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Intervista a Chiara Parenti + Giweaway

Buongiorno a tutti!
Eccoci qui a festeggiare definitivamente i nostri primi sei mesi sul web! Dopo un mese di recensioni – countdown, oggi arriviamo alla sorpresa finale che abbiamo pensato per voi: un’intervista a Chiara Parenti che si è dimostrata disponibilissima fin dalla nostra prima timidissima mail. A questo proposito vorremmo ringraziarla di cuore per la gentilezza e il tempo che ci ha dedicato.

Prima di passare all’intervista, vi lascio un paio di informazioni tecniche. Il Giveaway è ancora attivo e lo resterà per un’altra settimana, fino alla mezzanotte tra il 29 e il 30 aprile. Il 30 pubblicheremo un post in cui annunceremo il vincitore. Vi ricordo anche che le entries relative alle condivisioni sono accumulabili ogni 24h, quindi – se ne avete voglia – potete sbizzarrirvi.

Ma adesso la smetto di tediarvi e passo all’intervista. Buona lettura!

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Ciao Chiara! Prima di tutto benvenuta nel nostro blog e grazie mille per la disponibilità nel rispondere alle nostre folli domande. Prima di scoprire le sue risposte, vediamo come si descrive lei.

Sono arrivata sul vostro pianeta 34 anni fa e ci sto molto volentieri. Sono giornalista e addetta stampa, ma lavoro anche con i libri che mi piacciono tantissimo. Abito a Carraia-County, una spolverata di casine tra i campi e l’A11, in provincia di Lucca. Sono brava a fare la raccolta differenziata e odio i cetrioli e le pulizie di primavera. La settimana in cui ho lavorato come rappresentante di aspirapolvere è stata la più terrificante della mia vita.

Dotata di almeno 45 personalità diverse che albergano allegramente nella mia testa, adoro scrivere storie, per poter dar voce a ognuna di esse. Sono pigra e fermamente convinta che se una cosa è troppo lontana per essere presa senza alzarmi dal divano, allora è una cosa che non mi serve. Il mio motto è: non fare oggi quello che puoi tranquillamente fare domani.

Ho un Topino Adorato, una Lady Gaga come gatto, e scrivo cose buffe su un blogghino che si chiama Il Giardino d’estate, che aggiorno con una cadenza giornaliera. Cioè settimanale. No, forse quindicinale. Insomma, ogni volta che me lo dicono le vocine nella mia testa.

Dove trovarla: Facebook | Twitter | Goodreads | Blog

Cominciamo! Scrivi a mano o a computer?

Al computer, ma prendo appunti qua e là dove capita: quaderni, fogli, tovaglioli o sulle mani…

Considerando la tendenza dell’editoria italiana ad essere, in un certo senso, restia ai libri in formato digitale, come mai, per i tuoi, è stata presa la scelta di pubblicare solo in digitale?

I miei romanzi fanno parte di “Youfeel” (Rizzoli), la collana di ebook romance pensata appositamente per il pubblico femminile. Sono romanzi volutamente brevi e solo digitali per smartphone, tablet ed ereader.

Preferisci leggere libri cartacei o in formato ebook?

Sarò sincera: sia come autrice che come lettrice, preferisco il cartaceo, anche se spesso finisce che leggo in ebook per una questione di praticità. Come autrice, inutile negare che preferirei il cartaceo e che ogni notte nei miei sogni – ma anche di giorno, a dir la verità ̶ immagini di approdare un giorno in libreria.

Nei tuoi libri, qual è il tuo personaggio preferito e quale quello più simile a te?

Il mio preferito è Marco, il protagonista maschile di “Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)”. È dolce, romantico e nelle sue vene scorre il mare. Come si può resistere a Re Tonno Dei Sette Mari?
Quello più simile a me, invece, è Katie Baker, la protagonista di “Con un poco di zucchero”. Vive sulla sua nuvoletta, pratica yoga e ama in egual misura gli animali e contare gli scalini. Praticamente il mio alter ego!

Puoi dirci qualcosa dei tuoi progetti futuri?

Al momento sto lavorando su una nuova storia che però è qualcosa di molto, molto diverso rispetto alle altre. Non dico niente per ora, un po’ per scaramanzia e un po’ perché non ne ho idea di cosa verrà fuori. Però spero tanto che vi piacerà!

Abbiamo poi pensato ad una domanda per ogni libro. Cominciamo con “Tutta colpa del mare”: hai preso spunto da avvenimenti reali o hai inventato tutto?

