kia

Recensione: Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro

Ciao a tutti! Mi sono appena ripresa da una settimana di esami non intensa, di più. Una di quelle settimane dalle quali esci sfiancato sia mentalmente che fisicamente. Ma adesso, nonostante ci siano i prossimi esami da preparare, me la posso prendere con un filino più di calma. Questo significa che riesco a leggere e scrivere qualcosa, finalmente. Il libro che sono finalmente riuscita a finire è ‘Non lasciarmi’ di Kazuo Ishiguro.

20901080

Titolo: Non lasciarmi
Titolo originale: Never let me go
Autore: Kazuo Ishiguro
Editore: Einaudi
Disponibile in italiano:
Goodreads

Kathy, Ruth e Tommy sono cresciuti in un collegio immerso nella campagna della provincia inglese. Sono stati educati amorevolmente, protetti dal mondo esterno e convinti di essere speciali. Ma qual è, di fatto, il motivo per cui sono lì? E cosa li aspetta oltre il muro del collegio? Solo molti anni più tardi, Kathy, ora una donna di trentun anni, si permette di cedere agli appelli della memoria. Quello che segue è la perturbante storia di come Kathy, Ruth e Tommy si avvicinino a poco a poco alla verità della loro infanzia apparentemente felice, e al futuro cui sono destinati.

Ho fatto un po’ di fatica a finire il libro, e ancora non riesco a capire se a causa del periodo, che magari richiedeva un libro un po’ più leggero, o se proprio per via del libro.
Per farla breve, ‘Non lasciarmi’ non mi ha esaltata, anzi. Credo che sia dovuto in particolare al modo in cui è scritto. Il libro è raccontato in prima persona da Kathy che, giunta ad una svolta nella sua vita, si fa in un certo senso prendere dalla nostalgia e ripercorre la sua vita, in particolare la storia della sua amicizia con Ruth e Tommy. Kathy, ormai adulta, si sta quindi preparando a vivere quella che sa essere l’ultima fase della sua vita e l’avvicinarsi di questo cambiamento la porta a ricordare diversi aneddoti, dalla sua infanzia al presente. Spesso, soprattutto nella prima parte del libro, quella ‘più vecchia’, troviamo dei passaggi in cui la narratrice stessa ci dice di non ricordare bene cosa fosse accaduto in quella particolare situazione. Mano a mano che racconta aneddoti più recenti, i ricordi si fanno più vividi, più dettagliati e in qualche modo più personali. Nei racconti di lei bambina ci sono molti fatti e avvenimenti, a differenza dei ricordi della sua adolescenza che sono pieni di pensieri e di momenti di solitudine in cui esce la personalità della protagonista.
Kathy è sempre stata una ragazzina tranquilla e socievole, senza troppe pretese nei confronti della vita e senza troppe domande. Esattamente il contrario della sua migliore amica Ruth, più curiosa e testarda, oltre che in grado di litigare e far litigare chiunque. Ruth, mano a mano che cresce, perde sempre più fiducia nella vita e nel futuro, e si trova ad avere bisogno di omologarsi ai ragazzi più grandi per avere la certezza di farsi accettare. Questo comportamento la porta però a litigare con i sui amici d’infanzia Kathy e Tommy.
Tommy è un ragazzino che cresce con la convinzione di essere problematico e diverso. Non ha una vena artistica di nessun tipo e si ritrova costretto a vivere a Hailsham, una specie di collegio in cui tutti i bambini disegnano, fanno sculture e scrivono poesie.
Kathy, Ruth e Tommy crescono insieme, provando a scoprire cosa li aspetta fuori dalle mura di Hailsham e cosa la vita abbia in serbo per loro. I tutori sono reticenti nel rispondere alle loro domande, e mano a mano che i ragazzini crescono si rendono conto che meno domande fanno e meglio è. Un po’ alla volta scoprono di aver sempre saputo a cosa erano destinati, senza però esserne davvero coscienti. Ognuno, ovviamente, la prende a modo suo e questo porta a litigi e diverbi con gli altri.
Su tutta la storia aleggia un senso di malinconia e angoscia, aiutato probabilmente dal fatto che la trama ha un che di surreale, ma, se ci si ferma a pensarci, potrebbe essere vera.
Dopo tutto questo sproloquio, sono giunta alla conclusione che magari non era il momento giusto, per me, per leggere questo libro. Probabilmente avrei dovuto affrontarlo con un’altra mentalità. L’ho trovato abbastanza impegnativo, sia come scrittura che come storia. Gli argomenti trattati non sono dei più felici e leggeri. Dalla crescita dei bambini, completamente distaccati dal mondo esterno, che arrivano a desiderare di poter lavorare in un ufficio con le pareti di vetro alla donazione degli organi vera e propria.
Dal libro è stato tratto anche l’omonimo film che, da quello che ho letto, potrebbe essere uno di quei rari casi in qui la trasposizione merita più del libro. Staremo a vedere.


