Teaser tuesday

Teaser Tuesday #163

Buongiorno! Settimana scorsa tra una cosa e l’altra non ho fatto il Teaser Tuesday, ma recupero in questa. Ho iniziato ieri “Fidanzati dell’inverno” e per ora mi sta intrigando. È scritto in maniera particolare, ma sono curiosa di andare avanti. Questo che vi lascio qui sotto è proprio l’incipit, spero di incuriosirvi.

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“Al principio eravamo uno.
Ma Dio non era soddisfatto di quella forma, così ha cominciato a dividerci. Dio si divertiva molto con noi, poi si stufava e ci dimenticava. Nella sua indifferenza era capace di una crudeltà che mi faceva paura. Sapeva anche mostrarsi dolce, e l’ho amato come non ho mai amato nessuno.
In un certo senso credo che Dio, io e gli altri avremmo potuto vivere felici, se non ci fosse stato quel maledetto libro. Mi faceva ribrezzo. Conoscevo il vincolo che mi collegava al libro nel più nauseante dei modi, ma è un orrore che è arrivato dopo, molto dopo. Non l’ho capito subito, ero troppo ignorante.
Amavo Dio, è vero, ma odiavo quel libro che apriva per un nonnulla. A Dio invece piaceva un sacco. Quand’era contento scriveva. Quand’era arrabbiato scriveva. E un giorno in cui era di pessimo umore ha commesso un’enorme sciocchezza.
Ha fatto a pezzi il mondo.”

Frammento – Fidanzati dell’inverno di Christelle Dabos

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fidanzati dell'inverno cover
L’Attraversaspecchi è una saga letteraria in quattro volumi che mescola Fantasy, Steampunk e Belle Époque, paragonata dalla stampa francese alle saghe di J.K. Rowling e Philip Pullman. Fa da sfondo un universo composto da 21 arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra. La protagonista, Ofelia, è originaria dell’arca “Anima”; una ragazza timida, goffa e un po’ miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un’altra arca, “Polo”, molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra di loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei?
Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo. Fidanzati dell’inverno è il primo capitolo di una saga ricca e appassionante che sta conquistando migliaia di lettori giovani e adulti.

Teaser Tuesday #162

Buongiorno lettori! Primo post di oggi in cui ritorno con il teaser che causa feste ho saltato settimana scorsa. Poco grave visto che non sto riuscendo a leggere nulla e quindi vi lascio un estratto esattamente dal libro da cui l’avrei estrapolato settimana scorsa: Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso.