Ho preso più che altro spunto dal film “Una notte da leoni”. Certo, poi se dici mare, io dico Versilia. Abitando a Lucca e quindi a soli pochi chilometri di distanza, è lì che ho passato la maggior parte delle estati da quando ero piccolissima. Perciò ambientarci la storia di Marco e Maia è stato naturale per me, e i ricordi che ho di questo “mare”, sono quelli di una vita. Anche i personaggi hanno il loro “alter ego” nella realtà. Io non ho fatto altro che unire tutto questo in un cocktail “esplosivo”.

“L’importanza di chiamarsi Cristian Grei” è nato già collegato al fenomeno “50Shades” o hai unito le due idee dopo?

Dunque l’idea ha preso vita pian piano. A dire il vero non ricordo un momento in particolare, ma di sicuro pensavo a una specie di “Anti-Christian Grey” ogni mattina l’estate scorsa quando andavo in treno da Lucca (dove vivo) a Firenze (dove lavoro). Prato è una delle fermate e un bel giorno qualcosa dev’essere scattato…

A proposito, hai visto il film “Cinquanta sfumature di grigio”?

Sì, ero troppo curiosa. Avevo letto il libro perché dopo che mi era venuta l’idea per il romanzo, dovevo saperne di più per trovare particolari interessanti da ribaltare con il mio Mr Grei. Be’, ho preferito di gran lunga il film!

“Con un poco di zucchero”, invece, richiama molto il personaggio di Mary Poppins e abbiamo notato che viene nominata anche in altri tuoi lavori. Come è nata questa passione?

Non saprei, forse perché sono cresciuta a pizza e cartoni e film Disney, quindi i personaggi che hanno segnato la mia infanzia ormai sono impressi nel mio DNA. E alla mitica Mary Poppins spetta un posto speciale nel mio cuore. “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù!”: questo è anche il mio motto!

Per rimanere in tema con il nostro blog, guardi serie tv?

Of course! Le mie preferite sono “Glee” e “Grey’s Anatomy”. Sto cercando di appassionarmi a “Outlander” visto che tutti ne parlano, ma non ci riesco. È tanto grave?

Ehm, è decisamente grave! Ma possiamo chiudere un occhio.
Qual è il libro che dovrebbero leggere tutti e quale il film che tutti dovrebbero vedere?

Secondo me, il libro che tutti dovrebbero leggere è “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons. Il mio film del cuore, invece, è e resterà sempre “Titanic”!

Per concludere, una domanda random: Cioccolata bianca, al latte o fondente?

Al latte tutta la vita!

Ecco qui! A costo di diventare monotona, ringrazio ancora Chiara per averci dedicato del tempo e spero che abbiate apprezzato questa nostra sorpresa e le domande.

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Recensione: Il circo della notte di Erin Morgenstern

Eccoci qui finalmente con la recensione di questo capolavoro. In realtà è un po’ che è lì scritta che aspetta, ma non ero ancora convinta e in calendario dei post di aprile era abbastanza pienotto. Ma è giunto il suo momento. Spero che lo abbiate adorato o lo adoriate tanto quanto me.
il circo della notte
Titolo: Il circo della notte
Titolo originale: The Night Circus
Autore: Erin Morgenstern
Editore: Rizzoli
Disponibile in italiano:
Goodreads

Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l’insegna in bianco e nero che dice: “Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all’aurora”. È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l’umana fantasia dispiega l’infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l’albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all’unico scopo di dimostrare una volta per tutte l’inferiorità dell’avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l’uno dall’altra: l’amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.

 

Dubito che sarò in grado di scrivere qualcosa che renda onore alla bellezza e alla magia di questo libro. Nel momento in cui ho girato l’ultima pagina, tra una lacrima e un sorriso, ho deciso che avrei subito cominciato a consigliarlo al mondo intero. Direi che è ufficialmente entrato a far parte dei miei libri preferiti.
Sono dell’idea che si possa riassumere tutto il libro dicendo che è il racconto di un sogno. Un sogno non sempre felice, anzi, ma da cui non vorresti mai svegliarti. Che vorresti ricominciare da capo appena finito, o raccontarlo a tutti.