Recensione: The One di Kiera Cass

Ciao a tutti! Eccoci qui con il primo libro dell’anno, che tra il resto mi permette di cominciare a spuntare la Reading Challenge. In particolare, depenno il numero 5: il libro con un numero nel titolo. Sto infatti per parlarvi di The One di Kiera Cass, il terzo (e si pensava conclusivo) capitolo della serie The Selection.

20901080
Titolo: The One (The Selection #3)
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling & Kupfer
Disponibile in italiano:
Goodreads

La Selezione che ha cambiato per sempre la vita di trentacinque ragazze sta per concludersi. E l’emozione e la confusione del primo giorno, quando America Singer ha percorso la scalinata del Palazzo, sono ormai solo un ricordo. Di certo America non avrebbe mai immaginato di arrivare così vicino alla corona, o al cuore del principe Maxon. Eppure per lei non è stato facile. Divisa tra i suoi sentimenti per Aspen, guardia a Palazzo e suo primo amore, e la crescente attrazione per Maxon, ha dovuto lottare con tutta se stessa per essere dov’è ora. A un passo dalla fine della Selezione, America però non può più permettersi incertezze. Deve scegliere. Prima che qualcuno lo faccia per lei.

Come vi ho già detto per i primi due libri, per quanto riguarda i contenuti e la storia in sè, anche questo capitolo non è nulla di eclatante. Mi sento però di consigliarvi tutta la serie, non come grande lettura ma come passatempo per un pomeriggio sul divano con una bella tazza di tè cado. La lettura scorre veloce e senza intoppi. Alcuni passaggi non sono ben definiti, ci sono alcuni avvenimenti messi lì un po’ a caso e senza grandi circostanze. Trovo anche che il finale sia stato chiuso un po’ troppo in fretta. Per il colpo di scena è necessario aspettare le ultime 35 pagine. Ci sta, ma avrei lasciato un po’ più di spazio.
America passa il 90% del libro a far venire voglia di prenderla a sberle, come il solito. Non prende una decisione, fa la testarda, cambia idea ogni 2 pagine. Non che il Principe non le faccia compagnia, ci sarà un motivo per cui vanno d’accordo quando sono insieme.
Mi sarebbe piaciuto che il personaggio della Regina fosse stato definito meglio, per quel po’ che si riesce a conoscerla, mi è sembrata interessante; lo stesso non si può dire del re. Non l’ho proprio potuto soffrire.
Dopo avere parlato degli altri due libri non mi resta molto da dirvi di questo, come già detto America è sempre la stessa, non cambia e, nonostante sia evidente la sua crescita nel corso dei libri, non posso dire che mi sia piaciuta. Il Principe è adorabile, anche se, pure lui, ha degli alti e dei bassi. Aspen non riesce a stare al suo posto.
Nel corso del libro scopriamo anche dei nuovi aspetti dei carattere di alcune delle ragazze dell’Elite, emergono nuove personalità che finora erano rimaste nascoste o comunque oscurate vuoi dall’ansia della competizione, vuoi dalla chiusura che le ragazze avevano adottato come corazza per ripararsi dalle altre.
Rispetto ai primi due capitoli si comincia a capire qualcosa di più dei ribelli, troppo poco considerando che non se ne sarebbe dovuto più parlare dopo questo libro.
A maggio 2015 uscirà The Heir, il nuovo capitolo della serie. Ho visto su GoodReads che ne è previsto anche un quinto: spero proprio che non degeneri portata dall’entusiasmo del successo.
Finchè si leggono così bene, però, non ho nessuna intenzione di abbandonare la serie. Intanto mi accontento delle varie novelle. Ho infatti scovato ieri The Queen (#0.4), un epilogo a The One reperibile a fatica in internet. Inoltre a marzo uscirà The Favourite (#2.6). Ok, la smetto di dare i numeri e torno a studiare.


Recensione: Ultimo Requiem di Nicola e Mimmo Rafele

Buongiorno a tutti, ma soprattutto BUON ANNO! Eh già, mi è toccato il primo post e mi tocca anche il primo dell’anno. É un po’ che non mi faccio sentire e l’ultima volta vi ho parlato di ricette. La mia assenza è dovuta al fatto che sto leggendo meno, prima causa esami e università e poi causa vacanze che mi hanno portato un attacco di creatività compulsiva. Quindi, dalla cucina all’uncinetto, in questi giorni ho fatto di tutto tranne leggere. Ma se sperate di esservi liberati di me, vi sbagliate di grosso. Finalmente sono arrivata in fondo a un libro che mi trascinavo dietro da 15 giorni, non perchè non mi piacesse, anzi, ma perché, appunto, non avevo tempo. Il libro in questione è diverso da tutti quelli di cui vi ho parlato finora, si tratta di ‘Ultimo Requiem’ di Mimmo e Nicola Rafele.

