kia

Teaser Tuesday #23

Eccomi qui. Avrei dovuto fare il teaser la settimana scorsa ma ero al mare e preparare il post da telefono è sempre un’impresa, quindi ho passato il turno alla Mon. Nonostante si ancora in ferie, (ultimo giorno, sigh) ho trovato il modo per fare il mio post.
Al momento sto leggendo il libro che Anna e Mon mi hannno regalato lo scorso anno per il compleanno *scappa a nascondersi per il clamoroso ritardo*. Si tratta di ‘La ragazza che hai lasciato’ di Jojo Moyes e l’unico motivo per cui ho aspettato così tanto è che si tratta di un cartaceo piuttosto sostanzioso e quindi scomodo da avere sempre in borsetta. Adesso, con le vacanze, è giunto il suo turno. Sono a metà e mi sta piacendo molto. Vi farò sapere qualcosa alla fine.

teaser tuesday

Circondata dalla gente gioiosa che ballava, dalle risate e dal cielo azzurro e luminoso, cominciai a rilassarmi. Edouard mi parlò con estrema gentilezza: mi chiese della mia vita prima di trasferirmi a Parigi e dell’ambiente di lavoro, interrompendosi di tanto in tanto per mettere la sigaretta all’angolo della bocca e urlare “Bravi!” all’orchestrina, applaudendo con le sue mani grandi.
Conosceva quasi tutti. Persi il conto del numero di persone che si fermarono per salutare o per offrirgli da bere: artisti, negozianti, donne istruite. Mi sembrava di stare con un membro della famiglia reale. Peccato che li vedessi mentre mi guardavano di sottecchi, domandandosi cosa ci facesse un uomo che avrebbe potuto avere Mistinguett con una come me.
“Le mie colleghe sostengono che lei se la intende con le puttane di Pigalle.” Non potei fare a mano di dirglielo: ero curiosa.
“Confermo. E molte di loro sono un’ottima compagnia.”
“Le ritrae?”
“Quando possono concedermi un po’ del loro tempo.” Rispose con un cenno del capo a un uomo che l’aveva salutato sfiorandosi il cappello. “Sono delle ottime modelle. Di solito non sono per niente imbarazzate a mostrare il proprio corpo.”
“Al contrario di me.”
Notò che ero arrossita. Dopo una breve esitazione, posò la mano sopra la mia, come per scusarsi. Mi fece arrossire ancora di più. “Mademoiselle” disse dolcemente. “Quei ritratti rappresentano il mio fallimento, non il suo. Ho…” Modificò il suo approccio. “Lei ha altre qualità. Mi affascina. Sono poche le cose che la intimidiscono.”
“Sì” concordai. “Credo proprio di sì.”
Mangiammo pane, formaggio e olive, le migliori che avessi mai assaggiato. Lui bevve del pastis, scolando ogni bicchierino con rumoroso gusto. Il pomeriggio scorreva lentamente. Le risate si fecero più forti, i drink più frequenti. Mi concessi due piccoli bicchieri di vino e cominciai a divertirmi. Là, per strada, in quella giornata tiepida, non ero più la forestiera di provincia, la commessa del penultimo gradino della scala sociale. Ero solo una dei tanti festaioli che si godeva le celebrazioni della presa della Bastiglia.
E poi Edouard spinse avanti il tavolo e si alzò, mettendosi di fronte a me. “Balliamo?”
Non riuscii a trovare un motivo per dire di no. Presi la sua mano e mi lascia trascinare in quella marea di corpi. Non ballavo da quando avevo lasciato St Peronne. Ora sentivo la brezza che mi vorticava intorno alle orecchie, il peso della sua mano sulla schiena, i miei zoccoli insolitamente leggeri. Profumava di tabacco, di anice, e di qualcosa di virile che mi lasciò senza fiato.
Non so cosa mi spinse a farlo. Non avevo bevuto molto, perciò non potevo dare la colpa al vino, nè al fatto che lui fosse particolarmente attraente o che sentissi la mancanza di un uomo nella mia vita.
“Mi ritragga di nuovo” dissi.
Lui di fermò e mi fissò esterrefatto. Non potevo biasimarlo: ero io la prima ad essere confusa.
“mi ritragga di nuovo. Oggi. Adesso.”
Edouard non disse nulla. Tornò al tavolo, prese il tabacco e sgusciammo tra la folla, L’una dietro l’altro, lungo le strade brulicanti, fino al suo studio.