Il circo arriva inaspettato.
Nessun annuncio lo precede, niente volantini né affissioni o cartelloni, nessuna menzione sui giornali. Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era.
I tendoni svettano a strisce bianche e nere, niente oro né cremisi. Nessun colore, eccetto quello degli alberi e dell’erba dei campi intorno. Strisce bianche e nere contro il cielo grigio. Innumerevoli tende di varie forme e dimensioni incastonate in un mondo incolore e circondate da una recinzione di ferro battuto. Perfino i lembi di terra visibili tra i tendoni sono in bianco e nero, di polvere o pittura, o altre astuzie da circo.
Ma non è aperto al pubblico. Non ancora. Bastano poche ore perché si sparga la voce. Nel pomeriggio la notizia ha già fatto il giro delle città vicine. Il passaparola è più efficace della parola fatta di inchiostro, o dei punti esclamativi su manifesti e locandine. È una notizia insolita e d’effetto, la brusca apparizione di un circo misterioso. La gente resta di stucco alla vista dei tendoni più alti. Osserva rapita l’orologio appena al di là dell’inferriata, che nessuno sa descrivere con precisione. Sull’insegna nera e bianca appesa all’entrata si legge:

Apre al Crepuscolo
Chiude all’Aurora

La narrazione scorre su più piani temporali, spesso incrociati tra loro senza un filo logico troppo evidente. In più ci sono dei capitoli ‘senza tempo’ che descrivono le varie parti del circo. Sono forse quelle le più magiche, quelle che lasciano più spazio all’immaginazione. In quei capitoli mi sono ritrovata a chiudere gli occhi e provare ad immaginare di essere lì, in questo o in quel tendone, circondata dalla magia che permea tutto ‘le Cirque des Reves’, il Circo dei Sogni.
D’altronde, chi non desidererebbe visitare il Dedalo della Nube, un tendone pieno di nuvole eteree e luminescenti sulle quali tuffarsi, o avere un Albero dei Desideri, per alimentare il proprio desiderio con la forza di quelli degli altri. E il Giardino di Ghiaccio, pieno allo stesso tempo di amore e tristezza. In ogni sua descrizione, in ogni suo aspetto, il circo sembra davvero un grande sogno, pieno di profumi e gioia. L’unica cosa che manca sono i colori, qui è tutto bianco, nero e grigio. Tranne i tocchi di rosso portati dai reveurs, i sognatori, i veri amanti del circo.

In tutta questa bellezza, il circo nasconde però un grande segreto. Qualcosa che lo tiene in piedi e gli permette di sopravvivere, ma che allo stesso tempo lo mette sempre più in pericolo, minacciando tutti coloro che vi lavorano e che, in qualsiasi modo, vi sono legati.

Nessun personaggio viene descritto completamente, di tutti conosciamo qualche particolare che ci rimane impresso. Su ognuno, comunque, rimane un’aura di mistero. Vediamo i personaggi come attraverso un vetro appannato, o come se li avessimo incontrati in sogno e, al risveglio, non ci rimanessero che ricordi frammentati e confusi. Di qualcuno ci vengono descritti gli abiti, di altri il comportamento, o il carattere o qualche caratteristica fisica, ma nessuno viene descritto con precisione. Anche questo particolare contribuisce a dare un’aura magica al libro e a tutto il racconto.

E poi, vogliamo parlare dell’immensa bellezza della storia d’amore racchiusa nel libro e nel circo? Una di quelle storie che fanno venire i lucciconi, di quelle che non dovrebbero esistere e per questo sono ancora più forti e continuano a crescere. Come se per i protagonisti non esistesse null’altro, quando invece dovrebbero prendere le distanze, perché sanno che non potrebbero, che si faranno del male.

Non è mai semplice. L’altra persona diventa lo specchio della tua vita, la definizione di te stesso. Si fa necessaria come l’aria. Poi si aspettano che il vincitore riesca ad andare avanti facendone a meno.

Perchè Marco e Celia sono addestrati per una sfida che dovrebbe dimostrare l’inferiorità di uno dei due in maniera definitiva. E invece si innamorano, come se fossero gli unici al mondo ed è la forza del loro amore che mette in serio pericolo il difficile equilibrio del circo.

Ho pianto per loro? Sì, perché sono una parte bellissima di questo sogno, la punta di romanticismo che era necessaria per far fare le scintille a questo libro.

E poi ci sono i gemelli che, sinceramente, ho adorato. Loro che nascono insieme al circo e crescono conoscendo praticamente solo quello. Non si capisce, in realtà, se siano più loro a influenzare il circo o il circo a influenzare loro.

