Teaser Tuesday #1

È da quando abbiamo aperto il blog che rompo le scatole sia a Kia che ad Anna per iniziare una rubrica, ma fino ad ora non ci avevamo mai pensato seriamente. La settimana scorsa abbiamo deciso di iniziare a pubblicare anche noi una famosissima rubrica del blog Should Be Reading: Teaser Tuesday.
Le regole sono molto semplici e non richiedono particolare impegno. Per adattarle alle nostre esigenze abbiamo cambiato alcuni dei punti:

  • Prendi il libro che stai leggendo (o quello che hai appena terminato)
  • Apri una pagina a caso
  • Condividi un teaser dalla pagina stando attenti a non includere spoiler
  • Condividi titolo e autore in modo che il libro possa essere aggiunto alla TBR

Ho fatto caso, leggendo un po’ dei post della creatrice della rubrica, che tante persone commentano sotto il post con i link ai loro Teaser della settimana e l’idea mi è piaciuta. Mi sembra un ottimo modo per scambiarsi consigli senza dover per forza leggere una recensione, ma facendosi solamente conquistare da un breve spezzone. Quindi, se qualcuno di voi vuole lasciare il link al proprio Teaser della settimana per indurci in tentazione, siete i benvenuti.
Senza perdere tempo, visto che ormai le regole ve le ho spiegate, vi lascio al teaser di questa prima settimana!

teaser tuesday

My heart tries to escape from my chest when I read the text from Owen.
Meat Dress.
I’m immediately off my feet and into the living room and swinging the front door open. As soon as our eyes meet, my heart feels like a fist is squeezing the life right out of it.
God, I missed him.
He takes a very hesitant step forward. He doesn’t want to make me uncomfortable by being here, but I can see in his expression that he’s feeling that same tight grip around his heart that I’m feeling.
I take a step back into my apartment, and I open the door further, silently inviting him inside. A small twitch of a smile plays on the corner of his lips, and he walks slowly toward my apartment door. Once he makes his way over the threshold, I step aside until he’s all the way inside. He places his hand on the door and closes it, then turns around and locks it. When he faces me again, his expression is pained, like he doesn’t know whether to turn and leave or take me in his arms.
I kind of want him to do both.

Chapter 15 – CONFESS di Colleen Hoover

Divisore DX

Confess

Auburn Reed has her entire life mapped out. Her goals are in sight and there’s no room for mistakes. But when she walks into a Dallas art studio in search of a job, she doesn’t expect to find a deep attraction to the enigmatic artist who works there, Owen Gentry.

For once, Auburn takes a risk and puts her heart in control, only to discover Owen is keeping major secrets from coming out. The magnitude of his past threatens to destroy everything important to Auburn, and the only way to get her life back on track is to cut Owen out of it.

The last thing Owen wants is to lose Auburn, but he can’t seem to convince her that truth is sometimes as subjective as art. All he would have to do to save their relationship is confess. But in this case, the confession could be much more destructive than the actual sin…

mon firma

Recensione: Fight Club di David Fincher

Buongiorno a tutti! Questo weekend ho recuperato un’altra pietra miliare del cinema dopo mesi che tentavo di vederlo.Finalmente l’altro giorno ho sentito che non potevo più rimandare.
Prima regola del Fight Club, non si parla mai del Fight Club. Oggi però infrangerò questa regola parlandovi proprio di questo film.

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Titolo: Fight Club
Titolo originale: Fight Club
Regia: David Fincher
Anno: 1999
Durata: 139 min
IMDB

Il film vede come protagonista un normale impiegato che soffre d’insonnia da settimane. Riesce a trovare una soluzione al suo problema frequentando i più disparati gruppi di supporto, da quello del cancro ai testicoli a quello per i malati di tubercolosi, ecc. Ma dopo un paio di mesi è costretto ad abbandonarli a causa di Marla, una donna che li frequenta pur non essendo malata. La sua presenza però disturba il protagonista al punto tale che lui non riesce più a dormire.La soluzione arriva a seguito dell’incontro con Tyler, un venditore di sapone che gli offre una casa dopo che il suo appartamento viene incendiato. I due fondano il ‘Fight Club’, una sorta di club di box clandestino.