20901080
Titolo: Ultimo Requiem
Autori: Nicola e Mimmo Rafele
Editore: Longanesi
Disponibile in italiano: Si
Goodreads

Carlo Settembrini è commissario alla questura di Bologna quando, il 2 agosto 1980, esplode la bomba alla stazione. Carlo indaga, ma ancora non sa che si troverà a combattere un nemico sfuggente e potentissimo. Un nemico che ha tanti volti, e uno di quei volti è lo Stato.
Sergio Russo in quell’esplosione ha perso la donna che ama. Il suo futuro di magistrato sarà all’insegna della ricerca della verità e del desiderio di vendetta.
Matteo Sabato compie 18 anni pochi giorni dopo la strage. È nato in una famiglia mafiosa, ma il potere che suo padre ha accumulato all’ombra del boss Stefano Bontate non gli basta, vuole di più.
Comincia così una sfida infernale che durerà 13 anni e attraverserà tutti gli snodi più drammatici della storia italiana recente: dalle stragi di Stato fino alle bombe del ’92-’93, dal ferimento di papa Wojtyla alla morte di Falcone e Borsellino, dalla scoperta degli elenchi della P2 a Tangentopoli, dal declino della Prima repubblica fino all’ascesa di un nuovo potere che comanda ancora oggi. Dalla risposta che un padre e un figlio hanno voluto dare al loro bisogno di verità su uno dei più atroci misteri italiani, un trascinante romanzo sulla sanguinaria passione del potere e sugli ultimi decenni della nostra storia.

Come vi dicevo prima della trama, questo libro è diverso. L’ho scovato sul tavolone ‘Novità e Proposte’ della biblioteca in uno dei giri durante una pausa dallo studio. Grazie al mio umore “allegro” del periodo di esami, il titolo mi ha attirata. Poi ho letto la trama e, umore o no, ho deciso che lo dovevo leggere. Come argomenti mi ricordava molto ‘É già sera, tutto è finito’ di Tersite Rossi (potete trovare qualche informazione in più qui) un libro che ho amato. Un romanzo-inchiesta incentrato sulle bombe del ‘92-’93.

Ma torniamo al libro dal titolo allegro. Comincia con la Strage di Bologna, vissuta molto da vicino. I primi capitoli sono da brividi, poi sale un po’ lo schifo. Non per come è scritto o per come è sviluppata la storia, ma per quello che racconta. Inizialmente si fa un po’ fatica a ricordare i nomi, sono parecchi e tutti introdotti nelle prime pagine. Si tratta di un romanzo, ok, ma io non sono stata in grado di distinguere il confine tra realtà e invenzione. L’impulso è quello di continuare a cercare informazioni in internet per capirne di più, per scoprire qualcosa di più. Poi scopri che, chiaramente, i nomi sono tutti inventati. Ho come l’impressione che dentro ci sia più verità di quanto si colga a una lettura superficiale. Mascherata, romanzata – ovviamente – ma i fatti sono reali. Le bombe, l’attentato a Papa Wojtyla, la P2. Il libro scorre più che bene, la storia è romanzata in modo da prendere il lettore e non fargli mollare il libro. E poi a un certo punto TAC ti inserisce un avvenimento, una data che quando la digiti in internet vieni sommerso dalle notizie relative a quel giorno.
Sono dell’idea che tutti dovrebbero leggere qualche libro di questo tipo, non solo romanzi rosa (che adoro, non ho nulla contro quelli, sia chiaro). Soprattutto se sono scritti come questo e scorrono che è un piacere.

Novità in arrivo!

Ciao a tutti, quello di oggi non è un post come gli altri, non è una recensione o un consiglio. No, oggi vi racconto qualcos’altro. Qualche tempo fa, la carissima Rachele di Di Tutto Cuore mi ha proposto di fare una rubrica di cucina insieme. Mi rendo conto che col nostro blog non c’entra molto, ma col suo si, e io adoro cucinare. Quindi perché non provarci?
Nasce così – dopo millemila messaggi whatsapp, metà dei quali vocali e contorti – “Voglia di..”. Prima di tutto voglio svelarvi il banner creato dall’adorabile Rachele.

Non è bellissimo?

Ora un paio di informazioni tecniche.

Per ora abbiamo pensato di dare a “Voglia di…” cadenza mensile. Vista la mole di impegni di entrambe non vorremmo promettervi più di quello che siamo effettivamente in grado di fare. Non è escluso che prima o poi aumentino le uscite. Quindi, ogni quarto mercoledì del mese vi proporremo due ricette, una a testa. Abbiamo pensato di mettere in fondo a ogni post un sondaggio per voi, in cui vi chiediamo quale delle due ricette vi ispira di più.

Un’altra cosa: qui – su Ikigai – troverete solo il bannerino della rubrica e, sotto la voce ‘Rubriche’ del menù (ovvero qui), un indice di tutte le ricette con i link che riportano a Di Tutto Cuore.

Ora non vi resta che aspettare mercoledì per le prime due ricette. Siete curiosi? Noi speriamo proprio che quest’idea vi piaccia.