E Bailey, che vediamo crescere nel corso del libro, così come cresce il suo amore per il circo e per la magia che questo è in grado di trasmettergli.

Ma in generale tutti i personaggi hanno un ruolo fondamentale, anche chi sembra meno importante si scopre avere un ruolo che è invece necessario per il presente o il futuro del circo.

Non meno importante è il fatto che quando dico che questo libro mi ha presa ed emozionata come pochi riescono a fare, non parlo solo della storia in sè, ma anche del modo in cui è scritto. È magico anche quello. E se la traduzione è così – e di solito ci perde – posso solo immaginare la magia dell’originale.

Si domanda se il poema del circo potrebbe mai essere imbottigliato. Beve un sorso, posa il bicchiere. Si appoggia allo schienale della sedia e ricambia con fermezza lo sguardo dell’uomo in grigio. Prendendo tempo come se disponesse di tutto il tempo del mondo e dell’universo dal giorno in cui le favole significavano più di oggi, ma forse meno di quanto significheranno in futuro, fa un lungo respiro, e sciogliendo il nodo di parole che ha nel cuore le lascia scivolare giù dalle labbra senza sforzo. “Il circo arriva inaspettato.”

rating 5

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Teaser Tuesday #6

Buongiorno a tutti. Mi sono trovata leggermente in difficoltà col teaser di oggi perchè non trovavo nulla che redesse onore ai due libri che sto leggendo, quindi mi sono buttata sull’ultimo letto: Il Messaggero di Lois Lowry, ovvero il terzo libro della serie di The Giver. Devo ammettere che questi librini mi stanno piacendo un sacco e a breve leggerò anche l’ultimo della serie. Senza aggiungere altro, vi lascio al teaser.
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Matty si voltò a guardare il Mentore, l’insegnante così importante per lui. Il Mentore stava riflettendo, Matty era abituato a vederlo immerso nei suoi pensieri, faceva parte del contegno che teneva in classe. Rifletteva sempre attentamente su ogni domanda, persino la più assurda da parte del più piccolo fra gli allievi.
Strano, pensò Matty. La voglia sulla guancia del Mentore sembrava essersi attenuata. Di solito era di un rosso intenso. Ora sembrava semplicemente rosa, come se stesse sbiadendo. Ma era tarda estate. Probabilmente, concluse Matty, la pelle del Mentore si era abbronzata col sole, come la sua, e questo faceva sì che la voglia risultasse meno visibile.
Eppure Matty era inquieto. Quel giorno c’era qualcos’altro di diverso nel Mentore. Non avrebbe saputo dire in cosa consistesse la differenza.

Capitolo 6 – IL MESSAGGERO di Lois Lowry

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il messaggeroIn una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver – Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti al Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty
si trova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere.
Un’allegoria spietata dell’animo umano e della nostra società, che conclude la trilogia profonda e provocatoria di Lois Lowry.

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Liebster Award 2015

liebster award 2015

Prima di iniziare a ringraziare chi ci ha nominate, due righe per spiegare cosa sono i Liebster Award 2015.

Cosa è il “Liebster Award 2015”?
È un premio che viene conferito ai blogger al semplice scopo di farli conoscere in rete. I blog nominati avranno a loro volta il compito di conferire il premio ad altri blog, e così via. In questo modo ci sarà la possibilità di conoscere, magari, qualche angolino ancora inesplorato, o qualche blog nato da poco.

Le regole:
· Ringraziare il blog che ti ha nominato.
· Rispondere alle 10 domande.
· Nominare altri 10 blog.
· Porre 10 domande.
· Comunicare la nomina ai 10 blog scelti.

Ringraziamo di cuore Lorena del blog Petrichor per averci nominate. È stato inaspettato e davvero molto apprezzato ♥️
Essendo in tre a dover rispondere, il post sarà sicuramente lunghetto, ma speriamo di non annoiarvi troppo!
Lorena si è impegnata per renderci la vita difficile considerando che per rispondere ad alcune domande ci abbiamo messo giorni.

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Quale è il libro che ha cambiato la tua vita e perché?