Sapevo più o meno di cosa parlasse il film ma non sapevo bene cosa aspettarmi. Non farò spoiler per coloro che ancora non l’hanno visto, ma posso garantirvi che il finale vi lascerà di sasso. Il motivo per cui è nato questo club, essenzialmente, è scaricare la tensione e le ansie della vita attraverso il combattimento, ma non solo. Tirarsi pugni fino allo sfinimento è il passo necessario per riuscire a conoscere pienamente sé stessi. E così, pian piano, inizia a unirsi a questo club gente di tutti i tipi ed estrazioni sociali.

Il protagonista vede in Tyler la persona che lui non è mai riuscito ad essere: spavalda, sicura di sé e libera di fare quello che vuole. La convivenza con Tyler e l’influenza che ne subisce stravolgono in pieno la regolare vita del personaggio principale (di cui non sappiamo il nome). Il Fight Club non si limita però al puro combattimento e. man mano che il tempo passa e i membri aumentano, Tyler assegna loro dei compiti da svolgere che diventano sempre più assurdi e rischiosi.

Edward Norton e Brad Pitt, che interpretano rispettivamente il protagonista e Tyler, sono veramente bravi nel rendere la complessità e le varie sfumature caratteriali dei personaggi. Durante il film vediamo come il protagonista venga trasportato dalla piega degli eventi fino ad arrivare a perdere la ragione e a trovarsi prigioniero di una realtà scomoda.

“È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa.”

Ed è proprio così. Vediamo infatti come il protagonista, oltre a narrarci la storia, perda pian piano tutto quello che ha (dalla casa, al lavoro, gli amici, la ragione). È difficile attribuire un genere ad un film eclettico ed emblematico come questo: è un mix tra azione, dramma, thriller e a tratti grottesco. È una storia che parla di disagio sociale, di violenza e, anche se non sembra, di un pizzico di amore (intendiamoci, non nel senso convenzionale della parola).

Fight Club è uno di quei film che devono essere rivisti più volte per essere compresi ed apprezzati pienamente. A prima vista, infatti, può sembrare un film assurdo e un po’ crudo ma, in realtà, le brillanti scelte stilistiche, unite ad un’impeccabile recitazione da parte del cast hanno consacrato questo film inserendolo all’interno della lista dei must cinematografici da vedere.


Weekly Recap #8

È stata una settimana decisamente impegnativa. Venerdì tutte e tre abbiamo affrontato la prima parte di un esame che tormenta le nostri notti da studentesse da tre anni ormai: Fisica.
Questa tremenda materia la causa del mio ritardo con il Weekly Recap, in quanto, fino a venerdì sera, non ho guardato quasi nessun episodio, il che mi ha obbligata a vederli tutti di seguito in una specie di folla maratona.
Senza perdere altro tempo, vi lascio alla lettura del Recap di questa settimana!

Heartland 8×15
Questo episodio è un viaggio lungo Memory Lane. Lou è tornata, senza Peter e durante l’intero episodio veniamo proiettati in un susseguirsi di flashback, che ci fanno rivivere ogni momento importante della vita della coppia, dal momento in cui si sono incontrati, al matrimonio, al litigio che ha, forse, segnato la fine della loro relazione. Tutti gli altri personaggi sembrano passare in secondo piano, perché è Lou la vera protagonista di questa puntata. È lei che ricorda ogni momento passato con il marito, sempre lei che, piano piano, si rende conto che entrambi hanno commesso degli errori e che, forse, hanno preso delle decisioni troppo affrettate. Quando ho iniziato a vedere l’episodio ero convinta che fossero tornati insieme, ma nel momento in cui Lou è scesa dalla macchina, ho capito che la relazione era, invece, finita. Guardando il finale forse una piccola speranza c’è e lo spero davvero, perché sì, Heartland è definita una serie tv drama, ma è sempre riuscita a dare speranza agli spettatori, anche nel bel mezzo di una crisi. Parlando al volo degli altri, bellissimo il momento in cui le due sorella vanno a cercare un vestito per Amy. La ragazza è la tipica sposa eternamente indecisa, che non sa cosa vuole e non riesce ad accettare le proposte che le vengono fatte perché non le sente sue, ma Lou riesce a trovare delle soluzioni che riusciranno a stupire la sorella. Adesso non ci resta che aspettare questo matrimonio, che tutti, io principalmente, aspettiamo dalla prima volta in cui abbiamo visto Amy e Ty insieme.