Capitolo 4 – LA RAGAZZA CHE HAI LASCIATO di Jojo Moyes

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la ragazza che hai lasciato

Francia, 1916. Sophie, sposa innamorata del pittore Édouard Lefèvre, allievo di Matisse, è rimasta sola dopo che il marito è partito per il fronte allo scoppio della Grande Guerra. La giovane donna ritorna quindi al suo paese natale nel Nord della Francia, ora occupato dai tedeschi. Con grande audacia Sophie aiuta le famiglie in difficoltà suscitando l’interesse e l’ammirazione del locale comandante delle truppe nemiche, fino al giorno in cui, disperata, è costretta a chiedergli aiuto, dopo aver saputo che Édouard è stato catturato e rischia la vita. Per riaverlo è disposta a offrire ciò che ha di più caro: un bellissimo quadro dipinto dal marito che la ritrae giovanissima, intitolato La ragazza che hai lasciato, divenuto per il tedesco una vera ossessione. Subito dopo, Sophie viene arrestata e portata via. Nessuno sa dove, né si hanno più sue notizie. Riuscirà a riunirsi al suo amato Édouard? Londra, 2010. Liv, vedova trentenne, sta ancora elaborando la dolorosa perdita del marito, un geniale architetto morto all’improvviso quattro anni prima. Ma quando incontra casualmente Paul, prova per lui una forte attrazione. L’uomo lavora per una società che si occupa di rintracciare opere d’arte trafugate durante la guerra, e proprio a casa di Liv vede il quadro che stava cercando da tempo, quello appartenuto un secolo prima a Sophie. Come mai Liv è in possesso di quel prezioso dipinto? E quali conseguenze avrà questa scoperta sulle loro vite? In La ragazza che hai lasciato ritroviamo le due splendide protagoniste di Luna di miele a Parigi, divise da un secolo ma accomunate da una storia struggente e coinvolgente, e dalla ricerca dell’amore e della felicità. In questo nuovo romanzo Jojo Moyes conferma le doti narrative di un’autrice in continua ascesa.

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Book Blitz: Choosing Happiness by Melissa Stevens

Choosing happiness bannerBuongiorno a tutti! Piano piano ci stiamo rimettendo in carreggiata, ma avevamo sottovalutato lo studio per gli esami di settembre. Possiamo farcela, promesso. Intanto, grazie a XPresso BookTours ho avuto l’occasione di farvi conoscere questo libro uscito pochi giorni fa e di cui ho adorato la copertina nel momento in cui l’ho vista. Se già per quel motivo mi ispirava, la trama e l’estratto mi hanno ulteriormente invogliata a leggerlo. E voi? Che ne dite?
Quasi dimenticavo, in fondo al post trovate anche il giveaway internazionale aperto fino al 13 agosto per vincere una copia cartacea del libro. Che aspettate?

Hello everyone! I want to thank XPresso BookTours for making me discover this book and for giving me the opportunity to present it to you. The book was released a few days ago and I loved the cover from the moment I saw it. Reading the synopsis and the excerpt made me want to read it even more. What do you say? Do you like it too?
I almost forgot, at the end of the post you’ll fin an international giveaway which will give you the opportunity to win a paperback copy of the book. The giveaway ends Augusth 13th.

choosing happiness
Title: Choosing Happiness
Author: Melissa Stevens
Publication date: July 21st 2015
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Jake and Andrea met once. When Andrea was in college, Jake came with her brother Ben who was visiting on leave from a deployment in Afghanistan. Now, years later, Jake gets a job in Ben’s home town to be close to his best friend. He hadn’t counted on Andrea. The attraction he’d felt then was still there. And this time he wasn’t headed back to a war zone where he could very well be killed.

Andrea is drawn to the man who calls Ben brother. Something about him speaks to her, but she’s not sure what. She falls into things head first, but when something makes her question how fast things are going she slams on the breaks. Can the two of them figure out what’s going on with them before it’s too late?.