Anna: Cambiare la vita è un’espressione che implica grandi svolte o qualcosa del genere, nel mio caso niente di simile. Diciamo che ho amato profondamente Piccole Donne e ho sottolineato pagine intere perché ci sono un sacco di insegnamenti nascosti molto utili.
Kia: ‘L’ultimo elfo’ di Silvana De Mari. Sono cresciuta con mamma che mi leggeva libri e mi faceva leggere e mi è sempre piaciuto. Sono stata avvicinata alla lettura soprattutto con i libri di Bianca Pitzorno e Roal Dahl. Ma L’ultimo elfo è stato uno dei primi libri che ho riletto più volte, di cui ho aspettato il seguito e poi i libri successivi della serie facendo i salti di gioia quando me li regalarono. Un po’ come la serie della Bambina della Sesta Luna, per capirci.
Mon: Cambiare la vita è un’espressione molto importante e forse la mia risposta sembrerà banale, perché ci sono sicuramente libri più importanti che, se letti, cambierebbero davvero il mio modo di vedere il mondo ma, fino ad ora, la magia più grande per me l’ha fatta la saga di Harry Potter. Sono i libri che mi hanno fatta innamorare definitivamente della lettura. Avevo 7 anni quando mi hanno regalato il primo, ma non mi era piaciuto subito. Un anno dopo ho riprovato e qualcosa, nella mia mente, ha fatto click! Come tanti altri sono cresciuta con Harry Potter e mi ha spinta a non smettere mai di leggere.

Quale è secondo te la miglior trasposizione cinematografica/televisiva di un romanzo che hai letto?

Anna: Purtroppo ho letto veramente pochi libri di cui hanno fatto poi una trasposizione e nessuna di queste mi ha entusiasmato.
Kia: Premetto che non sono una grandissima amante dei film. Non ne vedo molti, non perchè non mi affascini quel mondo ma perché trovo sempre mille altre cose da fare che mi attirano di più. Ultimamente ho visto Divergent che, come trasposizione, mi ha piuttosto soddisfatta.
C’è anche da dire, però, che dopo molte delusioni tendo non inserire tra i pochi film che vedo le trasposizioni di romanzi per evitare delusioni (a titolo di esempio, Eragon – mi vengono i brividi di terrore lungo la schiena solo a pensarci).
Mon: Orgoglio e Pregiudizio della BBC del 1995. Sono sei episodi da più o meno un’ora e mezza l’uno che raccontano la storia per filo e per segno. Se sei come me, innamorata dei personaggi e dell’atmosfera del libro, questa serie può solo aumentare l’amore.

Scegli il tuo libro preferito e descrivi la sua colonna sonora ideale.

Anna: Libro preferito “Le Cronache di Narnia” ma descrivere la colonna sonora sarebbe impossibile perché raccoglie sette storie ognuna delle quali meriterebbe la sua. Allora scelgo uno dei libri che più mi sono piaciuti, cioè “Io prima di te” e come colonna sonora direi “When you’re smiling” di Louis Armstrong.
Kia: Non ce la posso fare, corro a nascondermi prima che mi insultiate, ma anche nei film non faccio troppo caso alle colonne sonore. E non sarei minimamente in grado di pensarne una io. La musica che ascolto, soprattutto ultimamente, è moooolto limitata e perlopiù mi accompagna quando vado a correre, quindi nulla che possa funzionare come colonna sonora.
In questo momento credo che mi metterei a pensare a ‘Il Circo della Notte’ di Erin Morgenstern, ma davvero non saprei nemmeno da che parte iniziare.
Mon: Premettendo che di musica non me ne intendo per niente e ascolto veramente poco e a caso, il libro preferito è Orgoglio e Pregiudizio, quindi per il tempo direi “Through the kaleidoscope” di Steven Cravis o “Stella del Mattino” di Einaudi.

La tua coppia preferita?

Anna: Sono indecisa tra Elizabeth Benneth e Mr. Darcy (Orgoglio e Pregiudizio) oppure Jo March e il prof Bhaer (Piccole Donne). Più che altro sono le due coppie letterarie a cui sono particolarmente affezionata.
Kia: Da brava romantica, mi innamoro puntualmente di quasi ogni coppia che trovo nei libri che leggo. Andando all’indietro dall’ultimo libro letto mi vengono in mente Marco e Celia de Il Circo della Notte, Marco e Maia di Tutta Colpa del Mare, Anna e Etienne di Anna and The French Kiss o anche Grace e Michele di Trentatrè. Ups, avevi detto una. Mi fermo qui, allora. Ah no, devo aggiungere Camryn e Andrew de Il Confine di un Attimo.
Mon: Lo ammetto, cambio coppia preferita più o meno ogni due libri, quindi questa domanda non fa proprio per me. Sono programmata per fangirlare più o meno con tutti i libri e i telefilm, quindi a questa domanda risponderò con la mia coppia preferita del momento: Ty e Zane della serie Cut&Run. Ovviamente ci sono quelle storiche che rimaranno sempre, come Elizabeth e Darcy, oppure i personaggi che avrei voluto insieme e non è accaduto (Jo e Laurie) e coppie impossibili che trovano sfogo solo nelle fanfiction (Draco e Hermione). Insomma, datemi due personaggi a caso e state certi che, se hanno un minimo di chimica tra loro, a me parte la ship.