 

Scorpion 1×18
Fra poco finirà la prima stagione e non sono pronta a dire addio ai geni che ogni settimana occupano un’ora della mia vita. I personaggi stanno crescendo tantissimo, umanamente parlando e, in questo episodio, vediamo Paige tirare fuori le unghie e dimostrare a tutti di che pasta è fatta. Mi dispiace non aver visto Ralph, perché è davvero un personaggio poco sfruttato e con parecchio potenziale, ma spero lo inseriranno di più nella prossima stagione. La puntata ha una trama molto interessante e, soprattutto, delicata. Il team Scorpion deve infatti aiutare il governo a gestire un incontro tra tre politici europei che non dovrebbero trovarsi nello stesso paese, figuriamoci nella stessa stanza. I tre si sono riuniti per cercare di arrivare ad un accordo che impedisca ai vari paesi di entrare in guerra. Ovviamente le cose non vanno come dovrebbero e per una volta è Paige a salvare la situazione. Walter corre dei rischi decisamente eccessivi, rischiando la sua vita, ma per questa volta tutto va per il verso giusto. Veniamo inoltre a sapere che Cabe nasconde qualcosa a Walter e a tutto il team e in quel momento io stavo saltellando sul divano perché volevo assolutamente sapere quale fosse il segreto. Insomma, bella serie e bell’episodio, complimenti.

 

The Fosters 2×19
Ho la sensazione di cominciare a perdere il feeling con questa serie ormai, non perché alcuni temi mi danno fastidio o perché penso che siano stati trattati o sviluppati male, ma proprio perché non riesce più ad emozionarmi come una volta. Faccio fatica a connettermi con Callie ed i suoi problemi o con le continue indecisioni di Stef e Lena. L’episodio, in sè, non è stato male, ma mi sembra che alcuni personaggi, soprattutto le due mamme, stiano prendendo una piega sbagliata. Temo che commentano errori che provocheranno solo guai.
Il rapporto tra Brandon e Callie è stato bellissimo in questa puntata e ormai non riesco più a vederli come una coppia, ma solo come fratello e sorella. Spero quindi che riescano a regalare ad entrambi dei compagni ideali. Dolcissimo anche il rapporto tra Mariana e Callie, che mi sono sembrate due vere sorelle.
Non riesco più ad inquadrare Jesus, che si vede sempre meno, ma probabilemente ricomparirà quando si inizierà a parlare seriamente della sua scuola.
Ormai l’unica storia di cui voglio seguire gli sviluppi sembra essere quella di Jude. Quel ragazzino è dolcissimo e il suo rapporto con Connor sta crescendo e cambiando insieme a loro. Sono in una situazione che li confonde ed è bello seguirli passo passo in questa avventura. Il finale mi ha lasciata parecchio in ansia, ma sono abbastanza convinta che non sia successo niente di particolarmente grave. Spero che nelle prossime puntata The Fosters riesca a trasmettermi più emozioni e che non introducano troppi problemi, perché ce ne sono già troppi.

 

Eye Candy 1×09
Oh My God!!! Penso di aver passato almeno un’ora a ripetermi questa frase nella mente e a parlare dell’episodio con chiunque mi capitasse a tiro. Ormai sarete stufi di sentirmi ripetere quanto mi piaccia Eye Candy, ma ragazzi, questo episodio li supera tutti. Come al solito, cerco di contenere gli spoiler, ma se non avete visto la puntata vi consiglio di saltare questo pezzo e, in caso, tornare più tardi.
L’identità dell’assassino è stata svelata e , nonostante qualche ora prima avessi ipotizzato potesse essere lui, è stato comunque uno shock. Lindy è ancora arrabbiata con Tommy e il suo capo per averle nascosto di averla usata per catturare Bubonic e sta cercando in tutti i modi di avere notizie di sua sorella. Una ragazza le dice che probabilmente è morta, e, cercando tra dei documenti, scopre insieme a Jake il luogo dove, in teoria, è stata sepolta. I due partono insieme, senza dire niente a nessuno, per andare a controllare se la ragazza morta è effettivamente Sarah. Nel frattempo Tommy e Connor riescono a chiudere Babylon, il sito tramite il quale il killer aveva “comperato” Lindy qualche episodio prima. Scoprono quindi che l’alibi di Jake, grazie al quale era stato rilasciato di prigione, non regge più e iniziano di nuovo a sospettare di lui. Tessa viene uccisa dal killer offrendosi al posto di Sophia (al che io, perplessa, mi sono chiesta perché non le ha uccise entrambe), salvando l’amica. Il capo di Tommy scrive su un foglio il nome dell’assassino dopo averlo smascherato mentre lottavano ad inizio episodio e, vi giuro, la mia mascella era arrivata al pavimento. Manca una sola puntata alla fine di questa prima stagione e non vedo l’ora di vederla. Spero solo che non la chiudano con un enorme cliffhanger, perché potrei non sopravvivere l’attesa fino alla prossima stagione.