 

excerpt

BOOM!
“Shit!” Andrea grabbed the steering wheel with both hands and carefully eased the vehicle onto the shoulder. “Damn, damn, damn!” She punctuated each word with a one fisted blow to the wheel.
Opening the door, she carefully stepped out of the car. The thin heels of her shoes sank into the gravel as she gingerly walked around the car to inspect the damage. Sure enough, she’d blown a tire.
She bent, balancing carefully on the balls of her feet and looked into the wheel well around the damaged tire. There didn’t appear to be any body damage, but she’d have to get the tire off to be sure. She stood and cautiously stepped back to the open driver’s door, she’d pulled far enough off the road that passing traffic wouldn’t hit her door, but that meant the blown tire was on the soft shoulder.
“Why now?” she asked the wind. “Why not when I’m wearing jeans and tennies? Or when I don’t have somewhere I need to be?” She set the emergency break and had to turn back to flip the switch for the flashers before going to the back. Opening the back gate, she rolled up the carpet to get to where the jack was stored. After pulling it out she used the lug wrench to lower the spare from beneath the small SUV.
“Damn it all,” she muttered, wishing she hadn’t taken her gym bag into the house that morning. At least she would have had some way to protect her dress, not to mention shoes that would be easier to work in.
Freeing the spare, she grabbed the old blanket she kept in the back for emergencies and partially unfolded it before spreading it out next to the shredded tire. After retrieving the good tire and the jack, she kicked her heels off, preferring to work barefooted over trying to balance on the spikes.
She struggled for several minutes but managed to loosen the lug nuts so the tire wouldn’t spin in the air if she tried to do it later. Once she had all the nuts loose, she bent low so she could see under the tilted frame, and placed the jack in the right spot.
Her head was still under the car when the pop of tires on gravel told her someone had pulled off the road behind her.
“Need some help?” A deep masculine voice asked as she pushed herself to her feet. When she saw him she stopped short for just a moment. Something about this man niggled the back of her mind, told her she’d seen him before. He was tall but not bulky and the snug fit of his t-shirt and jeans told her he was all muscle. Something about him called to her and made her stomach flip-flop. She couldn’t help but smile as he approached wearing a friendly smile under his baseball cap as he offered his assistance.
“I’d appreciate it,” she admitted. “Normally I’d have no trouble doing it myself but I’m not exactly dressed for the job.” She spread her arms wide, showing off her turquoise dress. It was cut to flatter her thick frame, showing off all her curves well and stopping just above her knees.
“At least you had the sense to lose the heels.” He took her place beside the car and bent to check the placement of the jack before he started lifting the car. “You already break the nuts?” He stopped and looked at her for a moment before the tire cleared the ground.
“Yes.” She stepped back into her shoes and tried to stay out of the way as he finished changing her tire and put the blanket and damaged tire into the back of the vehicle. “Thanks so much.” She extended one hand. “Can I get your name? I’d like to do something to thank you. This has been a huge help.”

~~~

“It’s really no problem. My name’s Jake, Jake Walters.” He took her offered hand and shook it. “But you don’t have to do anything, it’s always a pleasure to help a pretty lady, especially one dressed so nicely.” He looked her up and down again, from the top of her head where her hair was pulled back in some elaborate style, down her curvy body, and well-shaped legs. He liked what he saw. She hadn’t changed much in the years since he’d first met her.
“Now I remember.” Her eyes widened and a smile bloomed across her face. “You’re Ben’s friend. He brought you home with him on leave a few years ago.”
“I am.”
“You here for the wedding?”
“Yes and no. I’ll be there, but I’ve recently moved to the area.”
“That’s great.” A car blew past them on the road, barely slowing as it went by. “Look, I’m sorry to do this but I’ve got to go. I’m late already.”
“No problem. I’m sure I’ll see you around.”
“You probably will. That tends to happen in a town this size.”

ga
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ABOUT THE AUTHOR