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Mi risiedo al pc. Dopo la deliziosa conversazione con quell’angelo di mia sorella, più che mai vorrei un whisky. Potrei optare per un’altra birra, tanto quelle a stomaco vuoto non mi fanno più effetto da un pezzo. Devo avere sviluppato una specie di immunità, oppure il mio fegato è un vero amico su cui contare. Il cuore è sopravvalutato, il fegato è la chiave, parola mia.
Un’altra cosa sopravvalutata è il mio campanello, che non suona mai. Tranne, tipo, adesso. Chi diavolo è a quest’ora? Anzi: chi diavolo è tout court? Apro e mi trovo davanti Morgana, ma ancora più davanti una grossa torta scurissima, che la fanciulla sta protendendo verso di me.
Stacco con la mano un pezzo della torta e me lo infilo in bocca. «Nocciole», dico. «Buona. Un filo spugnosa.»
«La torta di nocciole viene sempre così», sospira Morgana.
«Ricordami di passarti una ricetta. Grazie, comunque. Anche se non ho la minima idea del perché tu me l’abbia portata.»
Morgana non smette di protendere il piatto. «Per ringraziarti del lavoro che stai facendo per me», sorride come un elfo buono di Babbo Natale.
La guardo.
Mi guarda.
Sorridendo.
«Ricordami la scadenza», dico.
Per una frazione di secondo Morgana sbianca, ma cerca di non darlo a vedere. «Non ti…? Ema comincia a fare i provini fra tre giorni, quindi…»
«Sì, sì, ero solo incerta fra domani e dopo. Allora ho più tempo del previsto per gli ultimi colpi di cesello, bene. Passo da te dopodomani sera.»
Morgana annuisce felice, sollevata, io prendo la torta e chiudo la porta.
Cazzo.
Mi ero completamente dimenticata della canzone per Morgana.
Porca puttana. E adesso quando la faccio? Subito, immagino: domani devo andare dai Giay Marin, poi da Berganza a cucinare, e dopodomani ho di nuovo Irma e poi la prima lezione di krav maga e poi Enrico e, porca merda, il punto è che non posso fare questo a Morgana. Non è giusto che la cosa che ho promesso di fare per lei cada nell’oblio solo perché davanti ha un caso di omicidio e un tizio che mi paga. Sarà meglio che mi faccia venire un’ispirazione subito, anzi, prima di subito, che retroceda nel tempo con la sola forza di volontà e stani un’idea, una grande idea, a colpi di krav maga – che ancora non conosco – dalla testa della Vani Sarca di diciamo almeno due giorni fa. Dio, che imbecille. Come ho potuto dimenticarmi così della scadenza? Io non buco mai una scadenza. Ah, già, adesso ricordo. Io ho cacciato Laura e Morgana da casa prima che potessero dirmela, la maledetta scadenza.
Mi siedo al computer.
«Oh, andiamo», sbotto, nel deserto del mio appartamento.
Dal resto del condominio arriva il ronzio delle televisioni accese.
Se almeno dal piano di sopra Morgana si mettesse a cantare. Magari aiuterebbe l’ispirazione.
Stupidi neuroni. Con tutta la fiducia che vi ho sempre dato. Dai, porca miseria. Non può essere così difficile scrivere un testo musicale.
Okay. Procedi con ordine, Vani. Una canzone è un genere di scrittura come tanti, né più né meno, come ti sei detta sin dall’inizio. È un congegno di artifici letterari. Quanto può essere diverso dalle cose che hai sempre fatto? Quindi, poche lagne. Trova un tema e vai.
Facciamo il viaggio, la libertà, quelle cose lì. Ai ragazzini piacciono.

Capitolo 15 – Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso

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scrivere è un mestiere pericoloso cover
Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell’ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l’altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l’affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti.
Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l’intuito di Vani può smascherarli.

Teaser Tuesday #161

Ciao!
Spero la vostra settimana stia andando bene. Io sono in vacanza al momento e l’idea di tornare al lavoro fra soli due giorni non mi piace per niente. Intanto cerco di godermi le ferie che rimangono. Il Teaser Tuesday di oggi viene da un libro che ho divorato in pochissimo tempo e che mi è piaciuto molto. È uscito da poco e se vi piacciono i videogame o se la realtà virtuale vi attira ve lo consiglio caldamente.

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Entro nella grotta e mi fermo. Nascosta nell’ombra c’è una figura che non avevo notato prima: qualcuno o qualcosa sta di guardia all’ingresso. Estraggo il pugnale e mi preparo a colpire. Quello che mi circonda sarà anche tutto finto, ma il battito accelerato del mio cuore è vero. Non appena gli occhi si abituano al buio, vedo un uomo magro vestito in abiti moderni. È più alto di me di una trentina di centimetri e ha una sciarpa avvolta intorno alla testa, nello stile dei beduini. Lo spicchio di faccia che rimane scoperto è nero come l’ebano. In una mano stringe un bastone nodoso, e dal collo gli pende un amuleto con al centro una pietra chiara. Dal momento che non si muove, provo a rubargli il bastone, ma la sua presa rimane salda. È solo quando tento di afferrare l’amuleto che mi rendo conto che sto cercando di scippare una statua. Con le nocche busso sul suo petto cavo. Sembra fatto d’argilla.
Credo di essere sulla pista giusta. Mondo aperto o meno, gli sviluppatori non avrebbero messo qui una statua senza motivo. Ci deve essere qualcosa di interessante alla fine del sentiero, e quando lo troverò, ho il sospetto che la statua prenderà vita e mi mostrerà che cosa sa fare con quel bastone. Ma perché preoccuparsene ora, quando posso ascoltare lo scricchiolio dei sassi sotto le babbucce che calzo ai piedi? O guardare i pezzi di ghiaccio galleggiare nel ruscello color Puffo che scorre accanto al lastricato? Il paesaggio da solo vale ogni singolo centesimo dei seimila dollari che ho addebitato sulla carta di credito di mia mamma.
Mi inoltro nella grotta, lanciandomi di tanto in tanto un’occhiata alle spalle, nella speranza di sorprendere Kat a seguirmi furtiva. È passato più di un anno dall’utima volta che siamo stati soli, così mi crogiolo al pensiero di noi due insieme in una caverna azzurro ghiaccio, con l’unica compagnia di un gigante di argilla di guardia alla soglia. Sono talmente preso dalla mia fantasia che, quando svolto l’angolo, quasi non mi accorgo di lui, scambiandolo per una roccia.
È seduto su un trono cesellato nel granito. Il corpo è fatto di un materiale grigio che ricorda la pietra, e dalla testa spunta una sfilza impressionante di corna. Ha forma umana, anche se su scala gigantesca. Chiunque sia, non sente il bisogno di indossare vestiti, e irradia così tanto calore da sciogliere le pareti di ghiaccio, che formano intorno a lui una cavità sferica. Ai suoi piedi si è creata una pozza d’acqua limpida, di cui non riesco a indovinare la profondità. Sul lato opposto dell’antro c’è un’alta porta di metallo che stona con il resto. Sono curioso di scoprire che cosa c’è dietro, ma è abbastanza evidente che prima dovrò oltrepassare questo bestione.