 

Grey’s Anatomy 11×15
Non ci siamo, o meglio, non ci siamo quanto negli ultimi episodi. Insomma, la puntata torna a concentrarsi su Meredith e si torna ad un Grey’s Anatomy noioso? Non va per niente bene. Il terremoto pre-annunciato dal promo sembrava dover creare problemi a Maggie (che è rimasta chiusa in ascensore per neanche un minuto, al che mi sono chiesta se mi stessero prendendo in giro) e a Meredith, che sembra essere colpita da una fortuna pazzesca che non le ha fatto perdere un paziente per le ultime 89 operazioni. Il mio pensiero: “Dovrebbe importarmente qualcosa?”. La risposta a quanto pare è sì, perché quando Meredith ha realizzato quanto la sua carriera stia andando bene, ha capito anche che ha iniziato ad andare così bene da quando se ne è andato Derek. Ovviamente la complicata Meredith l’ha preso come un segno del fatto che la sua vita va bene anche senza il marito in essa. Un applauso ad Alex che ha tentato di farle capire, senza successo, quanto questo ragionamento fosse idiota. Ma passiamo alle cose belle di questa puntata: Owen ed Amelia. Ora, io sono una fan della coppia Owen&Cristina da sempre, anche perché sono due dei miei personaggi preferiti, ma, anche se veder andare via Cristina mi ha spezzato il cuore, forse Amelia può regalare al bel dottore quello che sogna da sempre: una famiglia. Il rapporto che l’uomo ha con i bambini è evidente e questa puntata ne è stata la dimostrazione. Owen, infatti, passa ore e ore seduto al telefono con una bambina che deve salvare, da sola, la madre che non repira più. Bellissime scene. Nel frattempo April è tornata al lavoro e purtroppo la si vede gran poco, ma sembra essere tornata la solita April. Spero che il futuro (e Shonda) riservi grandi cose sia per lei che per Jackson, perché se lo meritano davvero.

 

Once Upon A Time 4×13
Gli autori stanno esplorando un terreno particolarmente interessante. Scopriamo un sacco di cose interessanti in questa puntata, ma soprattutto iniziamo ad ottenere delle risposte circa l’evidente tensione tra le Queens of Darkness, Snow e Charming. Scopriamo che Malefica è morta e che le altre due, complici di Mr Gold vogliono riportarla in vita. Con una serie di flashback ci viene mostrata una parte della storia che ha unito tutti questi personaggi e piano piano, diventa sempre più chiaro che i nostri eroi devono aver combinato qualcosa di veramente grosso perché faranno di tutto per fare in modo che Emma non scopra niente. La ragazza, però, è più sveglia di quanto sembri e si rende conto che i genitori le stanno mentendo, anche se non lo crede possibile. Se la prende con il fidanzato (povero il mio piccolo Hook), per poi scusarsi con un discorso dolcissimo in cui gli dice che cercherà di vedere sempre il meglio in lui. Mi piace un sacco l’idea che la Salvatrice sarebbe potuta nascere cattiva, diventando come la Evil Queen o come Crudelia, Malefica e Ursula e mi piacerebbe tantissimo vedere questa possibilità diventare realtà. Ma torniamo a Malefica. Veniamo a sapere che, nello stesso momento in cui Snow era incinta di Emma, anche la strega aspettava un bambino, ma che, per qualche cosa causata dai due eroi, l’ha perso. Insomma, Once Upon A Time ci regala come al solito tante domande e pochissime risposte. Regina è alla disperata ricerca dell’autore del libro e si vede quanto ci tiene a ricevere il suo lieto fine. Il promo della prossima puntata sembra promettermi l’altra metà della storia, così, finalmente, potremo capire un po’ meglio il tutto.

 

Eccoci alla fine anche di questa settimana. Sono già passate 8 settimane da quanto ho iniziato a scrivere questi Recap e devo dire che la formula mi piace. Ovviamente se avete suggerimenti su come migliorare o se volete consigliarmi qualche serie, sono sempre aperta ai consigli.