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Melissa was born and raised in Arizona, she’s spent her entire life living across the southern half of the state. She’s found that, along with her husband and three children, she prefers the small towns and rural life to feeling packed into a city.

She started reading at a very young age, and her love for series started early, as the first real books she remembers reading is the Boxcar Children series by Gertrude Chandler Warner. Through the years she’s found that there’s little she won’t read, and her tastes vary from westerns, to romance, to sci-fi / fantasy and Horror.

She’s been writing since 2009, and enjoys nearly every minute of it.

Thanks to XPresso Book Tours for giving us the opportunity to promote this book.

kia firma

Teaser T-T-Wednesday #20

Buongiorno. Lunedì ho dato l’ultimo esame di questa interminabile sessione estiva e ieri, prima di iniziare a studiare per l’ultimo (!!!!!) esame di settembre, sono stata tutto il giorno spiaggiata al lago a prendere il sole con la Mon. La mancanza di connessione ha fatto slittare il Teaser a oggi. Mi dispiace ma non ce l’ho proprio fatta. Quindi, considerando che ormai non è più un vero Teaser Tuesday, ho deciso anche di scegliere io stessa il passo da proporvi, optando per una parte che ho trovato parecchio divertente. Aggiungo che ieri sera ho anche finito il libro, quindi a breve arriverà anche la recensione.
teaser tuesday

Tutto a un tratto Jamie si piegò in avanti e mi afferrò il polso, tenendomi il braccio a mezz’aria.
«Che cosa stai facendo?» domandai, spaventata.
«Che cos’hai fatto tu, Sassenach?» mi chiese, di rimando, con lo sguardo fisso sotto il mio braccio.
«Mi sono rasata», replicai orgogliosa. «O, piuttosto, mi sono fatta la ceretta. Louise aveva chiamato la sua servante aux petits soins – la sua estetista personale, capisci? –
a casa sua, oggi pomeriggio, sicché me la sono fatta fare anch’io.»
«La ceretta?» Jamie spostò lo sguardo piuttosto sconvolto sul candelabro accanto alla brocca, poi di nuovo su di me. «Ti sei messa della cera nelle ascelle?»
«Non quel tipo di cera lì», lo rassicurai. «Cera d’api profumata. L’estetista l’ha scaldata e poi me l’ha spalmata sotto il braccio. Una volta raffreddata, la tiri via in un unico strappo», spiegai, sussultando al ricordo, «e buonanotte ai suonatori.»
«I suonatori di mia conoscenza non approverebbero mai simili condotte», ribatté severamente Jamie. «Perché diavolo hai fatto una cosa del genere?» Scrutò da vicino il punto in questione, sempre tenendomi il polso all’aria. «Non è dol… dolo… tciuù!»
Mi lasciò cadere la mano e indietreggiò rapidamente.
«Non è doloroso?» domandò, con il naso di nuovo sepolto nel fazzoletto.
«Be’, un pochino», ammisi. «Ne vale la pena, però, non credi?» domandai, sollevando entrambe le braccia come una ballerina e girandomi lentamente sulle punte. «È la prima volta da mesi che mi sento del tutto pulita.»
«Ne vale la pena?» ripetè, un po’ stordito. «Cosa c’entra la pulizia con il fatto di strapparsi tutti i peli da sotto le braccia?»
Mi resi conto con un certo ritardo che nessuna delle donne scozzesi da lui conosciute usava alcuna forma di depilazione. Oltretutto Jamie non era mai entrato in contatto sufficientemente intimo con una parisienne di alto rango per sapere che molte di loro, invece, lo facevano. «Be’», dissi, comprendendo all’improvviso le difficoltà che un antropologo si trova ad affrontare quando cerca di interpretare le più eccentriche usanze di una tribù primitiva. «Si sente molto meno odore», suggerii.
«E cos’è che non va con il tuo odore?» sbottò con veemenza. «Almeno odoravi come una donna, non come un dannato giardino di fiori. Cosa pensi che io sia, un uomo o un calabrone? Potresti darti una lavata, Sassenach, in modo che io non debba continuare a starti a tre metri di distanza?»
Presi un panno e cominciai a pulirmi il busto. Madam Laserre, l’estetista di Louise, mi aveva applicato olio profumato su tutto il corpo: mi augurai che venisse via in fretta. Era sconcertante vedermi indugiare Jamie tutto intorno, appena fuori dal raggio olfattivo, a guardarmi con occhi torvi come un lupo che accerchiasse la preda.
Voltate le spalle per immergere il panno nel catino, buttai lì con disinvoltura:
«Ehm, mi sono fatta depilare anche le gambe».
Gettai una breve occhiata dietro la spalla. Lo shock iniziale stava ora cedendo il passo a un totale smarrimento.
«Le tue gambe non avevano nessun odore», protestò. «A meno che tu non abbia sguazzato nello sterco di vacca fino al ginocchio.»
Mi girai e mi tirai su la gonna, tendendo la gamba per mettere in mostra le curve delicate dello stinco e del polpaccio.
«Ma così sono tanto più carine», gli feci notare. «Tutte belle lisce, non come quelle di King Kong lo scimmione.»