OTHERWORLD – Otherworld di Jason Segel & Kirsten Miller

cover otherworld

La compagnia ti dà il benvenuto a Otherworld, il mondo virtuale in cui niente è mai stato più reale.

Il futuro è alle porte per Simon e per altri 1999 fortunati: la Compagnia del multimiliardario Milo Yolkin li ha selezionati per testare l’ultimissima versione di Otherworld, il gioco di ruolo online più famoso del secolo. Perché dentro Otherworld puoi essere ciò che vuoi. Un uomo, un dio, un mostro. In Otherworld non esistono regole, non esistono conseguenze. Niente di più emozionante per un nerd pieno di soldi come Simon. Niente che non abbia già fatto. Ma stavolta qualcosa di diverso c’è. Perché Otherworld è l’ultima opportunità che gli rimane per incontrare la sua migliore amica Kat. Un misterioso incidente la costringe infatti in un letto d’ospedale, completamente catatonica e incapace di reagire agli stimoli esterni. Chi l’ha ridotta così? E come mai la Compagnia è interessata a una semplice ragazza come lei, tanto da inserirla nel programma sperimentale che connette la sua mente a una delle realtà virtuali di Otherworld? Simon non crede alle coincidenze e sa che la Compagnia non lascia nulla al caso… non ha dubbi che Kat sia in pericolo, e pur di salvarla è pronto a tutto. Pronto anche ad avventurarsi in Otherworld, forse per l’ultima volta, e giocare fino alla fine la partita più importante di sempre: quella per ritrovare Kat.

Teaser Tuesday #160

Buongiorno e buon martedì! Mancano solo due giorni all’uscita di questo gioiellino e la mia recensione è praticamente pronta per voi 🙂 Sto parlando di ‘Un altro giorno ancora’ di Bianca Marconrero! Intanto vi lascio un piccolo estratto, non vedete l’ora di leggerlo?