Recensione: La Rivincita di Lois Lowry

Buongiorno a tutti!
Quello di cui vi parlo oggi è un librino che ho letto in meno di una giornata. Mi aspettavano un paio di ore di treno e non avevo voglia di nulla di impegnativo. Spulciando il Kobo, ho trovato ‘La Rivincita: Gathering Blue’ di Lois Lowry, il secondo libro della serie The Giver.

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Titolo: La rivincita (The Giver #2)
Titolo originale: Gathering Blue
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti
Disponibile in italiano:
Goodreads

In una comunità del futuro prossimo, tornata ad uno stadio di vita semi-primitiva, un gruppo di funzionari, conosciuto come il Consiglio dei Guardiani, amministra le leggi dominando la popolazione dall’interno dell’unico edificio moderno del villaggio. Tutti vivono in capanne rudimentali, in lotta per la semplice sopravvivenza, incapaci di qualunque sentimento di empatia e di pietà. I più deboli sono emarginati e rifiutati, ma nonostante questo Kira, deforme dalla nascita, sarà l’unica in grado di guardare oltre quella coltre di abbrutimento a cui tutti sembrano ormai rassegnati. La Rivincita – Gathering Blue è il secondo libro della trilogia di Lois Lowry aperta da The Giver – Il Donatore.

Premesso che La Rivincita non c’entra assolutamente nulla con il primo libro – voci di corridoio mi dicono che le storie si riuniranno nel quarto – vi posso dire che l’ho trovato proprio carino. La storia, per nulla impegnativa, scorre senza problemi lungo le 150 pagine. Dopodichè ci si trova a cercarne altre.
Ne ‘Il Donatore’ ero rimasta parecchio impressionata dalla società che Lowry ci presentava. Una comunità del futuro molto schematica e organizzata in maniera maniacale, in cui una delle cose più inquietanti è la totale assenza di colori.
Qui i colori ci sono e sono uno dei punti intorno a cui ruota la storia. Anche questa società è particolare, seppur completamente diversa dalla prima. La vita in comunità è una lotta continua e le differenze – che ne Il Donatore venivano annullate in ogni modo possibile – qui sono accentuate. E chi è diverso è spesso costretto all’isolamento o all’esilio nella Landa.
Kir, la protagonista, nasce orfana di padre e con una malformazione alla gamba. Secondo le regole non dovrebbe nemmeno ricevere un nome a una sillaba – quelli dei bambini – per evitare che lo spirito entri a far parte del suo corpo. Ma sua madre decide di lottare per lei, di salvarla e di crescerla senza farla pesare sulla società. Le insegna a sopportare gli sguardi e le dicerie a testa alta e a trarre la sua forza dal dolore e la fatica. Kir cresce, conquista la seconda sillaba diventando Kira e intanto lavora nella capanna della tessitura. Sempre grazie a sua madre scopre di avere un dono, una capacità fuori dal normale, che la porta a intrecciare i fili e ricamare come nessun’altro.

La morte della madre determina l’inizio di un nuovo periodo della sua vita. Si ritrova in fatti abbandonata e, a causa della sua malformazione, anche mal vista e bersaglio di cattiverie e soprusi. Ma il futuro ha in serbo qualcosa di meglio per lei.
Ma è soprattutto l’amicizia che la aiuta ad andare avanti. Sia quella con Matt, un ragazzino della Palude, scalmanato e sporco ma estremamente gentile e sempre sorridente, sia quella con Thomas l’Intagliatore che la aiuta nei momenti di bisogno e solitudine.

Su un libro così breve non ci può essere molto da dire. Come per il primo la cosa che fa più pensare è l’organizzazione della società protagonista. Quello che ci presenta Lowry è un mondo in un certo senso primitivo, dove l’unico obiettivo è la sopravvivenza, a qualunque costo. I bambini crescono piangendo nel fango, senza l’amore di nessuno. Viene insegnato loro a rubare e a non avere nessun rispetto degli altri. Nessuno conosce quello che c’è al di fuori del villaggio, oltre alle Bestie. È la paura a fare da padrona, in ogni momento della vita, in particolare per donne e bambini.
È un mondo completamente contrapposto al benessere – per lo meno apparente – e alla perfezione in cui vivono i protagonisti de “Il Donatore”.

Personalmente sono proprio curiosa di leggere gli altri due libri della serie, per vedere come -e se – Lowry evolve questa sua particolare attenzione alla società in cui posiziona i suoi personaggi.