì.
“Adesso ti asciugo. Asciugherò entrambi. Per stanotte vi fermerete qui.”
“Davvero non ti dispiace?” disse Artigas. “Avete abbastanza spazio?”
Pajarita fece rapidamente i suoi calcoli domestici. Cinque letti, quattro dei quali da bambino. Xhana poteva dormire con Eva: uno più uno fa ancora uno. Artigas poteva prendersi il pavimento del soggiorno, lo spazio numero sei. Peccato che quello spazio fosse già occupato da Ignazio. Ma cosa avrebbe pensato Artigas vedendo che suo marito dormiva sul pavimento?
“Certo che c’è spazio per tutti. Se non ti dispiace dormire sul pavimento.”
“Adoro i pavimenti.”
“Ignazio, per favore, puoi prendere quel e coperte di scorta?”
In pochi minuti Pajarita preparò delle milanesas, fece della cioccolata bollente e trovò vestiti asciutti per i suoi ospiti, mentre Ignazio preparava un giaciglio sul pavimento del salotto. Poi Artigas mise a letto sua figlia insieme a Eva.
“Si è addormentata subito”, disse uscendo dal a stanza.

Capitolo 2 – LA BAMBINA NATA DUE VOLTE di Carolina De Robertis

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la bambina nata due volteUna bambina avvolta nel mistero.
Tre generazioni di donne unite dalla forza.
1° gennaio 1900. Il primo giorno del secolo non è mai come gli altri, men che meno a Tacuarembo, minuscolo villaggio del Sudamerica. La folla è radunata intorno all’albero più grande del paese e non crede ai propri occhi: la piccola Pajarita è tornata. Rifiutata dal padre, era scomparsa pochi mesi dopo la nascita e l’avevano data per morta. Eppure ora è lì, in cima, appollaiata sopra un ramo sottile. Ha un anno ormai e negli occhi grandi, neri e vivaci, ha la stessa luce di quando è nata. Per alcuni si tratta di un miracolo, per altri è una strega, ma una cosa è certa: d’ora in poi per tutti Pajarita sarà «la bambina nata due volte», una ragazzina circondata di mistero, con un talento speciale per curare con le erbe.
Un dono prezioso che anni dopo, ormai donna fiera e determinata, le permette di sopravvivere a Montevideo sola contro tutti, insieme ai propri bambini. Ma la figlia Eva, fragile e tremendamente testarda, non si accontenta di sopravvivere. Vuole realizzare un sogno, diventare poetessa. E per farlo fugge verso le luci di Buenos Aires, la città che scintilla delle promesse di Evita Perón. Eppure quelle luci rischiano di diventare solo un terribile abbaglio. E mentre i fermenti rivoluzionari attraversano con forza tutto il continente, spetta a Salomé, l’ultima discendente, restituire alle donne della sua famiglia e del suo paese quello che si meritano. Lo potrà fare solo lottando e ribellandosi, a costo, forse, di sacrificare il suo bene più grande.
Dalle lussureggianti e incantate colline di Rio de Janeiro ai vicoli oscuri di Montevideo, dalle strade scintillanti di Buenos Aires fino alle piazze rivoluzionarie di Cuba, la storia di tre generazioni di donne indimenticabili intrecciata magnificamente al destino di un continente in continua lotta.

kia firma

Teaser T-T-Wednesday #28

Ciao a tutti! Di nuovo il cambio di giornata non è dovuto a dimenticanze da parte nostra, ma alla decisione di non pubblicare due post nello stesso giorno. Il teaser è quindi slittato a oggi e vi propongo un assaggio di un libro che ho letteralmente divorato in un paio di ore. Si tratta del primo libro di una trilogia chiamata “The Wedding Pact” e mi è stato consigliato, come tutti gli ultimi libri che ho letto, dalla deliziosa Fallsofarc.Libro semplice, storia estremamente prevedibile, ma non riesco a dire di no ad un libro così. Lo avete letto?

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Bart gave hime a look Josh couldn’t name. “She’s got you waiting on her, huh?”
If Megan’s father was hinting that she was in any way like her mother, he planned to set the record straight. Megan didn’t deserve that.
“If you’re suggesting she’s calling the shots in our relationship, I think we both know that Megan’s not that kind of woman. I do things for her e she does things for me.”
Like he got her coffee and she was going to tell her grandmother she couldn’t draw him in the nude, but her father didn’t need to know about that.
“She’s a wonderful woman and I’m damned lucky to have her.”
And he knew it was true – any man who had his wits about him would be lucky to have Megan. Bart looked him in the eye.
“Yes, I can see that. I’m sorry if I implied something different.”
Josh nodded and poured two cups of coffee and added creamer to both before going back upstairs.