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Andrea si piazza davanti a me, che lo fisso incapace di chiudere la bocca.
«Buonasera, Elisa».
E, magia, ritrovo la voce. «Non può essere buona», gli dico, e gli lancio pure il canovaccio, ma manco miseramente il bersaglio. Sospetto che la camicia bianca di Andrea funga da scudo rifrangente. «Quello mi stava riempiendo di mance».
«Mi dispiace per il tuo business, Elisa», dice e, giuro, non è ironico. «Ma non era una brava persona».
«Vai al diavolo», sbotto. «Anzi, no, prima spiegami come hai fatto a fare la radiografia a quel coglione? Hai poteri precognitivi? Sei un maledetto stalker?!».
«È estate», mi dice. «Se ti togli la fede, resta il segno dell’abbronzatura».
«Okay, e il resto?»
«Per l’età? Facile, la canottiera che indossava, in verità piuttosto dozzinale, lasciava scoperta la cicatrice della vaccinazione contro il vaiolo. Gli ultimi ad averne una così evidente sono nati negli anni Settanta».
«E i figli?»
«Aveva i nomi “Martina” e “Flavio”, tatuati sulle sue braccia. Ho immaginato fossero i suoi figli. Il numero di telefono della moglie, invece, non ce l’avevo. Era un bluff».
«Non mi ero neanche accorta che li avesse, i tatuaggi».
«A me sfuggono di rado», mi dice. «Ci presto sempre molta attenzione», i suoi occhi azzurri si spostano verso le mie braccia. L’idea di essere oggetto della sua “attenzione” è un sasso nella scarpa che va a unirsi alla spina nel fianco, che associo sempre a lui, e alla spada nel cuore che mi ha piantato cinque giorni fa.
Questo bastardo è ufficialmente la mia nemesi.
È lui a rompere il silenzio tra noi. «È la data del campionato regionale», dice indicando l’ultimo tatuaggio. E anche Andrea, come Leone, ha interpretato correttamente. Ma nel suo caso mi infastidisce.
«Ti ho già detto di andare al diavolo?»
«Sì, lo hai fatto», annuisce. Non è né arrabbiato né divertito. È un maledetto automa, il prodotto di un padre ingegnere. Non c’è da sorprendersi che la madre li abbia piantati in asso per scappare con un ballerino cubano. E non mi meraviglia che la sorella di Andrea, Bianca, si sia trasferita in Francia, patria dei vini di cui lei è espertissima, e che finisca per sposarsi un francese!
In fondo la capisco, anche se non posso perdonarla per essersene andata. E non solo perché era l’unica Serpieri decente, ma per il male che ha fatto a mio fratello Vittorio. Comunque, questa è un’altra storia.
È di nuovo Andrea a parlare. «Non mi chiedi perché sono qui?»
«No», rispondo io. «E non saprei come esprimerti la vastità del niente che me ne frega! Ma, se ci tieni, posso formulare un’ipotesi stile Sherlock: è un locale», indico, in direzione della pista, il tripudio di gente che balla. «Forse sei venuto per divertirti, sempre che il tuo codice di programmazione lo preveda. Forse Agata si è stancata di fare puzzle in salotto e ti ha implorato di portarla fuori», mi stringo nelle spalle. «O forse sei venuto per sbattermi in faccia che mi hai fregato il cavallo! Però, scusa, non posso andare oltre con le mie ipotesi. Tu non hai tatuaggi e, in ogni caso, non me ne fregherebbe niente di saperne di più».

Capitolo 3 – Un altro giorno ancora di Bianca Marconero

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un altro giorno ancora cover
I sentimenti sono come i fiori selvatici. Crescono dove meno te l’aspetti.
Elisa Hoffman ha imparato presto a cavarsela da sola. Ultima di cinque fratelli, vive per la famiglia e per l’equitazione. L’esclusivo maneggio in cui lavora, alle porte di Milano, è il posto che ama di più al mondo, e mette da parte tutti i risparmi per riuscire a comprarsi Sparkle, un cavallo che ha addestrato per mesi. Tutti i suoi sogni, però, si infrangono alla notizia che Andrea, un ragazzo terribilmente bello e ricco, ha offerto più soldi e ha acquistato il cavallo che le era stato promesso. Elisa non si dà pace e riversa su di lui tutto il suo risentimento. Ma Andrea è davvero così freddo come sembra, o sotto il ghiaccio si nasconde qualcosa di diverso? Un imprevisto, un accordo e un’inattesa amicizia con il nemico permettono a Elisa di scoprire che il ragazzo, in realtà, possiede delle qualità inaspettate… Una storia sull’amore in tutte le sue declinazioni, e sui sentimenti che, come fiori selvatici, crescono in silenzio, senza che nessuno li annaffi.
«Adoro Bianca Marconero! Mi piacciono la sua sottile ironia, il linguaggio parlato, la convincente capacità di immedesimarsi nel punto di vista maschile, il fatto che non ammicchi mai al lettore ma che riesca sempre a conquistarlo.»