Si guardò le proprie ginocchia ricoperte di peluria, offeso.
«Sarei una scimmia, io?»
«Non tu, io!» ribattei, sull’orlo dell’esasperazione.
«Le mie gambe sono molto più pelose di quanto lo siano mai state le tue!»
«Be’, per forza: tu sei un uomo!»
Inspirò a fondo come se fosse sul punto di rispondere, ma poi espirò senza dire nulla, scuotendo la testa e borbottando qualcosa tra sé in gaelico. Si buttò a peso morto sulla poltrona e si rilassò contro lo schienale fissandomi con gli occhi socchiusi e bofonchiando di tanto in tanto una parola sottovoce. Decisi di non chiedere la traduzione.

Capitolo 11 – L’AMULETO D’AMBRA (Outlander #2) di Diana Gabaldon

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l'amuleto d'ambraScozia, 1945. Claire Randall, infermiera militare, attraversa un magico cerchio druidico e, misteriosamente, si trova catapultata nelle Highlands del 1743, straniera in una terra dilaniata dalla guerra e dalle faide dei clan rivali. È il 1968 e dopo vent’anni di silenzio durante i quali Claire non ha svelato a nessuno il suo segreto, torna con la figlia Brianna, una splendida ragazza dai capelli color del rame, alla Collina delle Fate, il luogo incantato dove è cominciata la sua avventura. Qui cerca il coraggio di raccontarle il suo viaggio nel tempo e il suo amore per un guerriero scozzese che in un’altra vita e in un’altra epoca l’aveva conquistata. E sarà nel tentativo di ritrovare il suo amato che Claire si ritufferà nelle vertigini di un passato che dalle terre desolate e solitarie della Scozia l’aveva portata sino alla sfarzosa corte di Versailles. Ma il cammino che dovrà percorrere sarà lungo e non privo di ostacoli e di sorprese…

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Teaser Tuesday #18

Ciao a tutti. Il teaser di oggi è tratto dal secondo libro della serie Outlander di Diana Gabaldon. Dopo aver letto il primo e fangirlato come non ci fosse un domani sulla prima stagione dell’omonima serie tv, ho deciso che, se voglio guardare anche la seconda stagione – a settembre – mi conviene mettermi in pari.
Quindi eccomi qui, con il libro appena iniziato, ad invogliare anche voi.
teaser tuesday

Venni distolta da quei tristi ricordi dal trambusto che aveva luogo sul molo lì accanto. Un fitto crocchio di uomini si era radunato attorno alla passerella di una nave, tra urla e spintoni. Non si trattava di una rissa: dopo aver guardato meglio riparandomi con una mano dal sole, mi accorsi che non volavano pugni. Pareva più che altro che volessero sgombrare un passaggio tra la calca fino alle porte di un grosso magazzino situato a un’estremità del molo. La folla resisteva ostinatamente a quei tentativi, rifluendo a ogni spintone come la marea.
Jamie comparve all’improvviso dietro di me, subito seguito da Jared, anche lui con lo sguardo teso verso il tumulto in corso poco più in là. Distratta dalle grida, non li avevo sentiti arrivare.
«Che succede?» Mi alzai in piedi e mi appoggiai a Jamie, per mantenermi in equilibrio contro il beccheggio sempre più forte della nave sotto i miei piedi. Da quella distanza ravvicinata, il suo odore mi colpì le narici: si era fatto il bagno, alla locanda, e adesso sapeva di pulito, con una lieve traccia di polvere e di sole. L’acuirsi dell’olfatto era un altro effetto della gravidanza, a quanto pareva; potevo fiutare il suo profumo tra la miriade di fetori e di odori vari del porto di mare, più o meno come si riesce a udire un sussurro vicino in mezzo a una folla rumorosa.

Capitolo 6 – L’AMULETO D’AMBRA (Outlander #2) di Diana Gabaldon

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l'amuleto d'ambraScozia, 1945. Claire Randall, infermiera militare, attraversa un magico cerchio druidico e, misteriosamente, si trova catapultata nelle Highlands del 1743, straniera in una terra dilaniata dalla guerra e dalle faide dei clan rivali. È il 1968 e dopo vent’anni di silenzio durante i quali Claire non ha svelato a nessuno il suo segreto, torna con la figlia Brianna, una splendida ragazza dai capelli color del rame, alla Collina delle Fate, il luogo incantato dove è cominciata la sua avventura. Qui cerca il coraggio di raccontarle il suo viaggio nel tempo e il suo amore per un guerriero scozzese che in un’altra vita e in un’altra epoca l’aveva conquistata. E sarà nel tentativo di ritrovare il suo amato che Claire si ritufferà nelle vertigini di un passato che dalle terre desolate e solitarie della Scozia l’aveva portata sino alla sfarzosa corte di Versailles. Ma il cammino che dovrà percorrere sarà lungo e non privo di ostacoli e di sorprese…

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