Di quale libro vorresti leggere una continuazione? Cosa succederebbe dopo secondo te?

Anna: Ci ho pensato tanto e intensamente ma non me ne viene in mente neanche uno, non vogliatemene per questo.
Kia: Questa domanda mi mette ansia, io ve lo dico. È una settimana che ci penso e non sono riuscita a farmi venire in mente nulla. Sarà che ultimamente trovare uno standalone è un’impresa, e quindi – bene o male – le continuazioni le abbiamo tutte. O forse sono semplicemente io che rimuovo dalla memoria i libri che finiscono un po’ a caso. Quindi, non odiatemi, ma non mi viene proprio in mente.
Mon: Sono banale se dico di “Orgoglio e Pregiudizio”? Ormai l’ho messo ovunque questo libro, ma diciamolo, qui non ha sperato almeno una volta di leggere ancora di Elizabeth e Darcy? Ho letto parecchi libri in cui altri autori hanno preso in mano i personaggi della Austen per inserirli in vari contesti e avventure, ma leggere una continuazione orginale sarebbe meraviglioso.

Cambieresti il finale di qualche romanzo che hai letto?

Anna: Chiedo perdono anche qui ma non saprei, solitamente i romanzi che leggo li scelgo attentamente in modo che i finali siano degni, cioè che funzionino con il resto della storia (anche se a volte possono essere dolorosi). Quindi in realtà non saprei.
Kia: Sono una personcina sensibile, piango spesso in fondo ai libri o ci rimango male e vorrei che le cose non fossero andate così. Tra gli ultimi libri letti l’esempio più eclatante è ‘Trentatrè’ di Mirya. Ci sono rimasta COSI male. Però, pensandoci, non poteva finire diversamente. Sarebbe bello cambiarlo, ma perdendo le lacrime sul finale, il libro perderebbe anche molto significato.
Mon: Negli ultimi mesi c’è stato un solo libro che mi ha devastata al punto da desiderare un altro finale: Trentatré di Mirya. So che non sarebbe stato possibile scrivere un finale differente perché non esiste modo per terminare il romanzo in maniera diversa, ma è stato comunque un colpo al cuore e, ogni tanto, ripensandoci, vorrei fosse finito in un altro modo.

Se fossi il personaggio di un libro, quale sarebbe il genere e quale la trama?

Anna: Vorrei essere tipo una giornalista (o comunque una donna in carriera) che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e viene coinvolta in un crimine. A questo punto riesco a  incastrare i colpevoli e magari salvare qualche vita. Quindi direi che il genere è thriller misto azione.
Kia: Romanzo rosa, sempre e comunque. Una storia tutta felice e zuccherosa piena di amore con tante lacrime di gioia alla fine. Mi rendo conto di quanto poco profondo sia questo pensiero, ma almeno nei libri le cose devono andare bene.
Mon: Genere direi un fantasy, tendenzialmente con la magia. Non ho fantasia, quindi se dovessi immaginarmelo sarebbe probabilmente un cosa vista e rivista e piena di cliché. Lotta tra due fazioni, mi piacerebbe essere dalla parte considerata “cattiva” perché è un punto di vista che viene sempre considerato troppo poco e che spesso viene frainteso. A volte chi consideriamo cattivo è semplicemente diverso. Se ci sta in mezzo anche una storia d’amore (niente triangoli o amori impossibili) ben venga.

Quanti libri cartacei possiedi?

Anna: Miei miei saranno 35 circa.
Kia: Uhm, calcolando i MIEI, saranno circa un centinaio. Considerando però che da due anni a questa parte leggo quasi solo in digitale e che sono sempre stata assidua frequentatrice della biblioteca. A casa, però, ne ho molti di più perché ci sono anche quelli delle mie sorelle e di mia madre, tutte lettrici più o meno accanite.
Mon: Ho un Kindle tra quasi tre anni e ormai di cartacei non ne compro quasi più. Mi piacerebbe poterli comprare tutti, ma purtroppo costano davvero tanto e per ora la cosa non è fattibile. Contando i libri che compravo quando avevo 10-12 anni fino a qualche anno fa, direi un centinaio abbondante.