Chapter 11 – THE SUBSTITUTE di Denise Grover Swank

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the substitute
Megan Vandemeer meant to tell her parents about her broken engagement, but a month and a half later she finds herself boarding a plane home to her wedding. Having stretched avoidance to its limits, it’s time to come clean–a terrifying prospect since her mother is sure to blame her rather than her cheating, emotionally frigid ex. A couple of drinks and two Dramamine later, Megan finds herself spilling her sob story to the tall, dark, and handsome stranger in the seat next to her.With only one week left to save his business, Josh McMillan boards a plane to Kansas City in a last-ditch effort, leaving the details to chance. An unexpected answer is delivered in the form of the beautiful brunette beside him. Though she’s completely loopy, her honesty, openness, and humor charm him. So when she passes out before landing, he helps her off the plane–a good deed that leads to a colossal misunderstanding. Her parents assume he’s her fiancé. In a twist of fate, the mix-up might help Josh save his business, so he plays along, figuring he can help Megan too. All he has to do is stage a public break up convincing enough to appease her mother.Josh is only supposed to be a substitute groom, but the more time he and Megan spend together, the more their pretend engagement starts to feel real…and the less they want to break it off. Can a relationship that began as a farce turn into happily ever after?

mon firma

Teaser T-T-Wednesday #27

Buongiorno! Questa volta il cambio di giornata non è dovuto a errori o dimenticanze ma al semplice fatto che ieri avevamo il Book Blitz il cui giorno non dipende da noi. Quindi abbiamo deciso di rimandare il teaser a oggi per non ammucchiare i post.
Come forse avete visto dalla pagina FB, ho deciso di provare a darmi una mossa con la Challenge (che trovate qui) e quindi, dopo il Thriller e il libro con personaggi non umani, sto leggendo quello scritto da qualcuno con meno di 30 anni: ‘Senza nuvole’ di Alice Oseman.
Chi l’ha letto? Ho visto pareri discordanti e per ora non mi sta entusiasmando, ma aspetto di arrivare alla fine!

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Alla quarta ora Solitaire colpisce di nuovo.
L’unico sito a cui i computer scolastici possono accedere al momento è quello del blog di Solitaire, che adesso mostra sullo schermo una grande foto di Jake Gyllenhaal a petto nudo, e sotto le parole che seguono:
“Solitariani.
Abbiamo raggiunto quota 2000 follower. La vostra ricompensa consiste nella distruzione di tutte le lezioni di Informatica del giorno alla Higgs, à la Gyllenhaal. Per quelli di voi che non vanno alla Higgs, siamo certi che comunque apprezziate Gyllenhaal.
La pazienza uccide.”
Gli insegnanti sono in pratica delle schegge lanciate fuori dalle aule dei PC e tutte le lezioni di Informatica vengono cancellate fino a nuovo ordine. Applaudo a Solitaire per l’impegno profuso.
Kent ha deciso di alzare il livello di guardia e non lo biasimo. All’inizio del pranzo, mi ritrovo nell’ufficio del sixth form per un “colloquio con lo studente”, che in gergo professorale sta per “interrogatorio”. Lì dentro, Kent è al computer e c’è anche la Strasser, entusiasta. Mi affloscio su una sedia. Sulla parete opposta, su un manifesto si legge “PARLARE AIUTA”. Ecco qualcosa di assolutamente senza senso.
«Non ti tratterremo a lungo», dice la Strasser. «Qui sei in un ambiente protetto. Qualsiasi cosa tu dica, manterremo l’anonimato».
Kent la guarda con aria d’intesa. «Vogliamo soltanto sapere se hai sentito o visto qualcosa che ci potrebbe aiutare», chiarisce lui.
«No», rispondo, nonostante i messaggi, la violazione all’aula C13 e il raduno. «Mi spiace, niente».
So che è una bugia. E non so perché ho mentito. Sento che se raccontassi qualcosa di ciò che ho visto e sentito, verrei coinvolta. E a me non piace essere coinvolta.
«Bene», dice Kent, «continua a stare in guardia. So che non sei capoclasse, però… insomma…».
Annuisco e mi alzo per uscire.
«Tori», mi chiama Kent. Mi giro e lui mi rivolge un’occhiata, un’occhiata diversa. È solo un attimo.
«Fai attenzione», dice. «Non possiamo permettere che la situazione peggiori».

Capitolo 18 – SENZA NUVOLE di Alice Oseman

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senza nuvole
Il mio nome è Tori Spring. Mi piace dormire e mi piacciono i blog. L’anno scorso avevo degli amici. Prima che succedesse tutto quel casino con Charlie, prima di dover affrontare la dura realtà dei miei voti, delle domande per l’iscrizione all’università e prima di rendermi conto che avrei dovuto iniziare a parlare con la gente… Le cose erano molto diverse, credo. Ma adesso è tutto finito. Ora c’è Solitaire. E Michael Holden. Io non so cosa stia cercando di fare Solitaire e non mi importa di Michael Holden. Non mi importa davvero

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