L’ultimo libro che hai comprato per via della sua copertina?

Anna: Non ho mai comprato un libro per la copertina, sono molto delicata sui libri e per comprarne uno oltre ad una bella copertina deve avere una trama interessante.
Kia: Sono maniaca delle copertine, quando entro in libreria la trama passa decisamente in secondo piano. Ultimamente le copertine italiane mi stanno un po’ deludendo, soprattutto mi urta notevolmente la moda di rifare tutte le copertine con le immagini tratte dai relativi film. Apprezzo, per esempio, che per Insurgent abbiano fatto la ristampa con la copertina originale e la sovracopertina relativa al film. Tornando alla domanda, l’ultimo libro che mi ha presa per via della sua copertina a prescindere dalla trama è ‘Tutta colpa di un libro’ di Shelly King, vi farò sapere com’è.
Mon: Paperweight di Mag Haston. L’ho preso senza nemmeno leggere la trama, guardando solo la copertina. È semplice, con pochi colori, ma bellissima.

La tua citazione preferita?

Anna: “Some journeys take us far from home. Some adventures lead us to our destiny.” E, se posso metterne un’altra sempre tratta dalle Cronache di Narnia: “But courage, child: we are all between the paws of the true Aslan.”

Kia: Posso mettere tipo tutto il Piccolo Principe? No, eh. Allora, se proprio devo scegliere. Scelgo il discorso della volpe al Piccolo Principe. Il passaggio che mi ha definitivamente fatta innamorare di questo libro. Chiedo scusa per la lunghezza, ma è impossibile tagliare più di così. 

«Vieni a giocare con me», le propose il piccolo principe, «sono così triste…»
«Non posso giocare con te», disse la volpe, «non sono addomesticata».
«Ah! scusa», fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
«Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
«Non sei di queste parti, tu», disse la volpe, «che cosa cerchi?»
«Cerco gli uomini», disse il piccolo principe. «Che cosa vuol dire “addomesticare”?»[…]
«È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”…»
«Creare dei legami?»
«Certo», disse la volpe. «Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo».
«Comincio a capire», disse il piccolo principe. «C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…»
«È possibile», disse la volpe. «Capita di tutto sulla Terra…[…]Se tu vuoi un amico addomesticami!»
«Che bisogna fare?» domandò il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…»
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
«Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti».

Mon: Sono due e non posso scegliere, quindi le metto entrambe:

  1. “Don’t be afraid of death; be afraid of an unlived life. You don’t have to live forever, you just have to live.” – Tuck Everlasting
  2. “It does not do to dwell on dreams and forget to live” – Harry Potter and the Philosopher’s Stone

 

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Le nomination sono state complicate da decidere, in quanto ci sarebbe piaciuto nominare blogger che però erano già state nominate e avevano, di conseguenza, già risposto a varie altre domande. Non arriviamo quindi a 10 blog, ma speriamo queste nomine vengano apprezzate comunque.

Nominiamo quindi:

Le nostre domande per loro:

  1. Se potessi andare a cena con un qualsiasi scrittore/scrittrice, chi sceglieresti?
  2. Chiedere il libro preferito è un cliché, quindi, qual è il libro che più hai detestato?
  3. Cerchi di tenerti al passo con le tendenze letterarie oppure sei fedele al tuo genere? Nel secondo caso, quale?
  4. Sei una di quelle persone che riesce a vedere i film tratti da libri o preferisci non rischiare di rovinarti la storia che hai letto?
  5. L’apertura del blog ha cambiato il tuo rapporto con la lettura? Ti ha permesso di conoscere nuove persone e stringere amicizie?
  6. Riesci a scrivere i post di getto o ci metti molto tempo perché devi riflettere su quello che scrivi?
  7. C’è un libro che hai paura di leggere (troppo lungo, pesante, boh)?
  8. Immagina di avere davanti una persona che non ama leggere, ma che vuoi “convertire alla lettura”: Quale libro gli proporresti?
  9. Oltre ai lettori del blog, hai qualcuno di speciale con cui condividi la passione per i libri?
  10. Una frase che riassuma cosa rappresenta per te la lettura.